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Autore: Spike82    08/12/2009    1 recensioni
Danny incontra qualcuno che ha fatto parte del suo passato, mentre torna a casa in metro. Mac è lì per aiutarlo!
Genere: Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Danny Messer, Mac Taylor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mac tornò a casa più tardi del solito quella sera, un caso particolarmente intricato lo aveva trattenuto in ufficio, ma la stanchezza sparì non appena vide il suo amante, seduto sul divano, al buio.

Le luci della città che si insinuavano dalla grande finestra mostravano che aveva gli occhi aperti, ma la sua espressione era vuota, non concentrata su niente in quel momento.

Erano anni che non vedeva Danny così disperato.

“Che cosa è successo Danny?”

Non era riuscito a celare la preoccupazione della sua voce.

Danny sembrò riprendersi dalla sua disperazione.

Guardò Mac, seduto accanto a lui e senza parlare gli si gettò tra le braccia, sicuro che l’altro lo avrebbe ripreso, certo che adesso che Mac era lì, con lui, tutto sarebbe andato bene, tutto si sarebbe risolto

“Che cosa è successo tesoro?”

Mac non usava spesso soprannomi con il suo amante, ma il suono di quella parole sulle sue labbra ebbe un effetto calmante su Danny, come le volte che gli diceva che lo amava.

Le lacrime che gli avevano bagnato la camicia con preoccupante intensità per almeno cinque minuti si fermarono improvvisamente.

“Puoi dirmi che cosa è successo?”

Aveva imparato nel corso degli anni che quello che funziona con gli altri non sempre funzionava con Danny, aveva scoperto che come gli altri, le vittime con cui aveva a che fare tutti i giorni a causa del suo lavoro, si sentivano attaccate davanti all’insistenza delle domande e si chiudevano in se stesse, rifiutandosi di rispondere, Danny invece voleva essere chiuso in un angolo e costretto a parlare, era il solo modo per farlo aprire, per convincerlo ad aprirsi e a buttare fuori tutto il dolore che la sua adolescenza nascondeva.

“Oggi, oggi ho rivisto qualcuno del mio passato!”

Mac accentuò inconsciamente la presa sulla sua spalla.

Conosceva il passato di Danny, era stata una delle regioni per cui aveva sputato sangue per mettere Sonny Sassone dietro le sbarre una volta per tutte, e ancora, la condanna a morte non gli sembrava abbastanza per quello che aveva osato fare al suo Danny.

Danny si rese conto che Mac era perso nel suo mondo e cercò di calmarlo

“Ho…ho rivisto uno dei ragazzi che… uno dei ragazzi che si prostituivano…”

Mac gli sollevò il viso, ancora nascosto nell’incavo del suo collo e gli sorrise. Dopo tutti quegli anni, dopo tutto quello che c’era stato tra di loro e l’anello, la fede d’oro bianco che brillava ai loro anulari, Danny si sentiva ancora insicuro, ancora sporco per quello che era stato costretto a fare.

“Va tutto bene Danny, continua… che cosa è successo?”

Danny si avvicinò ancora a Mac, cercando la posizione più confortevole che gli permettesse di stargli più vicino possibile.

“Ero in metropolitana, ero appena tornato da Union Square, e… e lui è entrato. All’inizio non lo avevo neppure riconosciuto, è così diverso dal ragazzo che ricordavo. Ho capito chi era solo quando ha cominciato a parlare. Stava chiedendo l’elemosina Mac, stava chiedendo qualche spicciolo per trovare un posto dove dormire…”

Mac sapeva che Danny aveva bisogno di una pausa, poteva leggergli negli occhi che c’era dell’altro, ma sapeva che interromperlo adesso, che domandargli di andare avanti, sarebbe servito solo a metterlo in agitazione.

Ormai sapeva quando spingerlo a parlare e quando invece lasciargli il suo tempo.

I loro amici si domandavano ancora come facesse a capire la differenza, ma Mac non aveva mai perso tempo a spiegare loro che era tutta una questione di fiducia e conoscenza.

