Catrina osò per un pugno di
baci
Tra paesi e città, valli e montagne
esistono luoghi che restano ignoti
che son piccini, son piccolini!
E provano orrore,
hanno il timore
che la loro tradizione
Diventi “oggetto di trasformazione”
Plasmata da menti Uguali e diverse
Poiché tutte vivono con insegnamenti
di omologazione, falsa pace e massificazione.
Ed è propri li tra questi paesi
che ne esiste uno diverso dagli altri
Diverso per sempre, diverso nel cuore
Questo è il paese chiamato Liquore …
Nel paese di Liquore tutti gli abitanti amavano essere cortesi fra loro, amavano scambiarsi cordiali saluti e rispettare le tradizioni. Esistevano poche regole, ma buone capaci di rendere felici gli abitanti, ma soprattutto capaci di metterli d’accordo senza strilli ne dolore.
Una cosa soltanto era bizzarra.. non esistevano specchi, ne vetri, ne lame che con la luce mostrassero il volto, il corpo, il cappotto.. di nessuno. Ognuno era se stesso senza false apparenze, senza paura di esser imperfetto, senza il timore di apparire diverso.
Figlia di buona famiglia viveva Catrina, giovane educata e ben disposta alla cordialità e alla giustizia. Pareva saggia e silenziosa, il suo cuore sapeva di rosa, i capelli disordinati e lunghi e arruffati, le guance pienotte, gli occhi grandi e rotondi sapevano di mare, di voglia di amare.
Un bel giorno incontrò il suo bel principe, Augusto si chiamava, era alto e moro, con gli occhi giallo oro.
Le promise amore, le promise passione, ma soprattutto le parlò, le parlò molto di un paese lontano lontano che vendeva grandi cose, cose capaci di grandi poteri.
Alla luce del giorno le portò un bel diamante che con il sole pareva cangiante, arrivata la sera portò delle lenti che se guardavi la luna la vedevi vicina, la vedevi gigante.. ah Augusto quant’eri stravagante..
E fu così che un bel giorno portasti qualcosa di davvero incredibile, poco attendibile, incomprensibile!lo chiamavi specchio, ed era lucente, mostrava la “gente”!
Onde evitare paura e timore dimostrò egli stesso che si trattava solo di “riflesso”, “bella Catrina guardati e vedrai te stessa” disse. Catrina con occhi sognanti accettò e nello specchio si osservò …
“oh ma come è possibile?son così brutta?amore, amore bello.. perché mi hai scelta?io non ti merito!guarda che capelli arruffati, spettinati.. guarda la mia pelle bianca bianca para stanca!addio Augusto, addio per sempre … nessuno più mi vedrà.. nessuno più saprà che sono così brutta!”
Catrina corse a casa nascondendosi nella sua stanza. Sbarrò le porte e le finestre e ogni cosa minacciosa.. per poi rintanarsi sotto le lenzuola!
“chi sono?e cosa valgo?quanto valgo per gli altri?valgo quel che sono?ovvero brutta e cattiva!si perché non avrei dovuto guardare lo specchio.. non avrei dovuto!ma era per te amore bello, per avere il tuo amore, i tuoi baci dolci e salati …”
Catrina ossessionata dall’apparenza, smise di uscire per mesi e poi anni fin quando un bel giorno crebbe sola e malata. E quando il suo corpo fu ritrovato un giovane si dice abbia esclamato: che bella creatura, divina, perfetta.. sembra creata con una bacchetta!
E subito un altro li vicino esclamò stordito: ma cosa dici?non è mica bella, ne tanto brutto, ma certo imperfetta … guardale il viso e magro e il sorriso sa di antico, è triste, impaurito …
Ma subito quell’altro replicò: amore è amore, son gesti e parole, sguardi e sorrisi che sian tristi e impauriti, non importa!non importa perché amore non bada alle apparenze, ma alle turbolenze.. e se questa giovane donna fosse stata ancora in vita l’avrei sposata e mai tradita!