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Autore: Melanto    27/11/2009    1 recensioni
A suo modo, il paesaggio prende vita nella mente di uno scrittore; anche una Nube, un Monte e il Sole dietro la Collina possono raccontare una storia.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per la "Criticombola" di "I Criticoni".
Numero estratto dalla Crititessera: #18 – Verde Muschio

Impression
- Soleil baissant -

La Nube azzanna il fianco del Monte perché ha fame ed il suo è un fagocitare lento, mentre spalanca la bocca come una serpe e ne butta già un altro pezzo, che scompare alla vista.
Quel pasto, il Vento lo aveva scelto per lei che, impigrita, si era limitata a gustare a distanza l’imponente distesa di rocce e boschi. Poi, la brezza l’aveva sospinta, come fosse stata una bambina timida che veniva trascinata per mano, e, scivolando nel cielo, il suo ventre aveva cominciato a caricarsi di un grigio languore.
Lì per lì il Monte non si era mosso, forse intontito dal sonno di Novembre o forse troppo sicuro di sé e della possanza della solida roccia che ne componeva le membra. Ai suoi occhi, vetusti di migliaia di anni, la Nube era apparsa come semplice aria, morbida come la Nebbia e dai denti sottili. In tante avevano cercato di lasciargli un segno, nell’alternarsi dei giorni, decadi ed ere e, sconfitte, si erano dissolte, squarciate dalla sua vetta. Così, il Monte aveva continuato a dormire che la sua predatrice era solo una candida meringa lontana e paffuta, crogiolandosi nel pensiero che sventrarla sarebbe stato dolce e piacevole, dopotutto; un breve diversivo nella sua millenaria immobilità, l’ennesima conferma della sua virile potenza.
In quel lungo tempo che aveva visto preda e cacciatore distanti ed era durato l’arco di un mezzodì, il colore brillante delle conifere, sul versante esposto al Sole, si era scurito.
La distesa boschiva era adagiata sul fianco come una coperta verde muschio, chiazzata dalle sfumature giallo-arancio dei castagni, che si arrampicava dalle sue pendici e lasciava nuda solo la punta del Monte, di roccia calcarea. E, agli occhi della Nube, si era presentata così invitante che aveva accresciuto il suo appetito; quel verde le era parso talmente simile al velluto che il suo stomaco aveva vibrato con un cupo tuono, affamato ed incauto, ed aveva svegliato la sua vittima di soprassalto.
Nell’attimo in cui aveva finalmente aperto gli occhi, il Monte era rimasto come abbagliato dal grigio che, ormai, aveva divorato completamente la sua visuale; non più la tenera Collina all’altro lato del suo sguardo, non più la lucente linea dell’orizzonte che aveva vegliato con costanza fino a quel momento dai suoi 1'480 metri. Solo grigio terrore in quello spalancare vorace di fauci che lo aveva lasciato impotente e stordito, sorpreso da quella forza che mai si sarebbe aspettato in una candida e piccola nuvola.
Ed ora che quei denti, sì grigi, ma per nulla sottili sono ben piantati nel suo corpo compatto, il verde muschio è chiazzato del rosso del Sole che occhieggia alle spalle della Collina poco distante. Sembra sangue e tinteggia le zanne assassine che avanzano, mentre sul fianco del Monte divampa un freddo incendio senza fiamme nel gorgogliare dei tuoni e il disomogeneo cadere di qualche goccia di pioggia.
Oltraggiato da quella vista, il Sole se ne va, scomparendo in un silenzio discreto, mentre il Monte muore, lì, sul finire del giorno, e la Nube, sazia, può lasciarsi cadere su quel che resta del suo lauto pasto, chiude gli occhi e tace.

Fine

PostNota: il pullman che viaggia verso la mia normale vita da universitaria fuorisede, il paesaggio fuori dal finestrino, Montevergine che viene attaccata da un grosso e grigio nuvolone ed il sole calante al tramonto. Il tutto ricongiunto al celebre quadro di Monet: "Impression - soleil levant". L’ispirazione può davvero venir fuori da qualsiasi cosa. :)

   
 
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