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Autore: Tynuccia    07/12/2009    3 recensioni
[Gundam SEED] La giovane donna ridacchia divertita, ripensandoci è una storia davvero buffa e da quattro soldi. [Nicol Amarfi x Lacus Clyne / Kira Yamato x Lacus Clyne]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kira Yamato, Lacus Clyne, Nicol Amarfi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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DISCLAIMER: Nicol non è stato ucciso da Kira, ma è comunque morto in una delle battaglie successive. Decidete pure voi quando, non è necessario specificarlo per comprendere la storia. Inoltre… non ho idea di come vada a finire il Destiny dato che ancora non l'ho finito. Mi sono spoilerata cosa diventa Kira grazie ad un'immagine, ma, per quanto ne sappia, Lacus potrebbe anche morire, quindi questo è un bel 'what if'.


Egoismo.





Lacus Clyne apre gli occhi, sta ansimando. Si mette a sedere nel loro grande letto e si gira alla sua sinistra, fissando distrattamente l'ufficiale di ZAFT che dorme beatamente mentre stringe tra le braccia una bambina con lunghi capelli castani.

Lacus tende un braccio, come per sfiorare le loro teste in un gesto affettuoso, ma stasera non se la sente; stasera non è una donna che si accontenta di accarezzare il marito e la figlia per sentirsi felice.

Si alza e, silenziosamente, apre la porta della camera da letto e se la chiude alle spalle. Sempre in punta di piedi si dirige verso il salotto e, una volta lì, si permette di versarsi una generosa dose di whiskey in un bicchiere colmo di ghiaccio.

Guarda il liquido ambrato prima di scolarselo come se fosse una sporca alcolizzata. La camera dove dormono è lontana, ormai, non c'è più bisogno di essere cauta, no?

Sbatte il bicchiere sul tavolo e fruga morbosamente in un cassetto della libreria fino a quando trova il pacchetto di sigarette del marito. Non ha mai fumato, ma c'è sempre una prima volta.

Si lascia cadere su una poltrona vicino alla finestra mentre accende la sigaretta ed il gusto amaro della nicotina le riempie la bocca, mischiandosi a quello del whiskey appena bevuto. Le piace e si concede qualche secondo per ammirare la grande luna piena che brilla nel cielo scuro.

È una notte pacifica, o almeno così sembra, e si perde nei ricordi di quando parlava di pace davanti ad una telecamera, conscia che il popolo di PLANT l'avrebbe acclamata come un'eroina, proprio prima di iniziare a cantare canzoni sdolcinate, nella speranza di un futuro migliore e senza la guerra a devastare le loro vite.

La speranza…

Un sorriso orripilato compare sul suo viso mentre sbatte delicatamente la sigaretta contro il portacenere. Una volta sperava, una volta viveva. Ora è semplicemente la maschera di uno spettacolo che non le piace.

Lei è Lacus. Lacus Clyne. La figlia dell'ormai dimenticato Siegel Clyne. La moglie del Comandante Kira Yamato e la madre della piccola Sophia. Lei e Kira sanno che non potranno mai diventare nonni, ma non è una cosa troppo importante per loro per rammaricarsene così presto.

Quando ci sono cene di gala e Sophia rimane a casa con la baby-sitter, Lacus indossa abiti raffinati e gioielli preziosi; indossa scarpe con il tacco che costano un occhio della testa; indossa la stessa maschera che questa sera ha tolto e si ritrova a pensare a Rau La Kleuze. Anche il suo volto era coperto, ma non ne faceva un mistero.

Lacus, invece, è il ritratto della felicità agli occhi degli altri. Tutti non possono fare a meno che invidiarla quando scende le scale aggrappata al braccio di Kira, meravigliosa e quasi divina.

Tutti la fissano mentre lascia il perfetto marito per correre dalle sue perfette amiche, mogli anche loro di gente in vista, per parlare di chiacchiere perfette per donne del loro calibro.

Eppure Lunamaria, Miriallia e Shiho non devono fingere di ridere o di divertirsi, per loro la vita è davvero meravigliosa.

Il sorriso di Lacus, invece, è tanto bello quanto falso, ma alla giovane donna non è mai importato più di tanto. Sorride per compiacere il marito e per far sì che nessuno possa mettere in dubbio il suo operato a causa di una moglie depressa e triste.

Del resto si sa: dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna.

