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Autore: valy88    09/12/2009    1 recensioni
Le feste sono un pretesto per riunire i familiari, anche quelli di cui non si conosce l’esistenza, attorno ad un tavolo per fare un’unica cosa: mangiare.
Organizzare un evento del genere non deve essere facile, soprattutto se le persone con cui dovresti collaborare o non lo fanno oppure lo realizzano male.
Tutto ciò poteva rivelarsi un dramma, in particolare, se la famiglia in questione era quella dei Nara.

[ShikaTema]
[Dedicata a Shatzy, tanti auguri X3]
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le feste sono un’occasione per riunire i familiari, anche quelli di cui non conoscevi l’esistenza, attorno ad un tavolo per fare un’unica cosa

A Flavia

per tutte le nostre conversazioni notturne

per tutti i nostri discorsi scemi

per tutti quelli seri

per ringraziarti di essere mia amica

perché mi sopporti XD

perché tieni d’occhio K, e non solo quello

sperando che il filo verde non si spezzi mai.

e questi sono solo alcuni dei motivi per cui siamo rimaste

sai tu a cosa mi riferisco X3

Ti voglio bene <3.

Tanti Auguri di Buon Compleanno!

 

A Christmas Carol

 

"L'amore è quello che c'è nella stanza con te a Natale se smetti di aprire i regali ed ascolti."  - Anonimo.

 

Le feste sono un pretesto per riunire i familiari, anche quelli di cui non si conosce l’esistenza, attorno ad un tavolo per fare un’unica cosa: mangiare.

Organizzare un evento del genere non deve essere facile, soprattutto se le persone con cui dovresti collaborare o non lo fanno oppure lo realizzano male.

Tutto ciò poteva rivelarsi un dramma, in particolare, se la famiglia in questione era quella dei Nara.

Quest’anno era capitato proprio a loro, tra il malcontento di Shikamaru, consapevole che avrebbe dovuto passare un’intera giornata con i suoi genitori e parenti felicemente acquisiti, e l’insolita euforia di Temari.

Quando la ragazza era venuta a sapere che sarebbero stati loro ad ospitare tutti per il cenone della Vigilia di Natale l’aveva presa abbastanza bene, non c’erano stati sbuffi oppure opposizioni da parte sua, semplicemente un: ok, va bene accompagnato da uno strano sorriso sul volto.

Shikamaru ancora non riusciva a spiegarselo, ma si era ripromesso che, una volta finito tutto ciò, avrebbe trovato risposta alla sua domanda.

E ora il povero ragazzo si ritrovava lì, cercando di non perdere la pazienza, a piegare ogni segnaposto nel modo in cui gli aveva imposto Temari, sì perché bisognava che tutto fosse assolutamente in ordine, nel verso giusto.

Avevano persino addobbato la casa come tradizione, con tanto d’albero di Natale e decorazioni che pendevano dal soffitto. Tutte seccature a detta del giovane ragazzo.

Ma è Natale. È tradizione.

Da quella mattina Temari si era chiusa in cucina e non n’era ancora uscita, ormai il pomeriggio era quasi finito e tra un paio d’ore sarebbero arrivati tutti i loro graditi ospiti.

Di tanto in tanto l’aveva sentita imprecare qualche parola, a volte era stato distratto dal rumore di piatti andati in pezzi, aveva persino provato ad avvicinarsi alla porta della cucina ma Temari, che probabilmente aveva perfezionato il suo sesto senso quel giorno, gli aveva detto molto carinamente di stare alla larga da loro. E con loro intendeva lei e la cucina.

Perciò Shikamaru, che aveva preso alla lettera le parole della ragazza, aveva continuato a fare le cose per cui era stato delegato, senza aprire bocca.

Fu solamente qualche tempo dopo che la porta della cucina si aprì e ne uscì una Temari stanca ma con un’espressione soddisfatta sul volto.

«Tutto ok?» le chiese il ragazzo alzando un sopracciglio non tanto convinto.

