Titolo: ~ A step back
Genere: Generale,
Romantico, Sentimentale
Capitolo:
Prologo
Autrice:
ForgottenSnow
Personaggi:
Leah
Clearwater, Jacob Black
Note
dell’autrice: Si tratta di
un esperimento. Dopo aver visto New
Moon (imprecando tutto il tempo e implorando la morte istantanea di
Bella *-*)
sono rimasta tipo… ehm… folgorata (O.o) dalla
bellezza di Taylor *_* E visto
che quell’idiota di Bella non capisce niente e che la Meyer
pur di sistemarlo
gli ha fatto avere l’imprinting con Renesmee… ho
pensato che Jacob sarebbe
stato bene con Leah (personaggio che adoro *_*) U_U E’ una
cosa abbastanza
inverosimile, ma non nella mia fan fiction. Quindi cancellate tutti gli
eventi
di BD, perché si parte
dall’epilogo
di Eclipse. Leah è la
stessa del
libro, ma si evolverà pian piano grazie a Jacob; e anche
lui, sofferente per la
scelta di Bella, troverà conforto in Leah. Se mai questa fan
fiction
continuerà… beh, non assicuro un lieto fine xD Ho
scritto i primi sei capitoli,
poi mi sono bloccata perché, se la storia fa schifo, non
penso di sprecare
tempo a continuarla xD
Quindi, se mai
qualcuno passerà di qui, vi invito
a lasciare una recensione… mi sarebbe
d’aiuto per capire
se devo o non devo continuare.
Buona lettura
^^
Sara
{-
Se
ti senti disturbata dalla confusione dei sessi, Leah…}
{Come pensi che
ci sentiamo noialtri
a vedere Sam con i tuoi occhi? […]-}
{E, per quanto
infuriato, mi sentii
in colpa alla vista del fremito di dolore}
che apparve
all’improvviso sul suo volto.
}
{Si rimise
goffamente in piedi e,
fermandosi soltanto per sputarmi contro, }
{corse verso gli alberi […]}.
Prologo
Pov Jacob
Un
idiota, ecco cos’ero stato.
Certo,
finalmente se n’era andata e mi aveva lasciato in pace, ma
era stato davvero un
colpo basso.
Leah,
a modo suo, voleva soltanto aiutarmi.
È
un’arpia, mi ricordò il
mio cervello, contrariato. Una
volta tanto ero d’accordo con lui: non c’era
persona più aspra, più acida, più
pungente, più cinica, più…
Presi
un bel respiro, con una strana sensazione; che stessi dimenticando
qualcosa?
Sembrava che la mia coscienza avesse preso a saltellare sventolandomi
sotto il
naso un grosso cartello su cui era stampata la scritta
“più sofferente” a
caratteri cubitali. Ebbene si, l’avevo dimenticato: anche
Leah soffriva, e per
questo io avevo torto marcio.
È
stata stronza, rincarò la
dose il mio cervello oppresso dal
dolore causato da Isabella Swan. Decisi che, semplicemente, dovevo
smettere di
pensarci; avevo cose più importanti a cui badare, come ad
esempio il fatto che
la ragazza che amavo stava per essere trasformata. Già,
trasformata; e in un
vampiro, come se non bastasse. Improvvisamente avvertii dei passi
dietro di me,
e un attimo dopo Sam si materializzò al mio fianco. Bene,
benissimo; la
ramanzina aveva inizio ancora prima di quanto avrei immaginato.
-
Jacob, posso parlarti un attimo?-
Alzai
gli occhi al cielo, annuendo con aria stanca.
-
Posso immaginare quanto sia grande il tuo dolore, ma… a
dispetto di ciò che può
sembrare, Leah voleva davvero aiutarti.-
-
Non l’ha fatto nel modo giusto, allora.- mugugnai, e mi resi
appena conto di
assomigliare pericolosamente a un moccioso di cinque anni.
-
Non è molto delicata, come persona.- mi ricordò
Sam, battendomi con
circospezione la mano sulla spalla; magari pensava che, considerato il
mio stato
d’animo, avrei potuto staccargliela a morsi. Decisi di non
rispondere, sbuffai
e mi strinsi nelle spalle, chiudendo gli occhi.
