482 Lessons in Child Care
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Autrice: Triola
Traduttrice: Kathlyne
Rating: PG13
Pairing:
Vi dico solo che è Slash…
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Draco P.O.V.
Era un bellissimo
sabato mattina al Malfoy Manor. Il cielo era blu e
sereno e il sole brillava radioso.
Fuori l’aria era
piacevolmente calda e i fiori colorati brillavano al calore del sole.
Gli uccelli
cantavano allegramente e da qualche parte, non molto lontano, si poteva udire
la muta risata dello scorrere di un ruscello.
Tutto sembrava
andare nel verso giusto in quel momento.
Ma all’improvviso, il paesaggio tranquillo fu
spezzato da un fascio di luce verde, ed uno degli uccelli canticchianti cadde
al suolo.
“Ah! Ne ho preso
uno! Uccellacci della malora, tremate dinanzi ad un vostro
superiore!”.
Draco Malfoy sorrise compiaciuto non rivolto a
nessuno in particolare andando poi a riaccoccolarsi sul suo cuscino.
Era decisamente ancora troppo presto per alzarsi.
Uccelli rompi balle.
Ma ormai non c’era più niente da fare.
Una
volta sveglio, non
sarebbe mai riuscito ad addormentarsi nuovamente.
Era la maledizione
della famiglia Malfoy.
Bè, forse non
proprio di tutta la famiglia ma suonava bene, no?
La maledizione
della famiglia Malfoy.
Si alzò in piedi ed
iniziò a canticchiare il motivo più tetro e sinistro che riuscì a trovare (non
sarebbe stato preso sul serio se avesse cominciato a canticchiare qualcosa di allegro, non
credete?) e si diresse in bagno.
Si osservò
interamente e a lungo nello specchio dalla cornice dorata che aveva acquistato
solo qualche settimana fa e improvvisò un piccolo balletto.
“Osservati bene,
Malfoy” disse lo specchio sbeffeggiandolo e facendo alzare un sopracciglio di
Draco.
“Io mi osservo sempre ben, Luv”
rispose lui andando a farsi una calda e lunga doccia.
Un’ora e
innumerevoli canzoni tetre e sinistre dopo, Draco emerse in una nuvola di
vapore, afferrò un asciugamano (sicuramente uno verde)
per coprire le sue parti intime e arrivato dinanzi al suo guardaroba,
quest’ultimo gli chiese “Cosa desidera indossare oggi il padrone?”.
Draco tornò in bagno e mordendosi un labbro si
guardò allo specchio; “Cosa ne pensi?”chiese e se foste stati
li avreste potuto vedere lo specchio pensare intensamente.
“Bene” disse lui
(Ebbene si, lo specchio di Draco Malfoy era un maschio) gentilmente; “Se fossi
in te, indosserei i pantaloni neri che hai comprato la
scorsa settimana. Non lasciano molto spazio all’immaginazione ma, come dico
sempre, se hai della merce da mostrare allora mostrala!
Per quanto riguarda il resto… Metterei la camicia nera che ti ha dato tua
madre. Mette in risalto il colore biondo-argentato dei tuoi capelli”.
“Mh, non so” disse Draco toccandosi il mento. “Non mi è mai
piaciuta quella camicia, mi provoca prurito, ma che cosa ne dici di una
maglietta nera?”
“Quale maglietta
nera?” chiese lo specchio. “Quella che ti ha dato tua madre, quella che hai comprato la scorsa settimana, la terzultima che hai comprato
la scorsa settimana, quella che hai comprato la scorsa settimana con le maniche
verdi, una delle cinquanta che hai comprato lo scorso anno, le altre che ti ha
comprato tua madre, quella che hai acquistato due settimane fa, quella che hai
ricevuto gratuitamente per aver comprato altre due magliette due settimane fa,
quella che tua zia Clara ti ha regalato per il Natale dell’anno scorso…”
“Merlino, no!
Queste no! Pensavo a quella nera con sopra il serpente d’argento”
“Oh, si! Mi ero
dimenticato di quella! Davvero un’ottima scelta, sarai fantastico con quella!”
“Vada per quella
nera allora”.
Draco sorrise compiaciuto e tornò al
guardaroba; “Hai tutto quanto?”
“Si
padrone” rispose il guardaroba, facendo fuoriuscire i vestiti richiesti.