«Certo che sì!» rispose lei scostandosi un ciuffo dal viso.

«Se lo dici tu…» commentò lui lasciando trapelare un tono alquanto ironico nella voce.

«Cosa vorresti insinuare, che non sarei stata capace di preparare tutto?».

Shikamaru, che aveva già intuito dove il discorso sarebbe andato a parare, lasciò perdere e tentò di cambiare discorso.

«Temari sono stanco…» a quelle parole la ragazza assunse un’espressione dubbiosa chiedendosi cosa mai ci fosse di così estenuante nel piegare dei fogli di carta, ma continuò ad ascoltarlo, d’altronde anche lei non aveva voglia di fare chissà che discussioni, non si prospettava di certo una serata tranquilla «…piuttosto a che ora arrivano tutti?»

La bionda si sporse e guardò l’orologio appeso alla parete della cucina, segnava le otto, l’appuntamento era previsto per le otto e mezza.

«Dovrebbero arrivare tutti tra mezz’ora, ma conoscendo tua madre mi meraviglio che non sia già qui».

Neanche a farlo apposta il campanello suonò.

Shikamaru guardò la ragazza «mi fai paura» le disse dirigendosi verso la porta.

«Lo so! Pensaci tu a loro però, io vado a darmi una sistemata» rispose lei.

Il ragazzo scosse la testa, non sapeva il perché ma dentro di sé sentiva che quella sera non sarebbe filato tutto liscio come speravano lui e Temari.

Aprì la porta e si ritrovò davanti i suoi genitori.

«Ciao caro!» lo salutò calorosamente sua madre, mentre il padre gli aveva accennato il solito saluto con la mano.

Yoshino senza troppi complimenti entrò in casa, dirigendosi verso la sala, dove si trovava la tavola che era stata precedentemente apparecchiata dalla ragazza.

«Shikamaru dov’è Temari?» chiese la madre.

«È andata a cambiarsi, sarà qui tra poco, ma vieni mettiamoci sul divano devono ancora arrivare i suoi fratelli».

«Allora come va il lavoro?» chiese Shikaku rivolgendosi al ragazzo seduto nella poltrona.

«Normale, l’Hokage ci ha caricato di compiti, dobbiamo organizzare le missioni che partiranno con il nuovo anno, quelle burocratiche per intenderci».

«Beh niente di nuovo allora» gli rispose l’uomo dandogli una pacca sulla spalla.

Il loro discorso fu interrotto dal trillo del campanello e in quel preciso istante Temari comparì magicamente nel salotto.

«Buonasera signori Nara».

«Ciao Temari, in splendida forma» la salutò Shikaku.

Ma i convenevoli furono interrotti nuovamente dal suono del campanello.

La bionda si voltò verso Shikamaru «vai ad aprire no?».

«Ci sono andato prima» rispose lui svogliatamente.

Temari lo fulminò con lo sguardo, ma non si scompose, andò ad aprire la porta passandogli accanto sussurrandogli «vedi di andare d’accordo con Kankuro e Gaara stasera, non ho per niente voglia di sentire i vostri litigi infantili».

Shikamaru non rispose, ma alzò gli occhi al cielo.

Quando la ragazza aprì l’entrata si ritrovò davanti i suoi due fratelli infreddoliti.

«Stavamo per tornare a casa, siccome non rispondeva nessuno…».

Temari alzò un sopracciglio «Kankuro seriamente, dovrei crederti? Abitate a Suna».

Il ragazzo la guardò e sorrise «è sempre un piacere rivederti Temari».

La ragazza indirizzò la sua attenzione verso il fratello minore.

«Ciao Gaara, è andato bene il viaggio?» gli chiese facendogli cenno di accomodarsi dentro la casa.

«Diciamo di sì, a parte la logorrea di Kankuro» rispose composto il Kazekage.