Le
immagini di Bella ed Edward mi affollarono immediatamente la mente,
nonostante
cercassi di evitarlo: c’era lui, che cingeva la vita di lei
con entrambe le
braccia; e poi c’era lei, che si scostava i capelli dal collo
mentre lui la
annusava con… cosa, fame?!
Riaprii
gli occhi, scocciato. Certo che ero capace di creare dei veri e propri
film,
quando la mia mente aveva la possibilità di andare a briglia
sciolta.
-
Torno indietro.- disse Sam, alzandosi e stiracchiandosi in maniera
fastidiosamente umana. – Vieni con me?-
Annuii,
stanco. Volevo andare a casa, stendermi sul letto e cercare di dormire.
Seguii
Sam, svogliato, lasciando perdere il mare, la scogliera e le onde
rumorose.
-
Chiedi scusa a Leah; intesi?- disse all’improvviso Sam,
mentre infilavo il
braccio nella finta benda da moribondo. Eravamo arrivati fuori la porta
di casa
mia e l’alpha mi scrutava con attenzione, attendendo una mia
risposta.
-
Io?! È lei che… insomma… non
è colpa mia!- protestai, e sapevo di avere
ragione. A quanto pare, lo sapeva anche Sam.
-
Pensi che io non lo sappia?! Ma Leah è imprevedibile quando
è arrabbiata… E
posso assicurarti che ora lo è.-
Detto
questo, Sam mi voltò le spalle con un’ultima
occhiata ammonitrice e si avviò
lungo il sentiero. Sbuffai, mollai un pugno sulla porta senza esagerare
per
evitare di sfondarla, e poi entrai in casa.
-
È pronta la cena?- biascicai, appena fui dentro. Lanciai una
rapida occhiata
intorno a me, mi accertai che non ci fosse nessuno oltre a mio padre e
mi
liberai della benda e delle stampelle.
Consumammo
la cena in silenzio; anzi, Billy parlava velocemente come mai prima
d’allora,
mentre io mi limitavo ad ascoltarlo con aria annoiata.
-
È arrivato… questo.- mi disse a un certo punto,
quando ormai fu chiaro che non
lo stavo ascoltando da un pezzo. Un biglietto. No, un invito. Presi la
bustina
con mani tremanti, accigliato. La aprii e lessi le prime parole, ma una
in
particolare catturò la mia attenzione: Matrimonio.
Sussultai.
-
C’era anche… insomma…- E Billy mi porse
un altro foglio, indirizzato a me. Edward.
Oh, al diavolo.
Avrei
voluto poter scegliere.
Rilessi
quelle parole almeno cinque volte. Oh, certo. Bella non avrebbe voluto
invitarmi, per non ferirmi. Lui invece, buono com’era,
cavalleresco come pochi…
Grugnii, sbuffai, serrai le dita attorno alla superficie del tavolo
così forte
che per poco non rischiai di distruggerlo.
-
Stasera esco.- dissi, brutale. Lanciai da qualche parte i biglietti,
senza
neanche voltarmi a guardare l’espressione (probabilmente
preoccupata) che era
apparsa sul volto di mio padre.
Magari
Leah dorme…,
pensai
mentre mi trasformavo. Un attimo dopo realizzai che, se anche fosse
stata sveglia,
non avrebbe fatto differenza.
POV Leah
Stupido,
piccolo idiota! Chi
diavolo si crede di essere?!,
ripeteva con frustrazione una vocina nel mio cervello, mentre io mi
aggiravo
tra gli alberi della foresta.
Un
ragazzino, ecco quello che è!
Grugnii,
guaii, abbaiai e mi scagliai perfino contro un albero. Stavo davvero
perdendo
Jacob!, urlai, cercando di
ritrarmi dalla sua
percezione mentale. Come se avessi baciato davvero Bella Swan, mi
sentivo
qualcosa di disgustoso in bocca; bleah.
Suggestione, chiarì Jacob
all’improvviso. Solitamente
quando era arrabbiato con il mondo non rispondeva se non a Embry, a
Quil e
talvolta a Sam. Io, ovviamente, ero l’ultima della lista con
cui avrebbe
parlato in un momento simile.
