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Autore: alex_vampire    01/12/2009    0 recensioni
non ho mai pensato che mi sarei innamorata di qualcuno fino a sacrificare la mia vita per lui, almeno non la pensavo così fino ad oggi. oggi è il giorno in cui inizierò la mia nuova scuola, sono un po preoccupata ma me la caverò, credo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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appena scesi le scale sentii il buon odore del pane tostato e subito ne addentai una fetta ancora prima di sedermi a tavola. tutta la tavolata era al completo: mio padre era seduto a capotavola, mia madre non c'era - a quanto pare era già uscita- e tutti i miei fratelli: Andrew (diciassettenne), Giulian (diciannovenne), Jonathan (ventunenne) e Logan (ventitrenne) e non erano finiti, c'erano anche: Laurence che era già sposato e con una bellissima bambina e Malcolm fidanzato e prossimo al matrimonio con Sara, la sua fidanzata del college. ero cresciuta fra maschi perchè la presenza di mia madre era ormai un desiderio irrealizzabile, era sempre a lavoro, le uniche volte in cui la vedevo era durante le feste. -su Alex sbrigati altrimenti farai tardi- disse quasi rimproverandomi Logan -vuoi che ti accompagni?- -no, grazie Loghy vado con la macchina e comunque non fanno tardi anche Giuly e Andy?- -esatto, ma loro sono ragazzi e anche io lo facevo- -che maschilista che sei, io invece devo arrivare presto perchè sono una ragazza...- -esatto- -bene, io vado- -ok, però sta attenta hai da poco la patente- io lo guardai con la mia solita faccia da scocciata. -hey stai calma sorellina!- erano stati loro insieme a mio padre a crescermi, quindi non ero la solita ragazza smalto e vestiti firmati, ero diversa ma d'altronde crescendo fra ragazzi e partite di football non c'è molta scelta! l'unica cosa che mi dava fastidio era il fatto che erano troppo protettivi ma li capivo, in quella casa ero io la più piccola, il fatto di avere quindici anni non aiutava molto, anche se dovevo finalmente compierne sedici dopo due mesi e grazie a Jonathan mi avevano fatto uno sconto dandomi la patente un pò prima. presi il mio zainetto ed entrai in macchina. accesi la radio per non sentire i tuoni della tempesta che stava arrivando. non amo molto la pioggia ma ci dovrò fare l'abitudine perchè il lavoro di mio padre ormai si trova qui. ero arrivata. ora dovevo solo riuscire a superare le prime ore in questa nuova scuola ma una cosa mia aiutava: il fatto che anche Andrew e Giulian ancdavano alla mia stessa scuola ma ovviamente da "fichi" della scuola dovevano arrivare in ritardo anche il primo giorno di scuola. -hey ciao tu devi essere Alessandra, quella nuova giusto?-mi chiese una voce maschile da dietro le mie spalle. -ehm, si, sono io... tu chi sei?- -piacere io sono Adam... il capoclasse del 2° liceo... tu frequenterai il mio anno giusto?-era un ragazzo bruno, con gli occhi celesti e molto più alto di me. -si, ehm, si- -bene allora vieni che ti accompagno in classe- -ok, grazie- la mia classe si trovava al terzo piano, non ero molto abituata a fare tutte quelle scale, e di certo non mi aiutava pensare che le avrei dovute fare tutti i giorni. -salve, lei deve essere la signorina Marc, Alessandra Marc giusto?- -si sono io- -bene io sono il professore di storia e educazione civile, prego si vada a sedere vicino al signor Bistrore- mi avvicinai al mio compagno di banco che si trovava in fondo alla classe, e mi sedetti vicino alla finestra. -ehm, ciao io sono Victor tu ti chiami Alessandra giusto?