Draco li indossò
rapidamente e corsa a riesaminarsi allo specchio, che emise un fischio acuto;
“Sei uno schianto baby” mormorò lui e Draco sorrise
soddisfatto.
Fatto ciò, passò a
dedicarsi all’operazione più importante del giorno: sistemare i capelli nel
verso giusto.
Dopo aver lottato
due ore con dei prodotti per capelli moooolto complicati da usare, Draco fu
finalmente pronto per andare a far colazione, comportandosi come un perfetto e
magnifico erede di un’oscura famiglia purosangue.
Appena si apprestò
ad entrare nella sala da pranzo, vide sua madre scendere le scale correndo e
ridacchiando e a metà strada, solo qualche metro dietro di lei, c’era suo padre
che stava tentando di spogliarla.
Entrambi si fermarono di botto appena lo videro e arrossirono furiosamente.
“Oh, ciao Draco,
caro” disse Narcissa andando a chiudersi i bottoni della sua camicetta.
“Tuo padre ed io stavamo
giusto, emh… facendo le valigie! Si, si, noi stavamo facendo le valigie per un viaggio. E poi
io non riuscivo a trovare il mio, emh…” guardò disperatamente Lucius che iniziò
ad imitare qualcuno che si mette del trucco.
“Oh, si! Non
riuscivo a trovare i miei trucchi! E poi tuo padre,
lui, emh, si è offerto volontariamente d’aiutarmi a cercarli! Ecco perché
stavamo correndo, perché, ecco, abbiamo così poco tempo e dobbiamo ancora
trovarli.”
Fece un profondo
respiro e sorrise a Lucius, evidentemente soddisfatta di se stessa per quella
spiegazione.
Draco roteò gli
occhi, i suoi genitori erano così ingenui qualche volta.
Avrebbe voluto
urlargli forte che ormai aveva diciassette anni! Non era come se lui non
sapesse cosa quei due stessero veramente facendo, e per quanto riguardava la
loro spiegazione, era ben consapevole del fatto che sua madre non aveva mai
usato trucco babbano, ma piuttosto aveva sempre usato solamente il suo fascino
per conquistare.
Lucius notò
un’espressione di incredulità sul volto di Draco e stabilì
che era ora di sparire.
“Io vado su ad
imballare il resto” borbottò e poi come un fulmine salì le scale.
Draco tornò a
rivolgersi a sua madre; “Dunque, quando partirete?”
“Oh, lascia che mi
organizzi, presto ci penserò”.
Sua madre volse lo
sguardo assente ai mille galeoni che decoravano il suo
orologio color smeraldo.
“Ma
sei sicuro che riuscirai a gestirti e a stare da solo per un mese? La tua mamma
può chiamare un domestico se solo il suo piccolo Drackie lo desidera”.
Draco fece una
smorfia udendo il nomignolo, ma nascondendola scosse la testa.
“Ti sono molto grato madre. Ma non sono più un
bambino”
“Già, non lo sei”
rispose sua madre dandogli una pacca sulla spalla. “Ma giusto per essere sicura, ho parlato con Hetty
e lei e gli altri elfi domestici si prenderanno cura di ogni cosa. Ho persino
chiesto ad uno di loro di venirti a rimboccare le coperte di notte”.
Draco serrò i pugni
e chiuse gli occhi.
Inspira,
espira, uno, due, tre. Andranno via entro mezz’ora e tu avrai la casa tutta per te.
Aprì gli occhi e
sorrise a sua madre. “Ti ringrazio” disse provando a darsi un tono di voce
gentile ma fallendo miseramente.
Sua madre comunque, era più occupata a non guardare nulla in
particolare.
Un rumore
improvviso portò la loro attenzione ad un imprecante Lucius che stava
trasportando due pesanti bauli giù per le scale.
“Ah, c’è tuo padre”
disse Narcissa esprimendo l’evidente.
“Credo sia ora di
andare… Draco, amore, ciao!”.
Si mise in punta di
piedi e gli baciò la guancia, poi, lei e Lucius sparirono
con i loro bagagli.
Finalmente! Pensò Draco che cominciò a cantare nuovamente canzoni tetre e
sinistre.
Appena iniziò ad incamminarsi nuovamente verso la
sala da pranzo, il campanello suonò e Draco imprecò ad alta voce.
