In assenza di Te..
Con questa invece voglio mettercela tutta! Grazie per aver perso del tempo a leggere qui xD
Have fun! ♥
***
A volte non vorrebbe altro se non incontrare quei suoi occhi neri come il buio e perdervisi in un momento.
A volte non vorrebbe altro se non dimenticarsi chi
sia in realtà e sentirsi parte di lui.
A volte non vorrebbe altro se non intravedere in
lui uno sguardo che sia molto più espressivo di mille parole.
A volte non vorrebbe sentire un silenzio intriso
di pensieri non detti e sentirsi stretta fra quelli.
A volte non vorrebbe stare sveglia a guardare
quella finestra in attesa di qualcosa che sa già, non
verrà.
A volte vorrebbe solamente specchiarsi nel suo
sguardo e capire di essere vista come lei vede lui.
Speciale.
Ma c'è cascata nella sua trappola, ora
non può far altro che sorbirsi le conseguenze.
Perchè si sa, non si può scappare. Non quando
lasci la ragione per seguire il suo più acerrimo nemico: il
Cuore.
E questo lo sapeva bene, sapeva che mollare la
ragione voleva dire buttarsi a capofitto nell'oscurità e
seguirne le tracce, eppure non la spaventavano esse in sè.
La spaventavano quegli occhi che forse, un giorno,
l'avrebbero abbandonata anche nei sogni.
Aveva paura di non riuscire a sondargli l'anima,
perchè lui un'anima doveva averla senz'altro.
Aveva paura di non essere in questa. Di non
trovare dentro inciso il proprio nome, oltre lo spesso strato di pietra
che celava il suo cuore.
__
Era sdraiata sul letto. I morbidi capelli ricci simili a lingue di fuoco sparsi per il cuscino. Lo sguardo su un punto non ben definito della stanza. Era silenziosa. Il sol rumore, se così si può definire, era provocato dalla cenere di quell'incenso ormai quasi finito, che cadeva dentro il piattino su cui era in bilico. In bilico. Si poteva definire così il suo umore? In costante bilico fra una frustrazione perenne dettata da un motivo ancora non preciso e la voglia di ricominciare, di strappare una pagina e sostituirla con una bianca senza sbavature?
Erano passati tre lunghissimi anni da quando tutto
era cominciato e, lentamente, finito. E lei non era nemmeno a Fell's
Church. Nessuno era a Fell's Church.
Thomas e Honoria Fell potevano riposare in pace
adesso, senza vampiri e creature oscure ad intralciare il passo della
comune gente della città. I fondatori potevano continuare il
loro lungo sonno indisturbati. Niente sarebbe più
accaduto. Niente..
Bonnie si voltò dall'altra parte, dando
le spalle alla porta. Gli occhi si fissarono per qualche attimo sulla
finestra, poi li chiuse. Silenziosa una lacrima le tracciò
una scia per la guancia, per poi morire sul collo. Si era ripromessa di
essere forte, ma in fondo non lo era mai stata. Non era Meredith con
quel suo sguardo impassibile, sempre lucida. Non era coraggiosa come
Elena, pronta a tutto. Era solo Bonnie. Quella Bonnie che andava nel
panico quando era in difficoltà, che il più delle
volte non sapeva gestire le situazioni e che non era fatta per compiere
imprese titaniche.
Non si era mai sentita importante, fra di loro.
Era la persona con meno compiti, era sempre stata quella che c'era ma
in realtà non c'era mai. L'unica cosa a renderla utile era
il suo dono tramandato dalla nonna. Lei era una strega. Un
pò come Honoria, forse era per questo che decise quella
volta di non privarsi dei poteri, perchè almeno quelli la
rendevano utile in qualche modo.
Ma ora non sapeva che farsene, nemmeno di quelli.
La finestra della sua stanza era semiaperta, entrava una lieve frescura
della tipica serata estiva.
Il campus della Miami International University of
Art & Design era sinistramente silenzioso in quelle notti, le
vacanze di primavera erano alle porte.
Non tornava a casa da due anni. Tornare a casa
equivaleva a vedere i profondi tagli che le solcavano l'anima quando
anche solo un dettaglio risvegliava i ricordi. Come si era ridotta in
quello stato? Si stava chiedendo fra sé. Come poteva stare
così ancora? Era come se tutto ciò che era
dipendesse dagli altri, che da sola non era niente. Eppure Meredith
stava ancora con Alaric, e quella che sembrava una cosa nata dallo
scherzo pian piano si rivelava importante davvero. Elena. Beh Elena,
morta per quasi tutto il mondo e viva per quei pochi che conoscevano
tutta la verità. Legata a stefan fino alla fine dei giorni
di entrambi. Come Romeo e Giulietta, con la differenza che loro, nel
loro mondo oscuro, erano vivi. E poi c'era Matt. Il dolce e affidabile
Matt, che era pronto a tutto per stare accanto a loro. Matt che ora se
n'era andato in un College per i giovani talenti del Football. Non lo
sentiva da quando aveva lasciato Fell's Church. Quella che poteva
sembrare l'inizio di una bella relazione, era finita con un'amicizia
più o meno solida. Matt era più un fratello
maggiore, un migliore amico. Non un ragazzo.
Volutamente aveva ignorato quel ragazzo che fino a tre anni prima le aveva fatto perdere il senso di ogni cosa, e come sfacciato era entrato nella sua vita, ne era beatamente uscito lasciando un solco profondo che solo lei doveva ricoprire, con scarsi risultati. L'aveva fatta stare sul filo del rasoio per troppo tempo. Ancora adesso se ci ripensava provava una fitta al petto. L'aveva abbandonata. In quei momenti non si era nemmeno accorta di essersi aggrappata così tanto alla sua presenza, da soffrire la sua assenza nei momenti in cui non c'era.
Volutamente aveva ignorato quel ragazzo che fino a tre anni prima le aveva fatto perdere il senso di ogni cosa, e come sfacciato era entrato nella sua vita, ne era beatamente uscito lasciando un solco profondo che solo lei doveva ricoprire, con scarsi risultati. L'aveva fatta stare sul filo del rasoio per troppo tempo. Ancora adesso se ci ripensava provava una fitta al petto. L'aveva abbandonata. In quei momenti non si era nemmeno accorta di essersi aggrappata così tanto alla sua presenza, da soffrire la sua assenza nei momenti in cui non c'era.
Eppure se n'era resa conto quando un giorno,
lasciò tutti senza dire niente. Come suo solito,
pensò. Ritornerà.
E
invece non era più tornato. Addirittura Stefan ne era
rimasto un pò deluso, anche se almeno a noi cercava di non
darlo a vedere. Ora che stavano iniziando ad avere un rapporto
più fraterno, se così poteva definirsi. Non una
parola, niente.
Solo una piuma di Corvo, sul davanzale di quella che era la camera di Bonnie.
Solo una piuma di Corvo, sul davanzale di quella che era la camera di Bonnie.
Quella piuma che ora si trovava poggiata sul
comodino del suo letto, sopra un libro che stava finendo di leggere sui
Druidi.
Una piuma di un nero corvino, che rimandava il
colore dei suoi occhi. Quel nero oscuro che affascina.
Sospirò, lasciando che il suo ultimo
sguardo permanesse lì a guardarla perdendosi in troppi
pensieri, per poi addormentarsi e sognare tormenti.