- -si- -be credo che tra un po di tempo incomincerai anche tu ad odiare il nostro professore di storia... fa certi discorsi senza senso... cerca di non ascoltarlo troppo altrimenti rischi di diventare come lui- -ehm... grazie della dritta- finalmente suonò la campanella, e, a quanto pare Victor aveva ragione, dopo un po il professore di storia sembra pazzo, incomincia a parlare da solo, ma non sono i professori che mi spaventano. alla mensa mi sedetti vicino ad alcune ragazze che avevo conusciuto nell'ora di ginnastica. erano tutti molto gentili con me, forse anche troppo. a tavola c'erano molti discorsi diversi, alcuni pensavano a cosa scrivere come nuovo articolo sul giornale della scuola, altri pensavano alla gita di fine anno, ma io non ascoltavo nessuno di questi discorsi, fissavo le finestre da cui stavano per entrare i miei due fratelloni che sicuramente mi avrebbero messa in imbarazzo. -hey Alessandra ci sei? hey pianeta terra chiama Ale?- era Hannah che mi chiamava e mi sventolava la mano davanti alla faccia, ma non gli diedi retta -hey pronto?- -si?- chiesi senza distogliere lo sguardo dalla finestra. -allora sei viva... pensavo fossi entrata in coma- fece una pausa e quando guardò la finestra le fumarono gli occhi e intuii anche il perchè. Andrew e Giulian stavano facendo la loro grande entrata passandosi una mano nei capelli; <> pensai. -wow! guarda là che spettacolo- esclamò Hannah sorpresa. -eh?- chiesi fingendomi sbalordita. -oh santo cielo! stanno venendo qui!- e io sapevo anche il perchè -credo tu abbia fatto colpo!- -non credo proprio- -hey sorellina!- esclamò Giulian battendo cinque con me. -ci vediamo dopo!- esclamò seguendolo Andrew e battendo sempre cinque. -oh mio dio! sono fratelli tuoi!- -proprio così- -che forza!- -avere sei fratelli non è una forza!- ma subito mi pentii di quello che avevo appena detto, la mia vita poteva anche avere fine. -cosa!? sei fratelli! e sono tutti simili! io devo assolutamente venire a casa tua- mi costrinse a fare tutto la scheda tecnica di ogni mio fratello e ne rimase sbalordita. -beata te!- -crescere insieme ai maschi è forte ma non quanto credi te- -e tua madre?- -non c'è mai a casa, è sempre fuori- Hannah continuò a farmi domande per tutto il singolo giorno. finalmente la giornata scolastica era finita e io potevo tornarmene a casa, il primo giorno di scuola sembrava essere andato abbastanza bene. scendeno le scale passai accanto all'auto di un certo di Phil di cui mi aveva parlato Hannah e un tremolio mi percosse la schiena, lui miguardò con una faccia strana appena mi si avvicinarono i miei cari fratelli. appena tornata a casa trovai un pick-up nero fiammante, nuovo di zecca e subito mi chiesi di chi poteva essere. entrata in casa sentìì una voce familiare, mi sporsi appena un po dalla cucina e si, vidi il mio migliore amico fin da quando eravamo piccoli. -Liam!- strillai e corsi ad abbracciarlo. -Alex!- esclamò lui con altrettanta gioia. quella giornata finalmente si era trasformata in una delle mie giornate preferite, una di quella in cui corri al mare a farti il bagno per il caldo che fa. -quanto tempo... mi sei mancata tantissimo!- -a me di più, Liam- -pensavo non saresti più arrivata, sono qui da parecchio tempo, mio padre e io siamo arrivati più o meno da un'oretta- -ma tu non vai a scuola?- -si, vado nella scuola dove vanno i Bennett- -ah, giusto, giusto... tu vai dove è andato anche tuo padre...- -come mai questa voce triste?- -è che speravo andassi alla mia scuola...- -mi dispiace Alex...- -dai non fa niente...- -hey Liam perchè non la porti a fare un giretto? credo che l'abbiamo messa in imbarazzo oggi a scuola, si deve riprendere- esclamò Jonathan. -si ma niente baci!- ridacchiò Logan io feci la mia solita faccia ma questa volta quella da arrabbiata. -dopo facciamo i conti- gli sussurrai ad un orecchio -allora dove mi porti?- chiesi poi rivolta a Liam. -dove vuoi tu...- -ma io non conosco la città...- -ah che sciocco me ne ero dimenticato! allora ti faccio da giuda!- -buona idea... andiamo?