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Autore: Milady    05/10/2003    21 recensioni
Per poter accrescere il suo valore agli occhi del Signore Oscuro, Lucius Malfoy escogita un piano, che prevede un'incarico molto delicato per suo figlio Draco. Il giovane Malfoy, abituato ad avere tutto pensa di poter eseguire molto facilmente quanto affidalogli dal padre. Ma il destino... è in agguato!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ali di Fata.

Racconto a puntate

di Mil@dy

 

 

 

 

PROLOGO.

 

 

La campagna Scozzese nella quiete del crepuscolo che precede il tramonto è qualcosa di bellissimo e struggente al tempo stesso...

 

Qualcosa che ti toglie il respiro e ti dona la voglia di vivere, ugualmente.

 

Qualcosa di irripetibile e introvabile, in qualunque altro posto del mondo intero...

 

E mentre assisto a questo spettacolo semplice nella sua bellezza eterea e sfuggente, sento che anche il tempo sfugge inesorabile.

 

Sfugge ed io assisto, immoto e inquieto... quasi osservassi la mia vita, con gli occhi di un'altro.

 

Una figura tragica e solitaria,  che vede scorrere il fiume dell'esistenza, senza poterne deviare il corso o... contenerne la portata...

 

 

 

CAPITOLO 1.

***Il piano di Malfoy ****

 

 

A quel tempo, non avevo dubbi di sorta, o incertezze su come avrei condotto la mia vita.  Ero sicuro che qualcuno avesse già segnato la strada per me.

Ero sprezzante, superbo, arrogante, mi ritenevo al di sopra, delle comuni regole che soggiogavano tutti gli altri…   

Perché io ero migliore.

Ma la sera che precedeva il ritorno ad Hogwarts, mi metteva sempre addosso, una strana inquietudine.

Non sapevo mai come si sarebbe comportato mio padre... Quali consigli o presunte informazioni mi avrebbe dato.

Quali istruzioni mi avrebbe impartito.

Ovviamente, non sarebbe mai stato un saluto del tipo: "figlio, ti sarò vicino, studia e fatti valere."  Con pacca conclusiva sulle spalle.

No!

Niente del genere.

Mio padre detestava le smancerie, le inutili dimostrazioni d'affetto, come le definiva lui.

Forse chissà, se avesse saputo veramente cosa ne pensavo io a riguardo, avrebbe finito per detestare anche me...

"Gli uomini veri, non hanno bisogno di certe "debolezze " figlio mio. Guarda me ed impara!" - Continuava incessantemente a ripetermi.

Ed io eseguivo. Come un freddo automa.

Ma ne ero felice, ugualmente.

Del resto, eseguivo le sue “imposizioni” fin da quando avevo iniziato a parlare e camminare.

Il figlio di Lucius Malfoy, non poteva essere uno studente qualunque, un mago qualunque, un uomo… qualunque.

Era un fardello pesante da sostenere, ed io, forse, ero ancora troppo inesperto per farlo bene, ma dovevo, comunque, provarci!

Io dovevo essere sempre un gradino sopra agli altri. Sempre distinto e irraggiungibile.

Spietato e letale.

Io, semplicemente ero l'erede di casa Malfoy...

L'unico discendente di una stirpe di maghi aristocratici,   orgogliosi, influenti...  dai poteri occulti ed oscuri,  fortemente  radicati nella  notte dei tempi.

A volte mi sentivo un po' schiacciato dal peso di questa fama,  ma su un punto non avevo  dubbi di sorta, ne tentennamenti:

Volevo compiacere mio padre, sopra ogni cosa;   assecondare i suoi ideali, apparire come un vincente ai suoi occhi, e tutto ciò solo per essere…  gratificato almeno una volta da lui.

In realtà finivo per sentirmi un po' più confuso:  un avventato e sprezzante  ragazzino di  sedici anni,   insidiato da  due forze arcane e contrarie - il Bene ed il Male -  che si dibattevano all'infinito nel suo inconscio più segreto.

 

Con un sospiro guardai l'orologio.

Mi padre tardava quella sera, e la mia ansia cresceva, i pensieri si arrovellavano.

