Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Ginny    26/11/2009    4 recensioni
Una ragazza alla ricerca di un passato che non può più ricordare.
Un susseguirsi di flashback interminabile, la paura di scoprire troppo, la voglia di andare avanti in una vita che non sarebbe dovuta essere la sua.
Perché è stata costretta a questa vita?? Da chi??
Ma soprattutto, prima o poi tutto finirà?
A VOLTE RITORNANO:
Ch. 29:
“La vita è lotta e opposizione.
Polemos è padre di tutte le cose, di tutti i re.
Senza guerra non c’è pace.
Senza morte non c’è vita.
Un essere eterno non potrà mai vivere veramente,[…] mentre noi, poveri umani, noi sì che sappiamo vivere fino in fondo ogni istante di vita, noi che temiamo più di ogni altra cosa la morte.”
Genere: Generale, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
29° Chap

Sì, lo so… sono incorreggibile ç__ç

Prima dico tanto “aggiornerò in fretta”, “questa è l’ultima volta”, ma alla fine ci ricado sempre.

Si vede proprio che sto perdendo la forza per continuarla, però non mi farò scrupoli e continuerò, ci metterò l’anima, perché tengo tantissimo a questa fic, e non la interromperò finche non l’avrò finita! >_<

Recensioni:

Gio93: ù_ù “aggiornamento lampo” non è il mio soprannome. Grazie per perpetuare (xD Gloooria, Gloria Perpeeeeetuaa) le tue recensioni! E grazie per le tue sedute psicologiche nominate nella tua recensione precedente (che non ti ricorderai, perché è passato troppo tempo ù.ù) Spero che anche questo capitolo ti piaccia, forza, vai a leggere ù_ù

Any Ikisy: çOç Kohaiiii… xD sì, sì, scusa per averti fatto aspettare un sacco! XD dato che a causa mia non ti ricordi nemmeno di cosa parla la fic (O.O spero di no) ti chiedo perdono! Spero che questo capitolo ti piaccia. Grazie per avermi istigato a scrivere, se no chissà quanto altro tempo avrei aspettato a scrivere!!

___________________________________________________
Alla Scoperta Del Passato

Capitolo 29: La morte di un ninja

Un secondo, e improvvisamente la parete di chakra scompare sotto i nostri occhi.

Senza nessuna parola -quella visione non ne necessitava alcuna- cominciammo tutti, io, Kakashi, Gai-sensei e Kurenai-san, a correre verso il tetto dell’edificio principale dove erano posti i troni, usati minuti prima dai due Kage.

Non voglio pensare a cosa potrebbe essere successo!!

Il tetto è coperto da rampicanti enormi, probabilmente evocati da un grandissimo potere.

Delle sagome balzano fuori dalla selva, e tra loro posso facilmente scorgere Orochimaru, sorretto da due dei suoi quattro scagnozzi; ora come ora non servirebbe a nulla seguirli, anche se avremmo la possibilità di prenderli nel momento di maggior indebolimento. Tuttavia credo sia meglio ignorarli, perdere di nuovo le staffe in così poco tempo non sarebbe la cosa più vantaggiosa per me.

Continuando la mia corsa con tutto l’autocontrollo possibile, mi lascio soltanto sfuggire un ringhio di rabbia, e un paio di maledizioni rivolte a quel dannato Sennin che mai, MAI, avrà il mio perdono!

Da lontano vedo gli Anbu sul tetto dividersi in due fazioni: una che cerca invano di rincorrere i fuggitivi; l’altra che si infiltra tra i rami e le foglie alla ricerca di quello che tutti noi vorremmo sapere esser vivo: no, non ci voglio nemmeno pensare! Sarutobi non può essere battuto da nessuno, lui è l’Hokage del villaggio della Foglia, del Paese del Fuoco!

Quel dannato vecchiaccio!

Raggirando l’arena, correndo sul margine delle tribune ancora piene di spettatori addormentati, arriviamo in pochi attimi a toccare le tegole color arancio dell’edificio oramai diventato più simile ad una minuscola foresta equatoriale.

Ci addentriamo in fila indiana tra le varie piante.

Sono in pensiero. Molto in pensiero.

Anche se quell’uomo mi è sempre stato antipatico è comunque parte della mia vita, e della vita di tutti i ninja della Foglia e degli abitanti del villaggio.

