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Autore: Mue    11/12/2009    21 recensioni
Com'è nata la tradizione dei maglioni alla Weasley?
I figli di Molly difficilmente crederebbero alla vera storia, se la sentissero.
Tre ragazze nascoste nei bagni maschili di Grifondoro, una bacchetta perduta, un Arthur praticamente nudo e una doccia fredda ma anche molto, molto bollente...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Molly Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Che Molly Weasley sia la madre di Fred e George vorrà ben dire qualcosa, giusto? Giusto.
Allora aggiungiamo a questo importante fattore qualche velato accenno alle sue avventure giovanili, mescoliamo il tutto con la tradizione dei maglioni Weasley, ed ecco qui il prodotto finale.
Declino da subito ogni responsabilità sulla commestibilità: se lo leggerete, sarà solo a vostro rischio e pericolo.
Disclaimer: I personaggi e gli elementi creati da J.K. Rowling presenti in questa fanfiction sono suoi e solamente suoi, il resto della storia è tutto una mia invenzione. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
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Pull-over



Arthur Weasley le era sempre piaciuto.
Sempre, fin da quando, al primo anno, le aveva rovesciato addosso una bacinella di pus di Bubotubero a Erbologia. E quando, al terzo, le aveva bruciato i capelli con un aggeggio babbano introdotto a Hogwarts di nascosto. E quando, al quarto, l’aveva colpita accidentalmente con un Levicorpus e aveva impiegato dieci minuti per ricordare la controformula, esponendo nel frattempo alla classe sogghignante le sue mutande dalla fantasia a fragole.
Ma poi accadde qualcosa che la fece ricredere. Arthur Weasley non le piaceva. Non solo. Arthur Weasley era l’uomo della sua vita.
Giunse a questa felice conclusione un pomeriggio di dicembre inoltrato.
Un pomeriggio fosco, freddo e piovoso.
Il parco di Hogwarts era una distesa di alberi scheletrici e prati fangosi; il castello era silenzioso, permeato ovunque da una strana sensazione di vuoto: la maggior parte degli studenti erano partiti per le vacanze di Natale il giorno prima, e i pochi rimasti erano più abbacchiati che mai.
In una sola parola: noia. Noia pura.
E in una tale giornata, cos’avrebbero potuto fare tre allegre e vivaci Grifondoro di sesso femminile se non intrufolarsi nei bagni dei maschi?
«Ahio! Marion, non spingere!»
«Non è colpa mia! E’ Wanda che non sta al suo posto!»
«Ehi, piantatela! Sono più schiacciata di un Lethifold!»
«Ssst! Basta! Stanno arrivando! Continuate così e ci sentiranno!» intimò Molly Prewett, colei da cui era nata l’idea di trascorrere quel noioso pomeriggio a spiare i maschi nascoste in una delle docce.
Le sue due amiche si zittirono all’istante.
Prima si sentì l’eco di una risata profonda, poi dei passi pesanti, e infine fecero il loro ingresso nella stanza cinque ragazzi: il settimo anno maschile dei Grifondoro al completo, compreso quel gran bel pezzo di Battitore che era Amos Diggory.
Molly trattenne il fiato, estasiata. Amos Diggory nelle docce maschili! Merlino, ma si poteva avere più fortuna di così? Be’, a parte se ci fosse stato al suo posto…
«Chi c’è? Chi sono?» sibilò Marion, che non poteva vedere all’esterno perché il buco della serratura era occupato da Molly.
Molly non rispose, ma in quel momento risuonò limpida la risata di Diggory che bastò come risposta alla sua amica.
«Diggory!» esclamò l’altra, quasi soffocandosi. «E’ qui! Oh, Morgana, che fortuna! Fammi vedere!»
«Nemmeno per sogno! Voglio guardare io!» ribatté Molly.
Lottarono per qualche minuto in silenzio, e nel frattempo Wanda ne approfittò per accaparrarsi il posto conteso. «Si è tolto la camicia» le informò, eccitata.
Molly e Marion smisero di colpo di combattere e cercarono di spodestare dalla serratura la loro amica, ma lei era molto più alta di Molly e molto più forte di Marion: vinse con facilità il duello ed ebbe tutto il tempo di godersi lo spettacolo, indifferente alle lamentele delle sue amiche.