Visto il tempo che stavo perdendo,  avrei potuto andare a salutare mia madre... ma non era il caso.

Se lui fosse arrivato e non mi avesse trovato nel suo ufficio...

"Prima di tutto gli affari, seri. Quelli fra noi uomini, ragazzo!"  Altra cosa che aveva l'abitudine di tuonare.  " Le donne vengono dopo. Sono questioni... secondarie.

Io non ero del tutto d'accordo, ma non sapevo far valere la mia opinione.

Non riuscivo a sfidarlo. Non riuscivo a contraddirlo mai!

Io ero...ero...

La porta si spalancò con rabbia, e come sempre mio padre fece ingresso nella sala, come un turbine estivo che distrugga le campagne.

- Molto bene, ragazzo. Siedi! Ho poco tempo stasera da dedicarti...ma una cosa importantissima da dirti. Quindi sta' bene attento, non la ripeterò!

- Sì, certo, signore...

Sedetti nella comoda poltrona dinanzi alla sterminata scrivania di teak pregiatissimo e l'osservai. Indubbiamente incuteva soggezione, a chiunque  lo  guardasse...  ad un Alto Membro del Ministero come ad un semplice impiegato al suo servizio;  ad un domestico, come a suo figlio…

Il volto non poteva dirsi bello, ma aveva un fascino mascolino, irresistibile ed accattivante. I capelli erano del colore della neve splendente prima ancora che tocchi  terra,   e cadevano folti e vaporosi sulle spalle ampie e muscolose.

Aveva ancora un fisico invidiabile, ed un energia  illimitata... e quegli occhi, quegli occhi da felino, quasi bianchi,  che ti osservavano scavandoti l'anima.

Erano loro... la sua arma segreta. Quello sguardo puro e adamantino a cui non sapevo oppormi... che mi perseguitava, a volte anche di notte,  nei miei  sogni  più  tormentati.

- Figliolo, il giorno del giudizio per i babbani e babbanofili e finalmente arrivato!

- Davvero padre? - Azzardai cercando di sollecitare la sua infinita voglia di "protagonismo".

- Ho ricevuto alcuni messaggi confortanti da... ehm, persone fidate. Non mi dilungherò molto su questo  particolare, ma ora ascolta bene...  Sembra che il nostro Oscuro Signore stia per ritornare dal suo lungo e forzato esilio... Ed è ansioso di ricostruire tutta la potente rete di uomini d'onore... malvagi ed affidabili,  che a suo tempo gli permisero di arrivare ad un passo dal dominio del mondo, e degli  sciocchi babbani.

Con un cenno del capo lo incitai  a continuare,  lui sembrava  pervaso da un fuoco sacro, inestinguibile.

- Del resto circola anche la voce che... non sia del tutto contento dei suoi vecchi e  fidati mangiamorte. Farà molti “cambiamenti” e di sicuro, punirà  coloro che hanno tradito...

Io voglio prevenire tutto questo perché chi si presenterà a lui con doni speciali o novità gradite,  avrà riconoscenza e poteri eterni.

- E... con ciò padre?

La sua mano si abbatté come una scure, sul tavolo ligneo facendomi sobbalzare sulla poltrona. - Non ci arrivi, da solo, sciocco?

- Beh, ecco... io...

- Offrirò al Signore un dono, un'idea di mia iniziativa,  e lui non potrà mai più dubitare di me. Della mia devozione, del mio illimitato appoggio. Sanciremo una nuova più rafforzata alleanza, tanto che non si potrà più dire  che i Malfoy sono dei traditori del vero potere,  dei volgari opportunisti...

- Certo padre! .- Rincarai la dose con  tutta l'enfasi di cui potevo disporre.

Lui si bloccò, fissandomi intensamente con quelle iridi incredibili che mi scavavano dentro, e senza staccare gli occhi dai miei, s'appoggiò   lentamente all'alto schienale della poltrona.  Le dita incrociate all'altezza  del mento, sottili, eleganti, si muovevano in modo nervoso ed ipnotico.  - E la chiave di tutto questo sei proprio tu, figlio mio! Pensa in un sol colpo faremo vedere quanto vali tu, e quanto conto io, Lucius Malfoy...  tuo padre!

