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Autore: Tynuccia    01/12/2009    4 recensioni
[Gundam SEED] La ragazza sobbalzò, stringendo tra le mani la stoffa del suo semplice abito scuro. Se c'era una cosa che voleva evitare, quella era far infuriare il suo Comandante nel suo stato attuale. [Yzak Joule x Shiho Hahnenfuß]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nero




"Le tue grandi abilità militari ti condurranno in alto, piccola mia."

Così era solito dire il padre di Shiho Hahnenfuß, un membro minore del Consiglio di PLANT che, nonostante la poca rilevanza all'interno delle riunioni, non si era mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno. Anzi.
Con un tenero sorriso che riservava solo alla sua amata figlioletta, il signor Hahnenfuß aveva trascorso parecchi anni cercando di convincere la piccola Shiho ad intraprendere la carriera militare per salvare la sua patria da quegli idioti di Natural e lei, contenta di vedere il padre così orgoglioso ed al contempo eccitato, non aveva mai rifiutato.

Eppure, quel giorno, Shiho avrebbe preferito essere in una sontuosa sala da tè, seduta con le rampolle dell'alta società di PLANT, avvolta in un frivolo abito color pastello, a chiacchierare di moda e spettegolare;

tutto meno che trovarsi lì, vestita di nero, a stringere con troppa forza l'ombrello sulla testa del suo Comandante.

Romina Amarfi singhiozzava disperatamente mentre il sacerdote spendeva due parole in memoria del giovane Nicol, ma il rumore della pioggia scrosciante copriva entrambe le voci. Ognuno sembrava pensare la stessa cosa, comunque: meglio così.

Shiho sospirò, alzando gli occhi viola e fissando il volto di Yzak Joule. Totalmente inespressivo.
Da tre giorni a questa parte, il figlio del Ministro Ezalia non aveva mai parlato, se non per impartire qualche piccolo ordine o avvisare la sua squadra che il funerale del soldato Amarfi si sarebbe svolto quel sabato alle cinque del pomeriggio.

Era stata la stessa Shiho a decidere di accompagnarlo fino al cimitero, come una moglie fedele, riparandolo dall'acqua con il suo piccolo ombrello tascabile: Yzak non sarebbe stato in grado neppure di rendersi conto che pioveva da tanto appariva sconvolto.

La ragazza non l'aveva mai visto così vuoto. Solitamente non era loquace, né aveva una gran voglia di ridere e scherzare, ma era abituato ad abbaiare come un cane per qualsiasi cosa; eppure, quando la sera prima lei aveva fatto cadere un piatto durante la cena, frantumandolo, Yzak si era limitato ad abbassare gli occhi, a fissare i cocci di porcellana e sospirare fugacemente. Poi, come se nulla fosse successo, aveva continuato a mangiare la sua insalata.

Shiho tornò a fissare il feretro, coperto da una bandiera raffigurante lo stemma di ZAFT, mentre veniva calato in una fossa. Non conosceva personalmente Nicol, l'aveva visto solo un paio di volte mentre trotterellava allegramente al fianco di Athrun Zala nei corridoi dell'Accademia, eppure quel ragazzino le aveva sempre ispirato profonda simpatia. I suoi occhi nocciola erano il ritratto della dolcezza ed i suoi modi gentili erano decisamente squisiti, nonostante molti loro compagni erano soliti deriderlo e paragonarlo ad una femminuccia.

'Una femminuccia che ha ammazzato innumerevoli nemici. Una femminuccia che, d'ora in avanti, sarà considerata un eroe senza pari,' si ritrovò a pensare la ragazza, stringendo ulteriormente il manico di metallo dell'ombrello.

Lei poteva anche non conoscerlo. Ma Yzak sì. Erano stati nello stesso team per anni, del resto. L'unica cosa che le sembrava decisamente fuori dalla norma era proprio la reazione dell'albino: che lei sapesse, Yzak non poteva vedere Nicol e non perdeva mai occasione per sminuirlo o attaccarlo pesantemente. Dopo l'attacco ad Heliopolis aveva iniziato a definirlo un codardo, tra l'altro.

"Andate in pace."

La voce del sacerdote giunse remota alle orecchie di Shiho, ma le persone che, con aria affranta, le passavano accanto per uscire dal cimitero, erano fin troppo visibili.

La ragazza attese che fossero andati via tutti, eccezion fatta per gli Amarfi, immobili davanti alla tomba del figlio, per girarsi leggermente e guardare Yzak.

"Signore," chiamò con risolutezza. "La funzione è finita."

"Hm… capisco…" rispose lui distrattamente. Si voltò e cominciò a camminare, lasciandosi alle spalle lei e l'ombrello. In due secondi si bagnò dalla testa ai piedi, ma non ebbe alcuna reazione.

Shiho sospirò stancamente. "S-signore, aspetti!"

***

Yzak guardò Shiho senza dire una parola. In una situazione del genere parlare era superfluo ed il suo stato d'animo era sotto le scarpe. Reclinò la testa e si coprì gli occhi con il braccio.

Dopo che il soldato Hahnenfuß l'aveva letteralmente trascinato via da una bettolaccia, i due erano finalmente approdati a casa Joule ed ora, mentre lui rimaneva seduto scomposto sul suo comodo divano, lei stava mettendo i suoi abiti zuppi ad asciugare davanti al camino.

"Signore?"

"Hm?"

Sollevata dal suo grugnito, Shiho si voltò e si sedette di fronte a lui. "Come sta?"