- -ok- mi portò a vedere il lago Champlain e ne rimasi affascinata. poi andammo a prendere un gelato ma tra una chiacchiera e l'altra io ricomincia a pensare a Phil, quel ragazzo misterioso che mi aveva fatto notare Hannah. -che c'è Alex? sono noioso? perchè non mi ascolti più?- chiese Liam ansioso della mia risposta. -stavo pensando... tutto qua- risposi io imbarazzata, non mi ero resa conto che lui stava parlando perchè ero immersa nei miei ricordi di quel volto perfetto. -a cosa pensavi?- chiese lui curioso -a una persona- -chi? se posso saperlo?- -a un ragazzo che ho visto oggi...- -ah... come si chiama? io li conosco quasi tutti i ragazzi della tua scuola, su dimmi- chiese come offeso. -mi sembra si chiami Phil Powell... se non sbaglio...- -cosa?- chiese preoccupato Liam mentre si strozzava con il suo gelato finitogli di traverso. -si credo si chiamasse Phil Powell... perchè ti sei quasi strozzato?- chiesi preoccupata. -Alex sta lontana da quell'essere schifoso... non lo devi nemmeno guardare... è solo un b- -Liam!- lo interruppi prima che qualcuno potesse sentire ciò che stava per dire. -scusami Alex, non lo sopporto quel viscido...- -perchè?- -ehm, allora ti piace il tuo gelato?- chiese cambiando discorso. -Liam!- lo interruppi di nuovo, questa volta arrabbiata. -scusa ma non te lo so spiegare e soprattutto non te lo posso dire...- -perchè?- -perchè si- -questa già l'ho sentita...- -non mi piace essere scortese con te ma proprio non posso... se potessi ti direi il perchè...- -ma Liam!- -ti prego non insistere... non posso...- disse lui senza guardarmi negli occhi. -ok va bena ma me la pagherai...- -interessante e come?- -non lo so mi farò venire in mente qualche idea...- -ok a chi arriva primo fino al pick-up!- disse mentre era già a metà strada. -hey non vale!- gli urlai dietro, ma ormai era già arrivato dopo appena un secondo. io arrivai sfinita e mi sembrava di averci messo mezz'ora. -hey lumaca finalmente!- ridacchiò lui. -hey scusa se non sono veloce come te, sei più veloce di un cane!- esclamai io ridendo e quasi soffocando. -ah...- disse lui piatto e subito la sua faccia divenne preoccupata. -Liam? che c'è? ho detto qualcosa che non andava? non ti piacciono i cani?- chiesi. -no, no, al contrario... li adoro...- disse bluffando. -Liam, vedi io ho un certo sesto sento e capisco subito quando uno mente... quindi mi vuoi dire che diavolo c'è?- -non posso- disse piatto ancora peggio di prima ma capii anche che era dispiaciuto. -uffa!!- sbuffai. -su dai ti riporto a casa- disse con aria da dittatore. -no, non voglio, già mi ha stufata quella casa- -che ne dici allora di andare a casa mia?- -accetto volentieri- dissi euforica, finalmente un posto che non era casa mia, anche se ero da poco in quella casa già non la potevo più vedere... mi meravigliai un sacco vedendo la casa di Liam, mi sembrava molto più grande quando venivo qui con mio zio da piccola. mi uscì un verso strano dalla bocca. -che c'è?- domandò Liam. -nienete è che ricordavo la tua casa più grande...- dissi facendo spallucce. -ma Alex l'ultima volta che sei venuta qui avevi dodici anni... è passato un po di tempo non trovi?- domandò ironico. -e lo so... è solo che ero sicura che fosse più grande...- -ah è vero infatti era più grande... è solo che ci è venuto a far visita l'uragano Katrina... e così mezza casa è andata... ah! ah!- e si mise a ridere a crepapelle, gli uscirono anche delle piccole lacrime ai lati degli occhi. -eh eh molto spiritoso...- -allora vuoi restare per tutto il giorno qua fuori a gelare, oppure entrare?- -entriamo...- la casa di Liam aveva cambiato radilcamente l'aspetto anche all'interno, ricordo che non era molto arredata invece ora era piena zeppa di statuette intagliate a mano. -wow che belle statuette!- esclamai stupita. -davvero ti piacciono?- chiese lui, quasi come se non ci credesse. -si... chi le ha fatte?- -io, mi ha insegnato mio padre- -me la farai prima o poi una statuetta anche a me?