Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: l_s    22/11/2009    3 recensioni
A Luka
"Nella sacra prigione c'è da restare per un po', o non la puoi capire."
Genere: Parodia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Luka, meraviglioso essere danzante.
A Luka, per la sua intensità sconvolgente e catastrofica.
Auguri, Lù. Ti voglio bene.




Nella sacra prigione c'è da restare per un po', o non la puoi capire. Non la si può spiegare, o raccontare con parole fisse o conosciute, che stiano negli schemi.
Quando l'ho lasciata faceva ancora buio.
C'era una sola lampada in un angolo, coperta da una cortina di pelle umana, cucita da un sarto cieco, pieno di buchi. Si scuciva in continuazione, e il poveretto, sempre stanco, continuava senza protestare il lavoro, in attesa della benedetta grazia che gli concedesse di uscire.
Attendeva da troppi buchi nella sua oscurità coatta.
C'era chi ballava ostentatamente, beandosi di corpi che il buio gli permetteva di toccare, eccitato dal calore freddo e sconosciuto che il senno non gli avrebbe permesso di trovare.
C'era poi chi si trascinava lento lungo i bordi della stanza, senza curarsi di ciò che non vedeva, o di ciò che divorava al suo passaggio, monitorato da un giovane militare coi baffi sull'attenti, che aveva ambizioni e lingue conosciute da tutti e saldamente ignorate, previa opportuna violenza.
Portava al collo un crocefisso di ferro con su scritto "Made in Italy".
Non costava fatica ai pali l'aizzarlo contro i bambini che giocavano severamente con le loro pietre focaie, e rimanevano dissanguati dai colpi di randelli a forma di croce made in Italy. Alle loro spalle, dei santi con aureole accuratamente fulminate scommettevano con giudizio le indulgenze sulla loro sorte, portando il tempo del randello con il piede, e si accendevano in violente litigate su pezzi di carta verde.
Più giù, nel sangue, un vecchio strisciato dal dolore indicava con l'unghia ricurva, e un ballerino si fermava a gettare un'occhiata disgustata a sua madre, che continuava a disperare, tirando le gonne dei santi, palesemente infastiditi.
 Passava davanti, correndo, un giovane mimo con la pelle calda, abbigliato in mille smorfie tragi-comiche.
Fuggiva dal soldato e faceva lo slaloom tra le gocce di sudore che i ballerini grondavano animatamente. Gli brillavano gli occhi bagnati nel buio della stanza. Volando, baciava un poeta-riflesso e scuciva la tela del vecchio cieco nell'angolo, liberando veloce corpi sfatti.
Una folla si avvicinava ad assistere, un telecronista improvvisato vendeva biglietti e incoraggiava ora l'uno, ora l'altro, a seconda dell'andamento delle scommesse.
A metà dell'incontro, incedeva una figura col prolisso seguito esperto, e soffiando parole certificanti, s'assicurava la folla distratta, e i proventi dell'altrui mestiere.
Una delle guardie al suo seguito, con una faccia a forma di crocefisso made in Italy, trascinava il mimo nell'angolo dal quale egli tentava di uscire, e lo feriva a colpi di frusta.
Il cieco, contento, lavorava, prigioniero dall'assenza del mimo, e il mimo saltellava smorfie di sofferenza, nella speranza che qualcuno guardasse e vedesse.
Spalancava i suoi occhi enormi nel buio, bevendoselo tutto e riuscendo a vedermi, e a vedere che lo vedevo.
Quando i suoi occhi mi sorrisero addosso, capii che aveva scelto l'esilio.
Aveva 33 anni.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: l_s