Ci mettiamo un po’ per orientarci in quella jungla, ma continuando diritto fino al centro del tetto troviamo un grande spiazzo dove le piante mancano.

E lì, al centro, steso a terra, il suo corpo.

È circondato dagli Anbu che avevamo visto poco fa, ma è ben visibile dalla nostra posizione.

Mi fermo, e dopo di me gli altri sensei.

Rimango immobile, con gli occhi fissi sul volto dell’Hokage. Già, è sempre così: sembra semplicemente dormire, ma tutti noi sappiamo che sarà un sonno eterno a stringerlo tra le braccia. Non più Morfeo, ma Ade.

Senza rendermene conto afferro la manica della maglia di Kakashi tra le dita, stringendola forte.

Nel silenzio più assoluto, aspettiamo consci che, nel cuore, la speranza che potesse essere soltanto uno sbaglio, che quello non fosse che una copia di Sarutobi, che lo avremmo visto uscire sorridendo dagli alberi un po’ mal concio ma dopo tutto vivo, era del tutto vana.

Orochimaru ha vinto, lo ha sconfitto.

Ma, ne sono certa, il terzo Hokage ha messo tutto se stesso per proteggere il suo, il mio, il nostro villaggio; che non ha mai abbassato la testa di fronte al nemico, che non si è mai arreso.

È così che un ninja, un Hokage era destinato a morire? Sconfitto ma con la fama di essere stato un uomo di buon cuore e dal gran coraggio?

Può essere considerata una fine gloriosa, ma è comunque una fine.

Perché non si può morire normalmente di anzianità, magari mentre si dorme, così da non sentire alcun dolore?

Perché morire in un lago di sangue dopo aver sofferto come un cane, rantolando a terra per il dolore?

Già… la via del Ninja è così: instabile come le foglie autunnali.

Un secondo sei vivo e un secondo dopo la tua vita finisce, e tu non te ne accorgi nemmeno.

Da piccola pensavo che combattere fosse un divertimento, volevo ad ogni costo diventare un Ninja per far vedere ai miei genitori quanto fossi brava; ero troppo ingenua per capire ancora cosa fosse la morte, finché quella notte non mi risvegliai stesa per strada.

Spalanco gli occhi: Già. Quella volta. Mi ricordo…

Mi alzai da terra con la testa che mi girava e mi pulsava dolorosamente.

Quello che vidi attorno a me dopo aver alzato lo sguardo fu pura desolazione: palazzi distrutti, rivoli di fumo che salivano di qua e di là, l'aria che sapeva ancora di bruciato, e un orribile, VERAMENTE orribile odore di morte.

Andai in giro cercando qualsiasi forma di vita che si muovesse ancora, camminando accanto a corpi oramai freddi riversi in pozze di sangue, gli occhi vitrei che sembrava stessero urlando in silenzio.

Come dimenticarlo.

Le lacrime non la finivano di scendermi dagli occhi, e camminavo, continuavo a camminare, lungo ogni via, di fianco ad ogni casa: ma ero sola. L’unica sopravvissuta?

Probabilmente no, dato che la mia storia è stata tramandata e scritta in documenti segreti di cui probabilmente molti villaggi avranno una copia: chi aveva potuto soltanto ipotizzare che il demone del tuono fosse il colpevole, se non chi lo aveva visto con i propri occhi, mentre bruciava l’intera Kumo per poi sparire nel nulla?

In quel villaggio, a casa sua, c’era ancora qualcuno che poteva riconoscerla per quello che era stata: la figlia del quarto Raikage. La colpevole di quella strage.

Stringo la mano libera e la porto al livello del cuore, dove rimbomba ancora quella parola: colpevole.

-Andiamo, Gin. Dobbiamo controllare che l’invasione sia stata sedata in città.-

Alzo gli occhi su Kakashi e annuisco con convinzione.

La ragione per la quale la maggior parte di loro era diventata ninja era perché volevano avere la forza di proteggere le persone amate.

Non potendo cancellare l’errore commesso, devo addossarmi le mie responsabilità di ninja e salvare le persone a cui tengo di più: e proteggerò anche le persone che Sarutobi ha cercato di difendere, sacrificandosi.

Kakashi, so che non devo addossarmi nessuna colpa di quello che è successo oggi, so che non dovrei immischiarmi in faccende in cui io c’entro a malapena, Lo So.

