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Autore: _G0tik4_    03/12/2009    10 recensioni
Questa è la mia nuova storia,anche questa una Harry Potter/Twilight crossover e HP/EC(Harry/Edward) Slash. "E poi sentii un morso all’altezza del collo, lunghi denti aguzzi che mi perforavano la pelle e poi ghiaccio e poi fuoco. Un intenso bruciare proprio lì dov’ero stato morso e capii, anche in mezzo al dolore, che colui che mi aveva morso era stato un vampiro, un vampiro il cui unico intento non era stato quello di nutrirsi da me ma di trasformarmi, “Un’eternità all’inferno!” mi ha sussurrato prima di sparire nel nulla. Non so chi fosse, non l’ho mai visto in faccia ma nemmeno mi importa. E poi in mezzo alle ondate di fuoco sentii un altro grido, e seppi senza vederlo che era il grido di Draco e che la stessa cosa che stava succedendo a me stava succedendo anche a lui. Non so esattamente cosa successe dopo, il bruciore diventava più intenso man mano che i minuti passavano e si stava propagando velocemente nel resto del corpo. Non avevo mai provato un dolore così forte, nemmeno la cruciatus era comparabile a quello che stavo provando. Era come avere il fuoco che bruciava direttamente dall’interno, un fuoco che invece di consumare sembrava riformare il mio corpo, riuscivo a sentire ogni singolo organo interno che veniva lambito dal fuoco. Non so se urlai o mi dimenai, tutto quello su cui riuscivo a concentrarmi era quel dolore immenso, non ero consapevole di nient’altro intorno a me. E poi il dolore aumentò ancora di intensità e il mio cuore accelerò i battiti. Sapevo cosa mi stava succedendo eppure una parte di me credeva che il mio corpo non sarebbe riuscito a sopportare il dolore e sarei morto. E poi finalmente dopo un eternità il dolore iniziò a passare pian piano. Riuscivo a sentire nuovamente le dita delle mani e dei piedi e poi ancora dopo le braccia e le  gambe e poi finalmente il bruciore si concentrò solo sul cuore e il battito divenne ancora più accelerato e seppi che si sarebbe fermato. E poi finalmente il cuore diede un ultimo battito e poi si fermò e il dolore sparì e io potei finalmente aprire gli occhi." Harry e Draco vengono morsi da un vampiro durante la battaglia finale. Severus e Narcissa sono anche loro vampiri. Remus è un licantropo come quelli di la Push. Dopo nove anni passati a nascondersi nel Maniero dei Prince decidono di lasciare l'Inghilterra e trasferirsi a Forks, il luogo ideale per i vampiri. Ambientato dal momento in cui inizia a formarsi il branco a la Push(New Moon). coppie: Harry/Edward, Draco/Bella, Remus/Jacob, Severus/Narcissa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Narcissa Malfoy, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono chiesto molte volte come sarebbe stata una vita normale, lontano da tutti i pregiudizi, da tutte le false insinuazioni, lontano da chi crede di sapere chi sono ma che in realtà non conosce niente di me. Naturalmente essere il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto non ha aiutato le cose.

Sono cresciuto con i miei zii babbani e un cugino di nome Dudley e tutti e tre mi hanno sempre odiato con passione. Ho passato i primi dieci anni di vita chiuso in un ripostiglio che fungeva da camera da letto. Ero stato costretto a pulire, cucinare, falciare il prato da quando fui in grado di camminare. Nessuno di loro ha mai mostrato un briciolo di affetto nei miei confronti. Vernon mi picchiava quando trovava qualcosa che non andava o se semplicemente aveva avuto una giornata storta; Petunia si limitava a urlarmi contro. Dudley invece era felice di  rincorrermi e picchiarmi solo per divertirsi. Per loro ero solo il capro espiatorio a cui venivano buttate addosso tutte le colpe. A scuola ero visto come il ragazzino strano, con i vestiti troppo larghi per lui e gli occhiali attaccati con lo skotch.

Mi consideravano diverso, anormale. Il fatto che intorno a me accadevano cose che nessuno sapeva spiegarsi non aiutava di certo la mia fama.

