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Autore: Thiliol    22/11/2009    4 recensioni
Missing moment della mia storia 'Gocce di luce' dedicato interamente a Finrod Felagund: disperato e ferito nell'anima, osserva dalle mura Alatariel e Aeglos senza riuscire a trovare una via d'uscita dal baratro in cui è caduto. Da collocarsi alla fine del capitolo 'Difficile amarti, facile odiarti'.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aragorn
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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Disclaimer: i personaggi e i luoghi sono frutto esclusivo della mente geniale del Professore e non mi appartengono, tranne Aeglos e Alatariel che invece sono di mia invenzione. Non ci ricavo nulla ne non sano divertimento


I secondogeniti
Far Away


Un venticello leggero scuoteva il vessillo dell'Albero bianco di Gondor, facendolo ondeggiare e attorcigliare su se stesso. La Città era un enorme vociare frenetico: donne, uomini, bambini, tutti presi da quell'irrefrenabile gioia che solo la fine di una guerra poteva dare.

Io ero l'unico a rimanere triste e silenzioso, l'unico a non mostrare i segni di quella follia collettiva...tuttavia la follia si incuneava in me, scorreva nel mio stesso sangue come se fosse veleno.
Centinaia di voci e la sua mi arrivava chiara e forte fra tutte, come se stesse parlando al mio orecchio... come se le sue parole fossero dirette a me e la sua risata fosse un regalo che solo io potevo scartare...
Sentivo l'angoscia legarsi alla follia e renderla più acuta e disperata.
Le mie mani, artigliate alla balaustra di pietra, erano pallide e magre, come quelle di un fantasma. Tremavano, quasi che un fulmine mi attraversasse la schiena.
E lei continuava a ridere con quel suono puro e cristallino che la faceva somigliare a una fanciulla, la potevo udire nonostante mi trovassi sulle mura e lei nella piazza...riuscivo persino a scorgerla parecchio più in basso e a delinearne nettamente i contorni. I lunghi capelli scuri erano come sempre legati strettamente da un laccio di cuoio e ricadevano lisci e ordinati sulla nuca, la pelle bianchissima splendeva come madreperla, così morbida e delicata che una fitta di dolore minacciò di sopraffarmi al ricordo delle mie mani che la sfioravano.
Sembrava allegra come una bambina, eppure la sua ira si era abbattuta su di me solo pochi minuti prima, le parole di odio che mi aveva lanciato risuonavano ancora nell'aria. Lei mi odiava talmente tanto da non rendersene nemmeno conto, pensava di non provare più nulla, eppure io sentivo il suo odio e il suo rancore... come darle torto se mi riteneva responsabile?
A volte lo avevo creduto anch'io.
Eppure l'unica colpevole era lei, e io l'avrei odiata per sempre...l'avrei odiata ed amata fino a morirne.
La guardai ancora, sforzandomi di mettere a fuoco i dettagli del suo viso e del suo corpo: gli occhi allungati, le gambe snelle fasciate dai pantaloni maschili, il seno che si alzava ed abbassava col suo respiro.
Una fitta dolorosa mi colpì quando notai le dita intrecciate a quelle di lui, l'elfo che per tutta la vita avevo invidiato e a cui avevo sperato di sostituirmi.
Non è giusto, pensai, non è giusto che lei abbia pianto per te che ora tu possa averla e toccarla, non è  giusto che tu baci le sue labbra ancora umide di lacrime versate a causa tua...e non mi importava che lui avesse sofferto anche di più, perchè la desideravo con tutte le mie forze e non potevo averla...
Sarei morto senza averla avuta mai per un solo istante...volevo che fosse mia...ripesai alle sue parole crudeli "Non lo sono mai stata"
Valar! Sarei potuto diventare pazzo pensando a lei per tutta la mia immortale vita...
< Ti cercavo > una voce mi distolse dai miei deliranti pensieri.
Smisi a fatica di guardare la scena ai miei piedi per posare lo sguardo sull'uomo che mi stava a fianco.
< Perchè mi cercavi, sire? Ormai nessuno mi cerca più > mi stupii della mia voce fioca e spenta...forse ero già un fantasma senza che me ne fossi reso conto...e non sarebbe stato male tornare alla Aule di Mandos, in fondo vi ero già stato una volta, cosa avrebbe cambiato il tornarci?
< So cosa significa desiderare qualcuna che non si può avere > disse affiancandomi e guardando a sua volta giù nella piazza.
< No, Aragorn, > sbottai < non lo sai! Lei è tua ora, ed era tua anche quando non potevi averla, ma Alatariel, no, non mi è mai appartenuta, nemmeno quando baciavo le sue labbra e la stringevo...mai! > avevo alzato la voce e gridavo come un folle.
Chi ormai avrebbe potuto riportarmi alla sanità? La mia mente era irreparabilmente compromessa.
Aragorn rimase in silenzio, continuando a osservare la piazza e il gruppo di persone che si muoveva intorno ai quattro.
< Forse hai ragione > disse infine < e non guarirai mai dal tuo male, ma potresti anche dimenticarla... >
Non lo lasciai terminare e lo afferrai di scatto: < come puoi dirlo? Lei mi ha completamente devastato, ha ucciso mio padre e... > mi bloccai, lasciandolo andare < e ha ucciso anche me...> lacrime amare scivolarono via dai miei occhi prima che me ne rendessi conto < morirò Aragorn, morirò perchè lo desidero come mai nella mia vita, ma so che non potrò avere pace nè qui nè altrove...e non immagini come ti invidio e invidio la tua mortalità! Sarebbe dolce addormentarsi e staccarsi da questo mondo e da lei... >
Rimanemmo in silenzio, un silenzio pesante, rotto solo dalle risa di Alatariel provenienti dalla piazza, sottili lame conficcate nella mia carne...
Dopo molto tempo, Aragorn parlò e la sua voce mi parve lontanissima: < Ero venuto a dirti che Elrond desidera parlarti >.
< Elrond.... > risi senza allegria < ora è lui il saggio...non più Finrod Felagund ma Elrond Pheredel! > 
< Partiranno per l'Ovest fra qualche giorno >.