- -certo! che animale ti piace?- chiese curioso. -il lupo! mi piace un sacco...- -ahm senti Alex io dovrei dirti- lo interruppe una voce che venne dall'altra stanza. -Liam! vieni qui subito!- rimproverò una voce maschile, credo suo padre. non fece neanche caso a me che subito sfrecciò nell'altra stanza. io curiosa cercai di origliare. -papà ti prego permettimi di dirgli che- lo interruppe di nuovo il padre. -NO! no Liam!- lo rimproverò il padre severamente. -ma papà ti prego io non ce la faccio a trattenermi... io le voglio bene e glielo devo dire... lei non mi tradirà ne sono sicuro...- -zitto! e dimmi chi era quel ragazzo che stavi insultando!- -era uno dei Powell...- nominò questo cognome come se lo avesse sputato. -ecco! questa è una ragione per cui non le puoi dire ciò che siamo! lei sta con QUELL'ESSERE!- come quell'essere? mi domandai fra me e me... perchè ce l'avevano con quello strano ragazzo della mia scuola? non capisco... -ma papà lei lo ha visto solo una volta neanche sa chi è!- -basta Liam! o stai zitto o non ti permetterò mai più di vedere Alex! ora va e fa come ti ho detto!- ordinò il padre. Liam fece un ringhio come un'animale e uscì dalla stanza, io mi buttai sul divano prima che lui aprisse la porta. -stavate parlando di me?- chiesi precedendolo. -ehm no...- disse mentendo. -avanti Liam lo so che stavate parlando di me!- -co... cosa? stavi origliando? vabbè... comunque che stavamo dicendo prima che ci interrompesse mio padre?- -che mi piacevano i lupi...- -ah si giusto! e dimmi perchè ti piacciono?- chiese pieno di felicità. -be perchè io odio le cose bagnate e fredde, mi fanno senso e invece adoro le cose calde e carine... come i lupi!- -evvai! un punto in meno per il succhiasangue!- strillò euforico. -è? succhiasangue? che cosa centrano i vampiri?- chiesi stupita. -eh... no... cioè... niente... io... volevo... niente... non ti preoccupare... mi sono sbagliato... eh eh...- balbettò cercando di mascherare quella parola mai sentita. -mmm Liam che mi nascondi?- chiesi certa che non mi avrebbe risposto. non rispose - come sospettavo - e ci fu il silenzo per un minuto e mezzo, più o meno. -Liam?- -ehm si... allora vuoi vedere un lupo? qui nella foresta ce ne sono alcuni- wow dei lupi! non esitai a rispondere... -certo che si! dici davvero?- -si si, aspetta solo un secondo, devo prima fare una cosa...- -ehm ok- non ci potevo credere che avrei visto un vero lupo, ma a quanto pare era propio così. -Alex? vieni?- -si, si, si, eccomi!- davanti a me c'era un lupo dal manto grigio acceso, il mio colore preferito... e quanto era dolce! incominciò a strofinarmisi addosso e mi leccava anche! sembrava un bel cucciolotto di orso tutto pacioccone. -ciao bello!- eclamai -che dolce che sei!- -Simon non esagerare!- ringhiò Liam appena sotto i denti. -si chiama Simon?- -ehm si si, si chiama Simon...- -ciao Simon che bello che sei!- il lupo sembrò gradire il mio complimento. -bene Alex ora Simon deve tornare a casa non è vero Simon? piccolino di papà?- a sentire quella parola il lupo ringhiò contro Liam. -ehm scusa Simon!- e incomincò a ridacchiare girandosi. -allora ciao piccolo Simon!- gli diedi un'ultima carezza. -o mamma mia guarda che ore che si sono fatte! sono quasi le otto di sera! tuo padre mi ammazza se non ti riporto a casa ora!- -si è vero... che ne dici di fermarti a cena?- -ehm non so se tuo padre voglia... e poi... dovrei- lo interruppi prima che potesse inventarsi una scusa. -dai avanti solo una cena! e magari dopo lo convinco a farmi uscire- -senti Alex io dopo dovrei andare ad un raduno della mia famiglia, ti va di venire?- -certo! e che cosa diranno?- -cose già sentite un migliaio di volte... ma se vieni almeno mi salvi dalla noia mortale!- -ok- salimmo sul suo pick-up e in un secondo eravamo già davanti casa.
  
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