L'ombra di un sorriso fece la sua timida comparsa sul volto inespressivo dell'albino. Si tolse lentamente il braccio che faceva da schermo ai suoi occhi e guardò Shiho, quasi insistentemente. "Come diavolo pensi che sto, Hahnenfuß?"

La ragazza sobbalzò, stringendo tra le mani la stoffa del suo semplice abito scuro. Se c'era una cosa che voleva evitare, quella era far infuriare il suo Comandante nel suo stato attuale. Scattò in piedi e tese la mano davanti alla fronte, mordendosi il labbro inferiore. "S-sono spiacente, signore!" urlò, indietreggiando. "Ora che l'ho portata a casa…"

Indugiò, fissando il pavimento. Cos'avrebbe dovuto aggiungere? Niente, sussurrò una vocina nella sua testa. Annuì e si voltò, cominciando a marciare verso la porta. Era già abbastanza imbarazzante stare al fianco di una bambola immobile, non avrebbe peggiorato le cose rendendosi ridicola ai suoi occhi.

Quando poggiò la mano sulla pulsantiera che avrebbe aperto la porta sentì un fruscio e qualche passo. Si fermò, in attesa, senza voltarsi.

Era già qualcosa se Yzak si era finalmente deciso a fare qualcosa di così complicato.

"Hahnenfuß," disse dopo qualche attimo di silenzio. "Se te ne vai in questo momento puoi anche evitare di venire in ufficio, lunedì."

Shiho sorrise leggermente, ma si affrettò a far morire quel ghigno di vittoria. Si girò e, nuovamente, fece il saluto militare, facendo schioccare i tacchi delle sue belle scarpe. "Signorsì!"

Yzak si lasciò cadere sul divano, continuando a guardarla. "Non stare lì in piedi. Siediti."

La ragazza obbedì –del resto lui era il suo superiore- e si accomodò vicino a lui, questa volta. Non si aspettava che si sfogasse con lei, ma il suo cuore, che batteva rumorosamente, sperava in qualcosa di più; una specie di premio per le sue premure.

"Mia madre sarà impegnata al Consiglio," disse Yzak, improvvisamente. Si portò una mano alla testa ed affondò le dita nella chioma argentea. "Non ho voglia di rimanere solo."

"Ma lei non è solo, Comandante," tentò Shiho, cercando di strappargli un grugnito. "Non vorrei sembrarle melensa, ma ci sono io qui con lei."

Il ragazzo fissò la mano che Shiho aveva appena posato sul suo braccio nudo, muovendola un poco. Era tremendamente invitante.

"Grazie, Hahnenfuß."

"Non ci sono problemi, signore."

Fece per ritirare la mano, ma Yzak le afferrò il polso, attirandola a sé. I loro sguardi si incrociarono, i loro respiri si mischiarono fino a diventare una cosa sola.

Le gote della ragazza diventarono scarlatte e, nonostante volesse distogliere gli occhi, non riuscì. La sua mente si affollò di pensieri e conseguenze. Non era mai stata con un uomo, ma sapeva che, quando i ragazzi erano così vicini, volevano solo una cosa.

"Sign-ow!"

Nonappena Shiho aveva aperto la bocca per dire qualcosa, Yzak l'aveva abbracciata, stringendola a sé. Non era una stretta passionale, si capiva perfettamente dai brividi che scuotevano il corpo dell'albino. Intenerita e triste al contempo, ricambiò l'abbraccio, permettendosi di giocherellare con i suoi capelli argentei.

Yzak cominciò a singhiozzare quando sentì il dolce tocco delle dita della sua momentanea compagna. La strinse ulteriormente. "D-Dearka è stato dichiarato MIA, così come Athrun. Il primo, del resto, era il mio migliore amico, nonostante non l'abbia mai detto, mentre il secondo era il mio eterno rivale… cos'è la mia vita ora…?"

Shiho spalancò gli occhi, sentendo una morsa d'acciaio stringere il suo cuore. "Signore…"

"Mentre Nicol… Nicol non mi è mai piaciuto, eppure sento che mi mancherà d'ora in avanti! Perché ho dovuto sempre essere così… così… freddo?"

Yzak affondò il volto nell'incavo della spalla della ragazza, continuando a singhiozzare.
Apprezzava la sua vicinanza e il rumore del suo cuore che batteva ora all'impazzata, ora quieto, stava iniziando a rilassarlo.

Rimasero in silenzio per quella che parve un'eternità, fino a quando Yzak si accorse che Shiho tremava molto più di lui. La lasciò andare, afferrandola per le spalle.

"Hahnenfuß…?"

Alzò un dito per togliere le lacrime che avevano preso a cadere mestamente sul suo viso. Lei si morse il labbro inferiore e guardò alla sua destra. "S-sono spiacente, signore, ma mi sono commossa, signore."

Miracolosamente le labbra del serissimo Comandante di ZAFT s'incurvarono in un tenero sorriso mentre la sua mano continuava ad accarezzare la sua pelle candida. "Che carina, Hahnenfuß."

Shiho arrossì violentemente, soprattutto quando Yzak l'abbracciò nuovamente, ora senza stringerla possessivamente. "Mi dispiace che si senta così, signore."

Lui scosse il capo, sospirando. "Sono io quello che dovrebbe scusarsi. Ti ho trattato male in questi giorni, oggi soprattutto, e sei quella che meno se lo merita, Hahnenfuß. Ancora grazie."

Lei annuì, rannicchiandosi ulteriormente contro il suo corpo. Di certo l'umore del suo Comandante era stato nero come la pece, ma ora, per fortuna, si era tinto di sfavillanti colori.
  
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