< Non ho alcuna intenzione di tornare all'Ovest! > esclamai < Non voglio tornare dove tutto mi ricorda lei, la donna che odio troppo per smettere di amarla... se torno a Valinor sarò pazzo per sempre...e lei sarà lì > rabbrividii al pensiero di poterla incontrare ancora, di vederla stringere il suo amato Aeglos, di sentire di nuovo la sua voce contro di me.
Il mio corpo fu scosso dai brividi e mi portai le mani alla testa < No! No! Non posso sopportare la sua vicinanza ancora! > gridai, allontanandomi bruscamente dalla balaustra. Sono pazzo, pensai, sconvolto e con la mente rovinata..ti odio! Ti odio! Perchè mi hai fatto questo?
< Finrod! > mi chiamò Aragorn, prendendomi le mani e spostandole per farle ricadere < Non occorre che tu torni a Valinor, puoi stare qui e verresti trattato con gli onori che si addicono a un grande dei Noldor come te, e a un amico del Re >
< Hannon le, Elessar > lo ringraziai, senza rendermene conto, nella mia lingua e lui mi sorrise < Ma lei è qui, è in ogni angolo...sento la sua presenza... devo andare via >
< Dove? >

Chiusi
gli occhi. Rividi me stesso, giovane e potente, seduto accanto al fuoco di un villaggio, rividi i volti di Beor e di sua moglie che mi fissavano al bagliore delle fiamme, sentii la mia voce cantare per loro e insegnarli i canti del mio popolo.
< Voglio stare fra gli Uomini, Aragorn > dissi, e mentre lo dicevo, la consapevolezza di quel desiderio si fece più acuta < voglio stare tra gli Uomini come feci anni addietro, perchè sono stati gli unici amici che ho avuto, gli unici che sapevano darmi pace > ripensai a Beren, il mio amico, colui che avevo amato come un fratello e la nostalgia di lui si fece intensa e dolorosa.
< Voglio tornare a essere l'Amico degli Uomini >.



Anno 121 Q.E.

Trattenni l'agile e svelto destriero di Rohan che mi era stato donato da Eomer anni prima e mi schermai gli occhi dagli ultimi raggi di sole. Dopo tutti quegli anni trascorsi nelle verdi praterie del Mark, Minas Tirith mi sembrava ancora più candida e maestosa, con la torre di Ecthelion che svettava sulle case più piccole.
La guardai e i ricordi mi si presentarono ancora una volta alla memoria, terribili e dolorosi come al solito. Sapevo che Alatariel ormai non si trovava più lì, ma non potevo evitare di immaginarmela sulle mura come una figura scura, stretta al suo eterno amore perso e poi ritrovato.
Scacciai la lacrima che era scesa a bagnarmi il mento e ripensai ai saloni d'oro di Meduseld, alle mie lunghe cavalcate con Eomer nei prati di Rohan e alla citadella che mi accingevo a reincontrare, con tutta la sua umana bellezza.
Ah, gli Uomini, così fragili e così forti, saggi e allegri, sempre bambini nonostante il loro tempo sia breve, nonostante le rughe sul loro viso e i capelli bianchi! Gli Uomini, che compivano il corso della loro vita  sempre, senza rimanere legati ad essa e alle sue gioie e tragedie!
Solo vivendo con loro e come loro ero riuscito a non sprofondare nel baratro della follia che mi stava risucchiando, ero riuscito a non pensare al passato ma solo al presente...
< Ah! > gridai, spronando il cavallo verso la capitale di Gondor, dove il regno degli Uomini trovava il suo fulcro.
Avevo ancora il mio amore per Alatariel, il mio odio per lei e il dolore, avevo ancora il mio spirito spezzato e la mente sconvolta, ma quando ero con gli Uomini, riuscivo a non pensarci, persino a sembrare me stesso.
Entrai in Città, mentre il vessillo con l'Albro Bianco si attorcigliava e si agitava al vento.


Salve salve salve miei adoratiiii!!!!!!!!!!!!!!!! Vi avevo promesso che sarei tornata con una one shot su questo 'ciclo' ed eccomi qui, un lavoro sul personaggio di Finrod. Glie lo dovevo perchè mi sembrava di averlo lasciato in sospeso. Gocce di Luce era dedicata interamente ai miei due amanti elfici, non c'era posto per lui, quindi gli ho dedicato questo missing moments! Bacio tutte le mie care lettrici/recensitrici dell'epilogo di Gocce di luce e spero mi vogliate lasciare un commentino anche qui. Alla mia prossima storia!
Thiliol





   
 
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