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Autore: bubi90    12/12/2009    1 recensioni
una one-shot senza pretese, ispirata dalla notte. tratta di una ragazza non troppo fortunata nella vita alla quale il fato dona la felicità nel primo giorno del nuovo anno. buona lettura
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preciso che non è una fan-fiction a tematica esclusivamente amorosa, ma questo fattore influisce molto nella storia...comunque spero vi piaccia, ogni tipo di commento è ben accetto!!!

 

Era dicembre e faceva freddo, tremendamente freddo.

Chiara correva per le strade della città saltando i cumuli di neve e scansando le persone riversate nei marciapiedi. Precisamente era il 31 dicembre, e tutta quella gente era agghindata e avvolta in succinti abiti da sera, per festeggiare la fine dell’anno. Tutti tranne lei, che era vestita in tuta e correva verso il locale con lo zaino, contenente il cambio per il lavoro, in spalla.

 

Ecco che si avvicina il nuovo anno, pensò Chiara mentre si affrettava a salire le scale del ponte che sovrastava la strada, un altro anno di duro lavoro e nessun divertimento.

La ragazza continuò a correre, esaminando con gli occhi tutte quelle persone ricche ed eleganti che passeggiavano a braccetto per le vie, o scendevano dai taxi con buste di accessori D&G o Vuitton. Sul suo viso comparve un sorriso cinico e amaro, tutte quelle persone non sapevano far altro che spendere inutilmente la propria montagna di soldi. Lei invece non aveva mai avuto regali che non fossero l’andare a cena fuori per il suo compleanno o per Natale, ma ultimamente non aveva ricevuto neanche quelli. Da 3 anni i suoi genitori erano morti, lasciandola sola, diciassettenne con la spesa scolastica e della casa sulle spalle. Di anni ora Chiara ne aveva 20, ma le spese non erano affatto diminuite, anzi!

Per pagarsi gli studi era costretta a lavorare a pranzo e a cena come cameriera in un ristorantino, che aveva annesso un pub, che prolungava la chiusura alle 3 del mattino, orario in cui finalmente staccava. Nelle ore pomeridiane si occupava di accudire il giardino di una ricca signora anziana, e di tempo libero non ne aveva mai.

Sbuffò continuando sul suo cammino, anche quell’ultimo dell’anno l’avrebbe passato a lavoro, impegnata a servire quelle persone che incrociava sui marciapiedi, e che non avevano intenzione di fare nient altro al di fuori di essere coccolati.

 

“Buonasera” esclamò entrando nel locale col suo solito sorriso sgargiante.

“’Sera cara, vai pure a cambiarti con calma, mancano ancora 20 minuti all’apertura” le sorrise la padrona del locale mentre spostava un tavolo col marito.

“D’accordo, faccio in un attimo almeno vi aiuto”

Entrò in camerino e subito lasciò che i muscoli facciali si rilassassero. Ormai era un’abitudine portare una facciata di fronte a sé, non poteva permettere che le persone vedessero il suo volto segnato dai problemi e dal dolore, non avrebbe mai voluto farli preoccupare, e poi era un ottimo allenamento per il lavoro, il cliente non doveva mai vedere il cameriere strano, questo doveva sempre sorridere!

Si infilò velocemente la divisa e tornò in sala.

“Signora Carmen, quanti turni crede ci saranno?”

“Oh, Chiara, non sembra, ma per l’ultimo dell’anno il lavoro è sempre meno. Le prenotazioni hanno preso tutti i tavoli, e i clienti arriveranno alle 21 e 30. l’unica cosa che dobbiamo fare, avendo il menù fisso, è quella di controllare le bevande e fare in modo che prima di mezzanotte tutti abbiano finito di cenare e siano già con lo spumante in tavola”

Chiara annui, osservando un piccolo tavolo nell’angolo della stanza “E quello?” chiese incuriosita.

“Una prenotazione singola…dev’ essere triste passare l’ultimo dell’anno da soli” rispose la donna abbassando lo sguardo con un velo di tristezza.

Chiara sorrise, cercando di non mostrare quanto, quelle parole, l’avessero ferita.

Dopo 10 minuti i clienti iniziarono a entrare nel locale, e a lasciare i pesanti capotti e le lussuose pellicce alla cameriera che le portava nel guardaroba. Chiara iniziò a servire l’antipasto, mentre il suo sguardo continuava a posarsi sul tavolino singolo, che rimaneva vuoto; la serata continuava così, tra le risate ti quelle persone dalla vita agiata, che un po’ in quel momento addolcivano anche lei, facendola tornare a quell’atmosfera serena che da tempo le mancava.

