Anime & Manga > Tengen Toppa Gurren Lagann
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Autore: redalertbd    03/12/2009    4 recensioni
Kamina/Yoko. Trovare un po' di intimità mentre si viaggia in mezzo al deserto è dura... e l'unica soluzione che Kamina e Yoko riescono ad inventarsi porta ad un risveglio "problematico". Erotico, comico.
Genere: Romantico, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ambientata in un ipotetico periodo tra l'episodio 5 e l'episodio 6, con però Kamina e Yoko che si sono fortunatamente svegliati un po' prima e sono in pairing da, uhm, due o tre giorni. Simon ha felicemente superato la sua cotta nei confronti di Yoko, il drama se c'è stato è stato sconfitto in nome dell'affetto fraterno e dimenticato nell'arco di questi tre giorni. La fic è partita crack, ha avuto una deviazione verso il porno perchè sono stata minacciata mi ha preso bene, e poi è tornata gloriosamente al crack. Quindi, semi-porni e umorismo di pessimo gusto.

Scritta per la Criticombola 57. Il giorno dopo e per la Challenge delle parole a caso biascicate nel sonno, che potete trovare illustrata qui: http://levyrasputin.livejournal.com/145551.html . La challenge inizia ufficialmente dal primo "aspetta". Mille grazie a Levyrasputin per il suggerimento sul titolo!!




Le prime sensazioni che si fecero strada fino alla sua coscienza attraverso la spessa nebbia della sonnolenza furono piacevoli, quasi consolanti. Il calore del corpo sopra il quale era rannicchiata, il peso del braccio appoggiato sopra le sue spalle, l’odore della sua pelle, che dopo appena un risveglio insieme era già diventato qualcosa di così familiare… tutto questo fece sì che ancora prima di svegliarsi realmente Yoko si ritrovasse a sorridere tra se e se, quasi stupita della quieta felicità che provava. Restò con gli occhi chiusi a godersi il momento ancora qualche istante, finchè sentì Kamina iniziare a muoversi piano, anche lui si stava svegliando, e allora iniziò ad allungare lentamente gambe e braccia anche lei, aveva bisogno di stirarsi…

Fu una pessima idea.

Immediatamente tutti i nervi che aveva in corpo decisero di rimettersi in pari, e le piacevoli sensazioni di pochi istanti prima furono sostituite da una sfilza di dolori più o meno intensi, dalle caviglie alle giunture delle dita, sembrava non esserci una sola articolazione che non fosse raggrinchita e non le facesse male. Allungò le braccia con più decisione, sperando di sgranchirsi almeno i gomiti, e urtò con le nocche la dura parete di metallo. Ahio. Forse era meglio stare ferme ancora qualche momento…

Una serie di grugniti intanto indicavano che Kamina non era messo molto meglio di lei. Yoko sobbalzò leggermente mentre il ragazzo tentava una serie di movimenti a scatto in modo da distendere le gambe, che aveva tenuto puntate contro la parete per praticamente tutta la notte, spostamenti che culminarono nel rumore di una capocciata dall’altro lato. Yoko si decise a socchiudere gli occhi e alzare lo sguardo ad incrociare la smorfia dolorante di Kamina.

“Ahiaaaa…” fece lui. Eloquente.

“Buongiorno anche a te…”

Seguì una pausa, in cui a Yoko sembrò praticamente di sentire le cellule cerebrali rimettersi in moto ad una ad una, e parecchie impallare il motore nel tentativo.

“…Ridimmi cos’aveva che non andava, quel posto tra le rocce di ieri?” fece Kamina.

“Era all’aperto?” Con le ossa che gridavano vendetta, non sembrava una giustificazione plausibile nemmeno a lei, e il ragazzo brontolò qualcosa a proposito di inezie delle quali i veri uomini non si curavano, inclinando il collo prima da un lato e poi dall’altro senza migliorare la propria situazione. “Con gli altri accampati a fianco?” Aggiunse Yoko. Ecco, così andava meglio.