Il ragazzo, sentendosi chiamare in causa, accennò a rispondere, ma fu fermato dalla madre di Shikamaru che s’intromise tra loro.

«Salve! Voi dovete essere i fratelli di Temari, lei ci parla molto di voi, è un piacere conoscervi» la signora strinse la mano ad entrambi «io sono Yoshino, la madre di Shikamaru e lui è mio marito» la donna si volse e indicò con la mano il consorte che si era appisolato sul divano.

«Shikaku!» lo rimproverò lei svegliandolo di soprassalto.

Temari sorrise «tale padre e tale figlio» sussurrò di fianco ad un annoiato Shikamaru che si limitò ad alzare le spalle e sbuffare.

«Bene! Visto che siamo tutti, perché non ci sediamo e iniziamo a mangiare?» propose la ragazza.

«Perfetto! Prendiamo posto allora!» la seguì a ruota la signora Nara.

Ci vollero pochi minuti e un po’ di pazienza, soprattutto per far capire a Kankuro dove fosse seduto lui, ma alla fine ognuno riuscì a prendere posto, nello stesso momento Temari portò in tavola tutto ciò che aveva preparato quello stesso giorno.

Una volta servite le portate in tavola, calò un silenzio un po’ imbarazzante tra tutti.

L’unico rumore che si sentiva era il tintinnare delle forchette che sbattevano contro i piatti.

Provò Temari a rompere quel silenzio.

«Allora Gaara, come vanno le cose a Suna? C’è qualche novità da quando me ne sono andata?».

«È un deserto, cosa vuoi che accada?» s’intromise Shikamaru non alzando lo sguardo dal suo piatto.

«Ehi!» ribatté Kankuro sentendosi offeso dalle parole del ragazzo «succedono un sacco di cose a Suna!».

«Tipo?».

«…beh» Kankuro cominciò a pensare a cosa potesse rispondere, non che Shikamaru avesse tutti i torti, ma di sicuro non gli e l’avrebbe data vita «abbiamo la festa del paese ad esempio!

L’organizzazione tiene impegnata tutta la settimana!».

«Come se tu muovessi un dito» gli rispose Shikamaru che nello stesso momento sentì il gomito di Temari conficcarsi nel suo fianco sinistro.

«Ahi!» si lamentò il ragazzo.

«Tutto bene tesoro?» gli chiese preoccupata sua madre.

«Uhm…, tutto a posto» gli rispose lui sorridendole di circostanza.

«Allora Kankuro, tu cosa fai per questa festa del paese?» gli chiese la donna.

«Io organizzo gli spettacoli delle marionette per i bambini!» rispose fiero.

Shikaku si lasciò sfuggire una risata che cercò di nascondere in un colpo di tosse.

La signora Nara fece finta di non notarlo e continuò.

«Uh! Che cosa carina! Scommetto che saresti uno zio adorabile!».

Shikamaru si strozzò con il tè che stava bevendo «mamma!».

«Che c’è? Non ho detto che dovete andare a fare un figlio ora».

«E ci mancherebbe» si lasciò sfuggire Temari.

Yoshino che aveva tirato fuori i radar aveva perfettamente captato ciò che era uscito dalla bocca della ragazza.

«Perché, che male ci sarebbe?».

Shikamaru alzò gli occhi al cielo, ecco cos’era quella strana sensazione che aveva prima che tutti arrivassero, la situazione gli stava fuggendo dalle mani.

Temari non rispose immediatamente, se avesse risposto male si sarebbe giocata la simpatia della signora Nara per tutto il resto della sua vita.

«Beh…».

«Sarebbe carino un nipotino vero Shikaku?».

L’uomo che lottando con il pezzo di carne nel piatto da più di quindici minuti alzò lo sguardo verso gli altri e si ritrovò davanti dieci paia di occhi che lo fissavano attentamente.

Il buon vecchio Nara sudò freddo.