*


«Non avresti dovuto far venire anche lei!» si lagnò Marion un’ora dopo, mentre uscivano dai bagni a spettacolo finito. «Il più bel ragazzo di Hogwarts nudo a portata d’occhio e non ho potuto guardarlo! Wanda, sei davvero un’egoista!»
Molly sbuffò. «Non è il ragazzo più bello di Hogwarts.»
«Oh, sì, sì, certo, è il secondo ragazzo più bello» disse la sua amica agitando la mano, disinteressata. «Il primo è Weasley, contenta?»
Wanda lanciò un’occhiata sprezzante a Molly. «Oh, ma davvero, Molly! Cosa ci trovi in lui? E’ impacciato e maniaco delle Babbanerie. E come se non bastasse è dalla prima che ti coinvolge in incidenti imbarazzanti. Se fossi in te lo odierei.»
Molly avvampò e non rispose, frugandosi con le mani nelle tasche. «Non trovo più la mia bacchetta!» esclamò, spaventata.
Le due amiche si voltarono di scatto. «Cosa?!»
Molly aveva gli occhi sbarrati. «Dev’essermi caduta nelle docce! Se la trovano, sapranno che ero là!»
«Vai a riprendertela, allora, no?» replicò Wanda in tono ovvio.
Molly annuì. «Se si avvicina qualcuno ai bagni, copritemi, per favore.»
Le due amiche annuirono, e Molly si fiondò nei bagni maschili. Raggiunse la doccia dove lei e le altre si erano nascoste, aprì la porta e cercò con lo sguardo la bacchetta. Non c’era.
Oh, Merlino, dove può essere?
Si guardò intorno, agitata, e infine la individuò sotto ai lavandini: probabilmente era rotolata fuori dalla fessura della porta finendo lì. Ringraziò il cielo che i ragazzi di poco prima non l’avessero vista e la raccolse.
E in quel momento sentì la porta d’ingresso aprirsi.
Colta dal panico, si tuffò di nuovo nella doccia.
Forse sono Marion e Wanda…
Sbirciò dalla porta socchiusa e vide una zazzera di capelli rossi. Le si mozzò il respiro e il suo cuore mancò un battito o due. C’era solo una persona con quei capelli in tutta Hogwarts. Ed era l’ultima al mondo che avrebbe voluto la scoprisse lì.
Weasley.
Per tutti i draghi, che cosa faceva lì lui?! Non poteva essere venuto... non poteva essere…
Molly sbirciò ancora e si sentì svenire.
Arthur Weasley si era cominciato a togliere il mantello e il maglione.
No, non ci credo!
Molly trattenne il fiato, pronta a giurare che se ora si fosse tolto la camicia sarebbe ufficialmente schiattata lì, d’infarto. Però felice.
Si sbagliava. Arthur Weasley non si tolse la camicia.
Si tolse i pantaloni.
E poi, ovviamente, anche la camicia.
E a Molly cedettero le gambe. Scivolò quanto più silenziosamente possibile a terra, sopraffatta.
Arthur Weasley era… era… non sapeva come definirlo, ma una cosa la sapeva bene. Per quanto spettacolo potesse aver dato Amos Diggory davanti a Wanda, era niente in confronto a Weasley.
Merlino, d’accordo, non era muscoloso, non era aitante, non era abbronzato o atletico… però vederselo lì, con il suo fisico asciutto, quasi nudo e ricoperto di lentiggini da cima a fondo le evocava pensieri che nessun altro avrebbe saputo evocarle. E grazie al cielo, perché Molly in quel momento sentiva ogni singolo centimetro di pelle scottare come Ardemonio e probabilmente aveva il viso più rosso dei capelli di Weasley.
Poi sentì i passi del ragazzo avvicinarsi.
E fu il panico.
Oh, santissimi gufi!
E se fosse entrato nella sua doccia?
Molly scattò in piedi, inorridita.