Non sapevo cosa fosse quello che potevo fare, sapevo solo che il mio ‘dono’, così lo chiamavo, mi aveva aiutato in numerose occasioni.

Finalmente quando compii undici anni arrivò la lettera per Hogwarts e tutto mi fu più chiaro; sperai allora con tutto il cuore che le cose sarebbero finalmente andate per il verso giusto, dopotutto sarei stato con persone magiche come me.

Ricordo come se fosse ieri la prima volta che ho messo piede nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ero così felice per la prima volta da.. beh da sempre. Ero convinto che questo avrebbe finalmente significato per me trovare un luogo a cui appartenere, in cui essere finalmente accettato per chi ero. E per un po’ funzionò. Ma poi man mano che gli anni passavano mi rendevo conto sempre di più che quella che avevo creduto essere la mia casa non era altro che un’illusone ben costruita, perché non era me che tutti volevano ma Il Bambino Sopravvissuto, l’arma da usare per sconfiggere finalmente Voldemort una volta per tutte. Io non ero una persona ma un mero giocattolo pronto a essere usato da chi lo voleva e poi gettato via quando la mia utilità fosse terminata. Io non avevo amici ma ragazzi che mi spiavano per conto di Dumbledore, il cui unico intento era quello di assicurarsi che il suo Strumento rimanesse sotto il suo controllo. Io non ero niente quindi una volta adempiuto al mio compito avrebbero potuto sbarazzarsi di me.

Tutto ciò che avevo sempre voluto da quello che posso ricordare era amore e accettazione per quello che ero. Ma non li avevo trovati dai miei zii babbani che mi vedevano come un abominio che minava la loro perfetta normale vita e non li avevo trovati nemmeno a Hogwarts dove nessuno mi vedeva davvero come una persona ma come un simbolo nel migliore dei casi, o la proiezione dei miei genitori morti, oppure come ho già detto uno strumento da usare per sconfiggere Voldemort.. In generale comunque a nessuno importava davvero cosa io provassi, che importanza aveva se io di notte piangevo fino ad addormentarmi perché nessuno mi voleva per me stesso? La popolazione magica in generale mi innalzava su un piedistallo un giorno e mi buttava nel fango quello successivo e io purtroppo non potevo farci niente perché ero da solo. E poi arrivarono Remus e Sirius e per la prima volta mi sentii amato. Certo all’inizio anche per loro ero solo un memento della loro amicizia con mio padre ma poi finalmente riuscirono a vedermi per com’ero davvero e nessuno di loro due mi fece sentire rifiutato. Ma poi Sirius mi fu strappato via davanti agli occhi e l’unico che mi rimase fu Remus. Ma lui era spesso via per le missioni dell’Ordine e io per la maggior parte del tempo rimanevo da solo ad affrontare il mondo senza riuscire a difendermi; mi sentivo così…debole e indifeso.

E poi nel quadro si inserirono Severus e Draco, il primo che finalmente, non so come, riuscì a vedere oltre l’ombra di mio padre che sempre aleggiava tra noi due e mi accettò, e poi Draco che da rivale che era diventò il mio primo vero amico, quello a cui non importava quanto fossi diverso da tutti gli altri, lui mi accettava per com’ero.

Anno dopo anno affrontai le prove poste davanti al mio cammino, senza tirarmi indietro, uscendone vivo ogni volta.

Avevo capito molto prima che Dumbledore me lo rivelasse che ero l’unico in grado di sconfiggere Voldemort; perché mai sennò tutto questo accanimento nel volermi uccidere?

E così arrivò l’ultima battaglia, la battaglia decisiva.

Sono passati nove anni da quella notte, nove anni passati in un soffio, forse perché il tempo da allora per me ha smesso di scorrere.

Era successo tutto così in fretta che nemmeno mi ricordo tutti i dettagli, ma dopotutto i ricordi prima di questi ultimi nove anni sono tutti così confusi, così opachi.

Era l’ultima battaglia, l’ultima volta che avrei dovuto affrontare Voldemort, comunque sarebbe andata a finire. Avevo speso tutti i 7 anni di Hogwarts a prepararmi per questo momento, anche se inconsciamente. Era il mio destino, era ciò che era richiesto da me. Non mi sarei mai tirato in dietro, anche a costo della vita.

