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Autore: _MisaMisa_    26/11/2009    9 recensioni
{E in quel momento,
vedere il grilletto scendere sarebbe stata una soddisfazione infinita,
un reale e tangibile godimento.
}
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mello in Wonderland
»Mello in Wonderland.
(Prompt 03.~ Running Out)


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"La questione è molto semplice: sto parlando di follia.
Probabilmente la mia amata cioccolata mi ha dato alla testa, ne mangerei un quadratino anche adesso.
Ma adesso devo capire
dove mi trovo, e perché i miei vestiti sono di un orribile azzurro.
Troppi alberi. È tutto troppo verde, dovrebbe essere nero."

Il biondo si diresse [i n c a z z o s o] verso la piccola radura. Magari con meno alberi avrebbe capito come uscire da quel posto che odorava di pioggia.
Un fruscio attirò la sua attenzione, e impugnando la sua pistola gridò un qualche sproloquio.
Una figura bianca sbucò dal cespuglio dietro Mello che impallidì.
Il pallido
coso proferì parola.
«È tardi, è tardi!»
Riconobbe la voce, Dio se lo fece.
I sei piedi di bionda minaccia isterica si pararono davanti a quello che doveva essere un coniglio.
«Maledetto nano, Near, che cazzo ci fai qui?»
Impresse la forma della canna della pistola
sulla fronte dell'albino.
«È tardi!»
«Dammi delle cazzo di risposte.»
Near riuscì ad allontanarsi
saltellando mentre Mello gli andava dietro promettendo di porre fine alla sua esistenza.
Osservò il coniglio albino infilarsi in una porticina piccola e viola.
"Non sarà così demente da mettersi nei guai, no?"
Anche lui, il
cioccolatomane, scivolò dentro al passaggio per poi trovarsi immerso in un fitto buio.
"Come al solito quel monocromo mi ha creato solo problemi."
Una eco lo raggiunse e seguì la provenienza della voce; cadde.
Scendeva lentamente in un baratro di colori -troppi-.
Arrivò al pavimento perplesso, e squadrò bene la stanza.
Ampia, con una tappezzeria orrenda, colorata, un'eresia per ogni qualsivoglia buongusto. Il pavimento era beige, liscio e scivoloso — ma peggio di qualsiasi altra cosa vi era una sola via d'uscita, nella quale si era appena tuffato il coniglio della malora.
Considerando bene di non aver molta scelta, per la seconda nel giro di - quanto tempo è passato? - seguì Near.
Silenzioso e risoluto si fece spazio fra le enormi foglie di alberi che non possono esistere, vedendo il lontananza una luce bluastra.
Salì su per una grande scala, e osservò l'animale seduto sulla foglia.
«Chi sei tu, essere dalle gnomiche dimensioni?»

La pistola di Mello era grigia, con l'impugnatura rivestita in pelle. Era fantastica, per lui. E in quel momento vedere il grilletto scendere sarebbe stata una soddisfazione infinita, un reale e tangibile godimento.

«Chi sei tu?» ripeté, avvicinandosi, e rendendo palese la sua identità.
«Yagami, dimmi dove siamo.
Adesso»
«Io non so chi tu sia, ma posso darti questo.»
Posò fra le mani del demoralizzato ragazzo due funghi di cioccolata.
«Non so se essertene grato o spararti immediata—»
Light sparì in una nuvola di denso fumo non finendo di ascoltare e senza salutare.
" 'Fanculo. Almeno adesso ho il cioccolato."

I funghi si mossero, e il viso di Mello si convulse in una smorfia di ribrezzo.
«Mellyyyy!»
Il biondo morse il fungo che aveva parlato e diventò grandissimo.
Il secondo vegetale spiegò cosa erano in grado di fare se mangiati, dell'ingrandimento e della riduzione della scala.
«...ed è per questo che devi morderci con prudenza.»
«Voi due siete Matt e Matsuda. Anche voi in questa assurda storia.»
Il Mattfungo chiese sua spiegazione fosse stata chiara ed ottenne un mugolio di assenso.
«Riassumendo, funghetti, se mordo Matsuda divento grande, e se mordo Matt rimpicciolisco.»
«Esattamente.»
«Non era una domanda.»

Si incamminò in una direzione
indefinita dopo aver riposto gli eloquenti vegetali.
"Voglio sapere
come sono finito in questo posto inculato." sospirò "e come uscirne".
Non prestando più attenzione alla via si addentrò nel bosco e una specie di musica lo fece trasalire.
Una gatta con i capelli neri lo osservava ridendo da un ramo. Era l'amichetta di Yagami, Kiyomi Takada.
«Tu non sai dove devi andare,
Bello mio devi scappare,
Prendi la via a destra
E non puoi s—»

Un colpo secco.
Mello non represse l'impulso, oh, non questa volta.
"Morta, e mi ha dato anche l'indicazione. Vantaggioso"
Rise fra sé, e proseguì.

Scorse una villa in lontananza. "Stavolta mi sono rotto."
Irruppe violentemente, ma il suo fare iroso svanì alla vista di Watari.
Vestito da coniglio.
In smoking.

Se Mello fosse stato un uomo meno orgoglioso si sarebbe messo a piangere.
Al fianco del distinto coniglio sedeva Ryuzaki con un cilindro in testa.

"D'accordo, non è semplice follia, devono avermi drogato. E fatto il lavaggio del cervello. E traumatizzato, tanto."

Rimase in silenzio anche di fronte alle urla del detective e del maggiordomo che inneggiavano al “cambio di posti.”
Quando tutti si tranquillizzarono, Mello, sedette vicino al cappellaio.

«Come devo fare per uscire di qui?»
«Oh, come, vuoi del tè?»
«No, voglio una via d'uscita.»
«Oh, vorresti dire che oggi è il tuo
non-compleanno? Watari! Abbiamo un non-compleanno!»
«Un non...eh?»
I due uomini iniziarono la loro canzoncina snervante, infinita, che fece desiderare al biondo di perdere l'udito il prima possibile.

Bip. Bip. Bip.

Sobbalzò, il biondo.

«Buongiorno.» La voce di Matt era distaccata, la sua attenzione era tutta sulla sua fedele PSP.
«Non sei più un fungo.»
Matt spense il videogioco, guardò il compagno negli occhi e semplicemente fece la domanda più ovvia e scontata che potesse fare in quel momento.
«Quale fungo?»
«Almeno avevi un buon sapore.»

Matt rimase in silenzio per un po', poi riprese il suo difficile compito di portare il personaggio del gioco fuori dalla grotta.
«Tu sei pazzo.»


  
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