Tutti quegli occhi addosso non portavano a nulla di buono, soprattutto quello di sua moglie che si ostinava a fissarlo come per dire - beh?! Cosa aspetti a rispondere? -.

Vide quello di suo figlio che gli implorava di far finta di non aver capito, per evitare situazioni spiacevoli, ma sapeva che se l’avesse fatto, sua moglie quella sera, una volta giunti a casa, non gliel’avrebbe di certo perdonata. Preferì quindi dare ragione a Yoshino, d’altronde ci teneva ancora alla propria vita.

«Beh non sarebbe male avere un piccolo Nara che sbadiglia per casa».

Yoshino sorrise soddisfatta.

«Io vorrei una femminuccia» esordì Kankuro.

«Nessuno ti ha chiesto niente, continua a mangiare» lo zittì Temari.

Il ragazzo rimastoci male, borbottò qualcosa d’incomprensibile e infilzò la forchetta nell’enorme ammasso d’insalata che si era ritrovato nel piatto.

«Maschio o femmina che sia, per ora un figlio non è nei nostri piani più prossimi, vero amore?» chiese la bionda volgendo lo sguardo verso il proprio ragazzo.

Stavolta fu il giovane Nara a sudare freddo. Anche lui si ritrovò dieci paia d’occhi addosso.

L’unica cosa che riuscì a comprendere fu un -auguri- sussurrato da suo padre dall’altra parte della tavolata.

E adesso cosa doveva fare? Far contenta sua madre, che sogna un nipotino da quando lui aveva compiuto diciotto anni, oppure dare ragione a Temari?

Scelse la seconda: d’altronde ci teneva ancora alla propria vita.

«Un figlio sarebbe una cosa carina» aveva già intravisto il sorriso di vittoria sul volto di Yoshino «ma penso ancora che sia troppo presto» concluse.

Temari sorrise soddisfatta.

Calò un silenzio ancora più imbarazzante di quello precedente.

Stavolta ci pensò Kankuro a spezzare la quiete che si era instaurata.

«Ah Temari, quasi dimenticavo, Baki ti augura di passare un buon Natale, sia a te che a…» indicò con il capo Shikamaru.

«Ringrazialo molto da parte mia, mi dispiace solo che non sia potuto venire stasera, ci tenevo» rispose la ragazza.

«Chi è questo Baki?» domandò la signora Nara.

«Era il nostro sensei, adesso è stato promosso da Gaara e lavora con lui a palazzo».

La cena era continuata così, fra i battibecchi di Temari con suo fratello Kankuro, i silenzi di Gaara, gli sbuffi di Shikamaru, Yoshino che cercava di trovare qualsiasi cosa da commentare, la sconfitta di prima non le era andata a genio e Shikaku che continuava a mangiare incurante di ciò che gli stava capitando attorno.

«È ora del dolce!» pronunciò Temari dopo pochi minuti, la ragazza si alzò e andò in cucina a prendere il dolce che aveva preparato quella mattina.

La ragazza tornò con un vassoio tra le mani, con sopra una torta dall’aspetto veramente invitante.

«Sembra deliziosa» commentò Kankuro una volta che la sorella l’ebbe poggiata sul tavolo.

«Tu non fai testo, mangeresti qualsiasi cosa» commentò Shikamaru.

«Lo è» gli rispose lei lanciando un’occhiataccia al ragazzo seduto al suo fianco.

Temari la tagliò e ne diede una porzione a ciascuno.

Era emozionata, non era mai stata una brava cuoca, ma stavolta si sentiva soddisfatta, ci aveva messo tutto il suo impegno nel preparare quel dolce. Prima di mangiare la sua porzione aspettò i commenti degli altri.

I signori Nara guardarono dubbiosi il piatto davanti a loro.

Fu Yoshino a prendere il coraggio a due mani ed assaggiarlo per prima.

Questa volta fu il turno della donna a ritrovarsi dieci paia d’occhi che l’osservavano dubbiosi.

Masticò lentamente, c’era qualcosa che non andava dentro l’impasto…era troppo salato.

