È
con
somma gioia e commozione che torno con questa storia. Non potete capire
cosa
significhi per me riprendere “Kamikaze Boys”.
A tutti
quelli che hanno amato e amano questa storia devo un profondo e sincero
ringraziamento.
Dovete
sapere
che a causa di un dolore incredibile che ha colpito la mia famiglia
avevo perso
la voglia di scrivere e anche di ridere. In quel momento più
di ogni altra ho
odiato questa storia perché mi è sembrata troppo
luminosa e viva e spensierata,
ma io ero troppo immersa nel buio per non sentirmi ferita. Volevo
cancellarla. Dimenticarla.
La consideravo il parto di una mente sciocca ed infantile che si
diverte a
costruire universi paralleli e non vuole affrontare la
realtà che fa schifo.
Poi il
dolore si è fatto meno intenso, per lo meno sopportabile. Ho
cominciato a pensare
che forse i miei mondi paralleli non erano stupidaggini, che forse mi
aiutano
ad andare avanti, che sono una parte cosi radicata in me che non posso
farne a
meno. E ho ricominciato a scrivere. Ma solo storie cupe e piene di
rabbia e
frustrazione, quella che permiava il mio cuore e che dovevo
sfogare…
Poi la
svolta. Qualche sera fa, senza un perché comincio a
rileggere Kamikaze un
capitolo dopo l’altro e le recenzioni che mi inviavate. Ho
sentito dentro al
petto una gioia e una serenità che quasi non potete
immaginare. Ho ricordato la
me stessa che scriveva quei capitoli, ridendo e arrabbiandosi e
disperandosi perché
i suoi personaggi non rispondevano ai suoi ordini. E ho capito che
dovevo
continuare, non potevo lasciarla morire così….
Siete
stati voi la mia forza, il mio spunto, la mia luce. Per questo questo
capitolo
è per voi.
Così
come
vostra è questa immensa e noiosissima introduzione.^^
Ad Azzurra,
per essere
l’amica
speciale e dolcissima che è,
per
ascoltare i
miei scleri assurdi su Felpato, Ramoso e fratelli di vita,
per aver
amato
questa storia più di quanto l’ho amata io.
Ladies and gentlemen: The Show must go on!
Capitolo 10: Attimi di anormale quotidianità
Ho
caldo. Il che non è normale se si considera che siamo a
metà novembre.
Mi
sento scoppiare, non ce la faccio più. Devo trovare
qualcosa, una cosa
qualunque che mi liberi da questo tormento. Mi scrollo le lenzuola e il
piumone
di dosso, ma la situazione non migliora. Il mio corpo si contorce in
cerca di
sollievo e improvvisamente sento un vuoto allo stomaco, una sensazione
di
benessere assoluto e sono…
Cazzo
sono bagnato!!
Spalanco
gli occhi uscendo velocemente dal mio stato di dormiveglia. Cosa
diamine è
successo?
Inutile
dire che il mio cervello non fa in tempo a darsi una risposta.
La
prima cosa che vedo sono due enormi occhi azzurri che mi fissano
sorpresi. A
quanto pare il dobe non ha ancora capito che la sua cuccia non
è questa.
“
Cosa…che..” borbotto ancora incapace di
comprendere che sta succedendo.
Il dobe
incredibilmente è arrossito fino alle orecchie, il suo
sguardo continua a
spostarsi dal mio volto alle coperte.
“credevo
avessi un incubo” biascica il dobe imbarazzato
“invece, sei…sei venuto”
Il mio
cervello ci mette qualche secondo ad elaborare le parole di
quell’idiota.
Non
è
possibile.
Non
posso averlo fatto sul serio…OH MIO DIO!
“
CHE
COSA?!!” urlo leggermente isterico mentre mi catapulto fuori
dal letto
travolgendo il dobe.
Calmati
Sasuke, questo è solo un brutto, imbarazzatissimo e
bagnatissimo sogno. Ora ti
sveglierai e tutto tornerà alla normalità.