I passi si avvicinarono ancora di più e si fermarono proprio davanti alla sua porta. Molly la vide aprirsi lentamente.
Riuscì a trattenere un urlo di terrore, ma il suo controllo non si estesa alla bacchetta che stringeva in mano, sensibile agli stati d'animo della sua padrona: essa vibrò ed esplose in un mucchio di scintille crepitanti.
Prima ancora che Molly se ne rendesse conto il maglione le si incendiò. Strillò, e in quell’esatto momento la porta si spalancò, rivelando un Arthur Weasley con gli occhi spalancati e coperto solo da un asciugamano arrotolato in vita.
«Che cosa…»
Molly continuò a strillare e strillare, agitandosi e cercando di spegnere le fiamme che la avvolgevano.
«AIUTO! SPEGNILO! TI PREGO, SPEGNILO…!»
Arthur Weasley non esitò un istante: la spinse in avanti con il corpo, raggiunse con un braccio il rubinetto della doccia e lo spalancò.
L’acqua venne giù a cascata, e il fuoco si spense in un baleno.
Molly ansimò, gli occhi strabuzzati, fissi in quelli del ragazzo che la guardava stupefatto. Ansimava anche lui: comprensibile, da uno che si era appena trovato davanti una ragazza in fiamme in una delle docce del bagno maschile.
Per un istante nessuno dei due parlò.
Poi Molly si rese conto della situazione. Erano bagnati fradici nella stessa doccia, le sue mani avvinghiate attorno alle braccia del ragazzo, le unghie affondate nella carne, il suo petto che si alzava e si abbassava sfiorando a ogni respiro il busto del ragazzo e i loro volti, tanto vicini che avrebbe potuto contare ogni sua lentiggine.
E, dettaglio non trascurabile, Arthur Weasley non indossava niente tranne un asciugamano avvolto attorno alla vita.
Morgana…
Lui boccheggiò, abbassò lo sguardo e poi lo risollevò di scatto, avvampando. «Scusa, io non…» Il resto della frase si perse in un borbottio indistinto e flebile.
Molly non capì, abbassò gli occhi e si rese conto solo in quel momento che il maglione a brandelli l’aveva lasciata in camicia. E che la camicia, fradicia, era tanto trasparente che se non ci fosse stata non avrebbe fatto grande differenza.
Molly spalancò la bocca, inorridita, e si coprì con le braccia. «Io… io…»
Arthur Weasley osservava le mattonelle della doccia alla sua sinistra, il volto quasi dello stesso tono cromatico dei capelli.
«Ehm…»
«Ecco…»
Cadde un silenzio imbarazzato.
Poi Molly pigolò debolmente: «Dovrei andare…»
«Oh, sì» annuì lui, sollevato, sposandosi per lasciarla uscire dalla doccia.
Molly non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. Lo superò in un lampo e corse via.
«Aspetta!» le gridò dietro lui prima che riuscisse a raggiungere la porta.
Molly si fermò senza voltarsi. «Sì?»
«Ehm… la maglia… puoi prendere la mia per arrivare fino… fino in camera tua.»
Molly voltò la testa, incerta. «Davvero?»
Arthur annuì, raggiunse il suo mucchio di vestiti e le porse il suo maglione rosso e dorato. «Tieni. E, ehm… scusa.»
Molly se lo infilò rapida, poi tornò a guardare il ragazzo. «Grazie infinite» disse con un sollievo che non credeva di poter mai provare in vita sua. «Mi… mi hai anche salvato la vita.»
Il ragazzo sorrise. «Sciocchezze.»
Il suo sorriso abbagliò Molly.
E in quel momento capì che Arthur Weasley sarebbe stato l’uomo della sua vita.