“…ferma un attimo”. Con estrema lentezza, Kamina spostò un braccio, si puntellò sul gomito, e iniziò a sollevarsi verso la posizione seduta, che in quel momento appariva una meta tanto ardua e lontana quanto la posizione eretta doveva esserlo sembrata all’antenato comune tra uomo e scimmia, mentre Yoko faceva del suo meglio per stare immobile e lasciare che le circostanze tramutassero la sua posizione rannichiata di lato in una seduta sul suo grembo. Raggiunti i 90° con il pavimento, Kamina iniziò ad inarcare la schiena, spingendo all’indietro le spalle, finchè non riuscì a fare uno schiocco clamoroso che gli fece quasi venire le lacrime agli occhi per il sollievo. Ristabilita un minimo di mobilità passò a distendere le braccia, e colpì con l’avambraccio lo spigolo del sedile. Intanto la ragazza stava laboriosamente allungando le gambe, riuscendo a sentire ogni centimetro di tendine e muscolo che si lamentavano, e cercando nel mentre di non colpire le leve di comando con i piedi. Se c’era un dio, pregava che intervenisse affinchè nessun Gunman nemico avesse deciso di attaccare il loro gruppo spantegato proprio quella mattina. Avevano già combattuto in situazioni imbarazzanti, ma mai in una in cui avrebbe rischiato il colpo della strega solo prendendo la mira…

Seguirono un altro paio di manovre di generica riallocazione della sensibilità articolare, ed infine i due si ritrovarono seduti a gambe incrociate uno di fronte all’altro, ancora un pochino intontiti. Yoko stava per sbottare in un “qua dentro mai più!” quando Kamina si chinò in avanti e le diede un bacio.

“La base degli Uomini Bestia. Credo di avere un altro ottimo motivo per conquistarla al più presto” mormorò.

“Cabine? Cabine grandi e comode…?”

Mentre il ragazzo si ritraeva Yoko si sporse a sua volta, mettendogli le braccia intorno al collo per fermarlo e baciarlo, più dolcemente. Kamina le posò le mani sui fianchi, per poi attirarla più vicino, allargando le gambe per farle spazio. Dalla bocca passò a baciarle la mascella e poi il collo, mordicchiandola e poi attaccando con più foga, per lasciare un nuovo segno accanto alla fila che faceva sentire Yoko particolarmente grata della sua abitudine di indossare la sciarpa. La ragazza gli si abbandonò contro, schiacciando il suo seno contro il petto solido di lui. Ecco, ora si iniziava a ragionare… per un risveglio così anche i dolori dell’aver dormito in uno spazio di un metro e mezzo per un metro sembravano quasi un prezzo piccolo… quasi. Bè, in realtà ieri notte nessuno gli vietava di uscire di lì e andare a dormire insieme agli altri, dopo… ma sul momento lo stare raggomitolati lì, intenti a riprendere fiato, era sembrato decisamente piacevole e Kamina, assonnato, non aveva fatto obiezioni. E in effetti addormentarsi l’una nelle braccia dell’altro, cosa che non avevano mai fatto prima, era stato bellissimo…

Se solo il Gurren non fosse stato la loro unica chance per un po’ di intimità in quel deserto!!

Le riflessioni della ragazza furono interrotte da un piccolo morso nel punto esatto, esatto che le procurò un brivido per tutto il corpo, terminando dritto al basso ventre. Kamina vi passò sopra la lingua, come a volerlo segnare per riferimento futuro. La testa del ragazzo sembrava sempre spersa dietro a cieli da sfondare, ma quando si applicava… decidendo che non era equo lasciare a lui tutto il lavoro, di prima mattina poi, Yoko gli fece alzare la testa, tirandolo un po per i capelli, e giusto mentre lui apriva la bocca per protestare lo baciò di nuovo, prendendo a succhiargli piano la lingua. Oh sì, imparavano in fretta tutti e due… alla ragazza venne da sorridere: poteva sentire che ora erano ben svegli tutti, lì dentro. Il ragazzo la spinse giù, fino a farla adagiare con la schiena sul pavimento, di nuovo quasi incastrati. Yoko cercò di mantenere un minimo di lucidità, nonostante un quasi plebiscito dei suoi neuroni stesse votando con convinzione perché il suo cervello facesse la stessa fine del resto del suo corpo: gelatina. Era incredibile, quella voglia, non aveva mai provato niente di simile, e da quando lei e Kamina avevano fatto l’amore la prima volta pochi giorni prima quel bisogno sembrava essere sempre appena assopito dentro di lei, pronto a scattare. Un po’ la spaventava, le faceva sentire di non avere il controllo su di se, e non le andava… ma quando aveva provato a dare voce alle sue inquietudini Kamina le aveva risposto che nemmeno lui aveva il controllo, e non gli importava nulla, le aveva detto di smettere di razionalizzare, l’importante era sentire… ed era stata un’ottima soluzione. Certo che così era fin esagerato, alla fin fine avevano finito di fare l’amore solo poche ore prima… ore… a ben pensarci era passato decisamente troppo tempo.

“Forse è meglio se ci mettiamo sul sedile…” la bocca di Yoko intervenne per i fatti suoi, dimostrando una notevole autonomia decisionale. Ricordati del colpo della strega, si disse….