Non lo facevo per qualche strano desiderio nobile ma per semplice e pura vendetta. Voldemort aveva ucciso i miei genitori dando vita a una catena di eventi che mi avevano letteralmente rovinato la vita. Se non fosse stato per lui forse avrei avuto una vita felice e sarei stato amato.

Comunque fu così che andarono le cose: ci ritrovammo tutti là, amici e nemici, buoni e cattivi, studenti e insegnanti, auror e mangiamorte, per un’ultima volta.

Gli ultimi due anni di scuola li avevo passati ad accrescere le mie capacità magiche, a indagare l’essenza della magia stessa, a immergermi nelle più profonde Arti Oscure solo per avere una possibilità di uscire vivo da questa guerra, solo per salvare un mondo che mi ero reso conto troppo presto, era marcio dalle radici. Avevo sacrificato tutto per loro, i miei genitori, la mia infanzia, la mia innocenza, il mio desiderio di amare; ma niente di tutto questo era bastato alla fine.

Dicevano che Lord Voldemort era il vero pericolo del Mondo Magico, che ci avrebbe portato alla rovina, ma in realtà era solo colui che aveva mostrato apertamente la vera corruzione che vi regnava.

Tutto quello che avevano fatto loro nel frattempo che io perdevo me stesso, che mi portavo fino al limite più estremo, quasi perdendo la mia umanità, solo per avere una chance di distruggere Voldemort per sempre, era stato guardarmi, e man mano che passava il tempo percepivo sempre di più il disgusto che mi era rivolto per ciò che stavo diventando, per ciò che loro mi stavano facendo diventare.

Soltanto loro tre riuscivano a mantenermi lucido e ad evitare che perdessi completamente me stesso.

Remus era l’ultima parte di famiglia che mi era rimasta, la persona che vedevo come un padrino, un padre anche forse, da quando avevo perso Sirius.

Severus era invece una sorta di mentore per me, colui che più di tutti mi allenava e mi istruiva ma che allo stesso tempo riusciva con la sua fredda presenza a mantenermi ancorato alla realtà.

E Draco, lui era il mio amico, il mio confidente, quello a cui mi rivolgevo quando avevo bisogno di sfogarmi, era un amico vero come non ne avevo mai avuto, un fratello in tutto tranne che per il sangue.

Stavo continuando ad andare avanti solo per loro, nient’altro mi importava più.

Sapevo che se fossi uscito vivo dalla guerra loro mi avrebbero ucciso o mi avrebbero rinchiuso nel posto più remoto per dimenticarsi per sempre di me, per dimenticarsi di ciò che avevano fatto a un ragazzo che sarebbe stato costretto ad affrontare Voldemort, avendo appena 17 anni.

Così avevo preso delle precauzioni: avevo fatto in modo di cambiare il mio intero patrimonio, denaro dei Potter e dei Black che avevo ereditato interamente allo scoccare dei miei 17 anni, in soldi babbani che poi avevo conservato in una banca babbana, quella di Zurigo, sotto falso nome. Avevo pianificato di lasciare il mondo magico non appena fosse tutto finito. Ma le cose non erano andate proprio secondo i piani.

La battaglia si era svolta come previsto, molti erano caduti, altrettanti erano sopravvissuti, ma cosa più importante, ce l’avevo finalmente fatta, Voldemort era lì,disteso ai miei piedi. Non avevo sentito niente anche con le persone intorno a me che venivano torturate e uccise, niente nemmeno quando avevo finalmente ucciso Voldemort. Ero ormai andato troppo in là perché qualcosa mi toccasse più.

Provavo solo un grande senso di vuoto e allo stesso tempo rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e che invece non c’era mai stato. Che cosa ero ora che avevo finalmente adempiuto al mio destino? Chi ero oramai? Cosa mi rimaneva?

E poi lo sentii, un corpo che si fiondava contro di me prendendomi alle spalle, io che cadevo a terra sul corpo di Voldemort ancora con gli occhi rossi spalancati mentre ancora intorno a me imperversava il caos. Non mi mossi, non cercai di lottare, se dovevo morire così, per mano di qualcuno che aveva avuto il coraggio di attaccarmi soltanto alle spalle, beh non aveva importanza, che importanza aveva se fossi morto lì, sul cadavere di Voldemort? Non avevo più niente, forse sarebbe stato meglio così.

