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Autore: leetaeri    06/12/2009    4 recensioni
Le fiamme avvolgevano il villaggio mentre la neve cadeva silenziosa... un'amicizia spezzata, un amore impossibile, due persone troppo diverse. Come il fuoco e la neve.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Il fuoco e la neve

“Il fuoco mi avvolge, ci sono urla, la gente corre, mi travolge; vedo alcune case distrutte e altre in fiamme, una donna difende il proprio bambino da una spada e nonostante il fuoco, la neve scende silenziosa e si posa ovunque, delle lacrime mi rigano il viso, ho paura, abbiamo tutti un’immensa e terribile paura e sappiamo che nessuno ci potrà aiutare in questa disperata lotta per la salvezza...”

Come al solito mi svegliai sudata perché avevo fatto un incubo, sempre lo stesso tutte le sere, ma in cui non riuscivo mai a capire dove mi trovavo, vedevo soltanto fuoco e neve… Camminavo fra i cespugli tenendo la mano al mio maestro Takeyuki - sensei, un uomo alto, di circa quarant’anni, con i capelli castani e di carnagione chiara, io lo consideravo come un padre anche perché nei miei ricordi circa il passato mi veniva in mente soltanto lui, non ricordavo il volto di mia madre tantomeno quello di mio padre, per quanto mi riguardava ero sempre stata sola, non avevo mai avuto amici e non sapevo cosa significasse avere una famiglia però provavo un sentimento enorme per quell’uomo che ora teneva la mia manina e che era sempre stato al mio fianco. Camminavamo da giorni, se non settimane, camminavamo da così tanto che non avevo più la cognizione del tempo, ad un certo punto gli alberi iniziarono a diminuire, intravidi un gigantesco portone sul quale c’era una scritta: “Konoha”. Il maestro mi aveva detto che doveva parlare con l’Hokage che era a capo del villaggio della foglia e a quanto pare eravamo finalmente arrivati nella città della nazione del fuoco… Appena entrata ciò che mi colpì di più fu la vita movimentata all’interno del villaggio, non avevo mai visto così tante persone in vita mia. Ero talmente presa nell’ammirare tanta allegria e felicità, che non mi ero accorta che un uomo abbastanza carino ci stava chiedendo i nomi e adesso toccava a me rispondere.
<< Piacere sono Noelle.>> lo liquidai con queste tre parole per tornare ad ammirare il villaggio. C’erano tante stradine piene di negozi di ogni genere, dai ristoranti ai fiorai alle botteghe e molti altri.
La gente era sempre sorridente, adesso avevo capito perché chiamavano Konoha la fiamma della nazione del fuoco. Fui riportata alla realtà da Takeyuki – sensei che si muoveva tra le strade della città come se la conoscesse benissimo, come se ci avesse vissuto, ad un certo punto iniziai a scorgere un grande edificio e al di sopra una roccia con delle facce scolpite sopra << Takeyuki – sensei, chi sono quelle persone raffigurate sulla roccia? >> e lui mi rispose << Sono tutti gli Hokage di Konoha e adesso dobbiamo andare ad incontrare il terzo che è lì rappresentato.>> alchè io risposi << ma di solito non vengono rappresentati dopo la loro morte? Che è successo al quarto? O meglio che è successo al terzo? >> << Il quarto è morto in guerra tempo fa e siccome il terzo era ancora in vita, decise di ritornare in carica. >> “Ma io questi qui non riesco proprio a capirli… Chissà come sarà l’ Hokage, secondo me è un vecchio bisbetico… anche se questo è meglio se non lo dico al sensei se no ho paura che mi fa una bella ramanzina.”
Alzai lo sguardo per un attimo e mi accorsi che ormai eravamo arrivati e che il palazzo dell’ Hokage era veramente enorme, iniziammo a salire una scalinata che non finiva più, entrammo nell’immenso edificio e il sensei bussò ad una porta dietro la quale sicuramente si trovava l’Hokage. << Avanti >> si sentì dire dall’interno, così il maestro aprì la porta e salutò l’Hokage come se si conoscessero da una vita e non con il tono rispettoso con il quale sarebbe giusto rivolgersi ad una persona di tale importanza.