Kamina le fece uno di quei sorrisi che di solito preannunciavano qualche follia azzardata. “Voglio provare una cosa…” , e iniziò a muovere lentamente le labbra lungo il suo corpo, muovendosi centimetro dopo centimetro verso il basso. “Sai che ci sarà il tuo odore qua dentro, per un po’…? Lo potrei sentire mentre combatto…” aggiunse.

Yoko si tirò su sui gomiti, di scatto. “Ma cosa dici?!” esclamò, imbarazzatissima e sentendosi le guance bruciare.

“Non ti preoccupare, un vero uomo non si distrae in combattimento per così poco”.

“…cretino…!” Stava per obiettare qualcos’altro riguardo a quel “così poco”, quando si rese conto di a cosa stava mirando Kamina, e a quel punto la sua faccia divenne praticamente più rossa dei suoi capelli.

“Kamina… non…”

“Lascia fare a me!” Il ragazzo ora le stava baciando la coscia, muovendosi verso l’interno e sempre più vicino al suo pube. Yoko si lasciò andare con la testa all’indietro, mordendosi le labbra, trattenendo il respiro per l’aspettativa, chiuse gli occhi un istante, li riaprì…

…e si ritrovò a fissare un piccolo musetto peloso sormontato da un paio di occhialetti scuri.

“AAAH!!”

Spaventato dallo strillo, Boota scattò in avanti, zompettandole furiosamente sul viso e si schiantò contro la faccia sorpresa di Kamina che si stava rialzando di colpo all’urlo (e al calcio sul fianco che si era beccato per reazione della ragazza). Yoko si tirò su di colpo e battè la testa contro una delle maniglie di comando, mentre Kamina imprecava, cercando di tirarsi via la terrorizzatissima talpa dalla faccia.

“Ma da dov’è entrato?!”

“Non lo so, ma ora finisce fuori o giuro che stavolta lo trasformo nella colazione per davvero!!” Kamina afferrò finalmente l’animaletto per la collottola e fulminandolo con lo sguardo marciò (ovvero fece i due passi necessari, non calpestando Yoko per poco) fino al portellone.

“Kamina, aspetta…!”

Il ragazzo colpì l’interno del portellone con un pugno, facendolo spalancare, e fece per lanciare Boota fuori.

Solo a quel punto si rese conto che tutto il resto del gruppo era in piedi, affiancato, davanti al Gurren, e che tutti, dopo un attimo di stupore al vederlo comparire così, ora avevano gli occhi puntati all’altezza dei suoi fianchi. Dietro di lui, Yoko li fissava di rimando a sua volta senza parole.

Rossiu reagì per primo, piazzando di scatto le mani davanti agli occhi di Darry e Gimmy, e alzando risolutamente lo sguardo al cielo, con la faccia rossa almeno quanto quella del mecha davanti a loro. Accanto ai tre, Leeron sollevò una mano, appoggiandola sulla guancia, i suoi occhi altrettanto risolutamente piantati addosso a Kamina.

“Però! Come siamo vigorosi, già di primo mattino…” commentò. Kamina non riuscì nemmeno a ribattere, mentre apriva la mano che reggeva Boota e la talpa atterrava sul terreno, affrettandosi a rifugiarsi dietro la persona successiva nella fila, un Simon appena un pochino meno congestionato di Rossiu, e che stava facendo di tutto per non guardare né il suo aniki né Yoko pietrificata alle sue spalle. Reggeva due tazze vuote in mano.

“Sì, ecco… è perchè volevamo sapere… se vi andava del caffè… e così ho pensato di mandare Boota a chiamarvi…” balbettò. Leeron sollevò esplicativamente il bricco fumante, indirizzando a Kamina e Yoko un sorriso malizioso. A parte i confusi Gimmy e Darry, era l’unico la cui faccia non era sulla via dell’autocombustione, anzi la sua espressione verteva sempre di più verso il divertito.

“…NO, NON LO VOGLIAMO!!” esplose infine Yoko, abbrancando Kamina per la vita e tirandolo indietro. Il portellone si chiuse di scatto. Sotto gli occhi del gruppetto il faccione del Gurren sembrava avere assunto un espressione vagamente imbarazzata pure lui. Darry e Gimmy sbirciarono da sotto le mani di Rossiu, ancora semi-mummificato.

“Ma che cos’era…” iniziò la bimba.

“NIENTE!!!”



Fine




((...poveretti... scriverò presto altri porni su di loro affinchè si rifacciano XD ))
  
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