Lacus sospira, sbuffando una nuvoletta di fumo argenteo. Lei era stata più grande quando aveva quindici anni che non adesso, dieci anni dopo. Si era seduta a bordo dell'Eternal, aveva comandato la nave durante la seconda battaglia di Jachin Due, aveva regalato all'attuale marito il Freedom, rendendosi così una traditrice agli occhi del presidente Zala e di tutta PLANT.

Aveva coraggio da vendere e non le importava se il suo volto non appariva più sui maxischermi delle varie città della colonia perché lei sapeva di essere nel giusto e lei, almeno, non si era mai macchiata le mani di sangue.

Ora, però, la guerra è finita, fortunatamente, e nessuno ha più bisogno delle sue canzoni e del suo coraggio; ora è solo la moglie del Comandante Yamato, niente di più e niente di meno, nonostante tutti gli abitanti di PLANT le siano ancora affezionati per quello che eè stata in passato.

E che non è più adesso.

Spegne la sigaretta e appoggia la testa allo schienale della poltrona, fissando ancora una volta la meravigliosa luna d'argento. Nel suo cuore sa che non è mai stato un problema fingere e la sua mente, a poco a poco, si era dimenticata del giovane ragazzo che, una volta, rappresentava tutto per lei.

Fino a quando l'aveva sognato.

Lacus sorride, sincera, ripensando al suo primo incontro con Nicol Amarfi. Erano piccoli ed entrambi avevano una grande, grandissima passione per la musica. Lui suonava e lei lo accompagnava cantando. I loro genitori avevano perso il conto delle ore trascorse ad ascoltare quelle angeliche melodie.

Il sogno, comunque, riguardava quella volta in teatro, poco prima del loro primo concerto insieme, quando la idol preferita di PLANT aveva perso il suo candore, proprio con il migliore amico del suo promesso sposo, Athrun Zala.

La giovane donna ridacchia divertita, ripensandoci è una storia davvero buffa e da quattro soldi. Pensa che adesso, lei, Nicol, Athrun e sua moglie Cagalli potrebbero incontrarsi e riderci sopra spensieratamente. C'è solo un minuscolo ostacolo: lui è morto tanti anni orsono, ancora prima che lei si potesse vagamente affezionare a Kira Yamato.

Lacus chiude gli occhi, rannicchiandosi sulla poltrona e cercando di rilassarsi un poco. Quel sogno l'ha decisamente sconvolta.
***

"Ara ara!"

Lacus si porta le mani alle guance e sospira, incantata. Il teatro per il loro concerto è spettacolare e, nonostante questa non sia la sua prima volta, deve ammettere che si emoziona sempre e troppo facilmente.

Imbarazzata si volta, sperando che il suo compagno non la derida, anche se sa che non è quel tipo di persona. Si stupisce quando lo trova davanti al piano, intento ad esaminarne i tasti, la superficie lignea, lo sgabello…

Sono fatti della stessa pasta e, quando c'è di mezzo la musica, nessuno dei due sa più rispondere delle proprie azioni. Si trasformano in strane creature troppo assorte dal mondo delle note per rendersi conto di cosa fanno e di come si comportano ed è questo che entrambi amano tanto dell'altro.

"Nicol?"

Il ragazzo alza lo sguardo e lo posa sulla sua partner. Sorride leggermente, grattandosi la nuca. "Scusami, hai detto qualcosa?"

"No, nulla," Lacus gli si avvicina e si siede sullo sgabello, al suo fianco. Vedere un pianista che indossa l'uniforme di ZAFT è strano, ma, in qualche modo, alla idol piace da impazzire. Posa la testa sulla sua spalla e pensa che la divisa scarlatta sia molto meglio delle camicie che gli compra sua madre. È una constatazione che la fa sentire matura e adulta, come se fossero già sposati da un pezzo. Arrossisce e chiude gli occhi, godendosi quei brevi momenti.

Sente che allunga la mano destra per accarezzarle i capelli sciolti, mentre con quella sinistra ordina lo spartito. Il concerto inizierà tra poche ore ed il suo nervosismo è palpabile.

"Prima che io e gli altri partissimo per la Terra ho detto ad Athrun che mi sarebbe piaciuto organizzare qualcosa di grandioso," comincia a dire Nicol con tono sognante. "Non un'esibizione davanti agli amici più cari e la famiglia. Non posso credere che si sia realizzato davvero, questo sogno."

"Credici, invece," Lacus lo guarda con la coda dell'occhio e deve ammettere che, negli ultimi mesi, è cresciuto radicalmente, nonostante i suoi modi siano sempre gentili e dolci. È diventato un giovane uomo. Giovane ed affascinante. Afferra la sua mano e la bacia delicatamente. "Credici perché tra poco si comincia."

