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Autore: eringad    08/12/2009    3 recensioni
[…] «Primo: si chiama bento, non coso! Secondo: ti ho messo dentro dei rotoli di carne, un po’ d’insalata di formaggio e carote e la macedonia di patate dolci e mele!» sbraitò la donna appoggiando le mani ai fianchi e facendo oscillare la lunga coda stretta.
«Sì mamma lo avevo capito già la prima volta che lo hai detto. Ma la mia domanda è perché?» […]

Perché l’anniversario di matrimonio, è quasi matematicamente un disastro.
Quasi.
[Vincitrice al primo posto all' "Itadakimasu Contest" indetto da XxLirin chanxX]
Genere: Romantico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Primo: si chiama bento, non coso! Secondo: ti ho messo dentro dei rotoli di carne, un po’ d’insalata di formaggio e carote e la macedonia di patate dolci e mele!» sbraitò la donna appoggiando le mani ai fianchi e facendo oscillare la lunga coda stretta.
«Sì mamma lo avevo capito già la prima volta che lo hai detto. Ma la mia domanda è perché?» chiese il ragazzino sventolando il pranzo con aria svogliata.
Yoshino digrignò i denti guardandolo, pericolosamente infuriata.
«Il perché non è affar tuo Shikamaru, ma non tornare prima di stasera!» ringhiò spingendo il figlio fuori di casa incurante delle sue proteste.
Appena sentì la porta scattare sospirò sollevata.
Sorrise appena, non poteva fare tutta quella fatica ogni volta che voleva passare l’anniversario col marito.