Ti
odio!,
gli sputai nella mente, il più chiaramente
possibile.
Vattene, sibilò Jacob
dall’altro lato.
Oh,
col cazzo!
E
un attimo dopo correvo verso di lui, verso nord. Verso dove lui era.
Si, perché
era inaudito che io immaginassi un bacio, un vero
bacio, con Bella Swan! Io odiavo
Bella Swan, ma pure se mi fosse stata simpatica non penso che la mia
reazione
sarebbe stata diversa. E Jacob, cocciuto com’era, non mi
ascoltava! Eh certo,
perché lui stava male e io dovevo sorbirmi le sue fantasie
erotiche!
Mi
scagliai contro il lupo dal pelo fulvo non appena entrò nel
mio campo visivo,
travolgendolo. Ruzzolammo sul terreno, ringhiando entrambi.
Non
hai rispetto!, mi urlò con
prepotenza, ribaltando le
posizioni e schiacciandomi al suolo con entrambe le zampe.
E
tu, invece?! Che mi costringi a
baciare Bella Swan?!
Piantai
le mie zampe sul suo torace e spinsi con tutte le mie forze, per
cercare di
liberarmi di lui. Un attimo dopo eravamo nuovamente in piedi, a
ringhiare
mentre ci muovevamo in cerchio. Io ero indecisa, e da quello che
percepivo lo
era anche lui.
Improvvisamente
avvertimmo qualcun altro. Ci guardammo, silenziosi; la rabbia era
scomparsa,
c’era soltanto preoccupazione mista a rassegnazione. Un
attimo dopo, infatti,
apparve Sam seguito da Jared e Paul; fui lieta almeno che non avesse
deciso di
portare mio fratello.
L’alpha
ringhiò, fragoroso, trafiggendoci la mente e anche le
orecchie. Arretrai di
qualche passo, e anche Jacob: all’alpha non si poteva dire di
no.
Siete
soltanto due stupidi!, urlò Sam,
arrabbiato. Grazie, ci voleva lui.
Mi
guadagnai un’occhiata di tralice, mentre Jacob guaiva come a
dire “si, ho
capito, ma ora vattene”. Io, comunque, ero decisa a far
valere le mie ragioni.
È
soltanto un ragazzino!, sbraitai con un moto
incontenibile di
irritazione. E non fa altro che
lamentarsi! Ma per cosa?! Per quell’insulsa umana che tra
poco neanche sarà più
tale!
Probabilmente
nessuna mossa fu più sbagliata, perché Jacob mi
si avventò addosso con
frustrazione, rabbia e dolore, travolgendomi ancora una volta. Sentii
Sam
ululare, ma non ci badai: ero troppo impegnata a non essere ferita.
Purtroppo,
Jared e Paul intervennero troppo tardi e dal dolore lancinante che
avvertii mi
resi conto che Jacob mi aveva appena rotto una zampa. Cioè,
un braccio.
Jacob!, urlò Sam,
infuriato. Guaii, mi ritrassi, ma
poi ringhiai contro il lupo dal pelo fulvo con aria di sfida.
Non
ho bisogno di essere protetta
da nessuno di voi!, chiarii con
riluttanza. Sam mi rivolse un’occhiataccia, Paul
abbaiò, Jared si limitò a far
ondeggiare la coda, nervoso.
L’alpha
si assicurò che fosse tutto apposto e che Jacob non avrebbe
provato di nuovo a
uccidermi, prima di congedarci.
Se
non si trattasse di voi due
chiuderei un occhio, ma nel vostro caso…, Sam fece vagare il suo
sguardo da me a Jacob, inorgoglito. …devo
essere sicuro del vostro dispiacere.
A
me non dispiace affatto!, lo provocai ancora,
stizzita.
Neanche
a me, puoi esserne certa, ringhiò a sua
volta il lupo fulvo rizzando il
pelo.
Ora
basta!!,
esplose Sam, ringhiando con prepotenza. Andiamo
a casa, tutti!
Io
guardai Jacob, lui guardò me. In quello sguardo ci odiammo,
profondamente. Non
sapevamo che quell’odio sarebbe stato presto
qualcos’altro. Qualcosa di più
grande, di più profondo e di pericolosamente distruttivo.