Itachi
e Shisui irrompono nella mia camera attirati dal mio urlo. Oh mio dio,
perché
quest’incubo non fa che peggiorare?!
“
Otouto…” esclama quell’idiota di mio
fratello prima di bloccarsi ad osservare
il cavallo del mio pigiama e portarsi le mani tremanti alla bocca
spalancata.
Shisui,
dietro di lui, mi guarda con due occhi lucidi e commossi, neanche fosse
una
mamma il primo giorno di scuola della figlia.
Un
brivido freddo mi attraversa la schiena. Sta per succedere qualcosa di
tragico…
“
Il
mio otouto è diventato grande! La sua prima pullulazione
notturna!!” esclama
Itachi con una dannata vocetta stridula.
Il dobe
si gira e lo fisso interdetto “ Pullu che?” chiede
aggrottando le sopracciglia.
Non
è
un dannato sogno.
****
“
Sasu?
Vuoi tenermi il broncio per sempre?” chiede il dobe con
quella sua stupida voce
lagnosa.
No,
solo finche non trovo un metodo abbastanza doloroso per ucciderti.
Dannato dobe
traviatore di menti e corpi!
Finchè
questo stupido yanki non è venuto a vivere con noi, il mio
corpo si è sempre
comportato in modo più che dignitoso.
Niente
risvegli traumatizzanti o improvvisi attacchi di calore.
È
tutta
colpa sua dannazione!
“
E dai
Sasu!! Non l’ho mica fatto a posta! Che ne potevo sapere che
da lì a poco…”
“
Non
dirlo!” ringhio stringendo la cinghia della cartella tanto da
sbiancarmi le
nocche “un’altra parola e giuro che ti strappo la
lingua”
La mia
occhiata velenosa non sembra sortire alcun effetto perché il
dobe imperterrito
continua ad infierire.
“
Guarda
che anche a me è capitato! Non devi sentirti mica
imbarazzato sai?” dice con
quel suo stupido sorrisino stampato in faccia.
“
Gradirei non sapere altro sulla tua vita sessuale
grazie…” strascico cercando
di concentrarmi sui ciottoli della strada e non sull’immagine
mentale del dobe
in una pozza di…oh che schifo! Ora dovrò
scartavetrarmi il cervello per
cancellare quel pensiero!
Da
quando quest’idiota ha invaso definitivamente casa mia non ho
più pace.
Lascia i suoi vestiti
ovunque, si ostina ad
addormentarsi nel mio letto o a saltarci sopra la mattina, con
l’amorevole
intenzione di svegliarmi secondo il suo cervello bacato, provocando
seri danni
al mio sistema cardiocircolatorio.
Morirò di infarto
precoce. O sbalzato fuori
dal mio letto per l’onda d’urto. O entrambe le cose.
Come se
non bastasse, sembra che i miei ormoni si siano risvegliati
improvvisamente e
io assomiglio ad una dannata ragazzina col ciclo e con un corpo
ingestibile!
E
infine lo spettacolino di stamattina. Quell’idiota
di Itachi ha persino tentato di
farmi una lezione sul sesso; ho dovuto minacciarlo di dar fuoco alla
sua ultima
collezione per farlo smettere.
“
Sasu?”
“
Cos’altro vuoi?!” ribatto acido al cataclisma che
ho affianco.
“
Pensavi a Daniel Craig stamattina?” mi chiede assolutamente
innocente l’idiota.
Sento
la vena della tempia pulsare pericolosamente.
Sto per commettere un
omicidio. Probabilmente
riceverei anche un premio per aver liberato il mondo
dall’ennesimo idiota.
Sfortunatamente
per il premio il cancello della mia scuola si staglia a pochi metri.
Dovrò
rimandare il tutto.
Come
sempre da quando vive con noi, il dobe mi accompagna fino
all’entrata ciarlando
del nulla.
Mi
sembra di essere quel tizio idiota con quel cane iperfedele. Lassie, se
non
sbaglio, quella che torna sempre a casa.