Anniversario
Una cucina per due


Quella mattina aprì gli occhi guardando con disprezzo il display della sveglia che segnava le cinque del mattino. Si alzò cauta per non svegliare il marito e scese in punta di piedi fino alla cucina.
Quando arrivò nella stanza, controllò svelta il calendario sbarrando con una croce il giorno segnato di rosso, poi si tuffò alla caffettiera preparando il dolce nettare che la resuscitava ogni mattina. Era difficile tenere a bada due uomini, e sapeva che senza il suo caffè non ci sarebbe riuscita.
Sistemò gli utensili sul ripiano della cucina, in attesa.
Appena sentì il gorgogliare del liquido all’interno della caffettiera, spense il fuoco, versando il contenuto in una tazza grande, portandolo immediatamente alle labbra, quasi ustionandosi.
A lei piaceva così il caffè, bollente, amaro e nero.
Quei tre aggettivi le ricordarono il motivo del suo insolito risveglio mattutino; posò con poca grazia la tazza sul tavolo e tirò fuori dal frigo gli ingredienti necessari.
Diede una veloce occhiata al foglio, dove aveva scribacchiato la ricetta di Chiharu e si mise all’opera.
Afferrò il coltello tagliando velocemente l’asparago in quattro parti, appena finito prese una pentola e la riempì d’acqua ponendola sul fuoco alto.
Un rumore la fece girare di scatto, lanciando il coltello affilato contro l’intruso.
Shikaku schivò con naturalezza l’arma e la estrasse dallo stipite della porta sbadigliando.
«Yoshino… cosa stai facendo a quest’ora?» chiese a metà tra uno sbadiglio e l’altro, posando il coltello sul ripiano del tavolo e prendendo posto a sedere.
«Cosa faccio secondo te?! Cucino!» rispose stizzita la donna afferrando nuovamente l’utensile e rimettendosi a lavorare.
«L’avevo capito quando mi hai tirato il coltello buono… volevo sapere il motivo.» sbadigliò nuovamente guardando la moglie posare la tazza di caffè bollente sul tavolo per lui.
«Bevi in fretta e aiutami a finire.» sentenziò la donna stringendo gli occhi.
«Sissignora.» sorrise Shikaku ingollando il liquido bollente e avvicinandosi al fianco della moglie.
Lavoravano in due sullo stesso ripiano della cucina, così vicini che spesso i loro gomiti strusciavano l’uno contro l’altro, producendo un fruscio calmo.
«Sai Yoshino…» cominciò il marito, spingendo con una mano i pezzi di patata all’interno di un contenitore pieno d’acqua «Shikamaru mi ha chiesto, tempo fa, perché ti avessi sposato.» disse fingendo indifferenza e cominciando a sbucciare una mela.
«Ah. E tu cosa gli hai risposto?» chiese incurante la donna avvolgendo la patata e l’asparago all’interno della carne. Shikaku si voltò per guardare il volto tirato della moglie.
Per lui, era sempre stata bella, l’aveva odiata, certo, ma non avrebbe mai potuto mentire su questo.
«Te lo dico dopo.» sussurrò sorridendo e continuando a cucinare.
Era bella la normalità per loro. Passavano poco tempo insieme, spesso a causa delle missioni, spesso perché preoccupati per il figlio.
Da quando si erano sposati, si erano ridotti di molto quegli attimi fugaci in cui erano solo loro, marito e moglie, senza seccature di vario genere.
«Tu lo sai perché sto cucinando, Shikaku?» chiese piccata la donna. Aveva come l’impressione che il marito avesse dimenticato il loro anniversario. L’uomo allungò la testa oltre quella della compagna sbirciando il calendario.
«Certo. È il nostro anniversario.» rispose con falsa sicurezza. Yoshino tirò con rabbia una gomitata nelle costole del marito.
«Non vale! Hai guardato!» quasi sbraitò con la faccia rossa per la rabbia «Lo sapevo che te ne saresti dimenticato!» lo sgridò irritata gettando in una ciotola le carote.
«Yoshino…» sospirò Shikaku compiendo lo stesso gesto della moglie, solo con diversi ingredienti, e poi allungò una mano sul suo volto portando una ciocca ribelle, sfuggita alla coda di cavallo, dietro il suo orecchio.
«Sei il sempre il solito!» ringhiò avvicinando il suo volto a quello del marito «Mai una volta che fai qualcosa per questo giorno!»
«Fino a prova contraria ti ho aiutato a cucinare.» sbuffò roteando gli occhi e mettendosi sulla difensiva.
«Qualcosa per me! Non per noi!»
Shikaku la guardò, gli occhi stretti, la mascella contratta e le tempie pulsanti. Era ora di fare marcia indietro, altrimenti sarebbe stato tutto inutile lo sforzo dei giorni precedenti.
«Scusa Yoshino. Hai ragione tu…» abbassò lo sguardo guardandola sbuffare soddisfatta. Perlomeno, non richiedeva tanto farla contenta.
«Muoviti Shikaku! Vai a prendere il Furoshiki, tra poco scenderà Shikamaru!» ordinò intransigente la donna riponendo tutte le pietanze all’interno di una scatola rettangolare. Al suo comando l’uomo scattò rovistando all’interno di un cassetto e passando il fazzoletto decorato alla moglie che svelta lo annodò intorno al bento.
«Tu! Ora sali in camera e fai finta di dormire! Io mi occupo di Shikamaru!» ordinò Yoshino spingendo il marito fuori dalla cucina e ordinando il piano di lavoro in fretta e furia.
Come aveva previsto, dopo pochi secondi sentì il suono familiare dei passi pesanti del figlio che scendeva per le scale. Attese di vedere il codino alto e dondolante apparire dalla porta per sbattergli in faccia, quasi letteralmente, il bento appena preparato.
«Questo è il tuo bento. Muoviti altrimenti arriverai in ritardo!» ordinò Yoshino, quasi fiera di sé stessa.
«Scusa mamma… cosa ci dovrei fare con questo coso?» chiese annoiato Shikamaru scostando leggermente il pranzo per poterla guardare in faccia.