Nel giro di pochi istanti, Nicol si volta e la stringe tra le braccia, posandole un casto bacio sulle labbra. "Lo so, sono solo un po' nervoso."

"Comprensibile, lo ero anche io la prima volta."

Il ragazzino arrossisce, irrigidendosi.

"C'è qualcosa che non va?"

"N-no, niente…" balbetta, lasciandola andare e stringendo le mani sulle ginocchia. "S-solo che la frase potrebbe essere interpretata in maniera… sbagliata, diciamo."

Lacus inclina il capo, confusa. Poi, d'un tratto capisce e scoppia in una risata cristallina che sa incantare e stupire Nicol. "Ara, ara! Questa cosa è stata divertente!"

"Imbarazzante, oserei dire!" protesta l'altro, incrociando le braccia sul petto. La sua compagna continua a ridere di gusto e lui non riesce a mantenere quello sguardo truce.

Mentre si tiene lo stomaco fissa la Idol con occhi scintillanti e nella sua testa si ripete che non avrebbe potuto essere più fortunato perché la figlia di Clyne è la creatura più stupenda che ci sia nell'universo. Non è solo bellissima fisicamente, ma lo è anche interiormente.

Smette di ridere per qualche secondo, poi la stringe nuovamente in un abbraccio, ora più passionale, soprattutto quando la bacia sulle labbra, leccandogliele e sperando che le dischiuda per poter esplorare la sua bocca completamente.

In un primo momento Lacus spalanca gli occhi, stranita. Non è da lui prendere in quel modo l'iniziativa. In maniera così accattivante, poi…! In ogni caso lo lascia fare e, divertita, partecipa all'azione, cingendogli il collo con le braccia.

Nicol sorride e si alza, trascinando la giovane con sé. Il teatro è vuoto e le uniche chiavi sono le loro, ancora infilate nella toppa di una porta chiusa ermeticamente. Il sorriso si espande, facendo appoggiare Lacus al piano. Al contatto qualche nota si alza, leggera, per poi perdersi nella grande platea davanti al palco.

Lacus arrossisce quando le abili mani di Nicol, così agili quando scivolano sui tasti bianchi e neri, si avvicinano ai bordi della sua gonna e la tirano su, facendosi più vicino. Le sue labbra assaporano la pelle del suo collo, facendola gemere. Non è mai stata tanto vicino ad un uomo, ma la cosa non le da affatto fastidio, anzi.

Quando lui entra completamente in lei, Lacus reclina la testa, sorridendo. "Nicol…"
***

"Lacus?"

"Kira…"

Il giovane uomo cammina lentamente nel salotto, lanciando un'occhiata prima al tavolino e poi al posacenere. Sua moglie sta piangendo dopo aver bevuto e fumato. È sorpreso, decisamente sorpreso.

L'ultima volta che l'ha vista così sconvolta è stata tanti anni prima, quando Siegel Clyne venne assassinato dagli uomini di Patrick Zala.

Kira si morde il labbro, sedendosi si fronte a lei, e tende una mano per sfiorare il suo volto, ma Lacus gira la testa, singhiozzando.

"Se c'è qualcosa che non va possiamo parlarne, cara."

Lei lo fissa, incapace di mascherare la nausea. Quel discorso è così melenso, così finto… sa perfettamente che Kira Yamato non è il marito che pretende di essere. È sempre troppo oberato di lavoro per preoccuparsi davvero del suo stato d'animo.

Lacus si chiede dove sia finito il tenero ragazzo di una volta, quel pilota di MS che metteva anima e corpo in tutto quello che faceva e che aveva a cuore ogni faccenda, struggente o meno, che lo circondava.

Probabilmente ora riposa in pace con la vecchia Lacus Clyne.

"Sophia sta ancora dormendo," continua a dire Kira, abbozzando un sorriso. "Poverina, quell'incubo l'ha proprio spaventata, non era mai venuta a dormire con noi in quattro anni."

La ex-idol apre la bocca per replicare, ma invano. Anche lei ha avuto un incubo e, senza dubbio, peggiore di quello della figlia dalla fluente chioma castana.

Già… castana…

Lacus è dannatamente sicura che Sophia avrebbe dovuto avere i capelli d'un tenue verde pagliericcio e che non sarebbe dovuta essere in fondo all'elenco dell'asilo, ma all'inizio. Del resto Amarfi e Yamato sono agli antipodi.

