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Autore: Meli_mao    22/11/2009    6 recensioni
Partecipante al concorso [Contest Multifandom] Miss Scrittrice 2009/2010!!!!! "“Ace o Anne?? Che nomi ridicoli…hai un pessimo gusto…” disse fra se e se ridacchiando. “Ma non in fatto di donne..” aggiunse sincero osservando la esile figura in lontananza per un po’ ."
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gold D. Roger
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Faceva un caldo soffocante quel giorno. O forse era lei che stava soffocando.
Non le era mai piaciuto vedere le persone tutte vestite con divise o uniformi sotto un Sole tanto forte.
E non le erano mai piaciuti nemmeno quel genere di cortei macabri,  soprattutto se sopra il patibolo ci doveva salire un conoscente.
In quell’occasione poi nemmeno sapeva perché c’era andata.
Una donna riesce a vedere l’uomo che ama trafitto da due lame e poi continuare a vivere?
Si accarezzò lentamente e ripetutamente il ventre leggermente rigonfio e si sistemò meglio sulla testa il grande cappuccio del mantello che indossava.
Lui le aveva detto di stare attenta perché l’avrebbero cercata..
Si strinse senza pensarci entrambe le mani all’altezza dello stomaco.
“Tesoro..” sussurrò al suo piccolo nel ventre “Devi dire addio al papà ok?...Farò in modo che ci veda così potrà salutarci anche lui….” Sussurrò a se stessa “Almeno col cuore..” aggiunse rendendosi conto che se Gold D. Roger si fosse fermato per accarezzare o baciare una donna sarebbe stato decisamente sospetto e a quel punto lei non avrebbe mai potuto scappare.
A fatica si fece spazio tra la folla, raggiungendo la prima fila di presenti. Si guardò attorno furtiva. Nessuno dava segno di averla riconosciuta. Pensandoci, nessuno sapeva chi fosse.. avrebbero cercato il suo bambino senza sapere della madre…il padre era abbastanza famoso per entrambi.
Scacciò dalla testa quei pensieri tristi avvistando in lontananza delle sagome di uomini incamminati lungo il passaggio lasciato appositamente libero.
Al centro della scorta c’era Lui.
Tranquillo, sereno quasi.. camminava come faceva sempre, con quella sua andatura lenta e leggermente strascicata, ma ferma e fiera.
Tante volte l’aveva visto venire verso di lei in quell’identico modo. La sua giacca rossa stavolta però era sporca, e le sue mani non erano in tasca o libere alla luce, ma ben strette in manette di legno.
A vederlo così, pensò, se non per quei particolari, era perfettamente come quando l’aveva conosciuto.

Poco dopo lo vide passarle davanti accompagnato da un rullo di tamburi..
La notò, con discrezione e senza lasciar trasparire nulla, ma la notò.
I loro sguardi si incrociarono per qualche secondo.. niente di più.
Mosse le labbra lei, senza dire nulla di preciso…farfugliò qualcosa che sembrava un misto fra “Ti amo” o “Addio”. Ma lui lo capì comunque e rivolse la sua attenzione al pancione appena visibile sotto la veste.
Era sempre bello, anche se a lei quei buffi baffi non piacevano. Nemmeno il tempo di prigionia o la sua malattia l’avevano piegato.

Perché l’hai fatto? Perché?

Avrebbe potuto passare il tempo che gli restava con lei…con loro…
Quando il loro contatto visivo si sciolse le mancò il respiro.

No…fermati…

Il leggero mantello fu mosso da una forte ondata di vento. Alcune ciocche dei suoi capelli mossi scivolarono fuori. Allungò appena le piccole mani in avanti afferrando il vuoto. Poi le strinse l’una con l’altra socchiudendo gli occhi stanchi.
Quanto le sarebbe mancato?
Lo vide sorridere… quello era il sorriso che tanto amava, quello spontaneo e sincero che le faceva sempre quando la vedeva.
Chi sorride davanti alla morte? Solo lui avrebbe potuto farlo.
Provò freddo.. in realtà l’inverno ormai era arrivato..
Ma quel Sole sembrava resistere per celebrare il grande Re.
Una giornata così bella può essere tanto orribile per qualcuno?   
Non riuscì a vedere altro, la parte del patibolo se la volle risparmiare…era troppo straziante per il suo cuore.
Si allontanò, troppo velocemente per notare se veniva seguita.
Nascondendosi dietro ad un vecchio edificio di pietra, in fondo alla piccola via vide il mare.
Cosa aveva fatto di male? L’Oceano era stata la loro maledizione.

Ti odio!

Sarebbe tornata a Baterilla…solcando di nuovo quelle onde, quegli abissi. Sfidando il freddo e le tempeste. E sarebbe stata per lei l’ultima volta in cui avrebbe messo piede su una nave.
Quella distesa immensa di acqua non la voleva più vedere.
Cosa aveva di così speciale? Tutta uguale.
Lui, però, ne era innamorato. Amava i suoi colori, i suoi pericoli, le sue avventure e moriva a causa sua. Lui e il suo Oceano! Sempre al primo posto, anche nella sua anima, per l’eternità!
Seppur per poco tempo e a fatica, si era battuta per essere alla pari con quei sentimenti.