L'ansia ormai minacciava di soffocarmi, strangolandomi la gola con le sue spire possenti e subdole.

- Cosa hai in mente, padre?

- Un compito speciale. Molto speciale, caro figliolo. Il dono più prezioso che Lord Voldermort si può aspettare da noi...

"Ma dove diavolo vuole andare a parare?!" Mi chiedevo sempre più perplesso. Per fortuna lui interpretò il mio silenzio come attenzione estrema, e continuò imperterrito.

- Gli porteremo un nuovo adepto. Un servo nuovo. E lo sceglieremo proprio fra quelli che sembrano più restii. Quelli più inclini ed affezionati ai babbani! Diventerà la nostra spia più fidata, la nostra punta di diamante. Prepareremo la strada per il ritorno del Signore Oscuro… in maniera sensazionale! …Non ti viene in mente  nessuno, Draco?

Domandò con la sua voce suadente, mentre una luce brillava ammiccando, negli occhi diabolici.  

Un sorriso m'increspò le labbra.  Mi chiedevo dove riuscissi a trovare  il coraggio  di sfoggiare quell'aria strafottente e sicura... per defilarmi da quell'ingarbugliata situazione.

Non mi veniva in mente nessun nome. E di sicuro, tutto quello che avrei potuto dire, non gli sarebbe andato bene.

Poi un'idea mi sfiorò improvvisamente. - Beh, padre, c'è una sola famiglia che si ostina a trattare con i babbani, forse più degli altri. E più degli altri mi sta... indigesta!

Lui sorrise, ed io decisi di spingermi oltre, fino al limite, fino a calcare un terreno insidioso. Ma dovevo tentare. - I Weasley! Così ordinari e numerosi... babbanofili... e indubbiamente pezzenti!

Il sorriso perfido s'allargò sulle labbra di mio padre, riempiendomi d'orgoglio. Sì, c'ero riuscito. Una volta tanto avevo fatto qualcosa che poteva avere la sua approvazione!

- Sei perspicace, quando vuoi, figliolo!  Proprio gli straccioni a cui avevo pensato anch'io. E chi ti sembra più vulnerabile, fra loro?

Cercai di assumere l'aria più sicura possibile, al limite quasi dell'insolenza.

- Io proverei con Ronald... è stupido al punto giusto!

Per tutta risposta, il viso di mio padre si contrasse in una smorfia di rabbia. Di nuovo batté irosamente la mano sulla scrivania. Lo fissai sgomento,  immaginando che prima o poi la mano si sarebbe abbassata sulla mia faccia...

- Sei più sciocco di quanto credessi, se pensi possibile una cosa simile!  Il ragazzino sarà sì,  un allocco, ma non tanto  da farsi avvicinare da te, senza sospettare qualcosa... Ragiona!

- Ehm... certo, padre.

Fissando lo sguardo al di là della mia testa, riprese a parlare, quasi stesse discutendo con se stesso, più che con me...

- Io,  invece,  pensavo a quell'insignificante ragazzetta.  Già una volta eravamo quasi riusciti a condurla sulla retta via,  ricordi?

Annuii lentamente, sforzandomi di apparire sicuro e sprezzante.  - Ginny Weasley? - Pronunciai con aria schifata, quasi che sfiorando le mie labbra, quel nome avesse potuto contaminarle. - Certo, padre. Ricordo soprattutto il tuo espediente per farle arrivare nelle mani, il  diario segreto di Tom Riddle...  Era stata un'idea geniale!

- Già... e quell'anno saremmo anche riusciti a  raggiungere il  nostro obiettivo,  se quell'insulso, insignificante ragazzetto... Potter, non si fosse messo di mezzo!

Con un gesto nervoso e improvviso, s'alzò dalla sedia, girando intorno all'imponente scrivania. Anch'io a quel punto scattai in piedi, porgendo la mano per salutarlo... Ma, visto che non mi aveva ancora detto nient'altro del piano, azzardai una domanda.

