The Way.

Sasuke sfrega la mano contro il labbro inferiore, i brandelli del kimono fungono da stoffa per pulirsi. Li sfrega contro la propria bocca, osservando la piccola chiazza dalla forma astrusa venutasi a creare sul tessuto.

Ecco cosa è rimasto della sua vendetta... La sua mania d'onnipotenza, la voglia di possedere tutto, di martoriare corpi su corpi uno dopo l'altro e osservarli cadere stremati al suolo. Loro sono i vinti, lui è il vincitore.

Hai le mani sporche, Sasuke.

Chiazze rossastre colano come sostanze oleose dalle sue mani; il sangue s'infila nei polpastrelli, danza sulle vene, poi barcolla, levita in aria e cade a terra come un nemico morente.

Hai la coscienza pulita, Sasuke?

Si guarda attorno, distinguendo un profilo familiare. Naruto, a terra, le labbra piegate in un sorriso amaro – trova sempre un motivo per sorridere, quel baka – e il corpo smembrato, sepolto sotto cumuli di macerie.

Si dimentica dove conduce la strada.

Una volta qualcuno gli disse quella frase, la mente adesso distingueva solo ricordi annebbiati di quel pallido dì, eppure quelle parole, a distanza d'anni, rimanevano insite nella propria memoria, e più andava avanti, più soccombeva alla volontà di Orochimaru... E più quella frase gli tornava sempre in mente, infida.

Si dimenticano anche i propri passi, le proprie orme sul terreno...

Sarai il solo e unico vincitore.

Unico ma pur sempre solo, Sasuke.

L'Uchiha solleva lo sguardo, lo sposta verso l'alto, disegna i profili macabri delle rovine di Konoha nella propria mente. Cammina, passo lento e cadenzato, la spada che striscia sul terreno, rumorosa, una riga di sangue si viene a creare sul suolo solido, il sapore della vittoria in tasca e quello più amaro della sconfitta sulla punta della lingua.

Hai scelto la tua strada, e non ti puoi più voltare indietro.

Sì, perché quando si sceglie una via da perseguire, non si può ritornare sui propri passi – non lo trovate egoistico?

I miei complimenti Sasuke, hai scelto il tuo cammino.

Passi trascinati, agognati. Le macerie ormai lontane, il corpo che barcolla, i sensi che si fanno meno acuti, le palpebre che desiderano sopire, almeno per un po' – e forse vorrebbero tornare ai giorni passati. È tardi, ne è conscio.

Complimenti, davvero.

Non vedi più la tua strada, non distingui più nulla...

Ed è solo sangue, solo morte, solo buio.

Dov'è? Dov'è la tua strada?

Si getta al suolo, non riaprirà più gli occhi: lo sa.

Spera che almeno all'Inferno si veda una strada.

Hai perso la bussola, Sasuke?

Fine.

Classificatasi seconda a parimerito, più premio “in time” ^^

Che dire... Sasuke è un personaggio che amo studiare, in quanto richiede un'introspezione particolare, non si finisce mai di conoscerlo in un certo senso. In questo contest dovevamo scegliere una frase del filosofo per l'appunto, Eraclito, io ho scelto “Si dimentica dove conduce la strada”; è stata come un flash la fic, mi è venuto subito in mente Sasuke.

Spero che a voi sia piaciuta almeno un po'.

E che dire... sono un'eterna seconda XD

Grazie a tutti i lettori ^^

Kiki.