Ma io ho sterminato migliaia di vite, ho tolto il futuro a quelle persone: ho bisogno che la mia anima sia redenta da quell’onta. E per far questo devo salvare tutte le vite che posso, devo rendere la parola futuro vera per chiunque ne abbia la possibilità.

Non cercare di fermarmi: fammi tornare in me quando perdo la ragione, aiutami a rimanere la solita Ginny che sono sempre stata, lascia che renda la mia vita più utile di quanto sia stata disastrosa fin ad ora, ma NON fermarmi.

Come siamo arrivati, così ci ritiriamo: prima passiamo attraverso gli arbusti rampicanti poi correndo per l’arena. Saltiamo sul lungo tetto che copre gli spalti dal sole e ognuno guarda in una direzione diversa.

-Nessuna battaglia in svolgimento nella parte Nord.- Esclamo, aguzzando la vista al massimo per individuare qualsiasi movimento sospetto.

-Nemmeno al sud, solo grandi fumi che salgono in cielo.- Dice dal suo lato Kurenai-san.

-Ad est si vedono movimenti, vado a dare un’occhiata. Kurenai con me.- Esclama in fretta Gai-sensei, scomparendo in pochi secondi assieme alla compagna.

-Gin, a ovest c’è ancora confusione. Ma non voglio che tu venga con me. Vai a cercare Naruto, Sakura e Shikamaru, e se non hanno ancora fermato Gaara e Sasuke, dagli tutto il tuo appoggio. Ma non dimenticare: nel caso ti venga necessario usare il Chidori… tu non possiedi lo Sharingan, quindi la tecnica è ancora più pericolosa per te. Sta attenta e cerca di prenderlo di sorpresa perché non possa contrattaccare.- Spiega Kakashi, girandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Già, lui non sa che ho lo Sharingan…

Scuoto la testa in fretta, negando.

-Kakashi, io non posso! Non ho l’adatto equipaggiamento per battere quel ragazzo! Lui è come me, ha un demone dentro di sé. C’è la possibilità che si risvegli se viene provocato troppo!-

-Proprio per questa possibilità tu devi essere con Naruto, Shikamaru, Sakura e Sasuke. Naruto non è capace di controllare il suo potere, ma tu… tu ci sei riuscita, Gin. Perciò devi aiutarli.-

Mi porge una manciata di kunai e un limitato numero di shuriken.

-È tutto quello che posso offrirti. Ora vai. Non ti ci vorrà molto a raggiungerli se usi la tua velocità a piena potenza. Credo in te.-

E senza dire altro scompare dalla mia vista.

Perché?!

E io COME li trovo, se non so nemmeno dove sono?!

Guardo nella direzione della foresta che circonda Konoha da tutti i lati tranne quello in cui è addossata alla montagna.

È infinita. E… improvvisamente scorgo una protuberanza molto più alta del resto degli alberi. Quasi una specie di pugnale piantato nel terreno.

In pochi attimi lo vedo esplodere in una nuvola di fumo, e capisco che probabilmente si tratta di una tecnica ninja.

Sia lodato il cielo, e speriamo che non abbia preso un gran granchio.

Ora, piena potenza di velocità: l’ultima volta che l’ho usata non mi ricordo nemmeno quand’è stato...

Concentrare il Chakra sotto le piante dei piedi.

Fissare il punto di arrivo.

Controllare che non ci siano ostacoli troppo alti da superare.

Preghiamo lo Spirito del Fuoco.

Pronti, partenza…

Ingrano i piedi sulle tegole, e con un gran balzo comincio la mia folle corsa ai limiti del tempo.

 

* * *

 

8 minuti, 26 secondi.

Un tempo da record.

Diminuisco la forza nelle gambe, rallentando la velocità, poi afferro un ramo con le mani, e con una mezza granvolta gli giro attorno, atterrandogli sopra con agilità.

Ok. Fin qui ci sono arrivata. Ora dove cerco?

Comincio a saltellare da un ramo all’altro con tutta la discrezione possibile, nel caso ci fossero ancora dei nemici sparsi per la foresta.

Chiudo gli occhi e comincio ad annusare l’aria. Sento del venticello provenire da sud, perciò gli odori saranno molto lievi, a meno che non provengano proprio da quella direzione.