«Com’è?» chiese impaziente Temari.

Nessuno si azzardava a rispondere, neanche uno aveva il coraggio di dire alla ragazza che invece dello zucchero, aveva messo il sale nell’impasto della torta.

Spazientita perché nessuno parlava, la bionda assaggiò personalmente il dolce.

Appena lo ingerì sentì subito che c’era qualcosa che non andava.

Aveva un gusto terribile.

La ragazza ingoiò il boccone.

«È orribile» disse alzando la testa verso tutti gli ospiti.

«Abbastanza» mormorò Shikamaru che poggiò la forchetta ringraziando il cielo che Temari ci fosse arrivata da sola a questa conclusione, se gli e lo avesse fatto notare lui come minimo lei, la torta, se la mangiava tutta pur di non dargliela vinta.

«A me piace».

E i soliti dieci paia d’occhi si volsero verso Kankuro stavolta.

«Il tuo parere non conta» gli disse Gaara.

«E perché?» gli chiese il fratello.

«Perché come ha detto prima Nara, tu mangeresti qualsiasi cosa. Non ti sei nemmeno accorto che nella torta c’è il sale e non lo zucchero».

«Che vuol dire? Tu non hai detto una parola per tutta la cena».

«Ma che c’entra ora?».

«Smettetela!» era stata Temari a parlare.

Si zittirono, nonostante in passato ci siano state delle forti tensioni tra loro tre, ma che ora erano completamente risolte, ogni volta che Temari si arrabbiava era come fare una specie di tuffo nel passato.

Gaara e Kankuro si erano ripromessi di non contraddirla se non fosse strettamente necessario. Avevano paura di lei per dirla tutta.

La ragazza continuò.

«Volevo scusarmi per…questo» indicò il vassoio con il dolce restante «speravo di averci preso stavolta, ma evidentemente non ci sono portata».

«Oh ma non ti preoccupare, anche se non è il massimo, non ha poi un gusto così terribile, vero Shikaku?» cercò di consolarla la signora Nara che volse poi lo sguardo verso suo marito che continuava a fissare il piatto.

Non vedendo ricevere alcuna risposta Yoshino sgomitò verso l’uomo che sentito il dolore annuì notevolmente.

«Beh…direi che la possiamo finire qui no?» la cordialità di Shikamaru continuava a sorprendere Temari.

«Nara!» quando la ragazza si arrabbiava aveva l’abitudine di chiamarlo per cognome.

«Che c’è?» risposero in coro il ragazzo e suo padre.

«Non parla con te Shikaku!» lo rimproverò la moglie.

«Gaara mi passi un altro pezzo di torta?» chiese Kankuro estraniandosi dal resto del discorso.

«Sei un ingordo» gli disse Temari che nonostante stesse discutendo con Shikamaru, aveva sentito la richiesta del fratello.

«Continua a litigare con Nara».

«Sì?» alzò nuovamente lo sguardo Shikaku.

«Oh mio Dio. Ok basta! Fermi tutti» zittì tutti Shikamaru che poi continuò «che ne dite se tutto questo bel discorso lo continuiamo domani? Per oggi basta, dateci un po’ di tregua» chiese ormai esausto di tutta questa confusione che si era creata negli ultimi minuti.

«Shikamaru ha ragione; si è fatto tardi per me e tuo padre. Sarà meglio andare» aggiunge la signora Nara tranquillamente che continuò «in ogni modo domani vi aspettiamo per il pranzo, come abbiamo stabilito ok? Ovviamente siete invitati anche voi due cari» disse riferendosi a Gaara e Kankuro.

«Senz’altro!» rispose quest’ultimo.

«Temari andiamo anche noi allora, siamo ancora stanchi per via del viaggio e ho bisogno di riposare la testa per colpa di…» continuò poi Gaara facendo un cenno della testa verso Kankuro.

«Va bene. Ci vediamo domani allora».

