Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: FrogWriter    07/12/2009    4 recensioni
Logan non riesce a perdonarsi di aver lasciato Rory perchè non voleva sposarlo dopo la laurea e si tormenta di ciò.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan Huntzberger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!! La mia prima ff su "Una mamma per amica", con protagonista Logan... io non ho per niente accettato la reazione di Logan al rifiuto della proposta di matrimonio... e così qui ho immaginato il suo pentimento per quello che ha combinato... non mi convince tanto, ma lascio la parola a voi!!

***

Cara Scheggia,

come va? Come procede il lavoro da reporter per la campagna elettorale? A dire il vero mi suona come una domanda retorica, so già la risposta: procede benissimo. E lo dico non solo perché negli ultimi tempi mi è capitato spesso di incontrare i tuoi nonni che mi hanno sempre gentilmente informato su di te (penso tuttora che non si siano ancora rassegnati alla nostra… alla nostra rottura). Lo direi anche se non sapessi più nulla di te, perché ti conosco abbastanza bene da sapere che sei una giornalista eccezionale, una delle migliori, se non la migliore, che io conosca e che niente e nessuno può o potrà fermarti. Sei Rory Gilmore e diventerai una giornalista di successo del “Times”, ci posso scommettere tutto ciò che possiedo. Sei sempre stata un passo avanti rispetto a tutti e soprattutto rispetto a me. Se solo avessi avuto un briciolo della tua convinzione nel portare avanti i tuoi obiettivi, del tuo coraggio, della tua genuinità ora non starei qui, a scriverti questa stupida lettera che mi fa sentire ancora più stupido di quanto non sia già.

Perdonami Scheggia, per tutto.

Ti amo.

Per sempre tuo, Logan

 

Rileggo la lettera appena scritta e scuoto decisamente la testa. Non può essere reale, ancora non riesco a farmene una ragione. Forse non me ne farò mai una ragione. Ho lasciato andare via la cosa più bella della mia vita, l’unica che desse un senso a tutto, l’unica che mi facesse sentire vivo. Per cosa poi…

Piego delicatamente la lettera e la infilo in una busta, sulla quale scrivo, ormai automaticamente, generalità del mittente e del destinatario. Poi tiro fuori dal cassetto della scrivania una scatola. La apro e ripongo la lettera al suo interno, sopra un mucchio di altre lettere che occupano quasi ogni centimetro di spazio. Un mucchio di lettere che mai spedirò. Forse perché in realtà non so bene dove spedirle. Rory è in giro per l’America, non saprei sinceramente come contattarla. Questa però è più una scusa, potrei semplicemente spedirla a casa di sua madre, prima o poi farà ritorno lì, anche se di passaggio, e potrà leggerle. Forse allora il motivo per cui non le spedisco è per orgoglio. Quello stesso, stupido orgoglio che l’ha allontanata da me. Quell’orgoglio che non mi ha fatto accettare una risposta che non era sicuramente un rifiuto, ma lui così l’aveva interpretata. E ora mi sta facendo pagare le conseguenze di tutto ciò. Ero cambiato, ero una persona diversa, matura, seria. Ero cambiato per lei, con lei, tramite lei. E in un attimo quel dannatissimo orgoglio ha distrutto tutto ciò che di buono avevo costruito per lei.

Sbatto i pugni sul tavolo con tutta la forza che mi ritrovo. “Sono un’idiota”. Non faccio altro che ripetermi queste parole, da mesi ormai. Però anziché cercare di rimediare al mio sbaglio non faccio altro che piangermi addosso, scrivendo lettere che so bene che mai spedirò.

Magari un giorno aprirò quella scatola e, con coraggio, le spedirò. Forse. Un giorno. Non ora… no, ora non sarebbe il caso. Ora le farei solo del male. Questo è il suo momento, deve concentrarsi sul suo futuro perché lei, Rory Gilmore, ha talento da vendere e non le impedirò di mostrarlo al mondo. Non voglio più essere in alcun modo di intralcio alla sua vita, già gliel’ho rovinata abbastanza.

Chiudo la scatola, la rimetto nel cassetto e chiudo a chiave. Proprio come ho chiuso a chiave il mio cuore.

   
 
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