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Autore: Lukk    01/12/2009    1 recensioni
"E tu, tu mi apparivi come un pericoloso scassinatore, deciso ad aprire le porte della mia anima e a rubarmi tutto ciò che mi era rimasto di quei tempi. Deciso ad estirpare quelle idee così ben custodite, così ben protette. E ti allontanavo, tutte le volte, sputando veleno su di te, e sui tuoi amici eroi. Ma nessuno – nessuno riesce a non rimanere abbagliato dalla luce che sprigioni. Si possono chiudere gli occhi, si può far finta di non vedere, quello sì." Songfic sulle note di Hallelujah nella versione di Rufus Wainwright. E' una Lucius/Hermione
Genere: Song-fic, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HALLELUJAH

 

I've heard there was a secret chord
Ho sentito che c’era un accordo segreto
That David played, and it pleased the Lord
Che Davide suonava, e ciò piaceva al Signore
But you don't really care for music, do you?
Ma non ti interessa molto la musica, non è vero?

Non è affatto come dici tu. Non mi sono pentito di quello che ho fatto. Né l’ho dimenticato. Non lo rinnego. Non mi disprezzo – e non disprezzo te.
Ti disprezzavo, è vero. Di più, ti odiavo. Rappresentavi per me la nemesi dei miei valori. L’esatto polo opposto. Tutto ciò che io affermavo, per te era il contrario.
Tu non gradivi le mie parole, né ti sarebbero state mai gradite, ed io non gradivo le tue, né le avrei mai gradite.
Perché allora ti ostinavi a parlarmi? Perché eri così intenzionata a cambiare me?
Quella tua ostinazione nel far brillare la giustizia in tutte le tue parole, la tua ostinazione nel spiegare le cose, nel combattere con le tue idee e nel farle valere…
Insopportabile. Per me eri davvero insopportabile – ipocrita, come tutti i tuoi amici. Incapaci di vedere la realtà del mondo e la sua incommutabilità.
Quale forza ti sosteneva? Cosa ti spingeva ad andare avanti, nonostante avessi davanti a te, tutti i giorni, la prova che la realtà fosse nelle mie parole, e non nelle tue?
Hai visto amici tradirsi, vendersi – hai visto famiglie intere disgregarsi eppure – eppure, così come ti aveva insegnato quello sciocco di Silente, continuavi a crederci ciecamente. Continuavi a sostenere la forza di quello che tu chiamavi amore, e che io chiamavo interesse. Continuavi ad elevarlo all’assolutezza, quasi fossi a conoscenza di cose che noi comuni mortali non potevamo capire, quasi fossi a conoscenza di un patto segreto che giaceva a fondamento del mondo.
Non ho mai visto nessuno, nessuno, nemmeno Potter, nemmeno Silente, battersi per gli elfi domestici come ti battevi tu. Quelle creature insulse sembravano la cosa più importante del mondo, per come le trattavi, per come le guardavi e le toccavi, per come ti rivolgevi a loro.
Il fatto che potesse ancora esistere un tale esempio di schiavitù nel mondo, sebbene benvoluta dagli stessi schiavi, era per te semplicemente inconcepibile.
Lo ammetto, mi incuriosivi già allora, perché non riuscivo a capirti.
Di norma ho sempre scansato ciò che non capisco, e l’avrei fatto anche con te – Lo  stavo facendo anche con te! Sei stata tu che me l’hai impedito, tu e le tue manie da giustiziere!
Tu, che a tutti i costi dovevi farmi capire il tuo punto di vista, quando io non lo desideravo affatto.

It goes like this
Fa così
The fourth, the fifth
La quarta, la quinta
The minor fall, the major lift
Il minore abbassa, il maggiore alza
The baffled king composing Hallelujah
L’imperscrutabile Re sta componendo un Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah

E ti facevi in quattro per spiegarmi le tue motivazioni. Mi trattenevi per ore, ovunque ci incontravamo e mi parlavi, mi parlavi di cose che io non capivo. Di cose che non potevo capire.
Mi parlavi di te, di Potter, di Ron, di Silente, della battaglia che avevate combattuto, mi parlavi di Draco, delle sue esitazioni, della sua paura.
Mi intimavi di guardarmi all’interno, di ricordare quello che avevo provato nel credere che mio figlio fosse ormai spacciato.
Mi chiedevi di ricordare l’amore per Narcissa, il nostro matrimonio, di pensare agli amici, di chiedermi se non avessi mai voluto morire al posto di qualcun altro.
E tutto quello che io riuscivo veramente a fare, era guardarti con disprezzo: ti rispondevo che la battaglia combattuta da te, da Potter, da Silente, non era altro che una battaglia di interessi, da una parte i nostri, dall’altra i vostri.
Ti rispondevo che Draco era soltanto un debole, e che se avevo avuto paura di perderlo era solo perché era il mio unico figlio, l’unico – che avrebbe potuto continuare a tramandare il nome della nostra famiglia.
Ti rispondevo che non avevo mai amato Narcissa, che il nostro matrimonio, anche quello, era solo dettato dall’interesse, dal vantaggio che le nostre famiglie avevano visto nella nostra unione.
Ti rispondevo che non avevo amici, che nessuno sarebbe morto per me e che io non sarei morto per nessun altro e che se tu – se tu avevi desiderato farlo, era stato solamente per non sentirti in colpa, per non avvertire il puzzo del rimorso, per non provare dolore.
E ti ostinavi a cercare qualcosa nei miei occhi che potesse smentirmi, che potesse farti capire che non stavi sbagliando, che la mia era solo una stupida, sciocca presa di posizione.
E quando ti vedevo chinare la testa, abbattuta, quando ti vedevo renderti conto dell’avvenuta sconfitta, dietro il mio imperscrutabile sguardo gioivo. Gioivo nel mandare in frantumi tanta volontà, tanta convinzione.
Un piacere sadico che mi manteneva in vita, che mi donava nuovamente il senso di potere di un tempo.
Ero solo un Mangiamorte pentito, ti spiegavo – pentito per interesse.
Avevamo forse sbagliato a fare quello che avevamo fatto, ma le mie idee non erano certo cambiate.
 


Your faith was strong but you needed proof
La tua fede  era forte, ma avevi bisogno di una prova
You saw her bathing on the roof
L’hai vista fare il bagno sul tetto
Her beauty and the moonlight overthrew you
La sua bellezza e la luce della luna ti sconfissero