- Bene, ma come faremo a condizionare la piccola stracciona? Non penso proprio, padre, che mi farai operare su di lei una maledizione Imperio…

Di nuovo quello sguardo iroso mi travolse inaspettato. – Non essere sciocco, Draco, certo che no! Per il momento, avvicinala, conquistati in qualche modo la sua fiducia!  Per un ragazzo come te, non dovrebbe essere difficile sedurre una stupidina, e fargli fare ciò che vuole... o devo insegnarti anche "quello", figliolo?

C'era una pungente ironia nel suo tono di voce, che in qualche modo ferì il mio orgoglio.

Mi padre era forse deluso della mia condotta in fatto di "vita sentimentale?"  D’altronde se non avevo legato con nessun'altra ragazza ad Hogwarts, era solo perché lui mi aveva appiccicato dietro una piattola asfissiante come... Pansy Parkinson!

Ritrovai in fretta la mia baldanza, senza far trasparire nulla da ciò che mi passava per la mente.

- Nessun problema,  padre! Sarà un  giochetto da ragazzi...

- Molto bene. Controlla la mente... e dominerai il corpo.  Usa le persone,  senza che esse se ne accorgano,  e avrai in mano il  segreto del vero potere!

I suoi occhi erano più cupi in quell'istante, mentre mi regalava quelle "perle di saggezza" che nessuna scuola o famiglia al mondo mi avrebbe potuto insegnare... se non la mia.

- Ti farò sapere a tempo debito tutto quanto mi necessita, affinché si  possa preparare la pozione... per l'incantesimo di  Possesso Occulto.

- Sarò pronto ad ogni evenienza,  padre.

- Me lo auguro! Questa volta non dobbiamo fallire, Draco!  Mi sono spiegato?

Il suo volto era duro, quasi fosse stato scolpito nella pietra. Sapevo bene che se qualcosa, qualsiasi cosa,  fosse andata storta,  la  colpa sarebbe stata interamente mia.

Ma io ero pronto e volevo agire! 

Volevo dimostrare tutta la mia padronanza delle arti del male.

Volevo fargli vedere quanto valevo, e fin dove mi sarei spinto pur di avere la sua approvazione.

Senza esitare strinsi la sua mano. Era gelida, e trasmetteva una fredda energia. Un'energia che poteva distruggere, colpire... ferire. Una forza dominante, in maniera assoluta.

- Va a dormire, adesso! Domani alle 7 in punto partirai con Robbie per la stazione di King's Cross. Avrai  presto mie notizie. - Esclamò, voltandosi e  dirigendosi poi con passo marziale verso la porta della stanza. Il mantello danzava, sventolando sulle sue spalle perfette, mentre s'allontanava da me.

Avrei voluto chiedergli perché non mi accompagnava lui... Perché dovevo girare con un elfo pedante e timoroso,  ma ebbi solo il coraggio di salutarlo con voce tanto flebile che lui, sicuramente non sentì.

 

                                                                        ***

 

La porta della stanza da letto di mia madre era già chiusa. Non sarei riuscito a salutarla. E chissà quando ci saremmo rivisti... Probabilmente per le vacanze natalizie, loro sarebbero stati all'estero, invitati da qualche primo ministro della Magia di qualche Stato esotico e lontano.

Io sarei rimasto per il terzo anno consecutivo a passare le vacanze ad Hogwarts... che bella prospettiva!

Sdraiato sul morbido letto, già completamente vestito per l'indomani,  rimuginavo su quanto mi aveva appena detto mio padre.

Mi aveva dato un incarico all'apparenza facile...ma non dovevo prenderlo alla leggera.

Conquistare la fiducia di quella ragazzetta insignificante e alquanto bruttina, non sarebbe  stata, in ogni caso,  una passeggiata!

All’improvviso, l'enormità di quanto stavo per affrontare mi piovve addosso, come  il muro di una diga che ceda sotto l'enorme quantitativo d'acqua.

Sarei stato all'altezza di quanto pretendeva mio padre?

Ma certo… Io ero Draco.

Ero Draco Malfoy.

Tutto a me era permesso, tutto mi era concesso.

 

***

                                                                   

   
 
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