*


«Vi avevo detto di coprirmi!»
«Pensavamo di farti felice! Non ti ha fatto piacere vedere senza vestiti Weasley? Dopotutto sei tu che gli sbavi dietro senza ritegno» ribatté imperterrita Wanda.
«Sì, ma non così! Ho fatto una figura terribile! Se non fosse stato così imbarazzante, probabilmente mi avrebbe chiesto cosa ci facevo lì. Chissà cos’avrà pensato!»
«Il peggio che può aver pensato è quello che effettivamente abbiamo fatto» replicò Wanda sogghignando.
«Oh, non ridere! E’ stata la cosa peggiore che mi sia mai successa! E se penso» e qui Molly arrossì violentemente, «che mi ha visto con la camicia trasparente…»
«Avrà verificato che sei ben fornita» replicò Wanda maligna, che aveva sempre invidiato la taglia abbondante del seno della sua amica. «Scommetto che adesso non fantasticherà più solo su quella robaccia Babbana…»
«Wanda!» protestò Molly vivacemente.
«E adesso ti sei anche impadronita di un suo maglione» intervenne Marion, sventolando l’oggetto in questione che aveva estratto dal baule di Molly.
Lei glielo strappò dalle mani offesa mentre quella lo annusava con una smorfia. «E direi anche che ha bisogno di una bella lavata. Si sente che è di un maschio.»
«Non lo laverò affatto!» ribatté Molly.
«Cosa?» fece l’altra, stupita. «Glielo vuoi restituire così? Avanti, se non gli dimostri che non sei una brava donna di casa…»
«Io non gli voglio dimostrare proprio un bel niente!» ribatté Molly. «E non gli restituirò il maglione.»
Wanda la guardò sbalordita. «Dici sul serio? Ma così sì che farai una pessima figura!»
Molly s’indignò. «Non glielo restituirò perché gliene farò uno nuovo.»
«Tu?!» rise Marion. «Ma se odi cucire!»
Molly strinse a sé il maglione di Arthur Weasley con affetto. «Non importa. Per lui lo farò volentieri» ribadì.
«E quello?» chiese l’amica, indicando il maglione che lei stava stringendo. «Lo vuoi buttare? Pensi che sia così malridotto?»
Molly le lanciò uno sguardo di fuoco. «No. Questo lo terrò con me. Sempre.»

*


«Ecco, è… un regalo» mormorò timidamente, porgendo il pacco informe al ragazzo.
Arthur Weasley sembrava estremamente sorpreso. «Un regalo di Natale? Per me?»
Molly annuì, tesa.
Ti prego, accettalo, accettalo, accettalo!
«Ecco, il tuo maglione… ho paura di averlo rovinato per sbaglio e… e allora ho pensato di regalarti questo per ripagarti.»
Mentiva, ma non poteva dirgli la verità. Non poteva dirgli che voleva tenere per sé quel maglione, impregnato dell’odore del ragazzo e del ricordo di quel pomeriggio alle docce. Di quel momento in cui erano stati così vicini, in cui si erano sfiorati…
«Ah, ma non era necessario» rispose allegramente lui. «Non dovevi ridarmelo.»
«Sì, ma… ecco, preferivo non essere in debito. E poi questo l’ho fatto apposta per te.»
Il ragazzo sorrise con tenerezza. «Nessun debito, davvero. Però se l’hai fatto apposta per me, lo prendo con piacere. Grazie.»
Molly si trattenne a stento dal gettargli le braccia al collo e baciarlo. Oh, gli piaceva davvero da impazzire.
Lo guardò trepidante scartare il pacco e poi estrarne il contenuto con una faccia perplessa.
«Ehm… cos’è?»
Reggeva tra le mani un ammasso di stoffa morbida che ricordava vagamente per la forma un indumento non meglio identificato. Su una parte di esso era cucita di sbieco una grossa “A.”
Molly si sentì insultata. «Ma... è un maglione, naturalmente!»
Arthur Weasley batté le palpebre. «Ah, già… ehm, grazie, è molto… particolare
Molly si mise le mani sui fianchi. «Non ti piace?» chiese, per la verità in tono piuttosto minaccioso. Aveva speso due intere notti insonni per finirlo in tempo.
«Ecco… è un po’ strano…» rispose lui, che giovane com’era non aveva ancora idea di come si trattassero le ragazze, soprattutto se erano ragazze permalose come Molly Prewett.
Lei gli puntò un dito in faccia. «Strano? Be’, sai che ti dico? Se non ti piace sono affari tuoi, perché te ne regalerò uno ogni Natale, da qui fino alla morte!»
E fu così che ebbe iniziò la tradizione dei maglioni alla Weasley.
 

Fine.

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Questa è una piccola one-shot dedicata a un pairing di cui mi sono recentemente innamorata ed è stata scritta per il Calendario dell'avvento di Fanworld.
Colgo l'occasione per dire grazie a tutti coloro che hanno letto anche le altre mie storie e che non ho ancora avuto modo di ringraziare. Grazie, perché se scrivere per me rimane sempre e comunque un piacere personale, sono felice che per quanto leggere e lineari siano le mie storie, divertano anche voi e vi intrattengano per qualche minuto.
Ne approfitto anche per avvisarvi che posterò prestissimo un'altra long, sebbene un po' estranea al genere che finora ho prediletto (fluff ora e sempre *-*) perciò, nel caso siate incuriositi, provate a dare un'occhiata ogni tanto.
 A presto!

   
 
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