E così dicendo i due padroni di casa avevano accompagnato i loro ospiti alla porta.

 

Subito dopo che Temari si richiuse la porta alle spalle, Shikamaru sprofondò nel divano, sdraiandosi completamente.

«Non sei stato carino a mandarli via così».

«Sono stanco».

«E quando mai non lo sei» scherzò lei e continuando «comunque c’è da mettere tutto a posto ora, quindi mi dovrai aiutare, hai tutto domani per riposarti non facendo nulla».

«Non puoi farmi questo. Ho lavorato tutto il giorno».

«Oh poverino» cominciò a prenderlo in giro la ragazza «hai faticato tanto a piegare dei semplici cartoncini» concluse andandosi a sedere nel divano dove c’era Shikamaru.

Il ragazzo si tirò su a sedere e si avvicinò a Temari.

«Dobbiamo proprio? Domani abbiamo un sacco di tempo».

«Ma non hai sentito cosa ha detto tua madre? Siamo da lei a pranzo».

«Che seccatura queste feste» sbuffò poi lui circondando le spalle di Temari con il proprio braccio.

L’istinto della ragazza le fece poggiare la testa sulla spalla di lui ed entrambi posarono i piedi sul tavolino posto proprio davanti al divano.

«Non vedi come si sta bene così Tem?» le chiese lui chiudendo gli occhi e lasciando andare un lungo sospiro.

«Mmh, dai magari rimandiamo il tutto tra cinque minuti» sussurrò Temari mentre il sonno vinceva su di lei

«Anche dieci» concluse Shikamaru.

Di minuti ne passarono quattrocentottanta invece, sì perché il sonno aveva vinto su entrambi, o meglio solo su Temari dato che per Shikamaru non c’era stata una vera e propria lotta. Però l’indomani sarebbero stati sereni e riposati, nonostante il mucchio di stoviglie da lavare impilate sul lavandino, il cumolo di spazzatura da buttare posizionato vicino alla porta e per finire il ritardo con cui arrivarono a casa Nara.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:

 

I personaggi non appartengono a me bensì al leggittimo proprietario.

Allora innanzitutto ancora AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII a Flavia! *suona trombetta come una pazza*, lo sai come posso diventare in certi momenti di festa ù_ù.

*stappa la coca cola e inonda Flavia*  daaaaaaai che occorre festeggiare *fa partire il trenino* pèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpèpè.

Scemenze a parte, facciamo le serie (?).

Se non si era capito questa fic è dedicata a Flavia per il suo compleanno <3 X3 ^_^ XD *_* O_O P_P !___! e chi più ne ha più ne metta XD.

Allora c’ho provato a scrivere qualcosa di divertente, ma non so se mi è riuscito, quello è il tuo campo XDDD.

Beh la storia è ambientata in un ipotetico Natale a casa Nara, adesso io non so se in Naruto esiste il Natale, nella mia fic fate finta di sì XD.

Poi per l’IC, booh a me sembra di averli sbagliati tutti XDDD, da Temari a Shikaku…mah mi direte vuoi cosa ne pensate XD.

Comunque mi scuso con Flà se non è un granché la storia, ma c’ho provato io avevo un’altra idea che ti spiegherò poi XD.

Inoltre volevo ringraziare Lely X3, che mi ha fornito il titolo per sta cosa XDDD. Flà!__________!

Il colore del titolo è viola perché quel viola è una delle nostre tante cose in comune XDD.

Spero ti sia piaciuta e se ci sono dubbi sulla trama contattami pure XDDDDDD.

Ancora auguuuuuuuuuuuuuuuuuuri *suona trombetta e abbraccia K*

La P ti saluta ù_ù.

Baci baciotti <3.

P.s. scusa il mega ritardone del postaggio XDDD. Ah! Dimenticavo di dirti, la fic l'ho scritta mentre guardavo il concerto di tu sai chi <3.

Ciau *Agita manina*

  
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