E poi sentii un morso all’altezza del collo, lunghi denti aguzzi che mi perforavano la pelle e poi ghiaccio e poi fuoco. Un intenso bruciare proprio lì dov’ero stato morso e capii, anche in mezzo al dolore, che colui che mi aveva morso era stato un vampiro, un vampiro il cui unico intento non era stato quello di nutrirsi da me ma di trasformarmi, “Un’eternità all’inferno!” mi ha sussurrato prima di sparire nel nulla. Non so chi fosse, non l’ho mai visto in faccia ma nemmeno mi importa.

E poi in mezzo alle ondate di fuoco sentii un altro grido, e seppi senza vederlo che era il grido di Draco e che la stessa cosa che stava succedendo a me stava succedendo anche a lui.

Non so esattamente cosa successe dopo, il bruciore diventava più intenso man mano che i minuti passavano e si stava propagando velocemente nel resto del corpo. Non avevo mai provato un dolore così forte, nemmeno la cruciatus era comparabile a quello che stavo provando. Era come avere il fuoco che bruciava direttamente dall’interno, un fuoco che invece di consumare sembrava riformare il mio corpo, riuscivo a sentire ogni singolo organo interno che veniva lambito dal fuoco. Non so se urlai o mi dimenai, tutto quello su cui riuscivo a concentrarmi era quel dolore immenso, non ero consapevole di nient’altro intorno a me. E poi il dolore aumentò ancora di intensità e il mio cuore accelerò i battiti. Sapevo cosa mi stava succedendo eppure una parte di me credeva che il mio corpo non sarebbe riuscito a sopportare il dolore e sarei morto.

E poi finalmente dopo un eternità il dolore iniziò a passare pian piano. Riuscivo a sentire nuovamente le dita delle mani e dei piedi e poi ancora dopo le braccia e le  gambe e poi finalmente il bruciore si concentrò solo sul cuore e il battito divenne ancora più accelerato e seppi che si sarebbe fermato. E poi finalmente il cuore diede un ultimo battito e poi si fermò e il dolore sparì e io potei finalmente aprire gli occhi.

Mi trovavo sopra qualcosa di soffice, un letto, in una stanza che non avevo mai visto. E la mia gola bruciava.

Quello che vidi e sentii quando ebbi finalmente gli occhi aperti era stupefacente. Era tutto così vivido, ogni piastrella del pavimento, ogni minima scheggiatura dei mobili, ogni increspatura del muro.

E riuscivo a sentire delle voci che sapevo provenivano dal piano di sotto ma che mi sembrava fossero esattamente qui accanto a me. Riuscivo a sentire anche un solo battito accelerato col mio udito inumano.

Conoscevo quelle voci, anche se vedevo i loro volti sfuocati nella mia memoria. E poi ricordai i loro nomi: erano Remus e Severus. E c’era una voce femminile anche, l’avevo sentita qualche volta, chi era? E Draco dov’era?

E poi la sentii la sua presenza da qualche parte vicino a questa stanza, la temperatura del corpo fredda come la mia e nessun battito cardiaco.

“Draco?” sussurrai sapendo senza esattamente sapere perché che mi avrebbe sentito ugualmente.

“Harry?” rispose un eguale sussurro impercettibile ad orecchio umano.

“Si sono io….dove siamo?” alzai un po’ la voce. La mia voce era diversa, cristallina, musicale come non l’avevo mai sentita.

“Non lo so…ma Remus e Severus sono qui quindi siamo al sicuro. E credo che ci sia anche mia madre, anche se non come sia possibile ” disse la prima parte con convinzione e la seconda con incertezza e io risposi di si, con la stessa certezza e lo stesso dubbio.

E poi sentii le voci di Remus e Severus che dicevano che sarebbero venuti a controllarmi, che la trasformazione sarebbe dovuta essere terminata a quest’ora. Narcissa, era chiaro che fosse lei adesso, disse che sarebbe andata a parlare con Draco invece. E ne doveva di spiegazioni a Draco eccome, tutti credevamo che fosse morta, uccisa da Voldemort per tradimento.