[…]

Yoshino salì le scale, con la sua poca grazia che le era caratteristica, ma, arrivata sul pianerottolo, sentì crocchiare sotto i piedi nudi un qualcosa di freddo e bagnato.
Guardò diffidente in terra, notando una scia di petali di rosa rossi che conduceva fino in camera da letto e, appeso alla maniglia della porta, un completo intimo rosso.
La donna sbuffò irritata incrociando le braccia al petto, poi a passo di carica raggiunse la stanza, sfondò la porta e guardò il marito disteso tra le coperte.
«Cos’è questa pagliacciata? Sai quanto ci vorrà per pulire quelle schifezze?» sbraitò indicando il pavimento dove giacevano inermi i petali «E pensi davvero che potrei mai mettermi una cosa del genere?!»
Shikaku la guardò sgomento portando le mani in aria in segno di resa.
«È stata un’idea di Inoichi! Ha detto che con sua moglie funziona!» tentò di scusarsi ingoiando a vuoto e pregustando già una sfuriata della moglie. Strinse gli occhi aspettando uno schiaffo, per qualche secondo, poi riaprì un occhio controllando la moglie.
Si sorprese non poco nel vedere la sua schiena nuda, e le mani lunghe e magre slacciare i pantaloni mascolini.
«Lo hai comprato tu almeno il completo?» chiese diffidente Yoshino lanciando un’occhiataccia al marito. Lui annuì basito.
«Allora forse è meglio che lo provi, altrimenti dovremmo cambiarlo.» spiegò tranquilla svestendosi, con un timido sorriso sulle labbra. Shikaku la guardò ancora, era bella, per lui era la più bella.
Si alzò dal letto raggiungendo la moglie ancora di spalle e sciogliendole i capelli scuri dalla coda. «Sai… quando Shikamaru mi ha chiesto perché ti avessi sposato… gli ho risposto che “ogni tanto sorridi”. E non sai quanto sei bella, quando sorridi.» disse in un sussurro, quasi timido, per paura di essere sentito da esterni.
Le loro parole restavano tra loro. Potevano sembrare una coppia austera, frigida, agli occhi degli altri, ma quando erano solo loro, queste restrizioni non esistevano.
«Forse il completo può aspettare ancora, prima di essere indossato.» disse maliziosa Yoshino voltandosi per baciare il marito.
«Già.» sorrise lui trascinandola tra le coperte.
«Dici che Shikamaru sospetta qualcosa?» chiese d’un tratto la donna guardando incuriosita il marito.
Shikaku si fermò a pensare per un attimo, poi rispose con un “Nah!” e riprese a baciarla.
E si crogiolarono a lungo, tra le coperte madide di sudore, l’odore intenso, e il silenzio della tranquillità.
Almeno per quel giorno.

*-*-*

«È normale Shikamaru!» esclamò Chouji aprendo con frenesia uno dei tre bento che gli aveva preparato la madre.
«Già, assolutamente normalissimo!» concordò Ino, annuendo convinta.
«Io non lo trovo normale.» si lamentò Shikamaru, aprendo a fatica il nodo che aveva stretto la madre.
«È il loro anniversario! È giusto che abbiano un po’ di pace!» insistette la compagna di squadra accavallando le gambe.
«Ci potrebbero essere ripercussioni molto gravi.» rifletté il ragazzo passandosi una mano sugli occhi, tetro «Tieni Chouji, mi è passata la fame.»
«Già! Potrebbe arrivare una sorellina in famiglia!» rise il suo compagno tra un boccone e l’altro. A quella prospettiva, Shikamaru sbiancò.
Ci vollero le forze combinate di Chouji e Ino per trattenere Shikamaru dal tornare a casa in fretta e furia.
Ma, in fondo, cosa ne capiscono i bambini dei piani dei genitori?




Angolo dell’Autrice

Chiharu Kojima = madre di Chouji
Furoshiki = fazzoletto che si usa per portare il bento (quello classico che si vedere negli anime)


Fiction classificatasi prima al contest Itadakimasu indetto da XxLirin chanxX.
Ringrazio ancora sentitamente le giudici Kimly-Eden, Bimba_Chic_Aiko, che hanno valutato insieme alla giudice primaria la mia fiction.
E ringrazio voi lettori, di essere arrivati fino alla fine! Grazie mille!
Se qualcuno volesse lasciare una recensione positiva o negativa, sarebbe il massimo!
Bye Bye
  
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