Inzio subito a ringraziare chi ha commentato Fever e 'Cause i love you is not enought... Grazie mille!
La storia di oggi è un pò strana.. Mi è venuta in mente oggi mentre camminavo.. =)
Spero sia di vostro gradimento.. Buona lettura!
Non
so il suo nome.
Di sicuro me l'aveva detto, ma non me
lo ricordo. Mi venivano presentate almeno 30 persone a settimana, e
solitamente, dopo due minuti dimenticavo quasi tutti i nomi.
Fatto sta che è una ragazza, ed
ora è davanti a me.
Impacciatissima nella sua maglia nera
con scritto Green Day sopra, e i jeans aderenti alle gambe magre, mi
guarda a scatti, rossa in viso, con le mani tremanti.
Sorrido e porto il bicchiere di
vino alle labbra, facendo un sorso. Quella ragazza era una delle
poche fortunate ad avere accesso nel backstage dei Green Day dopo un
concerto.
Questa volta sono 10, sei ragazzi e
quattro femmine. Tutti si sono presentati, tutti sono visibilmente
emozionati, e anche io, nonostante non lo do a vedere, lo sono. Incontrare i
fan è sempre un'emozione.
Un maschio dei sei si avvicina e mi
porge un foglio di carta.
“Bille, mi fai un'autografo?” mi
sorride, e cerca di fare il disinvolto. Ricambio e afferro il foglio,
abbozzo una B e una J, e sotto faccio un ghirigoro. Glielo
ridò,
lui mi guarda riconoscente e si dirige verso Mike.
La ragazza continua a fissarmi. E'
tremante, ha le mani che vibrano assieme a lei, e credo che se
potesse mi salterebbe addosso. La fisso, cercando di incontrare il
suo sguardo, ma lei guarda imperterrita le Converse nere che ho messo
quella sera.
Mi sto quasi per girare e andare
vicino a Trè che sta cominciando a fare il suo show, quando
sento un leggero singhiozzo. La ragazza si tradisce per un istante e
mi fissa. Ha gli occhi traboccanti di lacrime, e il labbro serrato
tra i denti. Riabbassa subito lo sguardo appena si accorge che la sto
fissando. Rimango scosso per un istante, poi mi avvicino di qualche
passo.
“It's ok?”, le chiedo. Lei mi guarda
e cerca di annuire.
“Si, sì... Scusa” aggiunge
poi, e fa un tentantivo di sorridere. Mi metto di fronte a lei e le
poggio una mano sulla spalla, risquotendola leggermente. Al contatto
con la mia mano il suo corpo sobbalza. Sorrido anche io, sperando di
metterla a suo agio.
L'emozione è comprensibile, non
vorrei farla stare male. Dopo due secondi lei alza gli occhi, e
incontra i miei. Ci leggo dentro un'emozione enorme, e la sento
tremare sotto la mia mano. Vacilla con lo sguardo, e poi mi
abbraccia.
Sento le sue braccie sopra le mie
spalle, il suo corpo caldo e i capelli marroni davanti ai miei occhi.
Rimango immobile per un secondo, prima di rendermi conto della
situazione, poi sento un'altro singhiozzo, seguito da un terzo, da un
quarto, e poi da una serie infinita.
La ragazza si abbandona sulle mie
spalle, e comincia a piangere senza ritegno. Si aggrappa al collo, e
serra la stretta, quasi non volesse lasciarmi mai più.
Non so cosa fare, non mi sono mai
trovato in una situazione del genere. So soltanto che a un certo
punto alzo le mie mani e le poggio sulla sua schiena, accarendogli la
maglietta.
“Su, non piangere... E' tutto
okay..”. È l'unica cosa che riesco a dire. Ma lei
non mi
lascia. E allora capisco. Ha bisogno del mio abbraccio, ha bisogno di
sapere che ci sono accanto a lei, ha bisogno di sfogare tutte quelle
emozioni. E allora la lascio piangere. Lei non si ferma,
perchè
evidentemente sa che ho capito. Continuo ad accarezzarle la schiena,
e ricambio la stretta. Mike dall'altra parte della stanza mi lancia
un'occhiata. Sorrido e scrollo leggermente le spalle. La ragazza
fraintende e si scioglie da me. Mi guarda, si porta la mano sotto gli
occhi e si asciuga le lacrime.
Sembra che improvvisamente si renda
conto di quello che ha fatto, e diventa tutta rossa.
“Scusa Billie, scusa... Io non so
cosa mi sia preso, davvero”
“Ti ho detto che è tutto
apposto” rispondo sorridendo.
“Grazie” dice, e mi guarda. I suoi
occhi sembrano parlare. E i suoi occhi sono pieni di gratitudine.
“Per cosa? Non sono neanche stato in
grado di consolarti” dico scherzando.
“Grazie perchè sei con me
sempre, ovunque, e in ogni caso. Ho pianto, perchè per una
volta nella vita mi sento davvero felice. Grazie per le canzoni, le
parole, e tutto quello che voi fate. Grazie per tenermi la mano ogni
giorno, Billie”.
Questa volta sono io ad abbracciarla.
Lei si scioglie e ricambia, senza più lacrime.
“Sto abbracciando il mio idolo. Sto
abbracciando una delle persone più importanti della mia
vita.
Mi avete salvato. Grazie. Non ho altre parole. Grazie”.
Sciolgo l'abbraccio e la guardo. Di
quante persone ho salvato la vita? Lei di sicuro. Sorride, e penso
che la riconoscenza più grossa di un fan sia piangere dalla
gioia nel guardarmi negli occhi. Un grazie basta. Un grazie
è
pieno di significato se detto da loro.
Dicono che non sanno trovare le parole
giuste per ringraziarmi, dicono che non sono capaci di dare qualcosa
in cambio a quello che diamo noi, dicono che siamo i loro salvatori,
dicono che non sanno sdebitarsi, dicono tanto e di cose che dicono ne
sento tutti i giorni. Non mi importa.
So solo che quando guardo negli occhi
un fan, tutta la riconoscenza è lì dentro. So che
il
loro amore è puro, e non posso che sentirmi terribilmente
indegno di tutto quell'affetto.
E so anche che ogni cuore che penetro
con una nota o una vocale cantata, è una ricompensa
già
enorme. Una ricompensa che vale mille volte più di ogni
soldo
che intasco, di ogni giornale che ha il mio viso sopra, di ogni volta
che leggo “Billie Joe I love you”.
La ricompensa più grossa è
sapere che faccio qualcosa per loro, loro che da me, da Mike e da
Trè
non chiedono di più che un cd e un concerto almeno una volta
nella vita.
E sono infinitamente grato di questo.
Mezz'ora
dopo i dieci ragazzi se ne
vanno.
L'ultima a uscire è quella con
la maglietta dei Green Day, i jeans aderenti alle coscie, e il
mascara nero sulle guancie rigate.
“Hi Selene” dico, e la guardo. Lei
si gira sorpresa e fa un sorriso enorme. Non risponde al mio ciao,
perchè il suo sorriso ha parlato da solo.
Selene esce dalla stanza e si chiude la
porta.
Il suo nome ora me lo ricordo. Ora e
per sempre.