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Autore: Mirai No    12/12/2009    6 recensioni
"Sbadigliò. Bulma, nonostante fosse presa dal racconto del figlio, se ne accorse, e le chiese se per caso voleva andare a letto.
Mirai scosse la testa, sentendo di colpo una fitta di paura. Non voleva allontanarsi da Trunks. Ora più che mai. Temeva, in modo del tutto irrazionale, che il ragazzo, se solo l’avesse lasciato per un attimo, avrebbe potuto scomparire in un’altra epoca, o semplicemente andarsene. "
La mia prima fan fiction, alla quale tengo davvero tanto.
E' stato inserito il 14° Capitolo
ATTENZIONE: Ho modificato un po' il secondo capitolo che presentava alcune incoerenze. Grazie moltissimo a Son Kla
Questa storia è "Riporta la pace... Rendile la voce" col titolo modificato.
Questa storia è scritta da me e da Pepesale
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14 – PROMESSA SILENZIOSA

Teneva gli occhi aperti, senza sapere perché.
Dopotutto, non aveva più bisogno di motivi. Non esistevano più i pensieri. Non contavano più niente.
La vista già sfocata le si stava annebbiando sempre più, mentre gli occhi bruciavano.
Sentiva l’opprimente desiderio di respirare, ma non si mosse nemmeno quando i polmoni si fecero arsi, rendendo insopportabile ogni secondo.
Iniziava ad avere freddo al viso.
Di colpo, senza che nessun suono la avvertisse (perché quale rumore poteva raggiungere le sue orecchie, ora?), si sentì afferrare per le spalle, con violenza, e trarre fuori dall’acqua.
Prima che potesse vietarlo al proprio corpo, inalò d’istinto un’enorme boccata d’aria. Sbatté le ciglia bagnate, disorientata, poi si ritrovò a guardare in faccia Trunks. Notò che il ragazzo sembrava a dir poco sconvolto.
«Mirai!» esclamò.
La ragazzina pensò che se solo lui le avesse lasciato andare le braccia avrebbe alzato le mani per tapparsi le orecchie, tanto era intensa e incrinata la sua voce mentre aveva esalato il suo nome.
Per un momento Trunks parve annaspare alla ricerca di parole, come messo a tacere dall’orrore, poi però si riprese subito. «Che stavi facendo?!» urlò, e il suo tono cambiò radicalmente.
Adesso sembrava veramente infuriato.
La scosse, facendole sbattere i denti.
«Sei impazzita, per caso?!»
Mirai non fece alcun gesto, scrutandolo tra lo stupito e l’affascinato, con gocce d’acqua che le scivolavano dai capelli lungo il collo, per andare a bagnare la maglietta.
Di scatto, come se si fosse scottato, Trunks la lasciò andare. La ragazzina tossì un paio di volte, portandosi accigliata le mani alla gola bruciante. Per un momento azzardò un’occhiata verso il giovane che le stava davanti, poi si voltò, assumendo un’espressione vaga e sfuggente. Come se non fosse successo nulla.
O forse, pensò il ragazzo, stravolto dall’orrore, pareva delusa. E ciò era anche peggio. Molto peggio.
La seguì con lo sguardo, sconvolto e con un lieve senso di nausea. Non riusciva a muoversi. Quando si riebbe mosse la mano e, deciso, con un gesto solo, capovolse la bacinella, rovesciandola. Gran parte dell’acqua che essa aveva contenuto gli inzuppò i pantaloni e i piedi, ma lui non vi badò.
Seguì il rigagnolo con sguardo vuoto.
“Stava...” pensò, debolmente, raccogliendo tutte le forze per formulare un pensiero coerente. “Se non fossi arrivato...” Non riusciva a terminare il pensiero, era troppo stravolto.
Mirai aveva... “Stava quasi per suicidarsi...” Fissò a fatica la ragazzina.
Lei aveva i capelli fradici e gli occhi lievemente arrossati, e un tremito la scuoteva. A parte quello, però, sembrava tranquilla.
“Mi sono illuso” pensò allora, frustrato. “Mi sono illuso di averle dato qualcosa. Ma non è così, a quanto pare”.
Sentì un nodo allo stomaco, una sconvolgente sensazione di vuoto e una percezione del proprio terrore che probabilmente era sbiadita solo dalla sorda incredulità che provava. Non riusciva ancora ad accettare quel che aveva visto, la sua mente sembrava ostinarsi a trovare un’altra risposta. Già, ma quale?
“Che faccio?” si chiese, con la gola secca e una fitta di panico.
Per un momento sentì ancora la rabbia, una rabbia minacciosa e impotente. Quasi l’avesse percepita, Mirai alzò gli occhi ad incrociare i suoi.
E per una volta, Trunks si ritrovò a guardare in iridi che non erano solo grigio e azzurro senza nulla dentro. Vi lesse uno sguardo disperato, impaurito. Batteva i denti più forte, ora, e sembrava sperduta come non mai.
Contro la propria volontà, perché forse avrebbe dovuto conservarne un po’, per far capire a Mirai che quello che aveva fatto era assolutamente sbagliato, senza via di scampo, Trunks sentì la rabbia svanire. L’inquietudine e l’angoscia non la seguirono.
Senza riflettere, improvvisamente si sentiva stanco, troppo stanco persino per pensare, Trunks attirò a sé Mirai e la abbracciò. Mirai si oppose stremata, inizialmente, ma poi si lasciò stringere. Lui premette la testa bagnata della ragazzina contro il proprio petto. Lo rincuorava, in qualche modo, forse perché gli faceva sentire che era viva. Era stato inetto nella propria incapacità di prevenire il gesto di Mirai, ma almeno era arrivato in tempo. Ringraziò tutte le divinità delle quali aveva sentito parlare, in libri e da profughi laceri, perché non era successo nulla di irreparabile.
Lei era lì, vicino a lui, tremante e spaventata, ma viva.
“Sono arrivato in tempo” pensò. E improvvisamente quella fu la cosa che valse più di tutte.
Avvertiva come non mai i piccoli movimenti della bambina, che pareva impacciata da quell’abbraccio.
«Mirai» sussurrò, non appena trovò il coraggio necessario per farlo. «Non farlo mai più, okay?» domandò, con voce tremante. Odiò quanto suonavano patetiche quelle parole. Le sollevò il mento per guardarla negli occhi. «Me lo prometti?» chiese, rendendosi conto che quell’ultima frase sembrava una ridicola supplica.
Temette, per un istante (forse il più lungo della sua vita), che lei avrebbe distolto lo sguardo, o che avrebbe fatto uno sconsolato cenno di diniego.
La ragazzina lo guardò in modo strano, serio. Il labbro inferiore le tremava. Fece cenno di sì.
E lui, per qualche motivo, le credette.
Sospirò, mentre una sfumatura di quello che forse era sollievo lo invadeva. Le permise di posare nuovamente la testa sul proprio petto.
La sua mente continuava a lavorare, disperata. Gli balenò in mente l’idea di insegnarle qualcosa, in modo da darle un motivo in più per mantenere fede a quella muta promessa.
Infondo gli allenamenti, il concentrarsi sulla propria aura, erano stati uno degli elementi che l’avevano aiutato a resistere, a sopravvivere, alla morte di Gohan.
Non che vedesse Mirai sotto i panni di una guerriera. La ragazzina era così esile, e poi lui non avrebbe mai accettato di spingerla a confrontarsi con i cyborg... Però gli esercizi riguardanti la forza spirituale avrebbero potuto interessarle.
Almeno, osava sperarlo.