 

Al momento di servire il secondo la porta del ristorante si aprì, e sulla soglia si presentò un giovane che sembrava uscito da un servizio fotografico, ma che portava sul volto un espressione dolorosa, quasi macabra.

“Mi vuol dare il cappotto?” chiese la giovane sorridendo come aveva fatto tutto il tempo

“Si, grazie” rispose senza sentimento l’altro guardandola con occhi così penetranti, che sembravano dirle di togliersi quel maledetto sorriso dalla faccia.

Chiara non ci fece più di tanto caso, o almeno finse di non aver notato niente, e si rimise a servire i clienti dopo averlo accompagnato al tavolo all’angolo.

Chiara continuò a lavorare, sempre attenta e veloce come lo era stata fino a quel momento, ma sentiva 2 occhi puntati su di lei, e aveva un vago sospetto di chi poteva essere il proprietario…o forse era proprio lei che voleva vederla così!

“La vuole finire di fissarmi per favore” disse contaminando un po’ la sua solita voce amabile con una nota di disappunto quando arrivò a servire il tavolo singolo

“Non so minimamente di cosa parli” rispose l’altro mostrando una leggera aria di divertimento.

Alle 23 e 45 tutti i tavoli erano stati sparecchiati e lo spumante era già in tavola, mentre la televisione trasmetteva il canale di varietà nel quale si poteva vedere il conto alla rovescia.

 

“Ottimo lavoro cara” si congratulò la padrona del locale di fronte alla porta d’entrata

“Se vuoi andare a divertirti fai pure, qua pensiamo a tutto noi”

“Oh no, non si preoccupi, tanto appena finito me ne andrò a casa” rispose frettolosamente la giovane

“Ma coma, sei così giovane devi andare un po’ a divertirti, domani tanto siamo chiusi! E poi ti conosco, se vai a casa ti metterai a pensare ai tuoi e ti rattristerai ancora di più”

Chiara abbassò la testa ridendo tristemente

“No, non è assolutamente vero!” rispose nel modo più falso che potette

“Posso andare allora?” aggiunse speranzosa

“Ma sei veramente sicura? Non vuoi passare neanche la mezzanotte in compagnia?”

“No, davvero, vado a casa grazie!” esclamò andando in camerino con il solito sorriso di tutta la serata. Si cambiò in tempo record, e dopo 2 minuti netti era di nuovo fuori dal ristorante.

 

“Dov’è casa tua?”

Chiara si voltò verso la provenienza della voce, e vide che oltre a lei, su quel marciapiede, c’era il ragazzo del tavolo singolo

“Come scusa?” chiese non capendo cosa volesse

“Ti ho chiesto dov’è casa tua. Non farò girare per strada una giovane ragazza da sola per l’ultimo dell’anno”

“Non preoccuparti so cavarmela”

“Non mi interessa ti accompagno lo stesso” tagliò corto lui mettendolese a fianco.

Chiara sbuffò e si arrese al volere del ragazzo iniziando a dirigersi verso casa in sua compagnia.

 

DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON-DON

 

L’orologio rintoccò la mezzanotte, il nuovo anno era giunto, e la ragazza alzò gli occhi al cielo pensando ai suoi genitori, e al nuovo anno che la attendeva senza di loro. Il turbinio di frasi che le girava interna si congelò nel momento in cui si trovo con le labbra sfiorate da quelle soffici del ragazzo.

“Buon anno” esordì questo avviandosi per la strada

“B-buon an-nno” balbettò lei colta totalmente di sorpresa.

Continuarono così a camminare fianco a fianco, fin quando Chiara non ce la fece più a trattenersi “Ma perché l’hai fatto? Non so neanche chi sei!”

Lui rise, divertito da quel suo comportamento così genuino e spontaneo

“L’ho fatto perché mi andava, ho sentito come se fosse naturale. E il mio nome è Marco, Marco Bertisi”

“Che?” urlò la ragazza fermandosi “Sei Marco Bertisi? Il figlio del leader della più grande azienda di assicurazioni del paese? Il figlio dell’uomo e della donna che sono morti 2 mesi fa in un incidente d’auto sconvolgendo il mondo?”

Marco abbassò lo sguardo, tentando di nascondere la tristezza che lo attraversava, poi fissò le sue iridi in quelle della giovane sorridendo tristemente un “Si, sono io”

Chiara si rese conto che non era assolutamente il modo di parlare con una persona in quella situazione, quello che aveva usato lei, e questo lo capiva bene, c’era già passata.

L’osservo meglio, e capì il motivo per il quale aveva sentito quella strana sensazione quando aveva riscontrato di essere guardata da lui. Erano uguali, in quel momento i loro pensieri erano diretti nella stessa direzione.