In ogni caso è grata a Kira per non avere insistito. Non sa se l'ha fatto per estremo tatto o perché è conscio che, una volta imboccato il discorso, la facciata della loro famiglia avrebbe potuto iniziare a sgretolarsi, ma poco importa.

Per questo merita un premio, o forse è lei che se lo merita, ma poco importa anche questo.

Lacus scatta in piedi e prende la mano del marito, conducendolo verso il pianoforte nell'angolo della stanza. Si siede sui tasti con la delicatezza che solo lei ha nel DNA e posiziona le gambe, aperte, sullo sgabello. Alcune note si alzano leggere ed il suo cuore palpita.

"L-Lacus?"

"Prendimi qui e adesso, Kira," sussurra con voce afflitta, allargando anche le braccia. "Te ne prego."

Nonostante l'iniziale confusione, il comandante di ZAFT annuisce e decide che, per stasera, la sua consorte è un vaso di Pandora che non va assolutamente aperto. Si avvicina a lei e inizia a baciarla dolcemente, ma lei lo interrompe, scuotendo la fluente chioma rosa.

"Dritto al punto. Sophia potrebbe svegliarsi da un momento all'altro."

Kira annuisce ancora, più sconcertato di prima, ma obbedisce, entrando nel corpo di sua moglie con una spinta decisa. La vede reclinare la testa in puro piacere, le unghie che affondano nella stoffa del cotone del suo pigiama, le lacrime che, comunque, continuano a scendere sulle sue gote. È stranito, ma non ha né tempo né voglia di pensarci. Capita raramente di vedere Lacus Clyne così disinibita, di sentirla mugugnare così disperatamente ed il suo essere uomo non può che esserne attratto come una calamita.

Eppure Kira non sa che sua moglie, mentre lo guarda attraverso le lacrime, vede un paio di dolci occhi castani e bizzarri, soffici capelli verdi. Non sa che nella sua mente non fa altro che chiamare il nome di un altro con gentile insistenza. Non sa che, mentre la sta scopando soddisfatto, lei lo sta tradendo. In piena regola.

Ad ogni spinta la pressione sul piano produce nuove note ed il loro suono si aggiunge al piacere di Lacus che ora, occhi serrati e volto nascosto nell'incavo della spalla del marito, si permette di sussurrare il nome di Nicol Amarfi, storpiato dai suoi gemiti.

Quando il limite arriva, Lacus si abbandona tra le braccia di Kira, sorridendo al volto che è fisso nella sua mente. Non le interessa se ha appena compiuto un'azione moralmente scorretta. Non finchè è contenta.

Dopo qualche secondo Kira esce e l'aiuta gentilmente a scendere dal pianoforte.

"Domani chiedi a Paula di pulirlo. Non vorrei che Sophia prendesse lezioni toccando tasti sporchi," scherza lui nella speranza di contagiare la moglie, ma lei si limita ad annuire e sorridere mestamente.

"Hm… hai ragione."

Kira sospira. "Torna a letto, cara. Io rimarrò qui ancora un po'."

La fissa andare via, dopo avergli posato un casto bacio sulla fronte, senza sapere che l'unico motivo per cui resta in quella casa sta ancora dormendo nel loro grande letto, i suoi lunghi capelli scuri sparsi sul cuscino ed un coniglio di pezza stretto tra le manine.

Il giovane uomo si avvicina al tavolo dove è ancora posata la bottiglia di whiskey. Ne versa un po' in un nuovo bicchiere e lo alza, agitandolo leggermente. Una smorfia di disgusto gli contorce il bel volto.

"ZAFT… no tame… ni."










Dio santissimo che depressione °_°. Cioè, io mi chiedo da dove mi vengono queste idee così pesanti, davvero! Avessi un motivo per cui mi devo assolutamente sfogare… bah, chi mi capisce è bravo!
Comunque, finalmente sono riuscita a scrivere una Nicol x Lacus che sia degna di chiamarsi così, con tanto di Kira cornuto e mutamento totale dell'eroina preferita delle serie di Gundam che non è più la zuccherosa cantante di PLANT. Mi faccio paura da sola XD. Anzi, aggiungo pure, con tanto di qualche scena a sfondo erotico. Non mi smentisco proprio mai!
Ringrazio Shainareth, Atlantislux, Lyl Meyer e Ly Ay per le recensioni alle precedenti storie, davvero! Siete state carinissime.
Bon, alla prossima, sperando che sia un pochino più allegra (seeee come no?),
Hanako-chan.
  
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