Poi Sarutobi – sama venne verso di me che ero rimasta in disparte in un angolo della camera, mi accarezzò e rivolgendosi al sensei << Questa bella bambina è Noelle vero? >> << Si >> si senti rispondere. Continuò il sensei << È molto stanca non potreste procurarle un letto? >> << ma io non sono affatto stanca >>risposi accigliata << anzi vorrei vedere la città, posso sensei? >> lo guardai con gli occhi irresistibili che facevo per convincerlo ogni volta e lui acconsentì ma l’ Hokage disse << può una bambina così piccola andare in giro da sola? >> << ma io non sono piccola, ho già 7 anni e so cavarmela da sola. >>,prima che l’Hokage convincesse il sensei a non farmi uscire mi avviai verso l’uscita e pensai che in fondo non era quel vecchio bacucco che m’immaginavo.
Il primo luogo che visitai fu un parco meraviglioso con tante giostre e bambini felici che giocavano tra di loro… feci per avvicinarmi ma poi ricordai che non mi avrebbero accettato, così rimasi ferma immobile a guardarli mentre le lacrime iniziavano a salire. Però le ritirai su quando vidi un bambino che si dondolava triste su un’ altalena formata da un pezzo di legno e fissata ad un albero con delle corde, così mi avvicinai pensando che forse mi avrebbe accettato, anche se non sapevo perché, ma sentivo che in qualche modo noi due eravamo uguali; << ciao come ti chiami? Io sono Noelle piacere di conoscerti. >> lui mi scrutò con una certa curiosità e poi mi disse << piacere! Io sono Naruto. Non ti ho mai vista al parco, sei nuova? >> << Si, ma non so se mi va di giocare con quei bambini quindi non ti da fastidio se resto qui vero? >> << no, anzi sarei felice se volessi stare un po’ con me. Vuoi fare un giro sull’altalena? >> << grazie veramente, ma non so se ci so andare non ho mai provato >> << dai è facile, tu siediti e io ti spingo ok? >> “ma se poi mi fa cadere? Ho paura forse è meglio se dico di no.” Però mi guardò con quegli occhi azzurri così scintillanti e quel sorriso che ormai mi aveva contagiato. << si, va bene però spingi piano ok? >> << va bene fidati! Intanto parliamo? >> annuii troppo impegnata a guardare i miei piedi che oscillavano avvicinandosi e allontanandosi in un ritmo costante dal terreno.
<< quanti anni hai?>> mi chiese << 7,e tu Naruto? >> << 6, quindi sono più piccolo di te ma soltanto di un anno. E posso sapere da dove vieni? >> << io non lo so >> risposi << mi sono sempre spostata da un paese all’altro quindi non ricordo da dove vengo >> << Sei in viaggio con i tuoi genitori? >> e vidi che nel farmi quella domanda il suo sorriso assunse un velo di tristezza << no, i miei genitori sono morti quando ero ancora troppo piccola da ricordare i loro volti, da allora è Takeyuki – sensei che si prende cura di me. E tu? >> << anche i miei genitori non ci sono più. Quindi forse in questo siamo uguali giusto? >> << allora visto che siamo uguali ti va di essere il mio amico? >> lo vidi tentennare sulla risposta ma poi con un grande sorriso mi rispose di si e disse << Sai forse è il destino che ci ha fatti incontrare! >> << il sensei mi ha detto che il destino non esiste, siamo noi a crearlo quindi forse era inevitabile che ci incontrassimo. >> sentii la voce del sensei chiamarmi per andare a mangiare, così salutai il mio nuovo amico e aggiunsi << Domani mi voglio allenare ad usare i kunai, ti va di allenarti con me? >> lui annuì sorridendomi e avviandomi verso il sensei, sperai per la prima volta di rimanere a lungo in quella città…

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