Allora...ecco qui la mia nuova storia... è una storia in cui ho voluta guardare Mello da un altro punto di vista ... e non dal solito Mello/Matt... di cui sinceramente mi sono un pò annoiata...Spero verrà letta ... anche perchè ho tanto da migliorare e ci tengo molto ai giudizi altrui... grazie mille a voi che ( spero) stiate leggendo...
XxX Silvia
Nobody can save me…
3 agosto 2011 – New
York ore 23:40.
Nel buio delle deserte strade newyorkesi un ‘auto nera sfrecciava a tutta velocità. Le luci dei fari si confondevano con i vari cartelli illuminati , rendendo tutto terribilmente ipnotico. Dal finestrino aperto spuntava una mano , che stringeva tra l’indice e il medio una sigaretta , sottile e dalle forma allungata. L’auto superava ormai i 180 all’ora. Un’ uomo al suo interno osservava annoiato la strada,mentre il vento le sferzava il viso, e il fumo le bruciava le narici. Dalla radio una chitarra elettrica cantava per lui , al massimo del volume , non dando modo al cervello di pensare…di avere ulteriori pensieri , problemi. Solo musica , assordante , forte, brutale, decisa…Gli occhi cerulei si posarono sul tachimetro che segnava 180. Controvoglia rallentò. Non che gli importasse più di tanto, ma non voleva morire proprio in quelle circostanze. All’improvviso l’auto tanto sicura in pista , sobbalzò.
- Cazzo!- . Imprecò
con voce profonda l’uomo , per poi accostare in una piazzola. Spense la
sigaretta nel portacenere e scese
dall’auto sbattendo forte la portiera, infuriato. Indossava un pantalone molto
aderente di pelle nera, una giacca della stessa fattura del primo ed un paio di
anfibi alti. Una lunga catena lasciava cadere
ciondolo a forma di croce che gli scendeva sul petto. I capelli biondo
miele gli toccavano appena le spalle .Una cicatrice attraversava la
parte destra del suo volto e del collo. Osservò corrucciato la gomma sgonfia
della sua Audi nuova. Si coprì il volto con le mani , un gesto tipico del suo
essere. Ora era senza coperture , neanche la musica poteva schiacciare i
pensieri che affollavano la sua mente. Era
solo , turbato nel profondo. Prese una barretta di cioccolato dal taschino
della sua giacca e ne staccò un pezzo con i denti. Poi aprì il bagagliaio per
controllare se aveva una ruota di scorta , dopotutto l’auto era nuova … doveva
averla !. Infatti là trovò. Prese gli strumenti necessari e cambiò la gomma.
Ora poteva ripartire , senza meta. Magari per un altro squallido hotel, proprio
come ieri. Entrò in macchina. Faceva molto freddo , ma il finestrino era aperto
comunque. Stava per partire quando notò un’esile figura, un’ombra sul ciglio
della strada. Aveva una pistola , che le accarezzava la tempia destra. Gli
occhi osservavano le luci della strada , della notte, quasi con lo stupore di
un bambino attratto dai mille colori. Quello sguardo…li accomunava. Lui si
rivide , rivide la sua vita in quegli stessi occhi. Una vita buttata via ,
stracciata, bruciata…una vita che andava a puttane. Era una ragazza. I lunghi
capelli scuri le cadevano sui seni, coperti da una maglietta troppo leggera e
sottile , per quel freddo. Sulle guancie lacrime nere scendevano , macchiate
dal pesante trucco . Gli occhi scuri si chiusero pronti ad affrontare il buio ,
o chissà una nuova luce. Un ‘istante fulmineo , veloce, lucente. Delle forti
dita. Una stretta. Calore Umano. Delle parole. – Non buttare la tua vita ,
così. Almeno non sulla mia strada. -
I loro occhi si incontrarono. Ghiaccio e fuoco.