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Autore: Elos    09/12/2009    9 recensioni
Partecipante alla sfida - Appiccica la citazione - indetta da suni.
[...]una ferita alla schiena, chi troverà i cadaveri penserà sia morto fuggendo come un vigliacco, e Sasuke è stato tante cose schifose nella sua vita, ma un vigliacco no: è solo che Naruto stava lì, cadeva, e lui non ha potuto fare altro che girarsi e afferrarlo, e all'inferno tutto il resto.
Dai versi de "La guerra di Piero", di Fabrizio de André.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Dato che sono stata invitata (più autorizzata che invitata, più mandata allegramente a far quel che più mi piaceva - anche se non precisamente in questi termini - che autorizzata), io faccio proprio questo e la storia la metto qui.
Se a qualcuno dovesse piacere, be', qua sotto c'è il link dove poter votare e le sempre chiare istruzioni di suni (con la minuscola, ché altrimenti ho letto da qualche parte che mi si mangia):
Votazioni
Meglio ancora, per chi volesse qui ci sono tutte le storie da leggere:
Le storie appiccicate
Un grazie a suni, che mi ha permesso di giocare, a Salice che ha letto e riletto la storia più volte di quante sia umano fare e a tutte le altre partecipanti che mi hanno dato modo di leggere quel che avevano scritto!



Una gran cosa

"Soltanto il tempo avrà per morire,
ma il tempo a me resterà per vedere,
vedere gli occhi di un uomo che muore."

La guerra di Piero - Tutto Fabrizio De André, Fabrizio de André, 1966




Almeno, pensa, lo sta guardando in faccia.

La testa dell'idiota gli preme sullo stomaco: Sasuke sente il respiro smuovere la stoffa insanguinata, è breve, sibilante, si sta spezzando.
Muore, Naruto, e Sasuke ha la nausea al pensiero che non ci sia niente da fare.
Niente da fare per ricucirgli il braccio – l'ha visto mozzare nel mezzo nella battaglia e il sangue è schizzato ovunque; mentre lui guardava incredulo il moncherino Naruto si è piegato e gli è crollato addosso – niente da fare per richiudere la sua schiena – una ferita alla schiena, chi troverà i cadaveri penserà sia morto fuggendo come un vigliacco, e Sasuke è stato tante cose schifose nella sua vita, ma un vigliacco no: è solo che Naruto stava lì, cadeva, e lui non ha potuto fare altro che girarsi e afferrarlo, e all'inferno tutto il resto.

L'idiota lo guarda, non sembra neanche spaventato, e attorno c'è quel macello di battaglia e Konoha che brucia, ma gli occhi di Naruto sono sempre tremendamente azzurri, di un azzurro da far male, pulitissimo:
- Yo, Sasuke... -
- Sta' zitto, cretino. -
Naruto ride e tossisce, ha il corpo rotto, in pezzi, ma cerca lo stesso di assestare un cazzotto nel fianco del compagno con il braccio rimastogli; è un buffetto più che un pugno, che fa dolere il cuore:
- Almeno Sakura è viva. -
A quelle parole Sasuke deve usarsi violenza per non cambiare espressione, perché dalla sua posizione Naruto non può vederla, Sakura, ma lui sì: gli occhi verdi vitrei, il capo riverso nel sangue e nel fango che fanno colla dei capelli sottili e morbidi, color delle pesche.
Pensa a quando ci passava, ci passavano, le mani dentro, a quei capelli, e il dolore è una lama nel petto. Sasuke non vuole che Naruto lo scopra: sono finiti tutti e tre, tanto, e questo gli pare insieme orribile e giusto, perché s'era immaginato che avrebbero chiuso insieme, come insieme avevano iniziato.
Naruto sogghigna:
- Siamo stati una gran cosa, eh? -
Sasuke pensa che ora dovrebbe replicare qualcosa di sarcastico e pungente, deriderlo, ma proprio non gli riesce, perché tutto quel che ha in testa sono gli occhi verdi di Sakura che lo fissano, morti, e quelli azzurri di Naruto che si spengono. Così mugugna un assenso.
Naruto sembra contento.
E' questo che importa. No?

La ferita duole da impazzire.
Vorrebbe che smettesse. Vorrebbe morire subito, perché gli sembrano insopportabili anche solo cinque minuti in un mondo dove Sakura e Naruto non ci sono, dopo tutti gli anni passati ad essere magnificamente in tre, ma poi toccherebbe a Naruto restare ad agonizzare da solo; così si intestardisce a respirare, aggrappandosi ad ogni ansimo senza levare gli occhi da quelli dell'altro.
Questo almeno glielo deve.
Si pente, adesso, di quel tempo ostile e ostinato che aveva sprecato rincorrendo vendette: era stato tutto tempo senza loro.

E' solo quando non c'è più respiro sul suo stomaco e gli occhi azzurri sono opachi, mai chiusi, che anche Sasuke si permette di andare.
Dall'altra parte loro lo aspettano.






Tutte le storie partecipanti al concorso si possono trovare qui.
Che posso dire? Che sto saltellando per la gioia e che vedere quel banner molto splatter mi fa gli occhi dolci - il che non è un buon segno.

  
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