* Ali Ingannevoli *
“Guardami.”
Disse il giovane al compagno, sfiorandogli il
palmo della mano.
Il ragazzo, tremante, sollevò il viso rigato di lacrime
disperate.
Solcavano il suo volto diafano, imprimendo ombre scure, le
quali non si addicevano allo splendore soffuso dell’azzurro magnetico
dei suoi
occhi.
“L’amore è puro in qualsiasi sua forma, non viverlo per
paura delle ostilità che ci circondano sarebbe come non vivere sé
stessi…” Iniziò l’altro, carezzandogli le
gote e
scostando via i deliziosi fili ramati che ricadevano a coprire quel
quadro.
“Noi non siamo forti, ci fingiamo intrepidi ed affoghiamo
ogni giorno nella violenza di sguardi disgustati.
L’ignoranza stupra la nostra dignità e nessuno è in grado di
avvertire ciò che lega la mia anima alla tua.” Con dita tremanti sfiorò
a
stento (quasi con timore) le rosse e semiaperte labbra del compagno.
“L’amore, soggiogandoci, spoglia le nostre anime rendendoci
nudi e deboli di fronte il giudizio umano… Ma nulla, nulla
di quello che ci sputano contro potrà farlo sparire. Siamo
sulla vetta più alta, tesoro… Qui
nessuno può sfiorarci: mettere un piede in fallo significherebbe
precipitare.” Continuò,
fissando attento la più piccola reazione nel ragazzo a quelle parole.
Ma il più giovane restò impassibile, sorridendo appena.
“Sarebbe un volo rischioso…” Ironizzò allora, asciugandosi
maldestramente gli
occhi.
Non c’era cinismo in ciò che disse, ma devastante impotenza
che, per un attimo, schiacciò il cuore del suo dolce amante.
“Tu mi ami?” Chiese a quel punto il ragazzo dallo sguardo
smeraldino.
Una punta di ingenua serietà tingeva la sua bella voce e,
aggrappandosi a quella meravigliosa speranza, ricercava la verità che
fino ad
allora aveva nutrito i suoi giorni.
“Si, lo sai bene” Quel suono fu
pura semplicità e, per un istante, la passione delle loro notti sfumò
in quella
semplice dichiarazione, che rendeva miseri e nulli gli atti
impuri e puniti dalla
società da loro compiuti.
“Allora le nostre ali sono abbastanza robuste per poter
fuggire da quest’incubo.” Affermò l’altro in un sussurro, stringendo a
sé l’ultimo brandello di vita felice che gli
restava.
Si inebriarono l’uno nel profumo dell’altro e chiusero gli
occhi: nel calore che li unì in quella fatale stretta, non avvertirono
il gelo
della caduta.
E neanche le grida che ne accompagnarono il folle gesto.
Questa piccolissima storia è nata mentre discutevo coi miei
compagni riguardo un progetto di scuola.
Durante la Coogestione, infatti, abbiamo intenzione di
organizzare un corso sull’omosessualità e l’omofobia… Ed alcuni
discorsi,
alcune storie reali e, appunto, i
Placebo hanno ispirato questo scritto.
So che non è granché, ma spero comunque che sia stato, in
minima parte, di vostro gradimento ^^.
Sono graditi commenti
X3!
Iria.