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Autore: BlackTongue    01/12/2009    1 recensioni
Bè allora questa è la mia prima FanFiction Originale, l'idea è nata perchè mi sarebbe piaciuto girare un piccolo corto ma non avendo nessuno che mi segua apparte le mie amiche ho deciso di modificarlo e farci una storiella. Spero vi piaccia, alcune cose sono prese da ciò che realmente mi circonda. xoxo Me.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un po' di Pace.


Andrea avanzava stanca verso il marciapiede attendendo il treno che l'avrebbe portata a Cagliari. Indossava i Ray-Ban neri, i capelli biondi erano legati in una coda veloce e arrivano sino alle spalle. Aveva una borsa a tracolla blu e accanto a lei due grossi trolley di colore grigio rigidi. Il caldo era asfissiante, non si poteva respirare e ad osservare bene le pietre le si poteva vedere sudare. Il treno era in ritardo.

- Fantastico – si disse. Cambiò canzone di continuo, in quel momento di nervosismo non sarebbe riuscita a calmarla nemmeno Carla Bruni. Si sedette sul trolley e incrociò le gambe, poggiandosi pesantemente sulla destra col gomito, portando tutto il peso su quella. Da sopra gli occhiali dava qualche sguardo al tabellone poco più in alto e più lo guardava più sbuffava. Finalmente un piccolo bip sonoro avvisò i “ signori passeggeri “ di stare lontano dalla linea gialla. In lontananza il treno avanzava lento e con uno stridio si fermava alla stazione. Andrea si alzò, si mise il biglietto in mezzo ai denti e con tutta la poca forza che aveva salì sul treno.

Percorreva il corridoio stretto del secondo vagone e ancora nessun posto libero. Era pieno di vecchi, studenti e signore con bambini. Sembrava l'ennesimo film coi deportati. Il biglietto poco prima, passò dai denti a dentro la tasca dei suoi jeans corti, ma gli occhiali erano ancora calati sul naso.

Poco dopo riuscì a trovare un posto, vuoto. Infilò i trolley sotto i sedili che aveva davanti, si tolse la borsa e si accasciò sulla poltroncina color blu. Il tempo di tirarsi su gli occhiali sulla testa che il cellulare squillava. La dolce e classica melodia del Nokia le rimbombava dentro le orecchie più fastidiosa che mai.

Pronto. “ non guardò nemmeno chi fosse, rispose per far finire quel tremendo suono.

Dove sei tesoro? “ dall'altra parte c'era la voce di un uomo, premuroso e preoccupato.

Mi sono appena seduta, il treno era in ritardo di venti minuti. “ lei sorrise e lasciò cadere la testa all'indietro contro il poggiatesta.

Stai bene? Tutto apposto? “

Si papà, non ti preoccupare. “

Chiamami come arrivi, ok? “

Se avrò le mani libere lo farò. Bacio “ bloccò li la dolce chiamata del padre, che ogni volta che partiva la telefonava 10 volte al giorno per assicurarsi che nessuno avesse avuto manie suicide e per questo ci fosse andata di mezzo la sua bambina. Buttò il cellulare sulla borsa affianco a lei, si tolse la cuffia dall'orecchio destro e si limitò a fissare il panorama.


Giacomo e Samuel erano coinquilini da circa due anni. Studiavano entrambi alla facoltà di medicina ma in rami differenti. Si erano incontrati nel laboratorio di chimica ed essendo Giacomo il più grande faceva da tutor a Samuel. Fatto sta che il secondo si fece cacciare di casa dalla sua ex e cosi trovò ospitalità presso Giacomo. Doveva starci per una settimana soltanto …

Giaaa! “

Che c' è … “ la voce bassa, impastata ancora dall'alcol della scorsa notte si faceva sentire appena dalla cucina.

Dov'è la schiuma da barba? “ Dal bagno spuntava la faccia di Samuel, con una peluria non troppo evidente, sia perché chiara, sia perché non ancora da uomo.

Non urlare ti prego … è sotto il lavandino. “ Giacomo sorseggiava caffè da una grossa tazza. Samuel lo guardò sorridendo beffardo.

Guarda che il miglior rimedio è il mio specialissimo bibitone ! “

Io quella cosa non la berrò mai più “ simulando un conato di vomito. Samuel scoppiò a ridere e cominciò a rasarsi.

Nel mentre che Giacomo faceva colazione, dalla stanza affianco al bagno si sentivano rumori insoliti. Fin quando una bionda uscì di fretta raccattando i suoi abiti in giro, salutò Giacomo con un bacio sulle labbra e scappò via. Samuel si era piazzato sull'ingresso del bagno fissandola come un ebete. Quando uscì ridacchiò incredulo.