Non erano affatto cambiate.
Continuavi ad essere, per me, la stessa feccia indegna di sempre. Indegna della bacchetta che tenevi in mano, in degna del tuo titolo di strega. Indegna di essere seduta a fianco a me, di essere famosa per il tuo ruolo nella battaglia.
Continuavo a reputare ingiusta la nostra reclusione, continuavo a credere che fossero i Babbani quelli tenuti a nascondersi da noi e non il contrario.
Speravo – ancora – in una rivincita da parte nostra, sebbene fossi contento che la scomparsa dell’Oscuro Signore fosse, questa volta, definitiva.
No, non lo amavo. Le sue idee mi avevano infiammato, certo. All’inizio lo avevo seguito con cieca fiducia – ma quante contraddizioni, poi!
Cominciai a pensare che fosse solo un pazzo, assetato di potere ma neanche egli stesso convinto delle sue idee.
La mia fede nei suoi confronti vacillava, certo. La sua rabbia, il suo rancore e il suo furore omicida avevano cominciato a rivoltarsi contro noi stessi. Non eravamo al sicuro, eravamo da lui minacciati quanto qualunque mezzobabbano, e questo non era accettabile, dal mio punto di vista.
Io, un Malfoy, un Purosangue tra i più puri, costretto senza bacchetta?
Era un’offesa – di più, era un vero e proprio oltraggio. Ma cosa mai potevamo fare? Era assolutamente onnipotente. Non potevamo nulla contro di lui. Una sola parola, un solo pigro gesto, e saremmo stati cancellati con facilità da questo mondo – e dimenticati.
Avevate dunque sconfitto il nostro signore, forse, ma non le nostre idee.
Tutt’ora le famiglie Purosangue si riuniscono e discutono della decadenza del mondo magico.
Ed io continuavo a crederci, fieramente, ritenendomi superiore a tutti voi.
Ma.. si. Non come prima. Avevo bisogno di prove, avevo bisogno che qualcuno mi mostrasse nuovamente una strada da percorrere. Voldemort ci era riuscito, ci aveva dato dei binari sui quali stare, ci aveva dato dei compiti da portare a termine, ma alla fine era caduto. Schiacciato dalla sua stessa bramosia.
Se ve ne fosse stato un altro, altrettanto capace, altrettanto carismatico, ti assicuro che tutto sarebbe reiniziato. E mi avresti trovato ancora in prima fila, con Narcissa al mio fianco.
Ma quel qualcuno non è arrivato. Le mie ferventi idee si sono accartocciate su loro stesse, incapaci di venir fuori, ma impossibili da sradicare, o almeno così credevo.
E tu, tu mi apparivi come un pericoloso scassinatore, deciso ad aprire le porte della mia anima e a rubarmi tutto ciò che mi era rimasto di quei tempi. Deciso ad estirpare quelle idee così ben custodite, così ben protette.
E ti allontanavo, tutte le volte, sputando veleno su di te, e sui tuoi amici eroi.
Ma nessuno – nessuno riesce a non rimanere abbagliato dalla luce che sprigioni. Si possono chiudere gli occhi, si può far finta di non vedere, quello sì.
Ma le tue assolute convinzioni, il tuo modo di porti così.. sacrificabile. Saresti morta per me per dimostrarmi che avevi ragione.
Non ero indifferente a tutto questo, lo giuro. Ma non volevo crederci. Sentivo le crepe che stavi aprendo nel mio essere, ma mi ostinavo a richiuderle, senza dar tempo alla tua luce di penetrarvi.
E intanto crescevi. Avevi preso il tuo posto di aiutante ad Hogwarts, e speravi di diventare insegnante, un giorno.
Volevi aiutare quei giovani studenti, dicevi. Volevi proteggerli e non farli cadere nell’orrore degli ignoranza in cui molti erano incappati.
Era il lavoro adatto a te: la giustizia sarebbe regnata anche in quella scuola, se tu ne avessi fatto parte, era certo.
Ed eri bella, bellissima e ti osservavo mentre camminavi, degna – fiera di essere te.
E non mi lasciavi andare. Continuavi a tampinarmi. Mi seguivi ad Hogsmeade, a Diagon Alley, ti presentavi in casa mia, bussando ed entrando senza alcun riguardo, come senza alcun riguardo scassinavi la mia anima.

She tied you
Ti ha legato
To a kitchen chair
Alla sedia della cucina
She broke your throne, and she cut your hair
Distrusse il tuo trono, e tagliò i tuoi capelli
And from your lips she drew the Hallelujah
E alle tue labbra strappò un Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah

Mi hai sconfitto alla fine. Ricordo con precisione il momento in cui ho visto le cose dal tuo punto di vista. E’ stato come un flash improvviso, un’illuminazione, sgradevole oltretutto.
Hai infranto le mie convinzioni in un attimo, mi hai scansato dal mio trono, dal mio piedistallo, e mi hai costretto a scendere tra tutti voi, a guardare le cose dal vostro livello.
Una serie di incalzanti, intelligenti domande ed argomentazioni alle quali non potevo rispondere – perché se l’avessi fatto mi sarei tradito. Ti avrei dato ragione..
E no, o no, non potevo darti ragione. Non potevo lasciare che la tua vittoria fosse così facile.
Se avevi distrutto la mia anima, io dovevo distruggere la tua.
Occhio per occhio, dente per dente, Hermione.
Ti lanciai una sfida – eri così convinta di potermi cambiare? Il fatto che tu potessi avere ragione su alcune cose non implicava necessariamente il fatto che avessi ragione anche su di me.
Non ero quello che credevi. Non era vero che nel fondo di ogni uomo giaceva un barlume di umanità e bontà.
Ti avrei dimostrato che alcune cose, semplicemente, non potevano essere cambiante.
E avrei goduto nell’assaporare la mia vittoria, nel vederti sconfitta e distrutta dopo esserti messa del tutto in gioco – una buona volta.
Non potevo prevederlo. Non potevo prevedere ciò che sarebbe successo.
 