Allora, Sasuke ha l’odore di lamponi, Naruto d’arancia e l’inconfondibile odore di ciliegie che ha Sakura… dovrei fondare su questo le mie ricerche.

Nel silenzio più assoluto comincio ad analizzare in tutte le direzioni le particelle nell’aria che possano anche lontanamente ricordarmi i profumi dei tre ragazzi.

Per alcuni minuti nessuna novità.

Provo a spostarmi a casaccio da un albero all’altro cercando qualche traccia, quando improvvisamente… metto un piede troppo in là, e perdo irrimediabilmente l’equilibrio, ritrovandomi per fortuna a testa in giù, con il ramo tra le gambe intrecciate.

Con la testa scombussolata dal movimento inaspettato, ci metto un po’ a realizzare cosa mi si presenta davanti agli occhi: poi le immagini si fanno sempre più nitide e riesco a vedere due figure dai colori abbastanza vistosi stese sul terreno polveroso.

-AH!- Esclamo, puntando un dito verso di loro, come ad indicare, a qualcuno che non c’è, la direzione da prendere.

Con un movimento di anche, lascio il ramo e con una capriola in aria arrivo a terra in piedi. Comincio a correre verso Naruto e Gaara, senza richiamare la loro attenzione all’inizio.

Arrivata a qualche fila di alberi da loro, con un lungo salto evito i cespugli sul terreno e atterro praticamente tra loro.

-Naruto! Gaara!- Esclamo, e nello stesso istante in cui lo faccio, appare Sasuke da dietro ad un albero.

-Gin! Che ci fai tu qui?- Chiede, avvicinandosi piano. Il segno maledetto che copre metà del suo corpo.

-Mi ha mandata Kakashi. Ma come vedo non c’è più bisogno del mio aiuto.- Faccio una pausa, portando gli occhi prima sul biondino e poi sul ragazzo della sabbia. –È riuscito a sconfiggerti, Gaara. Strabiliante. Ti senti bene?-

Faccio per avvicinarmi al rosso quando lì accanto appaiono i suoi fratelli.

-Non fare un altro passo, ragazzina.- Esclama Temari, facendo per prendere il ventaglio, nonostante si notasse perfettamente quanto fosse sfinita, sia psicologicamente che fisicamente.

Muovo le braccia in senso di diniego, per poi alzarle a mo’ di arresto. –Tranquilla, tranquilla. Non ho istinti omicidi, io. Volevo solo accertarmi che stesse bene. Potete portarlo via, per quanto mi riguarda.- Mi giro per tornare verso Sasuke e Naruto. Poi continuo a parlare: -Ho ancora un conto in sospeso con lui, quindi non sono così meschina da approfittare della situazione. Aspetterò un’altra occasione per battermi con lui. Ok, Gaara?- Domando, rigirandomi e sorridendogli con un pollice alzato.

Mi fissa e chiude gli occhi, acconsentendo.

Poi, improvvisamente, mi ricordo di tutto quello che è appena successo, di Orochimaru, dell’attacco alla Foglia, del Terzo… e il mio sorriso scompare.

-Sasuke, prendi Naruto. Dov’è Sakura?-

Il ragazzo mi informa della sua posizione e la vado a recuperare.

Insieme a Pakkun torniamo al villaggio, pronti per un resoconto dell’intera vicenda. Sperando che, d’ora in poi per un po’ di tempo, al villaggio possa vigere la pace… senza battaglie, senza perdite e senza dolore.

 

* * *

 

Sotto ad un cielo plumbeo permeato di pioggia.

Sotto nuvole scure che promettono soltanto tempesta.

Riuniti da ogni parte del Paese, se ne stanno centinaia di persone.

I vestiti scuri che si confondono con il grigio che volteggia nell’aria, i visi piegati sul terreno, nel più opprimente dei silenzi.

Plic.

Una goccia.

Plic plic plic.

E subito una dopo l’altra, altre minuscole particelle d’acqua cadere dall’alto sulle teste di tutti. 
Come piangendo, il cielo accompagna questo rito dalla sua alta posizione, rendendo il momento forse ancora più insopportabile.

Cosa siamo noi, circondati da un universo tanto infinito e sconosciuto?

Chi erano quelle persone che hanno perso la vita per un ideale che non fa altro che esaltare la morte?

Chi sono i ninja, per sprecare la vita soltanto al fine di morire in modo glorioso?

