Whatsername spinse titubante la pesante porta d’ingresso tintinnante ed entrò.
Le si avvicinò una commessa dall’aria cordiale che le si rivolse gentilmente: "Buongiorno, posso aiutarla?”.
La ragazza esitò per un istante, poi prese coraggio e disse piano: "Sì, grazie. Vorrei una vita”.
La commessa annuì convinta e le domandò: "Una vita di che tipo?”.
Whatsername riflettè picchiettandosi un dito sul naso: la risposta sembrava fin troppo semplice.
"Una vita da vivere” affermò con sicurezza.
"Mi scusi, credo che non sia possibile” mormorò mortificata la donna dietro il bancone.
La ragazzina la fissò di rimando con aria interrogativa.
"Come, prego?”
"Mi dispiace, ma le vite sono già cominciate tutte e lei è rimasta indietro” spiegò la donna.
"Non importa” rispose Whatsername con voce atona e sguardo assente.
"Non importa” ripetè, rivolta più a sé stessa che alla commessa, mentre si avvicinava alla porta e riprendeva a non-vivere la sua non-vita.
Lo so, lo so, non dovrei iniziare una nuova long-fic mentre sono ancora immersa in "How To Save A Life", ma questa fanfiction mi è saltata in testa stanotte e mi è continuata a frullare in testa per tutta la mattinata, non potevo non scriverla. Colgo l'occasione per ringraziare Stars_Daughter e RiflessoCondizionato per aver recensito la mia scorsa fic, non sapete quanto mi hanno resa felice i vostri commenti!
Bye, BloodyRose00