Autore: slice
Titolo della fic: hot
and dogs.
Personaggi principali: Naruto, Shikamaru, Kiba, Chouji,
Ino, Sasuke, Akamaru.
Genere: comico, commedia.
Avvertimenti:
shonen ai, what if?, one-shot.
Raiting: giallo.
Introduzione:
adoro i ninja negli attimi di relax. Questo contest mi ha dato
l'occasione di descrivere un attimo di assoluto e intenso niente,
uno squarcio quotidiano che Kishimoto non mostra, secondo me, per
darci il piacere di sbizzarrirci.
Disclaimer: i personaggi ed i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.
Hot and dogs
di slice
“Che si fa?” Naruto gioca con una penna mentre
Shikamaru sbadiglia. Chouji mangia, seduto sul letto, e Kiba
dormicchia, sdraiato su di esso.
Fuori l'aria è statica,
niente si muove, nessuno si inoltra dove il sole picchia peggio
dell'Haruno.
Sono a casa dell'Uzumaki perché il caldo
perversa nei funesti e appiccicosi vicoli di periferia, come anche
nelle immense e silenziose vie del centro: all'unanimità aveva
vinto l'appartamento del jinchuuriki che era sempre vuoto e quindi
privo di seccature.
Il sole filtra attraverso ogni cosa; si
insinua nelle case tramite ogni tipo di pertugio, dalla finestra alla
toppa della chiave dell'uscio, corre lungo porte lasciate aperte,
incanalandosi negli afosi corridoi, sfrutta ogni superficie a
specchio che incontra e si riflette ovunque può, rompendo le
balle a tutte tutte tutte le forme di vita esistenti.
Shikamaru
allunga un braccio sulla scrivania, dove è accasciato, in
cerca di refrigerio; nel suo percorso l'arto si scontra con un porta
penne e quello finisce a terra. Il rumore dell'impatto con il
pavimento desta bruscamente l'Inuzuka, il suo gomito finisce quindi
nello stomaco di Chouji che sputacchia patatine ovunque e si tiene
l'addome, cercando di non rimettere i dodici pacchetti che si è
mangiato per merenda. Naruto sbuffa.
“Allora? Che si fa?”
Si infila la penna in bocca ed intreccia le dita dietro la testa.
Un
uccellino si posa sul davanzale. Kiba pensa che si scioglierà
a stare al sole, ma appoggia la testa alle braccia incrociate e
chiude nuovamente gli occhi.
La tapparella malridotta, anche se
abbassata, lascia filtrare dei tentacoli di luce.
Chouji si sposta
di qualche centimetro, portando il sedere più vicino
all'Inuzuka per evitare i raggi assassini. Una volta trovata la
posizione giusta, poggia nuovamente i piedi a terra.
La coda di
Akamaru rimane schiacciata tra il suo piedino di fata e il duro
pavimento, il buono e tenero cagnone bianco balza in piedi con un
guaito che sveglia anche il Terzo Hokage dalla tomba. Un ringhio
basso si diffonde nella stanza, ma va scemando mentre il padrone lo
accarezza e l'Akimichi domanda scusa, offrendo una delle sue
impagabili patatine. Naruto sospira.
“Cosa facciamo?”
La
porta si spalanca e Kiba per poco non ha un orgasmo grazie al
refrigerio che lo spostamento d'aria gli procura. Si è messo
sul letto, cioè tra la porta e la finestra, per quel motivo,
in fondo.
L'uscio si richiude e il rumore di alcuni passi decisi
accarezza le orecchie di tutti, il frastuono si ferma in mezzo
alla stanza.
“Lo sapevo che eravate qui. Date quasi fastidio
da quanto siete inutili,” trilla la Yamanaka ad un volume che
per poco non sente solo Akamaru.
Il Nara mugola, apre un occhio e
poi nasconde il viso.
Naruto sputa la penna, appoggia i palmi
delle mani sul tavolo, fa pressione e si sbilancia all'indietro. In
bilico, su due gambe della sedia, lancia un'occhiata torva
all'ospite.
“Questo non è uno dei tuoi stupidi
negozi, potresti bussare?”
Ovviamente anche se non è
retorica, lo diventa, dal momento che non se lo fila nessuno.
Chouji,
che approfitta della scusa del nervosismo per mangiare più in
fretta, osserva apparentemente fuori dalla finestra, trovando in
realtà improvvisamente interessante il ricordino di un
piccione sul vetro di essa.
“Kiba! Ma tu non eri quello
iperattivo?” sospira Ino.
