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Autore: MerySemola    04/12/2009    4 recensioni
..Spesso bastano solo un gesto o una parola a fare capire cose che non si possono dire.. // ..una FF che ho scritto un pò di tempo fa'. Sono gradite le recensioni!! XD!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 31 Gennaio, un giorno come tanti per molti, un giorno importante per altri.

Non era un giornata particolare: il cielo nuvoloso filtrava la luce rendendola grigiastra e c’era un lieve e fastidioso venticello che soffiava dispettoso sulla nuca, avventurandosi nei colletti e nelle scollature dagli abiti. Insomma, nulla lasciava presagire che quella sarebbe stata una bella giornata. Per le strade non c’era molta gente e i negozi erano poco affollati.

Un solo ragazzo, un biondino dall’aria decisa che faceva jogging per le vie del centro, sembrava quasi felice di quell’atmosfera un po’  solitaria. Rientrato a casa dopo il suo allenamento quotidiano e dopo aver fatto una doccia ristoratrice, Heric chiamò a casa di Sana.

-Qui è casa Smith, parla Sana!-        

Che modo buffo di rispondere al telefono...

-Ciao Sana, sono io.-

-Heric! Ciao! Come stai?-

-Bene,tu?-

-Oh, io bene, grazie. –

Heric si sbagliava o forse la voce di Sana era titubante? Bhè, lo avrebbe scoperto nel pomeriggio, se fosse stato così.

-Sana, ti va oggi di aiutarmi a trovare il regalo per mia sorella? Sai, domani è il suo compleanno.-

Sana  allargò il suo sorriso da orecchio a orecchio.

-Certo! Dove? A che ora?-

-Passo a prenderti alle 14.  Ok?-

-Ok!-

-Ah, Sana? Sei sicura sia tutto a posto?-

-Si.-

Heric questa volta se ne accorse. La voce le tremava un po’...

 

 

Alle 14, puntuale, il ragazzo arrivò alla villa. Stranamente, gli aprì Sana, già pronta per uscire.

-Mi devo forse preoccupare? Sei in orario.-

Le mise una mano sulla fronte e fece finta di controllare che non avesse la febbre.

-Che simpatico! Guarda che se non gradisci la mia compagnia, me ne torno in casa!-

-Uffa, come sei noiosa...-

-Stupido!-

-Permalosa e acida!-

-Brr, fa freddo!-

-E questo che c’entra?-

-Nulla. Ma tu non hai freddo, Heric?-

-No, sto bene.-

-Ok.-

Ci fu un momento di silenzio, ma nessuno dei due era imbarazzato. Insieme stavano bene, sia si insultassero sia conversassero normalmente.

-Allora, che avevi in mente per Nelly?-

 

Passarono il resto del pomeriggio a cercare il regalo. Heric aveva delle idee molto precise su cosa piacesse alla sorella, nonostante il loro passato freddo, così alla fine le presero un bellissimo bracciale e un paio di scarpe che la ragazza desiderava da tempo.

Si fermarono in un bar e presero una cioccolata calda e, con grande stupore di Sana, offrì Heric. “Mi devo sdebitare, in qualche modo”, così aveva detto lui.

-Heric... Sono stanca, possiamo fare una pausa prima di tornare a casa?-

-Ok. Dove vuoi andare?-

-Mmmh... Gazebo!-

Senza dire altre parole, si avviarono verso il parco dove avevano condiviso tante cose.

Heric non aveva notato più nulla di strano in Sana, ma aveva capito che qualcosa non andava, e avrebbe colto l’occasione di parlarle seduti sul marmo dove, qualche tempo prima, la rossa aveva finto di essere sua madre. Arrivarono, ma non si sedettero.

-Sana..-

-Si?-

Non sapeva come chiederle che le succedeva.

Ecco! Trovato.

-Ti capita mai di avere qualcosa che non va, ma di non volerne parlare? Per esempio, ti è successa una cosa brutta ma, forse per vergogna o imbarazzo, non ne parli con nessuno?-

Sana sgranò gli occhi, poi sorrise leggermente.

