Titolo: Smiles
Personaggi/Pairings: Inghilterra (Arthur Kirkland), America (Alfred F. Jones), Giappone (Kiku Honda)
Rating: Verde
Avvertimenti: Comico, flashfic
Note: Scritta in parte in un certo linguaggio, ma giustificato dalla trama.
La sottoscritta non approva il suddetto certo linguaggio, tanto da evidenziare tale parole in corsivo per sottolineare il fatto di aver scritto così apposta.
Nonostante ciò che ho scritto sopra la mia non è una fiction-critica per chi usa questo linguaggio.


Smiles



- Ah, America. -
- Ehi, Iggy, km va? -
- Eh? -
- Km va? - ripetè l'altro disegnando poi su un foglio una faccina sorridente.

L'inglese lo fissò stranito.

- Cosa diavolo significa? Si può sapere cosa stai combinando? - chiese con tono di ripresa il più grande dei due.

Alfred ride.

- Nn mi stupisce che tu nn lo sappia, Iggy. Qst è il linguaggio dei giovani. Il loro modo di esprimersi. - disegnò una faccina con gli occhi chiusi che sembrava l'espressione di chi la sapeva lunga.

Inghilterra lo fissò ancora, senza capire e America sospirò.

- Come sei antico... ascolta ormai va di moda abbreviare e usare gli smiles, capito? -
- E chi diavolo te l'avrebbe detto? -
- Giappone. - rispose mostrando subito dopo l' espressione sorridente.


L'inglese stentò a crederci.
- E Giappone ti avrebbe detto di parlare in quel modo strano e di disegnare faccine su dei fogli? -
- Bhè, no, mi ha detto solo che era di moda così ho deciso di farlo anche io. Però non sapevo come usare gli smiles così ho pensato al foglio. - spiegò tranquillo.

Inghilterra continuò a fissare America senza sapere cosa dire e l'americano si sentì il dovere di sottolineare la cosa scrivendo tre puntini su un foglio.


Poco dopo, avviandosi alla sala delel conferenze, si imbattè proprio nel 'responsabile' di tutto questo.

- Oh, Giappone. -
- Buongiorno. Inghilterra-san. - salutò cordiale l'asiatico.
- Scusa la domanda strana, Giappone, ma che hai detto ad America riguardo ad abbreviazioni e simili? -

Kiku sembrò pensarci un momento - Oh, sì. Semplicemente che tra i giovani va di moda abbreviare le parole e mettere delle faccine negli sms. - spiegò.

Arthur sospirò - E come è passato, quell'idiota, dai messaggi sul cellulare al parlare in modo incomprensibile e a disegnare le faccine su un foglio? - sapeva che quella domanda sarebbe rimasta senza risposta.

- N-non saprei. - rispose infatti stupito Giappone - Ha davvero fatto queste cose? -
- Il solito idiota... è senza speranza. - sospirò rassegnato il biondo.

- Mi scuso per il malinteso, vado subito a spiegarglielo se vuoi. - cominciò a incamminarsi ma l'altro lo fermò, ghignando subito dopo.

- No, lascia. Domani c'è la rinunione, voglio proprio vedere la figuraccia che farà davanti a tutti. -
- Eh? Ma... sei davvero sicuro che vada bene così? -
- Tranquillo, tranquillo. - ride l'altro - questo è quello che si merita per la sua stupidità. -

Ma il giorno dopo sia lui che lo stesso Giappone rimasero a bocca aperta nel vedere buona parte delle nazioni a parte pochi sani di mente, alla sala delle conferenze, parlare abbreviando e muniti di fogli.

I due non seppero cosa dire e tutti lo sottolinearono scrivendo tre puntini sui loro fogli.