Maybe I've been here before
Forse sono già stato qui, prima
I know this room, I've walked this floor
Conosco questa stanza, ed ho camminato su questo pavimento
I used to live alone before I knew you
Ero abituato a vivere solo prima di conoscerti

Non fraintendermi: non sono sempre stato un cuore di pietra. Anch’io ho vissuto le mie turbe adolescenziali.
Anch’io ho vissuto il mio primo amore e dato il mio primo bacio. Sebbene la mia educazione mi avesse sempre imposto un certo autocontrollo ed una certa etichetta, non potevo impedire al mio me quattordicenne di sentire il cuore battere e lo stomaco attorcigliarsi, o ben più scabrose sensazioni.
Conoscevo quello che tu chiamavi ancora amore, ma lo vedevo sotto un altro punto di vista, molto più materialistico e corporale di come lo vedessi tu.
Era per quello che non concepivo l’amicizia, al contrario: l’unico legame che si poteva instaurare tra due persone, che non fosse di interesse, era quello della pura attrazione fisica, del puro piacere dei sensi.
L’amore platonico, il volersi bene, l’affetto.. erano per me parole che non avevano alcun senso, concetti che non trovavano attuazione nel mondo che vedevo tutti i giorni.
Per questo ho sempre vissuto solo – mia moglie non era che una fastidiosa compagnia.
Non provavo piacere nello stare con gli altri perché non ne vedevo il motivo, non avevo niente da spartire, con la gente. Niente in comune, niente di cui parlare.
Il piacere di stare con qualcuno l’ho scoperto con te. Di chiacchierare per il puro gusto di farlo. O di stare semplicemente in silenzio, l’uno accanto all’altro.
Quando ti lanciai quella sfida, venisti da me tutti giorni, quasi fossi la mia analista, o io il tuo.
Parlavi, parlavi, parlavi. Parlavi così tanto che dubito che dimenticherò mai il suono della tua voce.
All’improvviso non ero più solo. Avevo una compagnia accanto, irritante, petulante. Ma mai noiosa. Intelligente. Te lo devo concedere. Provavo piacere a stare con te anche allora, ancor prima di rendermi conto che in realtà avevo bisogno di te.

 

I've seen your flag on the marble arch
Ho visto il tuo vessillo sull’arco di marmo
love is not a victory march
L’amore non è una marcia vittoriosa
Its a cold and its a broken hallelujah
E’ un freddo, infranto Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah

Eppure, neanche tu con le tue carezze, con i tuoi gesti accorti, con la tua infinita tenerezza e il tuo completo donarti, sei riuscita a convincermi del contrario.
Neanche tu sei riuscita a farmi vedere che l’amore non rende vulnerabili, che non fa soffrire, che si sta molto meglio senza.
La prima volta che ti sei avvicinata con quello sguardo, la prima volta che ti ho toccata in un modo diverso dal consueto, la prima volta che le nostre labbra si sono toccate, caute e timorose – quanto noi eravamo timorosi di distruggerci l’un l’altro, se ci fossimo avvicinati troppo, la prima volta che abbiamo sancito la nostra unione con qualcosa di diverso dalle parole – che non mi sono mai appartenute in simili casi – ho sperato davvero che tu avresti potuto riuscirci.
Per questo ti ho seguita, dal giorno in cui mi hai fatto vedere le cose in modo di verso.
Ti ho seguita in punta di piedi, forse, senza mai rivelarmi davvero, mantenendomi scostante, freddo, mai vero nei tuoi confronti.
Ma ti ho seguito, ho seguito la tua bandiera, sperando che in qualche modo tu potessi portarmi al Santo Graal.
Ma tu, a differenza di me, non avevi ancora messo in conto la possibilità che io avrei potuto vincere, e non eri pronta alla sconfitta.
Ogni mia brusca parola, ogni mio violento gesto, ogni mio sguardo tagliente, ti ferivano nel profondo, più di quanto la mia passione per te potesse poi curarti.
Ti stavi sgretolando, lentamente, e non potevi farci niente.
Cominciavi a capire quello che ti avevo sempre detto, cominciavi a dubitare del potere assoluto dell’amore e ti rendevi conto che non stavi suonando una marcia vittoriosa ma che ti accontentavi dei gesti più banali, dei gesti che avrebbero dovuto essere banali, e che con me non lo erano.
Ti stavi rendendo conto, in poche parole, che l’amore che avevi cominciato a provare per me non ti stava rendendo felice: ti stava distruggendo.

