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Autore: Gwillion    19/06/2005    0 recensioni
Un uomo nascosto, due giovani mangiamorte che lo cercano, un amore segreto... cosa potrà accadere mescolando tutte queste cose insieme? - Attenzione è presente un accenno Slash... chi è il protagonista non ve lo dico... oltretutto non ho trovato il nome nell'elenco!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- I mangiamorte sono stati rinchiusi in una nuova prigione... - lesse Allock sfogliando lentamente le pagine del giornale - Azkaban è deserta, e avendo tutte le ragioni per diffidare dei dissennatori, con la sua solita previdenza, il Ministero ha deciso di approntare una nuova prigione segreta. L'ubicazione di questo luogo sicuro e inaccessibile è stato affidato a un custode d'eccezione, grazie all'incanto Fidelius, il suo nome resterà nascosto ai più, fino a quando il pericolo non sarà passato. Rendiamo comunque nota una dichiarazione dell'uomo del mistero:
"Dormite sonni tranquilli, maghi d'Inghilterra! Nulla potrà strappare dalle mie labbra il segreto, e tutto quello che vedranno i nemici se mai dovessero raggiungermi sarà il sorriso con cui ho affascinato le sirene al largo delle isole egee, spingendole a suicidarsi in mare per la disperazione, io novello Paride, di bellezza vestito!" -
Il mago rilesse le ultime parole quasi gustandone il suono.
- Avrebbero dovuto mandarmi ad affrontare Tu-sai-chi in persona... di sicuro un mago delle mie capacità sarebbe stato adeguato ad una simile impresa. E poi... - l'uomo si ricordò appena in tempo di assumere una posa tragica, adeguata alle parole che stava pronunciando - cos'è l'idea del fallimento per un cuore che sanguina! Meglio soccombere per il bene della patria, che soffrire di un simile dolore, e almeno in questo modo il mio nome risplenderebbe in eterno fra quelli degli eroi aviti... per quanto io mi sia già dato abbastanza da fare in questi anni, non è vero, vecchio mio? -
Gilderoy salutò con una mano uno dei suoi quadri. Si sentiva solo. Quelle immagini erano l'unica compagnia che avesse in quei giorni. Quasi rimpiangeva l'ospedale di San Mungo, lì almeno riceveva le lettere abituali dei suoi ammiratori. Ma adesso no, non si poteva, sarebbe stato troppo rischioso. Nessuno doveva conoscere il luogo in cui aveva trovato riparo. Sarebbe stato un disastro se si fosse risaputo, non poteva nemmeno pensare di fare una passeggiata per il paese. D'altronde era il prezzo della fama, persino tra i babbani doveva essere trapelato il nome di Gilderoy Allock... e lui ne era fiero sì, ma adesso avrebbe voluto tanto qualcuno da affascinare con i suoi modi eleganti, qualcuno da sedurre, da conquistare, qualcuno che lo adorasse...
- Destino di un eroe è aggirarsi incompreso tra la folla... - mormorò l'uomo chiudendo gli occhi - E per quanto irresistibili siano la mia bocca e i miei capelli io non potrò mai stringere chi più desidero... tra le mie braccia resterà soltanto un vuoto incolmabile. -



- Niente... qui non c'è nulla di più pericoloso di un fascio di vecchie foto con gli occhi e i denti che luccicano oltre misura. E se riusciamo a superare lo schifo... il grosso della missione è già compiuto. -
Disse Draco scuotendo la testa.
- Come pensi di affrontarlo? - sussurrò la ragazza - Con le buone o con le cattive? -
- Immagino che se ci togliessimo queste vesti e se gli chiedessimo un autografo lui ci racconterebbe tutto senza nemmeno accorgersene. D'altro canto, non voglio correre il rischio di mostrare il mio volto, ed il tuo, a quell'imbecille. -
- Se poi lo uccidiamo non ha importanza quello che vede. - rispose la ragazza scrollando le spalle.
- Non diamo per morto il nemico sino a quando non lo abbiamo visto esalare il suo ultimo respiro. - disse Draco scuotendo la testa - Mi sembra più saggio. Soprattutto dati i precedenti. -
L'altra annuì in un brivido.
- Vorrà dire che gli chiederemo gli autografi con il cappuccio... - disse poi, con una risatina forzata.
- Io ho imparato molte maledizioni in questi mesi... adesso voglio provarle. - sibilò Draco, guardandosi intorno.
- Lo aspettiamo qui? - chiese la giovane Parkinson.
- Lo aspettiamo qui. -
La ragazza annuì tornando a sistemarsi il cappuccio. Poi il suo sguardo andò verso il grande specchio ovale. E lì si fermò.
- Cosa c'è? - mormorò Draco.
- Io... niente... nulla, davvero. -
Draco si avvicinò allo specchio, con gli occhi che mandavano bagliori di metallo.
- E una foto di mia madre, quella! E posso dirti anche quando l'hanno scattata, è stato al processo, lo ricordo benissimo... -
- Forse dovremmo guardare con più attenzione le carte sulla scrivania. - disse Pansy in tono quieto - Chi sa che non contengano qualche indizio utile. -
- Come vuoi... leggiamo. - disse il ragazzo afferrando di malavoglia una pergamena piena di svolazzi.
E si strappò il cappuccio dal capo, rivelando alla ragazza un'espressione confusa e stranita.
Aveva gli occhi letteralmente fuori dalle orbite.
- Cosa succede, Draco? - mormorò la giovane, spaventata quasi.
- Leggi tu, per favore... io non ce la faccio. - disse il ragazzo in un sibilo.
- Draco... cosa succede... -
- Io lo uccido quel verme... - esclamò il ragazzo serrando i denti.
- Che dovessimo ucciderlo mi sembrava già deciso. - mormorò la giovane in tono saggio, e prese la pergamena che l'altro gli porgeva.
  
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