Questa One Shot è stata scritta senza scopo di lucro ma
per puro divertimento.
-Succo d’ananas-
Mi svegliai
di soprassalto. Con aria confusa voltai gli occhi verso la sveglia.
Sette e mezza. Mi sarei dovuta svegliare solo alle nove per arrivare in ufficio in
tempo. Mi strofinai il viso con la mano destra mentre mi stiracchiavo. Un altro
tonfo mi fece sussultare.
Era quello
nuovo del piano di sopra: stava traslocando. Fin lì ci potevo stare, ma perché
diavolo spostava le poltrone alle sette e mezza?
Inforcai i
miei occhiali-fondo-di-bottiglia
e lentamente mi avvicinai all’armadio. Il completo che avevo preparato ieri
notte dopo aver finito di battere quell’articolo al computer mi guardava splendendo.
Oh al
diavolo! L’avrò pagato l’ira di Dio, ma ne era
pienamente valsa la pena. Lo posai sul letto e mi diressi verso il bagno, mi
stavo chiudendo la porta alle spalle quando un rumore sospetto mi fece voltare.
Era un
rumore regolare che andava ad aumentare, poi qualcosa fece scattare il
campanello nel mio cervello annebbiato dal sonno.
Oh no!
Era un
batterista! L’inquilino al piano di sopra suonava la batteria!
Non ci
potevo credere, mancava un quarto alle otto, per la maggior parte dei ragazzi
berlinesi era l’alba e lui suonava la batteria sopra casa mia.
Io lo
sapevo che dovevo comprare una comoda casetta in periferia. Ma noo, diceva mia
mamma, la periferia è così lontana
da dove lavori, compra un appartamento a Mitte,
infondo i soldi non ti mancano.
Mi infilai
la mia vestaglia di seta giapponese (regalo di qualche ex, presumo) e un paio
di ciabatte infradito, impugnai le chiavi e mi fiondai
fuori dall’appartamento.
Svegliarmi un ora
e mezza prima della mia sveglia? Okay, da vicina
pacifica ci passo sopra, traslocare alle
6 di mattina, Va bene, no problem, ma suonarmi una cazzo di gran cassa sopra la testa mentre entro
dentro la mia doccia, caspita, non ha prezzo.
Non lo sa che la doccia è sacra???
Oh Santo
Dio, ho venticinque anni, non possono venirmi le
rughe.
Sospiro
mentre premo il polpastrello sul campanello d’ottone accanto alla porta: Gustav Shäfer recitava
un’elegante scritta in corsivo.
Ad aprirmi
fu un ragazzo in pantaloncini bianchi e torso nudo, con i capelli biondi e un
paio di occhiali dalla montatura nera. Se non fosse
stato per i suoi incredibili pettorali, lasciando stare i bicipiti, avrei dedotto che fosse un intellettualoide, ma sembrava che
davanti avessimo una specie di Personal-Trainer.
Lo guardai in cagnesco, non valeva abbacinarmi in quel modo!
Avrei perso di mira l’obiettivo primario!
-Salve! So
che suonare la batteria alle 7 e 56 della mattina è incredibilmente salutare,
capisco che si è trasferito da poco e accidentalmente non ha provvisto ad una
stanza insonorizzata, ma mi rincresce avvertirla che la mia sveglia sarebbe suonata circa tra un’ora e mezzo.- sorrisi nel
riprenderle fiato; -So che le può sembrare strano, ma per favore, la prego, non
suoni prima delle 8 e mezza, va bene?? Mi farebbe un grandissimo favore e mi
alzerei con un grande sorriso, indispensabile per
cominciare la giornata.- lo guardai sorridere appena mentre si puliva le mani
nei pantaloncini.
-Mi
dispiace avere creato disturbo, non credevo che si
sentisse nell’attico sotto. Mi chiamo Gustav Shäfer, e lei incantevole signorina del piano di sotto?-
Ehi, il
Personal-Trainer ci sapeva fare, -ruffiano!!- gli
porsi la mano, sorridendo. –Micha Freuman.-
-Posso
offrirle una colazione? Ho caffè, succo di frutta, croissant,latte
e biscotti…- mi fece cenno di entrare. La casa era già sistemata
e notai con piacere che l’amico aveva gusto. Una rossa batteria
imponente era sistemata in un angolo che corrispondeva esattamente a dov’era il
bagno di camera mia. Era strano quell’appartamento;
solitamente i palazzi avevano gli appartamenti tutti uguali, ma quello era
completamente diverso dal mio.
-Io prendo
succo di frutta, croissant e yogurt bianco e senza zucchero.- dissi, voltandomi verso di lui. Nel farlo la mia vestaglia
si aprì rivelando il mio semplice completino di cotone
bianco culotte e canottiera.
Cielo. Non
era esattamente nei miei programmi mostrare le mie cosce dall’amico qui
presente.
Mi voltai
di scatto, arrossendo per l’imbarazzo e stringendo il nodo della mia vestaglia.
-Pardon!-
esclamai rossa come un peperone.
-Non ho
visto nulla, lo giuro!!- alzò le mani in segno di resa
e poi mi porse un bicchiere di succo d’arancia. Io odiavo il succo d’arancia!!! Era amaro!!
Sorrisi,
-Grazie.- il Personal-Trainer cominciava a starmi simpatico, a parte per il
succo d’arancia, quello no non lo digerivo!
-Allora, mi
promette che smetterà di suonare la batteria sopra il mio bagno alle 7 di
mattina?-
-Sicuro.-
Bevve un
sorso di latte e poi mi guardò incerto. Oh che dolce! L’unico uomo che mangiava
ancora latte e biscotti!! Così tenero, sembrava un bambino, anche se quando si
leccava le labbra sprigionava sesso da tutti i suoi pori.
-E lei mi
promette che tornerà a fare colazione con me domenica mattina alle 9?-
Sorrisi,
dentro il mio succo.
-Solo se compra del succo all’ananas.-