Non è mai abbastanza.

Stringe le nocche che subito prendono colore, come ciliegie mature.

Le lacrime presto prenderanno il posto del suo sorriso, smetterà di mordicchiare le labbra affondando i canini nelle increspature più fragili oppure di torturarsi i pollici, magari cercando una pellicina invisibile per poi strapparsela via con violenza.

Come per acuire il dolore all'interno.

Si guarda intorno e sono solo macerie. Annaspa, si muove a carponi sul terreno irregolare, rabbrividisce di freddo e d'orrore. Accanto a lei, è solo sangue: il colore rosso non doveva essere quello dell'amore? Può essere di questo colore la morte?

Amaramente lascia cadere una lacrima, forse vacilla un po' sullo zigomo, poi però è spinta dal vento e diventa padrona di se stessa.

Ha fatto il possibile, ha messo tutta se stessa, eppure non vale niente.

Lei non vale niente.

Ed è un urlo all'interno delle pareti del cuore per quella nuova rivelazione, è pazzia dentro di sé.

Non è mai abbastanza...

Tutto quello che facciamo non è mai quello che avremmo potuto fare.

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Che dirvi, è un periodo proprio nero. Le parole di Ino – potete immaginare qualsiasi personaggio, io ho immaginato Ino semplicemente perché mi ritrovo in lei – sono anche le mie. Scusate l'effetto depressione, ma un tributo e uno sfogo erano quello che serviva in una serata – mah, ormai sono diverse serate – in cui le lacrime vengono anche solo ascoltando una canzone.

Per non annoiarvi oltre, vi ringrazio per la lettura,

mi mancava un po' scrivere su Ino. Mi mancava scrivere su me stessa, in effetti.

Alla prossima, Kiki.