“E’… è sieropositivo e non ha un posto dove stare, non ha niente Mac, né documenti, né famiglia, né amici. Avresti dovuto vedere le facce degli altri nello scompartimento. Avresti dovuto vedere come lo hanno guardato quando ha ammesso di essere sieropositivo… nessuno gli ha dato neppure un penny, nessuno lo voleva toccare, come se potesse contagiarli solo sfiorandoli. Io gli ho dato 50 dollari, ma non ho avuto il coraggio di guardarlo negli occhi, non ho avuto il coraggio di farmi riconoscere… Potevo essere io, avrebbe potuto essere il mio destino se tu non mi avessi trovato…”

Mac lo abbracciò con tutta la passione che provava per lui, chiuse fuori dal cerchio delle sue braccia tutto il male e il dolore del mondo, Danny sapeva che era al sicuro tra quelle braccia, lo aveva saputo dalla prima volta, anche se il loro incontro non era certo stato dei più convenzionali.

“Non sei tu Danny, tu sei un sopravvissuto, nonostante tutto il dolore e l’orrore che hai dovuto provare e vedere tu ce l’hai fatta. Ti sei rifatto una vita, hai un lavoro in cui sei grande, hai amici che si getterebbero nel fuoco per te e hai me.”

Danny si aggrappò a lui con tutte le sue forze.

“E’ stato solo un caso, se Sonny non avesse deciso di comprarti per impedirti di mettergli i bastoni tra le ruote, se avesse scelto un altro dei suoi ragazzi per farlo… se…”

“Ma è andata come sappiamo Danny, Lo so anche io che avremmo potuto non incontrarci mai, ma non è successo. Siamo qui adesso, e tu sei al sicuro, non permetterò a niente e a nessuno di portarti via da me…”

Danny sorrise per la prima volta in quel giorno.

“E’ la stessa cosa che hai detto allora!”

 

15 ANNI PRIMA   

   

Mac non riusciva a capire come si fosse trovato in quella situazione.

Sapeva di essere vicino alla possibilità di sbattere Sassone e la sua banda in una prigione di massima sicurezza per il resto della loro vita, ed improvvisamente tutte le porte che erano state aperte per lui fino al giorno prima gli venivano sbattute in faccia.

Sapeva che Sonny aveva amicizie importanti, ma sapeva anche che non poteva già avere tutte le conoscenze del suo defunto e non rimpianto padre.

Improvvisamente tutto quello che aveva in mano era un’accusa di possesso di stupefacenti quando sapeva bene che il nuovo boss aveva in amano tutti i traffici illegali della zona di little Italy, per non parlare di una scia di omicidi che andavano da Manhattan allo Yankee Stadium nel New Jersey.

Si sciolse la cravatta a la lasciò sul divano, improvvisamente l’ordine militare che aveva imparato nei suoi anni nei Marines non importava più.

Si versò un abbondante bicchiere di scotch e si lasciò cadere sul divano.

Se chiudeva gli occhi poteva ancora vedere il sorrise beffardo sulla brutta faccia di quel pallone gonfiato, ma se si concentrava poteva vedere anche qualcos’altro.

Un paio di impossibili occhi blu e l’espressione più triste che avesse mai visto sul viso di qualcuno.

Aveva visto il disgusto nei suoi occhi quando Sonny lo aveva costretto ad andare via con uno dei suoi ospiti, mentre parlava con Mac come se si trovasse davanti ad un insetto fastidioso, ma che non avrebbe potuto fare alcun danno effettivo.

Aveva saputo che quel ragazzo era una delle puttane di Sonny, anche se non assomigliava a nessuno degli altri presenti nella sala, anche se nei suoi occhi c’era ancora qualcosa, una fiamma, come di chi non è stato ancora completamente spezzato.

Bevve un lungo sorso dal bicchiere e lasciò che il liquido gli bruciasse la gola e le labbra. Non aveva senso continuare a torturarsi così, non poteva continuare a pensare a qualcuno che probabilmente non avrebbe più rivisto.

Il campanello suonò senza preavviso, facendolo sobbalzare.