Il ragazzo alza la testa “Ero...”,
biascica prima di crollare di nuovo.
La bionda sembra arrendersi
e, quando lascia l'appartamento, Akamaru scodinzola e smuove le
briciole vicino ai piedi dell'Akimichi.
Il genio non gioisce
perché teme che il funesto essere ritorni.
Dopo pochi
minuti, infatti, la porta si spalanca nuovamente, ma questa volta c'è
un motivo più che valido per non cacciarla.
“Grande
Ino, stavo per avere una sincope!” le dice Chouji mentre si
sporge per prendere il suo bicchiere dal vassoio, che la bionda tiene
in mano, stando attento a non pestare il gioioso e grosso cane
irritabile alle sue falde.
“Brava Yamanaka, un più
per te!”
“Ne voglio almeno quindici!” soffia
lei, mentre Naruto rovescia per sbaglio dell'appiccicosa
aranciata sul manto della fiera e viene allegramente
sbranato.
Shikamaru allunga una mano e mugola piano, Ino lo guarda
compassionevole, ma non si prodiga per avvicinargli il
bicchiere.
“Forza seccatura finisci il lavoro: sii
servizievole fino in fondo,” tenta di far sentire il suo tono
strascicato sopra gli schiamazzi del biondo.
“Oooh ma io non
sono servizievole così a casaccio, lo sono per un preciso
motivo.”
“Mi sento male,” rantola il Nara,
ri-accasciandosi sulla scrivania.
Kiba indica la bionda e poi urla
- o così gli pare - ad Akamaru di attaccarla.
Il cane
smette di mangiucchiare il polpaccio del jinchuuriki solo per un
istante, guarda la bionda, ansima con la lingua penzoloni da una
parte, scodinzola e poi torna a cibarsi di carne dal retrogusto
demoniaco.
“Prendi Chouji. Lui muore... dalla voglia... di
fare shopping,” dice lo stratega a singhiozzi mentre si tira e
si stira, cercando di arrivare al bicchiere senza alzarsi.
“Sì,
lo vedo.” Ino aggrotta la fronte, guardando il compagno di
squadra con un raggio di sole addosso che sembra un'aureola.
“Comunque lui è anche l'unico che potrebbe venire: voi
non avete gusto, né maniere, non vi porterei mai in giro...
per sembrare una contadina come voi.”
Certa gente non
conosce ostacoli come il caldo, le alluvioni, gli attacchi di Pein et
similia, ed incurante va a caccia di uno striminzito top bianco o di
un paio di pantaloni talmente aderenti da sembrare una seconda pelle.
Uno di questi strani esemplari, privi di una qualsivoglia misura,
nello shopping come nell'isteria, è esattamente la kunoichi
del team dieci.
“Ce ne rallegriamo Yamanaka, ora che hai
scelto la tua vittima del giorno, lascia che io scelga la
mia.”
“Sas'ke!” Salta su Naruto mentre Akamaru
si ciuccia un brandello della sua tuta arancione.
“Cosa
urli idiota?” borbotta Kiba con la faccia spiaccicata sulle
coperte, attutito dalla stoffa.
Shikamaru ha ripreso a ronfare
dopo che Chouji lo ha guardato con un misto di ansia e paura, mentre
la loro amatissima compagna di squadra se lo portava via. E,
per la cronaca, il fatto che sia arrivato Sas'ke, lo tocca più
o meno come l'esistenza del palo che intravede dalla finestra. Però
gli è comunque grato dal momento che li priverà del
fracasso in persona.
“Che facciamo Sas'ke?”
“Per
prima cosa smetti di urlare, usuratonkachi.” E qui son tutti
d'accordo, anche la signora che abita di fronte.
“Teme!”
“Andiamo
testa quadra, alza il culo.” Spiccio e altero. Davvero
sexy!
“Dov'è Sakura-chan?”
“Nh,”
grugnisce l'Uchiha.
Naruto ridacchia, ebete.
“Stai
diventando geloso!”
“Tsk. Continua a ripetertelo.”
Shikamaru neanche si accorge che le ore passano; velocemente si fa
sera e l'aria fresca entra dalla finestra lasciata aperta. Invece di
chiuderla si avvicina al letto, che ancora ospita Kiba. Lo scansa un
po' e si sdraia accanto a lui.
L'amico mugola, all'inizio
infastidito, poi, sentendo il calore del corpo dell'altro, lo
abbraccia e fa un sospiro profondo.
“Non prenderti tutte
queste libertà Inuzuka!”
Kiba sorride.