Subito dopo sentii la presenza di Severus e Remus davanti alla porta della stanza in cui mi trovavo. Severus aveva anche lui la temperatura del corpo fredda come me e Draco, era un vampiro anche lui quindi? E Remus, da quando aveva la temperatura corporea così calda? superava di sicuro i quaranta gradi. E il suo battito era accelerato rispetto a un uomo normale, era perché era un Licantropo?

E poi entrarono, il primo senza fare rumore, i passi che strisciavano leggeri sul pavimento in ceramica come se fluttuasse nell’aria. Ma non era una cosa nuova per Severus. Era sempre stato particolarmente elegante nei movimenti e intimidatorio allo stesso tempo.

Ed era diverso da come lo ricordavo, così attraente e così giovane….o lo era sempre stato e non me n’ero mai accorto? Ma no, non poteva essere, era una bellezza così evidente. E aveva la carnagione così pallida che sembrava bianca non olivastra come la ricordavo. E i capelli erano lucenti ma non unti. E aveva un odore così dolce.

Persino Remus era diverso da come lo ricordavo, molto più attraente, non aveva più le cicatrici che da sempre avevano marchiato il suo corpo, ma cos’era quello strano odore di cane bagnato? Era così….spiacevole.

“Severus?” dissi con la voce che ancora non riuscivo a riconoscere come mia “Come mai sei….diverso?” non ero sicuro di come formulare la domanda ma sapevo che Severus mi avrebbe capito lo stesso.

“Questo è il mio vero aspetto Harry. Sono stato morso quando avevo 25 anni ma non l’ho mai detto a nessuno, solo Remus e Narcissa finora ne erano a conoscenza. Il me che vedevi era solo l’aspetto che ho con le mie pozioni, per camuffare il mio aspetto da vampiro.”

“Che tipo di pozioni?” chiesi incerto.

“Quelle che prendevo regolarmente per eliminare l’effetto che il sole ha contro la pelle dei vampiri e che sfortunatamente aveva un brutto effetto anche sui miei capelli e sulla mia carnagione” e arricciò le labbra con disgusto.

Sorrisi senza accorgermene e lui rispose con un ghigno e poi continuò “Non potevo permettere che Dumbledore o qualcun altro sapesse cosa ero in realtà. Avevo un ruolo da recitare. Ora però posso mostrare come sono davvero. Almeno qui.”

“E Remus? Anche lui ha qualcosa di diverso…cosa è successo?” chiesi sempre più confuso.

“Era da tempo che stavo cercando di trovare un formula e quindi creare una pozione che fosse in grado di controllare il lupo in un licantropo, non come nella Wolfsbane ma piuttosto trovare una maniera in cui le trasformazioni risultassero volontarie e la mente animale controllata, così come nelle trasformazioni degli animaghi. In questo modo la persona affetta da licantropia non sarebbe stata più soggetta alle fasi lunari e avrebbe potuto trasformarsi in lupo così come succede per i normali animaghi. Dopo tanti tentativi ho finalmente trovato la combinazione giusta della pozione e ora Remus è capace di cambiare in forma di lupo quando lo desidera, mantenendo anche in forma animale la lucidità umana. Le sue cicatrici sono sparite perché in un certo senso ora la trasformazione da essere umano a licantropo è stata completata. Un licantropo vero e proprio è colui che ha il controllo assoluto sul lupo dentro di lui, cioè capace di controllare le sue trasformazioni. Tutti i cosiddetti licantropi che hai conosciuto finora sono soltanto ‘ibridi’ per così dire in quanto non sono né del tutto umani né del tutto licantropi. Ora però Remus è un licantropo completo perché si è ‘riappacificato’, per così dire, col lupo dentro di lui”

“Wow, è fantastico, e tutto grazie alla tua pozione Severus…ma quindi, sono un vampiro anch’io adesso?” chiesi con voce incerta.

“Temo di si….anche Draco lo è….”

“Ma come è successo?”

“Lo stesso vampiro che ha morso te ha morso anche Draco, non sappiamo perché però. Io e Remus abbiamo fatto appena in tempo a portarvi via prima che vi vedessero.”