Peccato
che di tutte le qualità di quel sacco di pulci, il dobe
abbia preso solo
questa.
“
Buona
giornata teme!” sbraita sorridendo da orecchio ad orecchio.
Ha una
faccia ridicola quando fa così.
“
see
see…sparisci dobe” rispondo.
Ovviamente
si imbroncia “ Ehi brutto teme! E io che ti accompagno
pure!”
“come
se fosse una mia richiesta” ribatto atono
Il dobe
boccheggia indignato prima di voltarsi con fare offeso e allontanarsi;
lo
osservo girare l’angolo prima di entrare.
******
Non
è che
io abbia preso l’insana abitudine di non poter stare lontano
dal dobe, è solo
che non riesco, sinceramente, a capacitarmi del fatto che
quell’ameba possa
essere di qualche utilità al genere umano con un lavoro.
Per
questo da quando ho scoperto come passa le sue giornate, escludendo il
tempo
che passa ad invadere il mio spazio vitale, mi sono preso la briga di
andare a
dare un’occhiata.
Il
fatto poi che sia tornato tutti i giorni nelle successive due
settimane, finita
la scuola, è un punto del tutto irrilevante e trascurabile
dettato da una serie
di coincidenze che non è il caso di analizzare al momento.
E dove
poteva spendere la sua inutile esistenza? Ma in un’officina
meccanica ovvio!
La
prima volta che ho messo piede nel “favoloso mondo delle
yanki-amebe rombanti” ,
sono stato accolto da una serie di individui che hanno fugato ogni mio
dubbio…quell’idiota non poteva che lavorare
lì.
La
proprietaria è una yanki femmina, tale Tsunade,
un’ubriacona tettuta e iraconda,
con la fissa per il gioco d’azzardo. Solo due giorni fa gli
ho vinto per la
sesta volta l’equivalente dello stipendio del dobe a poker.
In
pratica mi paga per demolire la sua dignità.
“Uchiha!!”
urla appena mi vede oltrepassare la saracinesca brandendo
un’enorme ventaglio
di carta di riso “la fortuna è dalla mia parte
oggi! Ti spillerò fino
all’ultimo centesimo!”
Quella
donna è pazza. Deve aver inalato troppo Monossido di
Carbonio.
“
Tzk!
Lo dici così spesso vecchiaccia che ormai dovresti essere
milionaria.” Ribatto freddo.
“
Come
osi!! Io ho solo 35 anni!”
Certo
come no! E io sono la fata turchina.
Lancio uno sguardo ironico sulla povera mentecatta. Oggi
ha acconciato
la chioma biondo platino in due codini e indossa fuseux rosa shocking
coordinati ad una camicia hawaiana. Devono averle tagliato la luce in
casa
perché nemmeno Itachi sarebbe in grado di accostare tanta
assurdità con
l’ausilio di una fonte luminosa.
“
troppo tardi per lo stile Lolita ma giusto in tempo per il
Botox…” borbotto
sarcastico poggiando la cartella su l’unica sedia che sembra
priva di grasso.
Questo
posto annega nel sudiciume, ma
non lo
puliscono dal 15-18?!
“
COSA
HAI DETTO MOCCIOSO??” sbraita saltando sulla sedia.
Ovviamente
la ignoro e mi dirigo verso il box dove lavora il dobe.
L’estate di Vivaldi nella mia mente copre le
urla della yanki femmina.
Qualcuno
dovrebbe dirle che urlare in quel modo le fa venire le rughe…
Il dobe
sta lavorando su quello che rimane della sua moto. Non si è
ancora deciso a
darle l’addio finale.
Per
quel che mi riguarda la corona funebre è già
pronta, con un bel fiocco viola
corredato di biglietto:
il mio
più sincero
cordoglio per la dipartita del tuo encefalo.
Cordialmente
Sasuke
Uchiha.
Del
resto fra i due la moto era di sicuro la mente della coppia.