“Siamo
ancora a casa di Naruto; lui non c'è da ore e credo proprio
che non tornerà presto, ormai siamo già un pezzo avanti
con le libertà.”
A Shikamaru scappa uno sbuffo
divertito mentre ricambia l'abbraccio.
Kiba strofina il naso sulla
sua guancia.
“Hai un buon odore,” gli sussurra,
continuando poi ad annusarlo. “Era un po' che volevo dirtelo in
effetti.”
L'altro sorride lasciando che le loro gambe si
intreccino. Si mette su un fianco a sua volta, osservando più
da vicino i lineamenti ferini dell'amico.
“Mi stai facendo
una proposta Inuzuka?” mormora, alzando un sopracciglio pur
avendo richiuso gli occhi.
“Non lo so Nara, sei caldo e
profumi di buono, ma se a te non suscito niente è inutile
parlarne.”
Il chuunin arriccia il naso, apre gli occhi e
scopre però che l'altro li ha ancora chiusi.
Le luci si
accendono per strada, probabilmente l'ora di cena è già
passata da un pezzo, ma è buffo come tutto perda importanza
davanti ad altre prospettive; comunque sia, lo stomaco gli brontola e
Kiba apre finalmente un occhio. Fa quel suo sorriso sghembo che piace
tanto ad Ino e Shikamaru, suo malgrado, capisce il perché.
“Hai
fame Nara?” dice quello, con un tono basso che fa deglutire il
chuunin.
L'Inuzuka si avvicina e struscia il naso contro il suo,
sfiora le sue labbra, gli spinge le dita nei capelli sciolti, liberi
dalla costrizione dell'elastico; poi si ferma ed aspetta. Shikamaru
tiene gli occhi socchiusi e lo vede leccarsi le labbra, allora sente
improvvisamente caldo, si accosta di sua spontanea volontà e
preme più forte le loro labbra assieme. Poi, lo abbraccia più
stretto.
Lasciando che la mano di Kiba gli ridisegni un fianco, e
continui la sua corsa sulla natica e sulla coscia, mentre le loro
lingue si incontrano, il chuunin si rende conto che non ha poi così
tanta fame.
Akamaru, sdraiato ai piedi del letto, finito di strappare l'ultimo
brandello arancione, mette la testa tra le zampe e sospira, annoiato.
A lui il coso biondo e rumoroso piace.
“Anche... a
Sas'ke!” mugugna in risposta Kiba, indaffarato.
Owari
(1500 parole)
Note: ho messo 'what if?' per la presenza di Sasuke che, per ora,
non sembra avere intenzione di tornare.
Il titolo richiama un po'
il panino con il wurstel a cui siamo abituati, il significato però
è ben diverso e meno 'terra terra'. Si riferisce ovviamente al
caldo e ai cani, o anche al loro temperamento: Akamaru così
irrequieto ed irritabile per il caldo - povera bestia - e
l'immobilità; e Kiba per quanto riguarda il suo carattere,
sempre così energico, passionale e malizioso. Ho unito la
descrizione di due personaggi protagonisti con la reale situazione in
cui sguazza questa ridicola - u.u' - shot. Anche perché,
diciamocelo, è palese che proprio quel suo essere ferino rende
l'Inuzuka tremendamente sexy ;3 e che quindi hot e dog sono due
aspetti in lui direttamente proporzionali alla sua figaggine!
Shikamaru non può e non deve resistere.
Giudizio:
TERZA CLASSIFICATA Hot and Dogs di Slice84
Correttezza grammaticale e lessicale : 9/10
Trama e
svolgimento : 10/10
Caratterizzazione personaggi : 10/10
Originalità : 9/10
Gradimento personale : 4,5/5
Totale : 42,5/45
Ottima storia, davvero. La grammatica è
quasi perfetta se non per una o due virgole di troppo - o nel caso
contrario, in meno - ed infatti ti sei guadagnata quasi il pieno
punteggio[di quel punto interrogativo che invece doveva essere
esclamativo non l'ho praticamente considerato in quanto tu te ne sei
accorta quasi subito e, avendo letto il resto della storia, si
capisce perfettamente che è stata solo una semplice svista!].
La trama è originale nella sua semplicità - che è
esattamente quello che avevo richiesto - e sviluppata in modo
esauriente e simpatico. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei
personaggi, come puoi ben vedere, il punteggio è ottimo
proprio perché pur citandone e prendendone in considerazione
così tanti sei riuscita a giostrarli tutti nel modo, secondo
me, più appropriato.
Grazie mille. Davvero.