Grazie mille a WishfulThinking, quell’ anima gentile che si è volontariamente offerta di betare questa fic. Grazie, un grazie di cuore. Sei stata fantastica!
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a Fallen Angel .
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Bravesoul
-Non
posso guardarti…-
Silenzio.
Le
parole fluttuano dalla mia bocca alle tue orecchie,
ti posso sentire contrarre le mani, ti posso sentire affondare le
unghie nella carne.
Ancora
silenzio.
Ti
aspetti che spieghi?
Ma
come posso spiegare se la ragione pare malata e
insana persino a me?
Eppure
…
Languidi,
i miei occhi, scorrono sul tuo corpo, sulla
tua pelle liscia, per i tuoi capelli d’oro. Ma non posso
guardarti negli occhi,
anche se lo vorrei.
Vorrei
nutrirmi della luce che ti anima, che si
riflette dalla pupilla all’ iride e da lì
giù ,per il corpo.
Vorrei
semplicemente contemplare quegli specchi sull’
anima senza accecarmi.
Ma
non posso.
Perché
se li guardassi sarei arso dell’ amore, l’
amore della donna purificatrice.
Sia
chiamata essa Beatrice, Laura, o porti il tuo
nome.
Sarei
investito dall’ amore della donna con le
fattezze di un angelo.
E
il mio corpo non lo potrebbe sopportare, la mia
mente impazzirebbe.
Perché
io non sono un cuor gentile, io non ho in me la
potenza di essere beato.
Il
mio destino è diverso, mi hanno condannato sin dal
primo vagito a un’immortalità di dolore e a un
inferno di solitudine.
E
se per altri l’amore è salvifico, per me non
è che
una condanna anticipata, crudele e malvagia. L’ amore a me
non salva, mi
condanna semmai ad impazzire.
La
freccia di Cupido provoca troppi danni, la tua
immagine, l’ immagine dei tuoi occhi raggiungerebbe la mia
mente che non
riuscirebbe a registrare una tale informazione senza farmi uscire di
senno.
E,
mentre i miei occhi vedrebbero finalmente gli occhi
tuoi tanto bramati, le mie mani graffierebbero la mia carne, il cuore
si
fermerebbe, troppo sbigottito e sconvolto da questa battaglia interiore
per
poter solo tentare di continuare nella sua opera indispensabile.
Cesserei
di respirare, cesserei di essere, troppo
invaso da questa purezza che annichilirebbe il mio essere nero, grigio,
dissolto.
La
tua luce colpirebbe il nulla, perché il mio corpo
è
un guscio contenente un ‘anima ridotta a brandelli, un
‘anima che nel guardarti
si distaccherebbe.
E
io morirei.
Ma,
forse, non sarebbe una morte amara, seppur
dolorosa. Morirei col tuo volto negli occhi, con la tua voce nel cuore,
morirei
ancora cantando il tuo nome.
E,
in un nell’istante apocalittico che precede la
morte, vedrei il mio corpo avvizzire e cedere sotto i tuoi occhi
azzurri e
limpidi.
Dolore,
dolce tortura,
pazzia.
Questo
mi provocherebbe il tuo amore.
Non
posso guardarti, perché non voglio impazzire.
Non
voglio leggere lo sdegno nei tuoi occhi.
Non
voglio… dimenticare.
La
mia vita, il sapore dei tuoi baci, baci dati nell’
oscurità.
Labbra
contro labbra.
Droga
su droga.
Ma
se non posso guardarti,che senso ha poter vedere
il mondo, se la luce dei tuoi occhi, luce del mondo, mi è
stata negata?
Che
senso ha continuare questa sofferenza
se non posso scorgere lo scintillio vitale?
Forse
sarebbe meglio accecarsi del tutto, sarebbe
meglio dimenticare il gusto del vedere.
Non
vedrei più né il tuo corpo, infido tentatore,
né
le miserie di questa squallida vita.
Niente
più sorrisi.
Niente
più sangue.
Niente
più promesse.
Niente
più morti.
Passi.
I
tuoi.
Mi
sarebbe più dolce questa greve menomazione se la
mano che l’ infliggesse fosse la tua umile.
Allora,
donna-angelo, prendi questo acciaio e
trafiggi.
Trafiggi
gli occhi, trafiggi i sensi, annientali.
Così
potrò concedermi, verme inutile einetto, alla tua
gioia e alla tua grazia negata.
Dolci,
le tue mani scivolano, mi cingono la testa, le
tue labbra, peccatrici, di [si]posano sulle mie.
