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Autore: _Shee    01/12/2009    0 recensioni
[Sospesa a tempo indeterminato] Gaia Doriani è la protagonista di questa storia, una ragazza in cerca di celebrità, innamorata e succube di un uomo che non la rispetta. Purtroppo per lei quell' uomo, Matthew Reed, è lo stesso che le garantisce la fama che tanto ha cercato. Eppure, ad una serata di gala, Gaia incontra un'altra persona, che inaspettatamente la farà innamorare e le darà nuova notorietà. Ma questo nuova storia sarà amore o solo un modo per liberarsi dai vecchi legami?
Stralcio dal capitolo 14
"Ma poi non è vero che lo sto utilizzando, io lo amo! Sì lo amo! Non devo sentirmi in colpa, se mi nascondo dietro la parola amore, serve a questo no? A difendere. A lottare. A vivere."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Questi sono mughetti, ed indicano un ritorno di felicità, come sarà per noi…
Mi aveva sospinto verso il letto ed io m'ero seduta meccanicamente; l’unica cosa che sentivo in quel momento era lo scricchiolio delle mie ossa, il movimento remissivo dei miei muscoli, il senso arrendevole d’ogni parte del mio corpo.
-Questi sono giacinti ed esprimono l’avventatezza, e noi stiamo facendo proprio le cose in fretta ma l’importante è che ne siamo certi…
La sua voce raggiungeva ovattata le mie orecchie, era così carica di melliflua falsità da trovarla erosiva.
Avventatezza e certezza…se fossi stata diabetica un banchetto a base di meringhe sarebbe stato meno sconsiderato.
-Queste invece sono calle e significano raffinatezza, e per prendere queste ho pensato al gala di una settimana fa, eri di una finezza diamantina…
Lui ricordava questo di quella sera…io no. C’era Leonardo e c’ero io, in un mondo a parte. E poi c’era Matteo, sì, ma di lui non scordo solo l’espressione degli occhi cacciatori, e le sue mani, pesanti ed impetuose sul mio corpo.
-Questa è la peonia e manifesta l’amore felice, anche questo è un augurio per la nostra nuova vita insieme…
Non mi ero accorta che mentre indicava i fiori, con una mano mi aveva avvolto le spalle, e mi sfregava un braccio. Non mi ero nemmeno accorta dei brividi che mi percorrevano a fior di pelle. È davvero convinto che sia per il freddo?
-Queste qui sono zagare, i fiori dell’arancio, e danno ad intendere che, voglio sposarti, con tutto me stesso…
Poveri fiori, adoperati per un proposito tanto capriccioso…
-Poi questa è la speronella e palesa la mutevolezza, quello che sei tu, mutevole, ed è per questo che mi piaci…
Ecco ancora la prova che quello non era Matteo: quello vero sopprime ogni mio mutamento, quello vero ha paura dei cambiamenti, quello vero comanda il tradizionalismo eterno del più grande posto sopra a quello un po’ meno grande e che quindi non ha potere di decidere di testa propria.
-Infine, questa è l’ortensia, e vuol dire “Grazie per la comprensione”.
Sentii la sua mano posarsi sulla mia guancia e con una leggera pressione volse il mio viso dalla sua parte. Si avvinghiò con virulenza alle mie labbra, fece saettare la lingua dura e vischiosa nella mia bocca, e mi calcò con la mano sempre più verso di lui. Ora lo riconoscevo. Tolse i fiori dalle mie gambe e provò ad appoggiarmeli a fianco, ma erano troppo pesanti perché potessero tenersi in bilico sul bordo mentre iniziava a muoversi sempre più bruscamente su di me. Il mazzo cadde in una nuvola di petali, e fu l’unica cosa che vidi prima di strizzare gli occhi. Pensai alle ortensie che ringraziavano per la mia comprensione…
E parlai.
-Sai mica che le ortensie significano anche frigidità?
Da quando era tornato non avevo aperto bocca. Non volevo aprirla. Adesso invece la mia mente si era aggrappata al significato nascosto di un fiore, prima che il mio corpo si abbandonasse di nuovo al carnefice. Avevo proferito lentamente, ma con chiarezza. Sembravo quasi sicura di me.
Matteo si bloccò. Le mani strette sui miei polsi. Osservò il mio viso, che stava davvero mutando dall’imperturbabilità ad una sorta di vittoria silenziosa. Corrugò la fronte ed aprì la bocca in una smorfia, pronto, certamente, a riempirmi d’insulti…
  
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