Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |       
Autore: Castiel    26/11/2009    1 recensioni
Basato sulla canzone "Sei brevi storie" dei Fabryka, riletta in chiave Royai ^^
"Lo chiamano “amore distratto” Ma in fondo è soltanto il riassunto Di ciò che è ancora davanti Di ciò che non hai mai raggiunto"
Dedicato a Ananke ^^
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di Hiromu Arakawa, e non ho scritto questa fic a scopo di lucro ^^

"Lo chiamano “amore sbagliato”
Ma infondo è soltanto l'incontro
Tra chi aspetta ancora di andare
E chi attende un ritorno"


"Lo chiamano amore sbagliato"

Roy distolse lo sguardo dal Tenente, riprendendo a firmare i documenti.
Per un attimo si era incantato ad ammirare una ciocca di capelli biondi scivolata fuori dal fermaglio della ragazza, che prontamente aveva rimesso a posto.
Lei era una che ci teneva all'ordine.
"Fin troppo" pensò Roy.
Rialzò gli occhi e li puntò verso la scrivania vicino alla porta.
– Sì, Colonnello? - .
Mustang si svegliò di soprassalto dai suoi pensieri.
– Niente, Tenente. Continui pure il suo lavoro - .
Gli dispiaceva, usare quel tono distaccato con lei.
In fondo si conosceva da anni, e non potevano nemmeno darsi del tu...
Sbuffò sconsolato guardando l'orologio.
Erano le sei, il che significava solo una cosa: era il momento di tornare alle rispettive case.
Fece un rapido cenno di saluto ai membri della sua squadra, che parlavano dei piani per la serata mentre uscivano dalla porta urlando e ridendo.
Prese il cappotto e si voltò verso l'ufficio ormai deserto.
Deserto, se non per una persona: Riza era ancora seduta alla sua scrivania e stava terminando alcune pratiche.
– Tenente...- .
– Sì? - .
- Le andrebbe di...di riaccompagnarmi a casa? – era uno stupido, lo faceva praticamente tutte le sere.
– Volentieri, Signore – rispose lei, senza alzare gli occhi dalla scrivania.
Mustang sospirò in silenzio.
Riza era così, manteneva sempre le dovute distanze.
"Maledetta legge anti-fraternizzazione" pensò.

Il viaggio verso casa fu molto breve, dopotutto Roy abitava poco distante dalla centrale.
Si erano scambiati poche parole, Riza sembrava abbastanza stanca e non molto desiderosa di intavolare una conversazione.
La ragazza si fermò davanti alla casa del superiore, e si voltò verso di lui.
I suoi occhi rivelavano una grande tristezza, ma abbozzò lo stesso un mezzo sorriso.
– Buona serata, Colonnello - .
– Tenente...ecco...grazie - .
Non ce l'aveva fatta.
Non riusciva a dirle che avrebbe voluto fosse lei la donna con cui sarebbe uscito quella sera, che aspettava ardentemente quei suoi sorrisi così rari, che si faceva accompagnare tutte le sere solo per stare un po' con lei...che rimpiangeva di essere nell'esercito perché non poteva trattarla come avrebbe voluto...
Scese e richiuse la portiera, mentre la bionda scioglieva il saluto e rimetteva la macchina in marcia.

Dopo la prima curva, Riza tornò indietro e si appostò dietro l'angolo della via del Colonnello.
Lo seguiva ai suoi appuntamenti, non per gelosia, ma per assicurarsi che lui stesse bene e che non gli accadesse nulla.
In realtà una punta di gelosia c'era, eccome.
Ma lei non poteva fare niente, era la sua subordinata, un amore tra loro era assurdo, oltre che totalmente sbagliato.
Sistemò meglio lo specchio e vi si guardò per un secondo.
Il suo volto appariva davvero stanco e distrutto.
Si voltò e vide arrivare la "vittima" della serata: una ragazza castana, non molto alta e con un fisico da modella che avanzava camminando con passo deciso verso la casa di Mustang.
Riza si nascose e rimase nella penombra della macchina, dove l'ombra era più fitta e non rischiava di essere notata.
Le piaceva l'ombra, le dava un notevole vantaggio sugli avversari per poterli cogliere di sorpresa e inoltre poteva nasconderci tutte le sue debolezze, come quella lacrima che scendeva solitaria e le rigava la guancia.

Roy chiuse la tenda della finestra.
Anche stasera aveva atteso, inutilmente, di vedere la macchina di Riza tornare indietro e lei che scendeva e veniva da lui.
Aspettava tutte le sere il suo ritorno, dopo quei malinconici saluti che si scambiavavano quando era il momento di separarsi.
"Smettila di illuderti, Roy. Puoi avere tutte le donne che vuoi, ma l'unica per cui varrebbe la pena lottare, beh, quella no, non ti è concessa. Apri gli occhi"
Mise il cappotto e scese le scale.
Forse l'esercito aveva ragione: l'amore tra colleghi era sbagliato, un'inutile distrazione.
Appena fu sceso, la ragazza gli prese il braccio e si incamminarono.
Roy si voltò verso la fine della sua via un'ultima volta : la macchina di Hawkeye non c'era.
"E non ci sarà mai..." si disse voltando le spalle all'angolo.
Quell'angolo dove stava nascosta Riza, dove la lacrima sulla guancia della ragazza aveva presto trovato una compagna, e poi un'altra, e un'altra ancora senza che lui sapesse nulla...

Note dell'autrice:
In questo capitolo ho cercato di spiegare la situazione dolorosa che li affligge.
L'amore "sbagliato" rappresenta ciò che dice l'esercito, il quale non vuole rapporti tra colleghi.
Loro pensando di non essere ricambiati arrivano addirittura a credere che forse il loro amore è davvero "sbagliato" (nulla di più sbagliato appunto! xD).
"Chi aspetta ancora di andare", in questo caso, è Riza, che tutte le sere attende che Roy esca di casa per seguirlo e far sì che non gli succeda niente, e Roy è "chi attende un ritorno", ovvero aspetta quel giorno in cui potrà uscire con Riza e non più con le altre donne.
Spero che se prima non era chiaro, adesso lo si capisca un pò di più ^^. La canzone mi ispirava, davvero, spero di essere riuscita a fare un buon lavoro :)

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Castiel