-
Apri gli occhi e guardami. Io non sono la donna
angelo, io sono il demonio. Un demonio con gli occhi azzurri e i
capelli
biondi. Apri gli occhi e bagnati della mia luce, che se anche dovessi
impazzire
a causa mia, ti seguirei nella pazzia, perché io sola posso.-
Le
tua labbra, infingarde, si attardano sulle mie, la
tua lingua sguscia e si macchia con la mia saliva.
Le
mie labbra si aprono, ricambio il bacio, la mia
lingua si fonda con la tua bocca, muovendosi al ritmo di questo amore
pulsante
e quasi famelico.
Ch’importa
se diverrò cieco?
Ch’importa
se non ricorderò nemmeno il mio nome?
Ch’importa
se morirò, se soffrirò?
Apro
gli occhi, bagnandomi nella tua luce.
La
luce di una creatura terrena.
-
Io sono un demonio, donna.-
Sorridono,
gli occhi azzurri, gli occhi che spiazzano
e sbigottiscono.
-
Allora lasciami sprofondare nell’ Ade con te!sFammi
tua …-
E,
ancora, le tua mani corrono per la mia schiena, la
mia bocca corre per il tuo corpo.
Strappo
la sottile maglia che ti vela il torace perfetto,
avanzo con le labbra, colmando la tua pelle di piccoli baci. Raggiungo
i seni,
mi attardo con deliberata dolcezza, prendo quei capezzoli e li mordo,
li bacio,
li possiedo.
Avanzo,
avanzo sino al pube.
Indugio,
mia creatura.
Ma
mi stai chiamando.
Fammi
tua…
La
mia lingua scorre tra le pieghe del tuo organo del
piacere, perdendosi, stuzzico il clitoride, facendoti strillare dal
piacere. E
poi…
Poi
è un marasma di sudore, mentre ti penetro,
abbattendo con forza ed irruenza ma con dolcezza, la sottile barriera
dell’imene, primo a conquistare quel baluardo di
santità.
E
cedi, creatura della luce.
Cedi,
diventando appannaggio del demonio, dell’ essere
dannato per eccellenza.
E,
dopo aver consumato questa passione immortale e
fantastica, mia piccola Persefone, ti accucci, ti scaldi sul mio petto
solcato
da cicatrici e odio.
Sul
mio cuore che batte quasi per inerzia.
Passi
le mani tra i miei capelli argentati.
Sorridi
e sussurri, dolcemente.
-Venga
tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o mostro
enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede,
aprono
per me la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto, Kakashi
sensei?-
Perché,
a volte, gli angeli sono le creature più sole.
Osservano
gli umani, beandosi delle loro fragilità e
cedevolezze.
Osservano
i demoni, rivoltando dallo schifo per il
loro odio.
Ma
li invidiano.
Li
invidiano perché i demoni non sono che esseri umani
che troppo hanno amato, esseri umani accesi da una troppo malsana
passione.
Umani
che hanno rifiutato l’atto della beatitudine per
conoscere le bassezze e le meraviglie degli uomini.
I
demoni sono angeli caduti.
Ino
scelse di cadere, di macchiarsi dell’anima nera
del demone.
Perché?
Perché…
perché gli angeli non amano.
Ma
i demoni sì.
E
Ino preferì abbandonare quella beatitudine che
l’aveva avvolta, che le impediva di amare e di essere amata.
Lasciò
la beatitudine e donò il cuore al più solo
degli uomini.
Perché
lei sapeva.
Sapeva
il sapore della solitudine.
Ino
cadde, perse le ali.
Un
angelo caduto, un servitore di Satana, così la
definirono.
Ma
erano invidiosi, semplicemente.
Invidiosi.
Invidiosi
di quell’ amore carnale e fragile.
Invidiosi…
Dell’
essere umano che divenne.
Invidiosi
del sudore dell’atto materiale.
Invidiosi
del piano materiale delle cose.
Un
piano peccaminoso e che, ahimè, non avrebbero mai
potuto conoscere.
Ino
chiuse gli occhi, lasciando morire l’ immateriale
e perdendosi nel materiale.
E,
Amore, danzò.
Note
by Brave.
Non
mi fucilate. E’ uscita in un istante di pazzia
post-Cavalcanti. E post
Stilnovo, post Guinizelli &co.
E’
delirante, ma diciamo che non mi dispiace.
Uso
riferimenti alla mitologia greca anche se- lo so- in Naruto non
c'è. E'
una cosa voluta.
Probabilmente
è un po’ Ooc ma quando l’ ispirazione
prende la mano… prende
la mano.