 
There was a time you'd let me know
C’era un tempo in cui mi avresti lasciato capire
What's real and going on below
Cosa succede veramente lì sotto
But now you never show it to me do you?
Ma ora non me lo mostri mai, vero?

E un tempo avresti continuato a combattere: così come avevi fatto fino ad allora. Un tempo mi avresti fatto capire perché le mie mani tremavano quando ti toccavo, perché mi ostinavo a cercarti la notte, perché ti regalavo libri e quadri, perché ti compravo vestiti, perché ti dedicavo musica, nonostante le mie parole confutassero sempre i miei gesti.
Un tempo ti saresti fatta in quattro per farmi rendere conto di quello che stavo facendo, per rendere manifesta l’evidenza del mio agire.
Per farmi capire cosa in realtà stava diventando la mia anima.
Per aiutarmi a conoscermi.
Per andare oltre lo spesso strato di disprezzo e rancore che ormai mi nascondeva.
Ma non ce la facevi più. Non ce la facevi più perché eri direttamente coinvolta. Non avevi più la forza per opporti ai miei schiaffi, ai miei insulti, alla mia violenza.
Non avevi più la forza di farti distruggere in quel modo, perché neanche tu riuscivi a vedere quello che io in realtà provavo: eri troppo, troppo affranta per renderti conto delle cose buone che ogni tanto mi tiravi fuori.
Troppo ferita, rinchiusa in te stessa, per accorgerti dei miei cambiamenti.
Forse adesso ce la faresti di nuovo. Mi chiedo se ti sia bastato questo poco tempo, questi pochi mesi, per guarire le tue ferite, per dimenticarmi o per odiarmi.
Mi chiedo se vorresti provarci di nuovo, e mi rispondo che no – non lo vorresti. Non lo vorresti perché pensi che a vincere quella sfida sia stato io. Ma non è così. Non ho affatto vinto io.

 

Remember when I moved in you?
Ricordi quando mi muovevo in te?
The holy dark was moving too
Anche la sacra notte si muoveva
And every breath we drew was hallelujah
Ed ogni respiro che prendevamo era un Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah

Bastava guardarmi mentre facevamo l’amore. Ti rendevi conto che quelle carezze non erano casuali? Hai mai visto quelle lacrime nei miei occhi? E quella passione, quella passione poteva essere il segno del mio disprezzo?
Non ti accorgevi che quando ripetevo il tuo nome, in quei momenti, quasi lo veneravo?
Non vedevi che io non ti resistevo, in nessun modo? Non leggevi il tormento nel mio volto, Hermione?
Io vivevo in quei momenti e la tua presenza, così vicina, così arrendevole, così innocente, abbatteva tutte le mie difese.
Mi rendevo conto di quanto stavo cambiando, mi rendevo conto di quanto eri riuscita a strisciare dentro di me, come una subdola serpe. E mi faceva rabbia. Mi faceva rabbia perché in quei momenti mi rendevo conto che stavo perdendo – perdendo! Per me quello era perdere! Ora ho perso tutto: non ti ho più.
Ogni tuo gemito, ogni tuo sospiro, erano un battito di vita in più, una piccola gioia, una piccola stella di luce nell’oscurità della mia anima.
E distruggevo tutto – tutto pochi minuti dopo. Una parola di troppo. Uno sguardo sbagliato.
E le tue lacrime, la tua rabbia, la tua impotenza. No, dicevi che no, non eri riuscita a cambiarmi. Che era inutile, che ero senza cuore, che l’unica cosa che stavi facendo era rafforzare le mie convinzioni e distruggere le tue.
Dicevi che non mi avresti permesso di renderti uguale a me.
Che saresti riuscita a fuggire prima, che saresti riuscita a fermarti in tempo, che saresti stata costretta ad abbandonarmi se io non fossi cambiato. Se non ti avessi dimostrato qualcosa.
Ma come potevo, come potevo rendermi conto di quello che stavo per perdere? Per me era una vittoria: ti avevo dimostrato che avevo ragione.
E ti ho fatto male. E mi sono fatto male.
Perché quando una mattina ho aperto gli occhi e non ti ho vista, ho sentito un vuoto dentro che non avevo mai provato. E lì, è stato lì che ho capito che avevo perso, che tu mi avevi davvero cambiato, sebbene né io né te ce ne fossimo pienamente resi conto.
Ma è stato lì che ho anche capito di avere ragione: l’amore rende vulnerabili. Fa soffrire, fa male.