Non aspettava nessuno e questo mise in allerta tutti i suoi sensi. Prima di avvicinarsi alla porta prese la sua pistola d’ordinanza.

Dallo spioncino vide qualcosa che gli fece rimpiangere di non aver bevuto tutto il contenuto del suo bicchiere.

Sul pianerottolo di casa sua, con la testa bassa e le spalle così tese da tremare se ne stava la sua ossessione bionda.

Come diavolo avesse fatto a scoprire il suo indirizzo? Questa era una domanda che non si era ancora affacciata alla sua mente e non lo avrebbe fatto per molte altre ore.

Mac aprì la porta lentamente, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno con lui, ma non per questo aveva riposto la pistola.

“Che cosaci fai qui?”

Il ragazzo doveva essere abituato alla rudezza dei suoi clienti perché non fece niente a parte sobbalzare appena.

“Io… Sonny mi ha mandato con…con un messaggio!”

Mac fece un passo indietro lasciandogli lo spazio per entrare.

Il ragazzo entrò in casa sua come in una camera delle torture e Mac non faticava a credere che molte delle case in cui era stato mandato fossero state esattamente quello.

“Sentiamo questo messaggio…”

Non riusciva a non guardarlo, stava cercando di memorizzare tutto di lui, ogni sua caratteristica. Non era mai stato così interessato e attratto da qualcuno in anni, e lo faceva sorridere che fosse proprio una puttana ad avere quel potere su di lui. Non era abituato a giudicare le persone, ma tutti quelli che facevano la vita che aveva incontrato, in qualche modo avevano scelto di vivere così, mentre sembrava che il ragazzo che aveva davanti odiasse quello che stava per fare con una fierezza che rasentava la potenza di un incendio.    

“Sonny dice… dice che puoi farmi quello che vuoi, che sono tuo per la notte o per tutto il tempo che vorrai, basta… basta che la smetti di intrometterti nei suoi affari!”

Di tutto quello che si era aspettato di sentire da Sonny questo proprio non se lo aspettava. Non si aspettava che Sonny fosse pronto a dargli uno dei suoi favoriti solo per tenerlo lontano dai suoi affari.

Questo gli fece realizzare due cose, che Sonny lo temeva più di quanto avesse creduto, e che non avrebbe rifiutato la sua offerta, solo che sarebbe stato lui a dettare le condizioni.

Mac indicò il divano al ragazzo che si sedette guardandosi intorno per qualche istante prima di riportare la sua attenzione la pavimento.

Mac poteva leggere il suo linguaggio del corpo, sapeva che il ragazzo voleva essere da tutte le parti tranne che in casa di un uomo che neppure conosceva, ma che gli era stato ordinato di servire in tutto e per tutto.

“Sta tranquillo, non ho intenzione di saltarti addosso e violentarti sul divano!”

Mac seppe che era esattamente quello che il ragazzo pensava.

“Che ne dici di cominciare con qualcosa di semplice?”

Il ragazzo fu in ginocchio davanti a lui prima ancora che riuscisse a finire la frase.

Gli afferrò i polsi cercando di non spaventarlo quando il ragazzo raggiunse la sua cintura per cominciare a sganciargli i pantaloni.

“Io pensavo al tuo nome. Puoi dirmi il tuo nome?”

Il ragazzo lo guardò con aria allucinata quasi.

A nessuno prima d’ora era importato sapere il suo nome e a lui andava bene così, era più facile credere che non lo avrebbero trovato, anche se io suoi servizi li avessero interessati. Sonny non era solito mandarlo due volte dalla stessa persona.  

“D…Danny!”

Mac gli sorrise cercando di essere il più possibile rassicurante.

“Danny, è un bel nome. Mi piace, ti si addice!”

“Posso…posso continuare adesso?”

Mac seppe che il motivo della domanda era che Danny aveva imparato, probabilmente nel peggiore dei modi che prima cominciava a lavorarsi i clienti prima se ne poteva andare il più lontano possibile da loro.