“Qui dove?”

“E’ il Maniero dei Prince, il maniero della famiglia di mia madre. Solo i componenti di questa famiglia possono entrarci e a coloro cui viene dato il permesso naturalmente. Siamo perfettamente al sicuro qui.”

“Ma sanno che io e Draco siamo diventati vampiri?”

“No, infatti credono che tutti noi siamo morti. Ho creato dei golem che prendessero le nostre sembianze cosicché fossero sicuri sui ‘cadaveri’ e ho lasciato là le nostre bacchette tanto ora che siamo tutti creature magiche siamo tutti perfettamente in grado di usare la nostra magia senza necessità di una bacchetta magica. Inviati di Fudge sono andati alla Gringott per impossessarsi del tuo patrimonio e di quello dei Malfoy ma vedo che ti eri già preso cura di questo problema nel caso fosse successa una cosa del genere  e così anche Draco.” Ghignò e io ghignai in risposta.

“Si ho conservato il mio denaro in una banca babbana praticamente inaccessibile.”

“Draco invece credo che abbia nascosto i suoi soldi nel Maniero dopo che sua madre è stata uccisa.”

“Mossa saggia.” Risposi io. “A proposito di questo? Come mai la mamma di Draco  è qui quando tutti credevamo fosse morta? e da quanto ho potuto capire è un vampiro anche lei, data la mancanza di battito cardiaco, come è possibile?”

“Quando il tradimento di Narcissa è stato rivelato, Voldemort ha deciso che prima di ucciderla l’avrebbe torturata assieme ad alcuni mangiamorte del suo circolo interno da lui scelti, compreso me, così da poterne fare un monito per chiunque avesse deciso in futuro di tradirlo. Era a un passo dalla morte quando è stata data a me  ‘per divertirmi’ e ucciderla una volta finito con lei. Non ho avuto scelta se non quella di trasformarla, era l’unico modo per salvarla. Se non l’avessi fatto sarebbe morta. Non l’abbiamo detto a nessuno perché Narcissa non era pronta né lo è ora per stare a contatto con esseri umani, la seta di sangue è ancora troppo forte. Per quanto i maghi mantengono la loro lucidità umana una volta trasformati, la seta è troppo forte da resistere inizialmente. Ora però che anche Draco è un vampiro non c’è più bisogno che restino separati. Sono sicuro che Narcissa è contentissima di abbracciare di nuovo suo figlio finalmente.”

“Capisco. Quindi anche io e Draco dovremmo stare per un po’ di tempo senza avere contatti con gli esseri umani giusto? Non che abbia alcun essere umano da cui voglio tornare…”

“Già…Hai sete, ti ho portato del sangue da bere, avrai la gola in fiamme.”

“Si adesso che me l’hai ricordato, ma non è sangue umano vero?”

“Certo che no . Non bevo sangue umano e se ho qualcosa da dire non lo farete nemmeno voi. Mi occuperò io di voi due, vi insegnerò tutto quello che c’è da sapere per integrarsi tra gli umani.”

“ma non dovremo prendere anche noi quelle pozioni vero?”

“no e neanche io ho intenzione di prenderle più. Per quanto non sia mai stato vanesio amo il mio aspetto così com’è.”

“Ma cosa faremo, non possiamo tornare nel Mondo Magico, nessuno di noi può.”

“E infatti non lo faremo, vivremo tra i babbani e il più lontano possibile da qui anche. Che ne pensi degli Stati Uniti?”

“La trovo un’ottima idea Severus, verrai anche tu con noi Remus? ma posso alzarmi da questo letto ora? Voglio vedere Draco e per Merlino cos’è questa puzza?”

“Temo di essere io Harry…” rispose Remus con il suo solito sorriso gioviale. Davanti al mio sguardo confuso si affrettò a spiegare “I Vampiri e i Licantropi sono nemici naturali e per questo anche il loro odore diverso tra le due specie e che per gli umani è così piacevole, diventa, quello di una specie per l’altra, quasi insopportabile. Credo che d’ora in poi dovrete cercare di abituarmi al mio odore come io al vostro, solo così potremmo vivere insieme tranquillamente. C’è da dire però che se per voi vampiri l’odore diventa insopportabile potete semplicemente smettere di respirare, io non ho questa fortuna. ”

“D’accordo ora basta però, le spiegazioni possono aspettare, ora hai bisogno di nutrirti e poi ti accompagneremo da Draco!” interruppe Severus con tono austero.

