Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |      
Autore: S u n n y    11/12/2009    6 recensioni
Svegliarmi un ora e mezza prima della mia sveglia? Okay, da vicina pacifica ci passo sopra, traslocare alle 6 di mattina, Va bene, no problem, ma suonarmi una cazzo di gran cassa sopra la testa mentre entro dentro la mia doccia, caspita, non ha prezzo. Non lo sa che la doccia è sacra??? Oh Santo Dio, ho venticinque anni, non possono venirmi le rughe!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gustav Schäfer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa One Shot è stata scritta senza scopo di lucro ma per puro divertimento

Questa One Shot è stata scritta senza scopo di lucro ma per puro divertimento.

 

 

 

-Succo d’ananas-

 

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto. Con aria confusa voltai gli occhi verso la sveglia.

Sette e mezza. Mi sarei dovuta svegliare solo alle nove per arrivare in ufficio in tempo. Mi strofinai il viso con la mano destra mentre mi stiracchiavo. Un altro tonfo mi fece sussultare.

Era quello nuovo del piano di sopra: stava traslocando. Fin lì ci potevo stare, ma perché diavolo spostava le poltrone alle sette e mezza?

Inforcai i miei occhiali-fondo-di-bottiglia e lentamente mi avvicinai all’armadio. Il completo che avevo preparato ieri notte dopo aver finito di battere quell’articolo al computer mi guardava splendendo.

Oh al diavolo! L’avrò pagato l’ira di Dio, ma ne era pienamente valsa la pena. Lo posai sul letto e mi diressi verso il bagno, mi stavo chiudendo la porta alle spalle quando un rumore sospetto mi fece voltare.

Era un rumore regolare che andava ad aumentare, poi qualcosa fece scattare il campanello nel mio cervello annebbiato dal sonno.

Oh no!

Era un batterista! L’inquilino al piano di sopra suonava la batteria!

Non ci potevo credere, mancava un quarto alle otto, per la maggior parte dei ragazzi berlinesi era l’alba e lui suonava la batteria sopra casa mia.

Io lo sapevo che dovevo comprare una comoda casetta in periferia. Ma noo, diceva mia mamma, la periferia è così lontana da dove lavori, compra un appartamento a Mitte, infondo i soldi non ti mancano.

Mi infilai la mia vestaglia di seta giapponese (regalo di qualche ex, presumo) e un paio di ciabatte infradito, impugnai le chiavi e mi fiondai fuori dall’appartamento.

Svegliarmi un ora e mezza prima della mia sveglia? Okay, da vicina pacifica ci passo sopra, traslocare alle 6 di mattina, Va bene, no problem, ma suonarmi una cazzo di gran cassa sopra la testa mentre entro dentro la mia doccia, caspita, non ha prezzo.

Non lo sa che la doccia è sacra???

Oh Santo Dio, ho venticinque anni, non possono venirmi le rughe.

Sospiro mentre premo il polpastrello sul campanello d’ottone accanto alla porta: Gustav Shäfer recitava un’elegante scritta in corsivo.

Ad aprirmi fu un ragazzo in pantaloncini bianchi e torso nudo, con i capelli biondi e un paio di occhiali dalla montatura nera. Se non fosse stato per i suoi incredibili pettorali, lasciando stare i bicipiti, avrei dedotto che fosse un intellettualoide, ma sembrava che davanti avessimo una specie di Personal-Trainer.

Lo guardai in cagnesco, non valeva abbacinarmi in quel modo! Avrei perso di mira l’obiettivo primario!

-Salve! So che suonare la batteria alle 7 e 56 della mattina è incredibilmente salutare, capisco che si è trasferito da poco e accidentalmente non ha provvisto ad una stanza insonorizzata, ma mi rincresce avvertirla che la mia sveglia sarebbe suonata circa tra un’ora e mezzo.- sorrisi nel riprenderle fiato; -So che le può sembrare strano, ma per favore, la prego, non suoni prima delle 8 e mezza, va bene?? Mi farebbe un grandissimo favore e mi alzerei con un grande sorriso, indispensabile per cominciare la giornata.- lo guardai sorridere appena mentre si puliva le mani nei pantaloncini.

-Mi dispiace avere creato disturbo, non credevo che si sentisse nell’attico sotto. Mi chiamo Gustav Shäfer, e lei incantevole signorina del piano di sotto?-

Ehi, il Personal-Trainer ci sapeva fare, -ruffiano!!- gli porsi la mano, sorridendo. –Micha Freuman.-

-Posso offrirle una colazione? Ho caffè, succo di frutta, croissant,latte e biscotti…- mi fece cenno di entrare. La casa era già sistemata e notai con piacere che l’amico aveva gusto. Una rossa batteria imponente era sistemata in un angolo che corrispondeva esattamente a dov’era il bagno di camera mia. Era strano quell’appartamento; solitamente i palazzi avevano gli appartamenti tutti uguali, ma quello era completamente diverso dal mio.

-Io prendo succo di frutta, croissant e yogurt bianco e senza zucchero.- dissi, voltandomi verso di lui. Nel farlo la mia vestaglia si aprì rivelando il mio semplice completino di cotone bianco culotte e canottiera.

Cielo. Non era esattamente nei miei programmi mostrare le mie cosce dall’amico qui presente.

Mi voltai di scatto, arrossendo per l’imbarazzo e stringendo il nodo della mia vestaglia.

-Pardon!- esclamai rossa come un peperone.

-Non ho visto nulla, lo giuro!!- alzò le mani in segno di resa e poi mi porse un bicchiere di succo d’arancia. Io odiavo il succo d’arancia!!! Era amaro!!

Sorrisi, -Grazie.- il Personal-Trainer cominciava a starmi simpatico, a parte per il succo d’arancia, quello no non lo digerivo!

-Allora, mi promette che smetterà di suonare la batteria sopra il mio bagno alle 7 di mattina?-

-Sicuro.-

Bevve un sorso di latte e poi mi guardò incerto. Oh che dolce! L’unico uomo che mangiava ancora latte e biscotti!! Così tenero, sembrava un bambino, anche se quando si leccava le labbra sprigionava sesso da tutti i suoi pori.

-E lei mi promette che tornerà a fare colazione con me domenica mattina alle 9?-

Sorrisi, dentro il mio succo.

-Solo se compra del succo all’ananas.-

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: S u n n y