Facendo forza sui suoi polsi lo sollevò da terra e lo costrinse a sedersi ancora una volta accanto a lui.

“No Danny, non stasera. Accetto la proposta di Sonny, accetto di tenerti per me, ma non alle sue condizioni.

Accetto perché, anche se suona completamente folle mi sei entrato dentro come nulla al mondo era riuscito a fare, ma non voglio essere ai tuoi occhi solo un altro cliente da soddisfare e dimenticare, voglio essere molto, molto di più, tutto se me lo permetterai, e voglio che la prima volta che faremo l’amore tu lo voglia tanto quanto me….”

Danny era troppo confuso per riuscire a fare qualunque cosa eccetto che guardarlo con gli occhi sbarrati e l’espressione di chi non sa che cosa fare eccetto che rimanere in silenzio.

“Non permetterò a Sonny di rimetterti un solo dito addosso… ma non ti posso assicurare che sei al sicuro adesso. Ti desidero con un’intensità tale che spaventa anche me… non permetterò a niente e nessuno di portarti via da me…”

 

Da qual giorno passarono mesi prima che Danny decidesse che per quanto Mac stesse aspettando per il suo bene per fare la prima mossa, un altro solo giorno di tensione sessuale non appagata  sarebbe stato sufficiente per farlo morire.

Prese lui l’iniziativa, quella notte, quando fu certo che Mac fosse profondamente addormentato.

Lo prese tra le labbra e lo tormentò a lungo, finché Mac non emerse dal sogno erotico che stava facendo solo per scoprire che non era affatto un sogno.

Fecero l’amore per tutta la notte e Danny ebbe l’ennesima conferma che Mac manteneva sempre la sua parola.

Aveva desiderato ogni cosa che Mac gli fece con la stessa intensità con cui l’altro desiderava farlo.

 

 

OGGI

 

Danny aveva ancora le braccia intrecciate dietro la sua schiena, come se temesse che allentando la presa Mac sarebbe scomparso.

“Va tutto bene Danny, lo sai vero?”

Danny annuì.

“E’ solo che non me lo aspettavo. Ho sempre vissuto con il terrore di incontrare uno di quelli che ho dovuto soddisfare, ma non ho mai pensato che avrei potuto incontrare uno degli altri ragazzi… lo so che è stupido, ma non ci ho proprio mai pensato!”

“Non è stupido Danny, è solo naturale, avevi paura di incontrare qualcuno che ti ha fatto del male, ma non hai mai visto gli altri ragazzi come una minaccia…”

Danny alzò la testa e lo fissò con i suoi bellissimi occhi blu, quegli occhi a cui non era mai riuscito a negare nulla.

“Puoi…puoi fare qualcosa per lui?”

Mac pensò un po’ alla sua risposta.

“Credo di sì, ma non ti assicuro niente Danny. Posso chiedere a Don di spargere la voce tra i poliziotti che fanno il turno nelle stazioni della metro, ma se lui non si vuole far trovare sai meglio di me come sia facile nascondersi in questa città!”

Danny annuì, anche se sperava che Don potesse veramente rintracciarlo.

Non sapeva che cosa avrebbe fatto se il detective fosse veramente riuscito nell’impresa, non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di dirgli chi era, di guardarlo negli occhi e rivivere così quel passato che era lontano quindici anni ormai, ma sapeva che voleva disperatamente fare qualcosa per lui.  

Danny si alzò dal divano e porse la mano a Mac, senza parlare.

Quando l’altro prese la mano che gli veniva porta Danny lo guidò verso la camera da letto, con un sorriso lieve sulle labbra.

Quella era la sola camera da letto che non lo avesse mai visto disperato e schifato di se stesso, quello era il santuario in cui ogni notte Mac lo venerava, come se fosse stato un antico Dio da viziare ed adorare e Danny voleva che fosse così per sempre.

“Per sempre Danny!”

“Per sempre Mac!”

La porta si chiuse alle loro spalle, celando al mondo i misteri di qualcosa di complicato ed inafferrabile come solo l’amore può essere

 

FINE

 

NEW YORK 10/03/2007

  
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