Appena mi porse il calice col sangue lo scolai tutto e dato che era stregato per riempirsi da solo continuai a bere finché non fui completamente soddisfatto. Appena finito mi alzai dal letto e arrivai in pochi secondi nella camera dove stava Draco.

“Salve Signora Malfoy è bello sapere che non è morta. L’immortalità le dona!” ed era vero. Narcissa era sempre stata una donna bellissima ma ora era quasi accecante osservarla. Aveva lunghi capelli biondo grano splendenti come raggi di sole, la pelle che era già liscia e perfetta ora era bianca e pareva scolpita sul marmo, dai lineamenti perfetti ma la cosa più stupefacente erano gli occhi, del colore dello zaffiro e brillanti come gemme. Aveva più di quarant’anni ma non ne dimostrava nemmeno trenta. La donna sorrise, mi abbracciò, mi ringraziò per essere stato vicino a suo figlio e con calore mi disse di chiamarla Narcissa. In quel momento capii che le cose sarebbero andate bene dopotutto.

Draco ugualmente, già particolarmente attraente prima della trasformazione, ora sembrava uscito da un sogno, come un angelo venuto a graziare i meri mortali della sua presenza. I suoi capelli erano di un biondo quasi bianco e brillavano di piccole schegge di diamante ogni volta che qualche piccolo raggio di sole proveniente dalla finestra li colpiva. La sua pelle come quella di sua madre era bianca e perfetta, e gli occhi, dovuti alla trasformazione recente, erano rossi come rubini.

Io stesso ero cambiato come potei osservare davanti a uno specchio. Ero bellissimo, non c’era altra parola per definirmi, forse persino più bello di Draco. Il mio amico me l’aveva sempre detto che ero molto attraente, “un sogno erotico che cammina”, gli piaceva definirmi. Ma io non l’avevo mai preso sul serio. In quel momento però era difficile riconoscere il bambino dagli occhiali tondi e rotti e i vestiti di seconda mano che ero stato con la persona che mi trovavo davanti.

Come tutti gli altri vampiri i miei lineamenti erano perfetti, la mia pelle bianca e marmorea; ogni minima imperfezione che avevo avuto prima della trasformazione era completamente sparita: un sopracciglio leggermente più alto dell’altro, il naso leggermente storto. Persino i miei capelli, anche se ancora spettinati, avevano un non so ché di ordinato, quasi alla moda che non faceva che aumentare invece che diminuire la bellezza dell’insieme. I miei occhi erano rossi come quelli di Draco che mi conferivano un’aria letale. I miei occhi sarebbero tornati del mio normale colore solo tra qualche mese, così come per tutti i maghi che venivano trasformati in vampiri. Tra i bellissimi immortali ero forse più bello del normale. Ma quando mai ero stato nella norma? Anche tra i vampiri dovevo essere in qualche modo diverso.

Parlammo per ore tutti e cinque lì e Severus ci raccontò tutto quello che poté sui vampiri, cose che nei libri di scuola non venivano raccontate.

E così ho passato questi ultimi anni a studiare assieme a Draco (e un po’ anche a Narcissa) tutto quello che c’è da sapere per vivere tra i babbani comprese le materie di scuola. La mente dei vampiri è incredibilmente più vasta di quella degli esseri umani perciò lo studio non è risultato per niente difficile, nemmeno per Draco che non aveva mai studiato materie babbane fino ad ora.

Ora stiamo per trasferirci, dopo questi anni segregati nel maniero, per mai più ritornare in Gran Bretagna se possiamo evitarlo.

Stiamo per prendere un volo che ci porterà nello stato di Washington, esattamente nella piccola cittadina di Forks, dove piove quasi tutti i giorni dell’anno e che è assolutamente noiosa e comune. Un posto perfetto per viverci insomma.

 

  
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