La osservo di nascosto mentre parla con
quel mercenario da quattro soldi. Quanto vorrei
strappargli l’occhio che gli rimane e farlo urlare in preda al dolore mentre lo
disintegro, facendolo a pezzi. Non dovrebbe nemmeno osare ad avvicinarsi a lei.
Prova a palparle il culo, ma
lo ferma prima che la sua sudicia mano possa toccarla; se non lo avesse fatto
lei lo avrei fermato io, e in modo meno gentile del suo, sono certo che ormai
sa di cosa sono capace. Si guarda intorno cercando di assumere un’aria
sostenuta per nascondere l’imbarazzo, ma arrossisce lo stesso e si allontana
dal resto dei mercenari. Anche loro la vorrebbero per sé, lo leggo nei loro
occhi prima ancora che nelle loro menti…ma lei non se ne accorge,
è ancora così ingenua. Nonostante la prenda continuamente in giro forse in fondo la invidio: sono cresciuto in fretta, non ho mai
potuto permettermi di essere…debole. Umano. Anche
quando lo ero non lo sono mai stato del tutto. Invece lei è il mio opposto,
eppure, paradossalmente, sento che siamo simili. Tutti e due
sappiamo molto bene cosa siano la solitudine, la sofferenza e la morte. So del
suo passato, so cosa è successo ai suoi genitori. So
del suo isolamento all’orfanotrofio, di come si è sempre sentita diversa dagli
altri.
Intanto
l’omuncolo francese l’ha seguita fino al campo di allenamento
degli umani, offrendole un misero fiore per scusarsi. Ma guardalo, non è
patetico? Crede forse di farsi perdonare con un gesto così futile, quando lei
si meriterebbe molto di più?
“Grazie
capitano, è molto gentile da parte tua”. Non ci posso
credere, si sta lasciando abbindolare dalle sue moine. Stupida, non vede
che sono solo ipocrisie per guadagnarsi la sua
fiducia?
“Ma questo non mi fa dimenticare che provi sempre ad
approfittarti di me!”, aggiunge guardandolo un po’ storto. Meno male che non è
così tonta come sembra.
“Ma piccola, come
posso resistere a tanta bellezza?” La guarda sornione, facendo un ultimo
tentativo di sedurla.
“Penso che
lo dovrai scoprire da solo! Ci vediamo domani capitano, buona notte.” Se ne va
verso la sua camera nei sotterranei, pensando indignata che sia un pervertito.
Non ha tutti i torti, ma se sapesse cosa voglio fare io con lei…penso che scapperebbe il più
lontano possibile. Ma tanto la ritroverei subito.
“Master, posso sentire che sei qui. Come mai
mi stai seguendo?” “Ma che brava poliziotta, hai persino percepito la mia
presenza. I tuoi sensi da vampiro si stanno finalmente sviluppando.” Mi materializzo di fronte a lei, guardandola dall’alto al
basso.
“Non mi intimorisci
facendo così! C-cosa vuoi?” Rido del suo evidente disagio (non può mentirmi, non lo ha ancora capito?), crede pure di potermi resistere.
“Non farai
la maleducata con il tuo master? Mi stai deludendo poliziotta, dov’è la brava
ragazza che ho conosciuto quella notte a Cheddar?” Ah, quanto mi piace stuzzicarla! “Ok non vuoi rispondermi. Ma
è quasi l’alba, almeno mi lasci…cambiare in pace, per favore?” Mette le mani
sui fianchi, tra lo speranzoso e lo stizzito. Ovviamente non mi muovo. “Master
ti prego, non fare come Pip!” “Per quanto mi lusinghi che mi preghi,
non paragonarmi a quel verme.”
Adesso è il
suo turno di osservarmi. Mi fissa, tentando di scrutare oltre le lenti dei miei
occhiali.
“Non sei
come lui, lo so”. Mi sorride sincera. Mi ha sorpreso, devo
ammetterlo. Ma non glielo lascio certo capire.
“Allora sai
anche essere perspicace, quando vuoi…”. E con un
ghigno divertito dipinto sul volto, sparisco.