Ti amo!

Ora non l’avrebbe più fatto…sollevata? O no…mille volte avrebbe preferito vederlo partire con un “Ciao”  piuttosto che lo sguardo sicuro di poco prima sottintendente un “Addio”.
Era li, a Louge Town, e fu l’unica a non sentire le famose parole dette da Gold D. Roger  poco prima della morte. Le parole che spinsero gli uomini a una nuova era di pirateria.
Un passo dopo l’altro si allontanò da quella piazza raggiungendo la costa.
Stette per un po’ in piedi, immobile, a vedere le navi in porto. Il cappuccio le ricadde mostrando una cascata di boccoli rossi. Il vento le sfiorava il volto, ma lei nemmeno se ne rese conto.
Si piegò appena su se stessa per poter toccare il mare, bagnandosi l’orlo dell’abito. Prese un filo d’acqua fra le dita per qualche istante osservandolo. Stupidamente nella sua mente non trovò nulla di più bello dei riflessi del Sole in quella piccola cascatella che dalle sue mani tornava alla spiaggia.
E fu li che comprese….comprese l’unico modo per guardare al futuro e poterne sorridere.
Sentì un leggero movimento nel suo ventre e prese la sua decisione.
“Ti salverò …la mamma ti salverà!” disse, pienamente cosciente di ciò che avrebbe dovuto fare.

Un uomo l’aveva notata…l’unico uomo che sapeva la sua storia e che le sarebbe stato vicino. L’unico uomo che forse lei avrebbe potuto odiare.
Monkey D. Garp la tenne d’occhio per un po’, ricordando l’ultimo desiderio del suo più vecchio rivale…

“Garp! Sto per avere un figlio….ma temo che quando lui entrerà in questo mondo io l’avrò già lasciato..”
“Perché senti il bisogno di dirlo a me?” gli aveva chiesto lui irritato. “Ogni donna collegata a te verrà..”
“E’ per questo che te lo dico..” l’aveva interrotto lui, “La troveranno e la uccideranno…” diceva con sicurezza.
“Ma il bambino che nascerà non ha colpe, Garp!” e poi cominciò a ridere, tranquillo.
“Entrambi siamo stati vicini all’ucciderci a vicenda così tante volte che ormai siamo come vecchi amici…. Credo in te nello stesso modo in cui credo nei miei compagni”. Fece una pausa.
“Proteggi mio figlio!” esclamò serio poco dopo. “So che lo farai…” e nel dirlo assunse quella sua espressione che tanto spaventava la gente, ma non di certo il marine.
“Lascio mio figlio nelle tue mani..”

…E sarebbe stato così…avrebbe cresciuto quel bambino come fosse suo, perché non poteva fare altrimenti.
“Ace o Anne?? Che nomi ridicoli…hai un pessimo gusto…” disse fra se e se ridacchiando.
“Ma non in fatto di donne..” aggiunse sincero osservando la esile figura in lontananza per un po’ .
“Portuguese D. Rouge…” sussurrò appena come per fissarsi nella mente il nome.
E quel flebile richiamo si perse al suono di una violenta onda che si infrangeva contro la spiaggia.






Note:
La storia è dedicata al grandissimo personaggio Ace, anche se qui poco citato, e alla grandiosità del gesto di sua madre per lui. spero vivamente sia piaciuta...fatemi sapere!!! Meli_mao.


Nona classificata al [Contest Multifandom] Miss Scrittrice 2009/2010:

Grammatica: 6 punti
Lessico e Stile: 7.5 punti
Originalità: 7.5 punti
Caratterizzazione personaggi: 8,5 punti
Trattazione dell'elemento: 8 punti
Impatto: 3 punti

Punteggio finale 40,5/60


Punti bonus 20.25


L’originalità della storia non sta tanto in quello che hai detto, ma nei personaggi scelti e nel tuo modo di farli entrare in scena.
Hai sicuramente descritto uno dei momenti che più mi interessava conoscere del manga di One Piece, introducendo, implicitamente, il mio personaggio preferito.
Sicuramente una storia piacevole, sebbene a volte il lessico stoni con l’atmosfera, la scelta delle parole non sempre mi è sembrata appropriata.
Buona la trattazione dei personaggi, sia quelli già conosciuti che mi sono sembrati IC, sia l’introduzione di Rouge che ha mostrato un carattere sufficientemente forte, mantenendo per buona parte quello che si mostrava nelle poche apparizioni del manga.
Mi è anche piaciuto la tua tecnica di recuperare uno dei dialoghi che più mi hanno entusiasmata negli ultimi capitoli, quale il discorso fra Garp e Roger.
Una storia che sono stata felice di leggere nonostante qualche sporadica pecca che mi ha lasciato un senso amarognolo e in parte di insoddisfazione, tuttavia è stata una buona lettura.
Complimenti.
   
 
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