-Tu hai già capito, vero Heric? Hai capito che ti nascondo qualcosa.-

Fece due passi avanti verso di lui, lasciando i regali di Nelly per terra.

-Si.-

-Non voglio dirti cos’è.-

Heric era un po’ frastornato. Un po’ perché non capiva cosa affliggesse Sana, un po’ perché lei si era avvicinata pericolosamente al suo viso, e lui non era abituato a tanta vicinanza, fin troppa.

-Non ti avvicini mai così tanto a me. Perché oggi lo fai? Lo sai che potrei baciarti, e così mi metti alla prova.-

-Forse è perché voglio...-

La sua voce, per non si sa quale ragione,tremava ancora.

Heric non sapeva che dire. Si guardavano, scrutandosi, lui con curiosità e lei con sentimento.

Erano veramente molto vicini.

Il biondino appoggiò la sua mano su un fianco di Sana, senza staccare gli occhi dai suoi.

Lei aprì la mano, cercando la sua altra. Per qualche secondo si sfiorarono i polpastrelli, come se avessero avuto la paura che l’altro potesse dissolversi.

Poi , Sana intrecciò le sue dita a quelle di lui, che subito dopo si strinsero in una stretta rassicurante.

Heric si avvicinò, piano, molto piano, e lentamente chiusero gli occhi; stranamente, aveva paura di una sua reazione particolare, ma si lasciò trasportare dal fatto che non si era mai sentito così bene in vita sua.

Le loro labbra si sfiorarono appena, poi lui si fermò. Sana quasi ansimava, sentiva il suo respiro, forte, troppo forte.

Aprì gli occhi e indietreggiò col viso di qualche centimetro, osservandola  preoccupato.

-Sana... Sana, che hai? Dimmelo, ti prego.-

Socchiuse gli occhi, poi li richiuse.

-Scusa, Heric... Non è che non voglio, no, io voglio... io voglio...-

-E allora che c’è?-

-Charles ieri mi ha baciata.-

Heric rielaborò un attimo quelle assurde informazioni.

-Lui ti ha... Oh... Bhè... E per te... Ha significato qualcosa?-

Sana spalancò gli occhi.

-No!-

-E allora non è una cosa così grave, no? Io ti ho baciata tre volte.-

-Invece lo è... E’ diverso...  Lui è stato... Cattivo, con me. Non l’avevo mai visto così frustrato. Non capiva come io non potessi ricambiarlo. Non capiva come potessi... come potessi piacermi tu. E mi ha baciata senza che io volessi. Mi ha fatto male, non solo fisicamente, e io mi sono molto spaventata. E’ per questo che non riesco a baciarti... ho ancora impressa la sensazione delle sue labbra decise sulle mie. La peggiore che io abbia mai provato. Mi capisci?-

 

-Si, riesco a capire quello che provi. Secondo me, Sana, l’unico modo per scacciare quella sensazione è provarne una... bhè, provarne una più bella.-

-Già stare con te mi ha fatta sentire meglio. Scusa se mi sono bloccata.-

-Non importa.-

-Ora posso... cioè, magari è passato il momento, però vorrei...-

Lo baciò. Lasciandolo di stucco, tra l’altro.

E lui rispose.

E da quel momento sapevano di essere insieme.

 

 

 

 

La sera dopo, alla festa di Nelly, un amico della ragazza le fece una domanda:

-Nelly, qual è stato il regalo più bello?-

Lei ci pensò e si girò ad osservare il fratello minore e una rossa, molto sorridente, che gli stringeva la mano.

-Il regalo più bello? Mio fratello che sorride.- 

 

 

DA ME PER VOI

Ciao!!! Allora.. Questo lavoro non mi convince particolarmente, ma siccome lo avevo scritto circa un anno fa' e lo avevo archiviato, l'ho voluto pubblicare, in attesa di un ispirazione per il prossimo capitolo di Non Sono La Tua Bambola.

Grazie a chi ha recensito! [Pochi ma buoni..] e spero di ricevere qualche altro commento. 

Fatevi sentire, mi raccomandoo!!

 

Un Grandissimo Bacio... Semola!

  
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