“E tu invece? Chi sei?” uscì dal discorso Marco

“Chiara Salani, frequento l’università e ho 2 lavori per pagarmela, visto che…”

“Sei nella mia stessa situazione” fini lui per lei, beccandosi un’occhiata incuriosita

“Ho sentito che ne parlavi con la proprietaria” si giustificò il ragazzo.

“Che ne dici di passare questo capodanno a casa mia?” continuò speranzoso.

Chiara lo guardò come fosse un maniaco pervertito con le peggio intenzioni, così lui dovette sbrigarsi a dare le giuste precisazioni “Tranquilla, non voglio farti niente, solo avrei voluto passare almeno un giorno di festa con qualcuno che mi capisca…sai Natale non è stato semplice da trascorrere”

La giovane si mise a riflettere…anche per lei il 25 dicembre era stato veramente un giorno duro, era rimasta chiusa in casa tutto il giorno, sommersa dai ricordi e dalla malinconia che questi le portavano.

Forse anche a lei sarebbe servita una bella serata in compagnia di un completo estraneo con cui parlare, infondo chi non conosciamo diventa il miglior confidente, non può essere influenzato, e sa ascoltare e commentare obbiettivamente…e quel ragazzo le ispirava una fiducia nuova, incondizionata.

“D’accordo, andiamo” rispose con un sorriso sincero, di quelli che da tempo non faceva “Ma non metterti in testa strane idee” aggiunse iniziando a ridere, e trascinandosi dietro anche lui, che la guardava.

Le loro labbra si riunirono nuovamente, con più calore “Non andrò oltre, te lo giuro” puntualizzò Marco guardandola negli occhi e cingendole la vita con un braccio “Ed ora, direzione casa Bertisi!”

 

Si, quel capodanno si stava dimostrando una bellissima sorpresa.

 

1 ANNO DOPO

 

“Tesoro ci sei? Quanto ci metti a truccarti?” esordì il ragazzo già pronto sulla porta di casa

“Sto arrivando! Fammi essere perfetta almeno oggi!” rispose una voce dal bagno.

Un sorrisino beffardo comparve sul viso del giovane, mentre una splendida ragazza mora comparve all’ingresso coperta da un vestito di seta verde smeraldo.

Era passato solo un anno, ma la loro storia si era evoluta velocemente, già dopo 3 mesi si erano ritrovati a vivere insieme nell’attico di lui senza neanche pensarci, e continuavano a convivere con una naturalità sorprendente, allietati dall’abituale dolcezza di ogni giorno.

“Sei bellissima cara, ma ora dobbiamo andare, o faremo tardi al ristorante”

“Si ci sono” rispose un po’ scocciata infilandosi la giacca e uscendo di casa.

Per la strada trafficata luci colorate calavano sui marciapiedi, e le vetrine natalizie illuminavano i volti delle persone che camminavano beatamente in giro per la città. Un anno prima in mezzo a tutta quella gente c’era anche lei, che correva a lavorare, mentre in quel momento se ne stava comodamente seduta in macchina recandosi a cena.

 

“Buonasera cari!” li salutò la proprietaria del locale

“Sera signora Carmen, mi è mancata” sorrise Chiara rivolta alla donna

“Ma smettila, che ci vediamo almeno una volta a settimana” scherzò questa andando ad abbracciare anche il giovane uomo.

“Come ti trovi cara al nuovo lavoro da segretaria?”

“Molto bene…solo il capo è molto esigente”

“Oh smettila, sono un po’ puntiglioso, ma non sono così male” si lamentò Marco.

“Bene, allora vi porto al tavolo” concluse la donna, conducendoli al tavolo doppio nell’angolo.

 

Certo, la vita era proprio strana, l’anno prima lei era lì, in piedi a servire quello che ora le sedeva di fronte, che era il suo capo, e addirittura il suo ragazzo!

“Chiara cos’hai?” le chiese Marco vedendola al di fuori della realtà.

“Oh niente, stavo solo pensando allo scorso capodanno” rispose lei con aria sognante.

Lui sorrise e le prese la mano “Ti prometto che questo sarà ancora meglio!”

Ritrasse le dita, e all’anulare sinistro della giovane donna spuntò un solitario tremendamente bello “Mi vuoi sposare?” finì Marco guardandola con aria seria, ma con quella sua nota da cucciolo che lei tanto adorava.

Rimase a bocca aperta, era sconvolta, confusa, ma mostruosamente felice

“Si!!!” urlò tra le lacrime di gioia, saltando addosso al futuro marito.

I due innamorati si unirono in un profondo ed intenso bacio carico d’amore e di passione, che quella notte li avrebbe accompagnati fino alla mattina seguente.

 

Si, decisamente il capodanno precedente aveva portato una stupenda sorpresa, ma quello in corso era sicuramente il più bello della sua vita!

   
 
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