E lei …? “ Giacomo non commentò, mise la tazza nel lavandino e diede un pugno sulla spalla a Samuel.

Muoviti che mi devo lavare anche io. “ fece secco andando in camera sua.

Ah già , nuovo coinquilino … com'è che si chiama? “ Giacomo tornò nel salotto trascinando le ciabatte coi piedi e sedendosi sul bracciolo del divano mangiando corn flakes direttamente dalla scatola. Stava di fronte al bagno cosi da poter parlare con l'amico e vederlo in faccia.

Si chiama Andrea qualcosa … Misenti, Mi qualcosa comunque! “

Ma possibile che chiamino tutti i maschi? “

L'importante è che paghino. E poi c'è Cristina … “ fece Giacomo ridendo sotto i baffi. Samuel e Cristina, l'altra coinquilina, non si sopportavano molto.

Oh si certo che bello, tutti maschi e la psicopatica! Manca solo che si innamora anche del nuovo arrivato e ci ritroveremo a compare di nuovo tutti i piatti. “ fece sarcastico mentre si tamponava il viso liscio con l'asciugamano.

Bè li abbiamo comprati di plastica apposta! “ Samuel lo gelò con uno sguardo. Uscì dal bagno andando verso la cucina, nel mentre si infilava una maglietta grigia. Giacomo passò la scatola al compagno di casa che una volta aperte le fauci fece scendere i cereali giù nella bocca. Giacomo lo guardò male e scuotendo la testa si chiuse in bagno.



Il trolley rigido color cielo sfilava silenzioso nell'aeroporto affiancato da due gambe nude. Il vestito leggero, bianco e molto estivo copriva le gambe sino a sopra il ginocchio e il fondo schiena ondeggiava sinuoso. Era impossibile non notarla. Il viso sereno, candido, contornato da lunghi capelli castani mossi in qualche onda risaltavano l'abbronzatura dorata e le lentiggini che sottolineavano il naso piccolo e all'insù. Gli occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole. Dopo aver ritirato il bagaglio era uscita cercando un taxi. Nel mentre aveva tirato fuori il cellulare dalla borsa a tracolla gialla. Una volta composto il numero sorrideva già contenta del fatto di poter sentire il suo migliore amico.

Pronto? “ la voce dall'altra parte non era affatto quella che si aspettava, arricciò il naso e strinse le labbra, come a trattenere qualcosa.

Samuel … “ fece in un sibilo.

Cristina … ti serve qualcosa? “ fece acido e scontroso il ragazzo. Lei continuava a tenere il volume di voce basso e disponibile. Nel mentre il taxi parcheggiava davanti a lei e il tassista caricava il trolley nel bagagliaio.

Stai uscendo? “

Si “

Potresti rimanere qualche altro minuto a casa ad aspettarmi? “

Hai perso le chiavi … “

Non dirlo a Giacomo! L'ultima volta si è arrabbiato davvero tanto! “ fece lei davvero dispiaciuta.

Oh be se conti, mezzo mondo potrebbe entrare a casa nostra tranquillamente. “

Dai allora, mi aspetti ? “ la voce era dolce e supplichevole ma la risposta non fu altrettanto.

No. E quando vedrò Gia sarà la prima cosa che gli dirò. “ chiuse la telefonata. Cristina tra i denti bisbigliò un – figlio di buona donna – mentre guardava fuori dal finestrino.

I rapporti tra i due non erano mai andati bene. Samuel scherzava troppo per i suoi gusti e dopo un goliardico scherzo da parte di quest'ultimo e la reazione della diretta interessata; una saponetta che becca in pieno la bocca dello stomaco di Samuel e una tirata di capelli con aggiunta di un'antipatia a pelle, lo sfottersi e la scarsa considerazione che avevano l'uno nell'altra era impossibile che si prendessero. Per non parlare delle grosse discussioni sull'aspetto fisico; Cristina, a detta di Samuel, si era rifatta le tette e il sedere in un centro estetico in Thailandia e la faccia era piena di botulino, mentre Samuel , a detta di Cristina, si lavava troppo poco e anche si fosse lavato come diceva lei non bastava a mandar via l'odore di tutte le sciaquette che si era fatto. Insomma non si cagavano di striscio, ecco.



Salve è la prima volta che scrivo qui, spero vi piaccia anche se è solo l'introduzione … A presto!


Xoxo BlackTongue

  
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