“
Ciao
teme! Mi passeresti la chiave esagonale?” dice il dobe
propinandomi uno dei
suoi stupidi sorrisi.
“Mi
hai
scambiato per il tuo assistente? E poi perché dovrei sapere
com’è fatta una
chiave esagonale?” ribatto incrociando le braccia al petto.
Il
fatto che mi degni di venire in questo posto dimenticato da Dio e
intriso di
Gas e olio, non implica che io abbia attitudine o volontà
alcuna di infilare
le mie mani in un motore.
“
Anch’io
sono felice di vederti. Grazie non devi disturbarti faccio da
solo…” borbotta
il dobe afferrando un ferro dalla cassetta lì vicino.
“
Il
rombo dei motori ti ha rimbecillito del tutto?”
“No
teme! Basta la tua presenza indisponente!” rimbecca occupato
a stringere un
bullone.
Mi
chiedo se le sue sinapsi siano andate in corto per imparare una parola
così
complicata.
“
Hai
mangiato la pagina I del dizionario insieme alla brodaglia che
ingurgiti di
solito, oppure la tua mente annacquata ha partorito da sola questa
metamorfosi
linguistica?” chiedo saccente.
Il dobe
sbuffa imbronciato “ Idiota di un Teme, smettila di usare
paroloni per
confondermi!”
Gli
scocco un’occhiata vagamente divertita “ Non
è colpa mia se non ti sei evoluto
come tutti gli esseri umani e sei rimasto al livello di un
australopiteco.”
Il dobe
mi fissa sconcertato “ Un che?”
Sospiro
esasperato. Ma perché spreco fiato con una forma di vita
tanto inferiore?
Ha il
naso sporco di unto, le mani completamente nere e quello straccio, che
osa
chiamare tuta da lavoro, che da rosso ha assunto una
tonalità violacea.
Ma dico
si può essere più ridicoli e completamente
indifferenti alle regole di igiene
personale?
Estraggo
dalla tasca un pacchetto di Kleenex e mi sotto il suo sguardo sorpreso
gli
ripulisco il naso.
“
Fai
schifo dobe! Ma cos’è hai due anni?”
borbotto.
L’idiota
sorride raggiante illuminandosi tutto. Se avesse la coda mi farebbe le
feste ma
inaspettatamente non dice nulla di irreparabilmente inutile.
Almeno
per i successivi 5 minuti.
“
Sasu?
Posso dirti una cosa?”
“
Se
non puoi farne a meno” rispondo sarcastico.
Il dobe
si morde il labbro esitante “ E se poi ti arrabbi?”
Come se
normalmente invece quello che blatera abbia l’effetto di un
barbiturico su di
me!
“
Dobe
parla prima che cambi idea e decida di ignorare te e la tua mente
deprivata!”
“
Eribellostamattina” biascica rendendo incomprensibile
qualunque cosa abbia
detto.
“
So
che per te è un concetto difficile, ma se non apri la bocca
dubito che uscirà
un qualche suono comprendibile dalle tue labbra…”
dico inarcando il
sopracciglio.
Il dobe
fa un respiro profondo e poi mi guarda come se stesse per andare al
patibolo, o
per rimettere il pranzo.
Per
qualche arcano motivo le due immagini si sommano e, nella mia mente, il
dobe si
incammina verso l’impiccagione rimettendo ramen.
Comincio
a credere che l’idiozia sia contagiosa. Deve esserci una fuga
di gas in questo
posto.
“
Tu…tu…eri bello stamattina!” sputa
fuori il dobe strappandomi dai miei pensieri
assurdi.
Sento
il volto andarmi in fiamme mentre lo osservo sconvolto.
Ha
appena detto…
Cosa
diamine ha detto quel dobe maniaco??
“Mi…mi
passeresti la chiave inglese?” tenta si sviare vigliaccamente.
Il
sangue mi romba nelle orecchie.
Gliela
tiro in testa la sua chiave inglese!
Devo
solo scoprire come è fatta…