RED FEAR
Questo mio scritto è
pubblicato senza alcuno scopo di lucro.
Era una sera tranquilla;
Patrick Jane era appena tornato a casa dall’ufficio del CBI dove lavorava come
consulente in squadra con l’agente Lisbon, capo del team,
Cho, Rigsby e Van Pelt.
Dopo la morte della moglie
e della figlia, quella era diventata la sua nuova famiglia; spesso dopo aver
risolto un caso andavano in qualche locale per festeggiare, ma questa volta
avevano deciso di andare a casa a riposare.
Dopo aver richiuso la
porta dietro di se, si diresse stancamente verso la camera da letto al piano di
sopra.
Appena entrato nella stanza notò subito una busta bianca
poggiata sul materasso; su un lato della busta era disegnato il simbolo di Red
John.
Si precipitò a leggere la lettera e suo malgrado ebbe la conferma…era ancora lui.
“Caro Mr. Jane,
Sono felice si sapere
che mi stai sempre cercando ma come avrai notato non è
molto facile acciuffarmi; anche se a volte fai qualche passo avanti, io ne
faccio sempre uno in più di te.
Per metterti alla prova stavolta
non dovrai catturare un criminale qualunque, bensì dovrai
salvare una persona a te cara. Ce la farai o andrà a finire come l’ultima
volta?”
Red John
Le mani iniziavano a
tremargli; non riusciva a ragionare e la rabbia prese il sopravvento.
L’ultima frase gli tornò
alla mente: “Ce la farai o andrà a finire come
l’ultima volta?”. Doveva salvare una persona a lui cara, ma chi
poteva essere?
Afferrò il cellulare e
compose il numero di Lisbon; il telefono squillava ma
non rispondeva nessuno, così provò a chiamare Van Pelt.
-Agente Grace Van Pelt-
-Van Pelt sono Jane, a casa mia ho trovato una lettera di Red John!-
la informò tentando di calmarsi.
-Cosa dice?- chiese subito
Grace.
-Dice che devo salvare una persona a me cara! Informa
Lisbon e gli altri…ci vediamo in ufficio!- disse
velocemente chiudendo la chiamata.
Dopo aver spinto la sua
macchina al massimo, arrivò in ufficio, dove ad attenderlo vi erano già Rigsby,
Cho e la stessa Van Pelt.
-Dov’è Lisbon?- chiese
avvicinandosi a loro.
-Non lo sappiamo…non
risponde al telefono!- rispose veloce Rigsby, mentre
Cho esaminava la lettera che Jane aveva portato.
-Lisbon risponde sempre al
cellulare!- replicò stizzito mentre la paura iniziava
a farsi largo.
-Non crederai mica che…- disse Grace intuendo i pensieri di Jane.
-Riprovate a chiamarla mentre io mi dirigo a casa sua!- urlò correndo
verso gli ascensori.
Dopo quasi sette minuti
raggiunse la casa di Lisbon, salì velocemente le scale ma
appena arrivò, trovò la porta socchiusa.
Mentre nella sua testa
tornavano le immagini della sera in cui trovò la figlia e la moglie in un lago di sangue, il telefono squillò, facendolo sussultare.
Era Lisbon!
-Lisbon dove sei?- chiese
subito.
Una risata risuonò dall’altra parte, era LUI!
-Sei arrivato tardi anche
questa volta Jane…mi deludi!- sussurrò la voce mentre
un’altra risata si faceva largo nel silenzio.
-Cosa le hai fatto brutto…-
-Non ti scaldare o la tua
amichetta non passerà la notte!-
Detto ciò, la chiamata
terminò e a Jane parve quasi che un masso gli fosse caduto addosso.
Stava accadendo di nuovo!
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Premetto che come primo
capitolo non è molto, ma vi assicuro che i prossimi saranno migliori.
RECENSITE!!