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Autore: Helena89    27/11/2009    6 recensioni
Grazie per tenermi la mano ogni giorno, Billie.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salveeeeee! I'm come back con una nuova storia!
Inzio subito a ringraziare chi ha commentato Fever e 'Cause i love you is not enought... Grazie mille!
La storia di oggi è un pò strana.. Mi è venuta in mente oggi mentre camminavo.. =)
Spero sia di vostro gradimento.. Buona lettura!









Non so il suo nome.
Di sicuro me l'aveva detto, ma non me lo ricordo. Mi venivano presentate almeno 30 persone a settimana, e solitamente, dopo due minuti dimenticavo quasi tutti i nomi.
Fatto sta che è una ragazza, ed ora è davanti a me.
Impacciatissima nella sua maglia nera con scritto Green Day sopra, e i jeans aderenti alle gambe magre, mi guarda a scatti, rossa in viso, con le mani tremanti.
Sorrido e porto il bicchiere di vino alle labbra, facendo un sorso. Quella ragazza era una delle poche fortunate ad avere accesso nel backstage dei Green Day dopo un concerto.
Questa volta sono 10, sei ragazzi e quattro femmine. Tutti si sono presentati, tutti sono visibilmente emozionati, e anche io, nonostante non lo do a vedere, lo sono. Incontrare i fan è sempre un'emozione.
Un maschio dei sei si avvicina e mi porge un foglio di carta.
“Bille, mi fai un'autografo?” mi sorride, e cerca di fare il disinvolto. Ricambio e afferro il foglio, abbozzo una B e una J, e sotto faccio un ghirigoro. Glielo ridò, lui mi guarda riconoscente e si dirige verso Mike.
La ragazza continua a fissarmi. E' tremante, ha le mani che vibrano assieme a lei, e credo che se potesse mi salterebbe addosso. La fisso, cercando di incontrare il suo sguardo, ma lei guarda imperterrita le Converse nere che ho messo quella sera.
Mi sto quasi per girare e andare vicino a Trè che sta cominciando a fare il suo show, quando sento un leggero singhiozzo. La ragazza si tradisce per un istante e mi fissa. Ha gli occhi traboccanti di lacrime, e il labbro serrato tra i denti. Riabbassa subito lo sguardo appena si accorge che la sto fissando. Rimango scosso per un istante, poi mi avvicino di qualche passo.
“It's ok?”, le chiedo. Lei mi guarda e cerca di annuire.
“Si, sì... Scusa” aggiunge poi, e fa un tentantivo di sorridere. Mi metto di fronte a lei e le poggio una mano sulla spalla, risquotendola leggermente. Al contatto con la mia mano il suo corpo sobbalza. Sorrido anche io, sperando di metterla a suo agio.
L'emozione è comprensibile, non vorrei farla stare male. Dopo due secondi lei alza gli occhi, e incontra i miei. Ci leggo dentro un'emozione enorme, e la sento tremare sotto la mia mano. Vacilla con lo sguardo, e poi mi abbraccia.
Sento le sue braccie sopra le mie spalle, il suo corpo caldo e i capelli marroni davanti ai miei occhi. Rimango immobile per un secondo, prima di rendermi conto della situazione, poi sento un'altro singhiozzo, seguito da un terzo, da un quarto, e poi da una serie infinita.
La ragazza si abbandona sulle mie spalle, e comincia a piangere senza ritegno. Si aggrappa al collo, e serra la stretta, quasi non volesse lasciarmi mai più.
Non so cosa fare, non mi sono mai trovato in una situazione del genere. So soltanto che a un certo punto alzo le mie mani e le poggio sulla sua schiena, accarendogli la maglietta.
“Su, non piangere... E' tutto okay..”. È l'unica cosa che riesco a dire. Ma lei non mi lascia. E allora capisco. Ha bisogno del mio abbraccio, ha bisogno di sapere che ci sono accanto a lei, ha bisogno di sfogare tutte quelle emozioni. E allora la lascio piangere. Lei non si ferma, perchè evidentemente sa che ho capito. Continuo ad accarezzarle la schiena, e ricambio la stretta. Mike dall'altra parte della stanza mi lancia un'occhiata. Sorrido e scrollo leggermente le spalle. La ragazza fraintende e si scioglie da me. Mi guarda, si porta la mano sotto gli occhi e si asciuga le lacrime.
Sembra che improvvisamente si renda conto di quello che ha fatto, e diventa tutta rossa.
“Scusa Billie, scusa... Io non so cosa mi sia preso, davvero”
“Ti ho detto che è tutto apposto” rispondo sorridendo.
“Grazie” dice, e mi guarda. I suoi occhi sembrano parlare. E i suoi occhi sono pieni di gratitudine.
“Per cosa? Non sono neanche stato in grado di consolarti” dico scherzando.
“Grazie perchè sei con me sempre, ovunque, e in ogni caso. Ho pianto, perchè per una volta nella vita mi sento davvero felice. Grazie per le canzoni, le parole, e tutto quello che voi fate. Grazie per tenermi la mano ogni giorno, Billie”.
Questa volta sono io ad abbracciarla. Lei si scioglie e ricambia, senza più lacrime.
“Sto abbracciando il mio idolo. Sto abbracciando una delle persone più importanti della mia vita. Mi avete salvato. Grazie. Non ho altre parole. Grazie”.
Sciolgo l'abbraccio e la guardo. Di quante persone ho salvato la vita? Lei di sicuro. Sorride, e penso che la riconoscenza più grossa di un fan sia piangere dalla gioia nel guardarmi negli occhi. Un grazie basta. Un grazie è pieno di significato se detto da loro.
Dicono che non sanno trovare le parole giuste per ringraziarmi, dicono che non sono capaci di dare qualcosa in cambio a quello che diamo noi, dicono che siamo i loro salvatori, dicono che non sanno sdebitarsi, dicono tanto e di cose che dicono ne sento tutti i giorni. Non mi importa.
So solo che quando guardo negli occhi un fan, tutta la riconoscenza è lì dentro. So che il loro amore è puro, e non posso che sentirmi terribilmente indegno di tutto quell'affetto.
E so anche che ogni cuore che penetro con una nota o una vocale cantata, è una ricompensa già enorme. Una ricompensa che vale mille volte più di ogni soldo che intasco, di ogni giornale che ha il mio viso sopra, di ogni volta che leggo “Billie Joe I love you”.
La ricompensa più grossa è sapere che faccio qualcosa per loro, loro che da me, da Mike e da Trè non chiedono di più che un cd e un concerto almeno una volta nella vita.
E sono infinitamente grato di questo.


Mezz'ora dopo i dieci ragazzi se ne vanno.
L'ultima a uscire è quella con la maglietta dei Green Day, i jeans aderenti alle coscie, e il mascara nero sulle guancie rigate.
“Hi Selene” dico, e la guardo. Lei si gira sorpresa e fa un sorriso enorme. Non risponde al mio ciao, perchè il suo sorriso ha parlato da solo.
Selene esce dalla stanza e si chiude la porta.
Il suo nome ora me lo ricordo. Ora e per sempre.

  
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