 


Maybe there's a God above
Forse c’è un Dio lassù
But all I ever learned from love
Ma tutto quello che ho imparato dall’amore
was how to shoot at someone who outdrew you
E’ come sparare a qualcuno che ha estratto le armi prima di te

Un tempo avresti ribattuto che se io non fossi stato quello che ero, che se fossi stato in grado di lasciarmi andare, di mettere da parte, una buona volta, il mio dannato orgoglio, l’amore non ci avrebbe fatto soffrire, ma ci avrebbe resi felici.
Forse hai ragione: ma non è questo che ho imparato, ancora una volta.
Ho scoperto che se avessimo la certezza della sua eternità, sarebbe la migliore cosa che può capitare ad un uomo. Ma nel momento in cui c’è la possibilità di perdere la partita – di perdere tutto, diventa qualcosa da evitare, da scansare. Diventa un arma a doppio taglio. Chi è amato ha in mano la vita di chi lo ama. Tu, senza volerlo, hai distrutto me, con la tua assenza. Io, volendolo, ho distrutto te. Basta un niente, una scintilla, perché la commedia si trasformi in tragedia.
E, per evitare che ciò accada, bisogna difendersi. E l’attacco è la miglior difesa.
Sono quasi sicuro – anzi no, sono del tutto sicuro che chi tra i due ha sofferto di più sia stata tu. Mi dispiace. Ma questa è la verità: per difendersi dall’amore – dal dolore, bisogna sparare per primi.

Its not a cry you can hear at night
Non è un pianto che puoi sentire la notte
Its not somebody who's seen the light
Non è qualcuno che ha visto la luce
Its a cold and its a broken hallelujah
E’ un freddo, è un infranto Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah

E, alla resa dei conti, cosa ci è rimasto? Le tue lacrime per me saranno finite. Il tuo dolore si sarà trasformato in rancore, forse. Non vorrai più pensarmi, sicuramente, perché questo ti reca ancora dolore.
Ed io? Io ho ancora più paura di prima. La sola idea di riprovare quel vertiginoso senso di vuoto mi terrorizza. L’illuminazione che ho avuto al tuo fianco non è durata che il tempo che ti ho avuto, e poi, poi mi ha lasciato più solo di prima, con la fastidiosa sensazione di aver perso qualcosa per strada, e averla dimenticata lì.
In fin dei conti, quello che ci è rimasto, è ben poco. Un sospiro, ogni tanto. Un ricordo, anche un po’ sbiadito.
Ma io, ora posso dirlo, non ho smesso di amarti.
Se stata un piccolo sole nello spazio profondo della mia vita.
E, stai sicura, io ti cercherò, dannata mezzosangue, e ti riporterò da me, perché è con me che devi stare.
Se devi essere felice con qualcuno, Hermione, devi esserlo con me.
Se devi soffrire per qualcuno, Hermione, devi soffrire per me.
Ogni tuo sorriso deve essere rivolto a me, Hermione, così come ogni tua lacrima deve essere versata a causa mia.
Mi appartieni, mezzosangue, ed io appartengo a te.
Non ti lascerò libera, e forse, finalmente, vinceremo la sfida, entrambi, insieme.

Lucius Malfoy

 

 

Mmmm.. E' uscita così. Sentendo questa canzone, e ascoltando con attenzione il testo. La malinconia e il senso di delusione che ne escono fuori, mi sono sembrati perfetti.

Non posso inoltre negare che l'ispirazione per questa fanfiction, e la voglia di scriverla, mi è venuta leggendo "Nella Resa il Vanto" di Astrid. Vi invito tutti a leggerla perchè è bellissima. E la ringrazio, anche qui, perchè mi ha fatto tornare una voglia di scrivere che non provavo da tempo.

A parte tutto, spero vi sia piaciuta.

Lukk

  
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