Chi osava
interrompere quella pace? Chiamò un elfo domestico e gli ordinò di condurre chiunque
fosse dietro la porta da lui.
Dopo un paio di minuti l’elfo domestico tornò indietro trasportando un
grande cesto.
Cos’era quello? Si
chiese Draco, con aria pensierosa e stupita.
Forse era un regalo
di un ammiratrice/re.
Sorrise, ma appena
agguantò il cesto fu circondato da una luce dorata e sentì un formicolio
attraversargli le dita.
Si lasciò quasi
sfuggire il cesto con la sorpresa ma riuscì a
risaldare la stretta quando la luce cominciò a svanire.
Che diavoleria era quella? Pensò allarmato.
Spero per il bene di questo cesto che non
sia stata una maledizione, perché se così fosse spedirò
questo coso dritto in Messico!
Appoggiò il cesto sul tavolo e afferrò la pergamena che vi era legata.
Quando l’aprì, notò che era una lettera, quindi
iniziò a leggerla.
Cara Narcissa,
sono veramente dispiaciuta che tu
non mi conosca, ma ti assicuro, non voglio in nessun modo farti del male. Una
volta ho sentito che, dopo aver dato alla luce il tuo primo figlio, è diventato
impossibile per te averne degli altri, anche se ci hai provato varie volte. Ebbene,
io sono perfettamente in grado di avere un bambino, ma non ne desidero uno così
ho pensato che potremmo aiutarci in segreto. Ti ho
fatto pervenire mio figlio e lo crescerai come fosse
tuo. Spero che lo educherai bene e che tu lo faccia
diventare un vero Malfoy.
Draco alzò entrambe
le sopracciglia sorpreso. C’era un bambino nel cesto? Perfetto, lui non sapeva
un accidente riguardo i bambini, avrebbe dovuto
rispedirlo indietro.
Ma, anche se non vuoi il bambino, ho paura
che dovrai mantenerlo comunque. Ho fatto un
incantesimo sul cesto in modo che quando lo toccherai sarai immediatamente
legata al bambino, rendendolo tuo. Quindi, se hai toccato il cesto, ho soltanto
una cosa da dirti: congratulazioni, sei diventata di nuovo
madre!
Merda! Draco guardò il cesto, poi la lettera, quindi si diresse verso
l’oggetto. Lui lo aveva toccato e quindi ora era diventato
madre. Eh, oppure padre. O entrambe le cose. Merda, merda, merda…
Ma forse, se avesse tentato di trovare la madre naturale del bambino, lei avrebbe
potuto invertire l’incantesimo.
E non pensare di venirmi a cercare e farmi
invertire l’incantesimo. Ti assicuro, ho preso le mie precauzioni e
non riuscirai mai a trovarmi. Ho anche cambiato nome e sono andata in Canada
per iniziare una nuova vita.
Ora, gli occhi di
Draco, erano spalancati al massimo. Perché io?! Pensò
tristemente.
Perché proprio te, ti starai
chiedendo e la risposta è semplice. Anche se non
desidero un bambino, voglio il meglio per lui. E i
Malfoy sono i migliori. Capaci di dare un’ottima educazione. Ma
ora, penso di aver scritto abbastanza. Devo andare per la mia strada, in
Canada. Goditi cara amica la tua nuova situazione, proprio come farebbe una
vera madre!
Sinceramente tua, Sconosciuta (Ah! Non avrai
pensato mica che avrei firmato la lettera con il mio nome!) .
Draco crollò su una sedia lì vicino e fissò con sguardo vuoto la parete.
Un bambino.
Qualcuno gli aveva
inviato un bimbo
paffuto! Oppure, tecnicamente, qualcuno aveva inviato
a sua madre un bimbo paffuto, ma chi se ne frega, era lui quello legato al
marmocchio.
Ma forse era tutto uno scherzo.
Giusto, un
terribile e orrendo scherzo e il cesto era in realtà
vuoto.
Guardò l’oggetto
con una nuova speranza e mentre continuava a ripetersi mentalmente “E’ solo uno
scherzo” ancora e ancora di nuovo, vi si avvicinò e lo aprì.
E poiché un paio di occhi grigi vennero a contatto con un altro paio,
azzurri, Draco Malfoy si sentì morire sul serio.
KISSES KATHY AND
TRIOLA
P.s. commentateeeee
^_^