La vita è lotta e opposizione. “Polemos è padre di tutte le cose, di tutti i re.”*

Eraclito con questo spiegò il suo Logos, la legge che vigeva su tutto l’universo.

Senza guerra non c’è pace. Senza pace non c’è guerra.

Se non ci fosse il dolore non sentiremmo neppure il benessere.

Eppure è così dannatamente difficile da accettare: perché la gente muore? Perché ci lascia senza spiegazioni, con l’amaro in bocca?

Ci facciamo sempre queste domande, eppure secondo la stessa teoria è semplice dare una risposta. Senza morte non c’è vita.

Un essere eterno non potrà mai vivere veramente, perché ha tutto il tempo che più lo aggrada e mai avrà fine; mentre noi, poveri umani, noi sì che sappiamo vivere fino in fondo ogni istante di vita, noi che temiamo più di ogni altra cosa la morte: non solo la nostra, ma anche quella dei nostri cari.

Eppure noi non pensiamo che i nostri compagni possano pensarla allo stesso modo: se io mi sacrificassi per far vivere un compagno, quel compagno si sentirebbe esattamente come mi sentirei io se lo vedessi morire al posto mio.

Un circolo vizioso, molto più potente di quello che sembra.

E ora siamo tutti qui, riuniti tutti per elogiare un eroe morto per la patria, morto per difendere la sua gente, morto provocando in noi quel dolore che non voleva provare lui stesso nel vedere dei compagni sconfitti.

Detta così sembra quasi che con la morte abbia voluto togliersi un peso non poco insignificante. No, non credo che lui fosse questo tipo di persona. Ma credo che chiunque faccia così, non abbia alcuna colpa: è forse male volere il proprio bene?

Pover uomo. Già, perché prima di essere Hokage, prima di essere ninja, era soprattutto e soltanto un uomo.

Un uomo anziano, con un carisma da adolescente ma con il coraggio che solo un saggio avrebbe potuto avere. Il coraggio di chi ne ha già viste troppe nella propria vita, e che non vuole più perdere nessuno.

Uno dopo l’altro, in una fila infinita, le persone si preparano per dare il proprio addio a quel glorioso uomo che ci rende ancora orgogliosi di averlo avuto come Hokage. Posano tutti un crisantemo color neve di fronte alla sua foto, e fissandola lo ricordano per un’ultima volta.

Anche io, tra gli ultimi, mi avvicino, bagnata da capo a piedi da quell’acqua che accentua il malumore generale, ma che lava via ciò che è successo per poter far cominciare una nuova avventura.

Con un impercettibile movimento del polso, lancio il candido fiore sugli altri già posati, e do una occhiata veloce alle altre foto poste accanto a quella di Sarutobi. Tanti, giovani uomini che avrebbero potuto vivere ancora molto tempo, ma che si sono sacrificati per dare un futuro alle nuove generazioni.

Io non sono religiosa, non ho un Dio, non credo nel destino, non conosco altro che la dura e crudele realtà, che ognuno ogni giorno si costruisce da sé con le proprie forze. Però, nonostante questo, credo sia giusto pregare perché lui possa stare in un mondo migliore di questo.

Congiungo le mani e alzo gli occhi al cielo, mentre le gocce di pioggia solcano il mio viso come lacrime.

No, io non piango. Lo fa il cielo per me.

Poi mi sposto e permetto alla processione di continuare.

Mi allontano con passo moderato, incrociando per un secondo lo sguardo di Kakashi, di cui prima non avevo notato la presenza.

Improvvisamente sento la pioggia smettere di picchiettare sul terreno e sulle mie spalle, lasciando spazio a fasci di luce solare che si riflettono sul terreno attraverso fori tra le nuvole.

Alzo di nuovo lo sguardo, guardando con che velocità estrema sembra rasserenarsi il cielo.

Dopo la tempesta torna il sereno. E con l’azzurro cielo che si staglia su di noi e le nuvole che si dirigono lentamente altrove, la tristezza sembra lasciare il passo al buon umore.

Ma la pace non è altro che una intervallo di tempo che divide due conflitti. Chissà quanto durerà questa.

_______________

*Polemos= è la traslitterazione nel nostro alfabeto della parola greca che significa Guerra. In questo caso, Polemos, è una personificazione della guerra.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ginny