Ciao a tutti.
Mi rendo conto che il periodo di assenza è andato oltre i limiti del ragionevole. Purtroppo ho avuto alcuni problemi in famiglia (ora tutto è risolto) che mi hanno un po’ bloccata. Un giusto ringraziamento va a Pepesale che mi ha tirato fuori dalla buca e ha saputo schiaffeggiarmi (anche se in senso figurato) quando mi autocompativo... E che ha lavorato davvero sodo alla revisione di questo capitolo.
E un grazie anche a tutte le vostre recensione, perché rileggendole mi è tornata la voglia di mettermi a scrivere.
Giusiemo291: Grazie mille per tutti gli apprezzamenti. In questo momento non sono con Pepesale, ma sono più che certa che anche lei è più che grata. Hai saputo proprio cogliere l’essenza della storia e mi hai dato una grandissima gioia, anche proponendo questa storia come racconto da inserire tra le Storie Scelte. A questo punto mi sento io in dovere di dirti grazie tante e tante volte... Spero di riuscire a riprendere un ritmo d’aggiornamento un po’ migliore. Grazie!
Carol2112: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto e, soprattutto, che sia stato in grado di comunicarti molte emozioni (dopotutto è questo che si tenta di fare scrivendo, no?^^). In quanto a Mirai... Si vedrà con il tempo.
Cri92: Tu hai fatto me una ragazza felice! Purtroppo sono rimasta indietro nel leggere la tua storia e ti sto ancora facendo aspettare le recensioni (spero di riuscire a fartene arrivare qualcuna, presto o tardi, magari ti avviso con un sms quando ci riuscirò). In questo capitolo ho messo grossomodo le sensazioni di Trunks – anche se saranno più approfondite più avanti – ma poi vedrai arrivare anche i pensieri di Mirai. Ciao, un bacione^^
FullmoonDarkangel: Qualcuno *coughcough* ha manie di grandezza. Non penso che si possano ancora trovare petali di rose rosse nel futuro alternativo di Trunks, ma non si sa mai xD Va bene. Io, la tua cugi, e la nostra creatività ti salutiamo^^ Ciao
  
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