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Autore: Karrina    06/12/2009    5 recensioni
Morgan/Reid molto diversa dalle altre due. Qui si parla solo di sentimenti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Sono in fase sperimentale. Dopo le PWP che ho scritto, ora ne provo una completamente diversa. Completamente raccontata con immagini evocative e niente realtà. Ovviamente si rifà alle vicende che succedono in Criminal Minds prima stagione fino alla puntata 1x09 ("In ostaggio"). Quindi è slegata da "Corpo a corpo a Qantico" e da "Lavoro Manuale".

Ringrazio chi ha commentato le due precedenti FF, in special modo Akane e masanori.
Vi ricordo che questa è una storia SLASH i cui protagonisti sono entrambi uomini!
Se non piace non leggete.
Come al solito non detengo nessun diritto su personaggi e serie tv di Criminal Minds, e non ho scritto questa storia a fini di lucro ma solo per divertimento. 

Buona lettura.

ANIMO ROMANTICO 

Ti stavo aspettando.

Non sapevo di star seduto alla mia scrivania giorno dopo giorno, caso dopo caso ad aspettare te.

Ma ti stavo aspettando.




Quanto mi hai fatto aspettare. Quanto a lungo ho dovuto attendere per averti con me.

Tu, piccolo uccellino insicuro del tuo volo. Io, gatto randagio con troppe cicatrici per permettere a qualcuno di avvicinarsi.

Quando ti ho visto, pulcino tremante, fra volpi e lupi che siam costretti a diventare non credevo che ti avrebbero permesso di restare. Credevo che il mio capo sarebbe stato sufficientemente intelligente da capire che questo non è il tuo posto. Qui regnano le tenebre e l'odore di sangue, tu meriti la luce del sole e l'aria pulita dei giardini in fiore.

Egoisti a volerti con noi, mostri dotati d'artigli che ti maneggiano con delicatezza per dimostrare a se stessi d'essere ancora capaci di gentilezza verso creature fragili e indifese.

Nei tuoi grandi occhi vedevamo riflessi quel poco di umano che ci rimaneva e ci faceva andare avanti. Piccola scintilla di calore quando visitavamo l'ennesimo obitorio.

Eri orgoglioso e felice quando conquistasti la tua pistola ma a noi tutti sembrava di aver mandato un bambino in guerra. Trepidavamo al pensiero che venissi coinvolto in una sparatoria.

Come un padre con il proprio figlio, il nostro capo ti lasciava a “casa” mentre noi “grandi” andavamo a prendere i cattivi.

Ti accigliavi ma non ti sei mai arrabbiato, tu eri diverso, sembravi fatto persino di un altro tipo di materia rispetto a noi tutti. Tutte le ombre che attraversavi ti scivolavano addosso, rimanevi lucido e splendente come un penny nuovo.

Mi trovavo a raccontarti cose di me, cose che non ho mai detto a nessuno, perché parlare con te era facile. Un altro avrebbe scavato attorno, perforato i muri delle mie difese e aperto ogni cassetto chiuso a chiave. Tu no. Ciotola d'acqua purificatrice.

Vorrei immergere tutto me stesso in te. Perdermi nel profumo dei tuoi capelli e addormentarmi al suono del tuo respiro. Ma non posso, sotto la mia pelle nera ci sono aculei e lame affilate; le donne che sono state con me te lo potrebbero dire: all'esterno sono il desiderio proibito di ogni essere umano, ma da tempo ormai dentro sono deforme.

Ti guardo crescere lentamente e correrci dietro, a volte ti sbucci un ginocchio e allora mi crogiolo nel sapore dolce amaro di poter esserci per te; per poi tornarmene alla mia scrivania e riprendere a guardarti da lontano.

Invidio le persone che attirano il tuo sguardo e che calamitano la tua intelligenza. Loro hanno la scusa perfetta, io ti tormento di scherzi e battute per poter godere di un attimo della tua attenzione.

Domini i miei pensieri anche quando mi trovo a stare con le persone che mi vogliono bene su questo mondo. Non posso fare a meno di raccontare loro di te, di come sei e di come mi confondi.

Le candeline sulle tue torte aumentano e inizi ad aprirti con me. Mi riempe di fremiti l'ammirazione che hai nei miei confronti, toccarti è diventato più facile perché nella tua mente non c'è malizia.

Sei candido come un giglio e ciò turba la mia pace interiore essendo il mio segreto desiderio tingerti di carminio. L'idea di pitturare con le dita la tua tela bianca mi fa rimanere sveglio la notte; rigirandomi fra le lenzuola come in preda alla febbre.

Ti vedo mostrare i piccoli artigli, gheppio che sfida le aquile in volo.

Da terra osservo il tuo volare incerto, trattengo il respiro quando il vento ti manca sotto le ali.

Il mio cuore si ferma quando per un attimo ti vedo precipitare fra le rocce. L'espressione del mio viso si riflette nelle persone accanto a me che corrono indiavolati verso di te.

Quando ti vediamo illeso riprendiamo a respirare, affannati per l'apnea che il nostro cuore ha subito durante quei minuti.




E in quel momento ho capito: ti stavo aspettando. Ho bisogno di te. Di averti vicino.

Per questo ti ho seguito in archivio, ho spento la luce e chiuso la porta. Le luci che entrano dalle finestre ci permettono di distinguere solo i contorni delle nostre figure.

Non vedi la mia espressione, i miei occhi troppo lucidi e la vena che pulsa rapida sotto la pelle.
Senti il mio palmo sul tuo collo e non ti scansi quando accosto il mio viso e prendo a carezzarti le labbra con le mie.

Sento le tue dita aggrapparsi alla mia maglietta e il tuo calore mi circonda come una coperta.

Sai di caramelle alla frutta e di sapone. Esploro il tuo viso con le mani e sento che hai gli occhi chiusi, le ciglia ti sfiorano le guance, devi essere bellissimo in questo momento.

Il bacio mi ipnotizza e mi scioglie.

Siamo due calamite di poli opposti che tendono ad appiccicarsi l'una all'altra.

Ti sbottono la camicia e poggio una mano ad ascoltare il tuo cuore. Sei così vivo, così caldo.

Mi alzi la maglietta e separarmi da te per toglierla è uno sforzo enorme.

Vorrei rimanere sospeso nel buio di questa stanza all'infinito, solo tu ed io.

Scivoliamo per terra come i nostri vestiti. Dimentichi di chi siamo e dove ci troviamo.

Più importante persino del nostro respiro è diventare una cosa sola e perderci nel calore che quell'abbraccio sprigiona.


-Ti stavo aspettando.- Mormoro.

-Mi dispiace averci messo così tanto.- Risponde prima di tornare a baciarmi.



NdA: Per chi fosse arrivato fino alla fine e non avesse ancora capito, il punto di vista da cui viene raccontata è quello di Derek Morgan.

  
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