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Autore: Kalix_89    17/12/2009    4 recensioni
Era la cosa piu classica del mondo: il servo che si innamorava del suo padrone, ma allora perche ci era cascato??Come aveva pouto essere cosi stupido?? Gau maledisse se stesso per cio che provava per il samurai dai capelli rosa davanti a lui.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

"Buongiorno, signor Raiko. La colazione è pronta, si sieda."
Era mattino presto, il sole era spuntato da poco più di un'ora, eppure quando Raiko era sceso in cucina, Gau era già in piedi, intento negli ultimi preparativi della colazione. Sembrava molto stanco: aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi, ma nonostante questo, gli stava comunque rivolgendo il più luminoso dei sorrisi. Per un attimo, Raiko si chiese come faceva. Come facesse a fingere quell'allegria nonostante non avesse chiuso occhio per buona parte della notte. Raiko lo sapeva per certo: erano diverse sere che lo sentiva piangere nel suo letto, e lo stesso era accaduto quella notte. Lo aveva sentito piangere fino alle 4 del mattino, singhiozzi convulsi inutilmente cercati di soffocare, ma che lui aveva udito chiaramente, interrotti di tanto in tanto da qualcosa che Raiko non era riuscito a distinguere bene. Ansimi, forse. Mancava meno di un ora all' alba quando aveva sentito quei singhiozzi cessare, e senza far rumore era andato in punta di piedi in camera sua. Quando era entrato, aveva trovato Gau nudo nel suo letto,con le lenzuola aggrovigliate attorno alle gambe e i capelli bagnati di sudore incollati alla fronte e alle guance, ancora incrostate di lacrime. Mentre lo osservava, qualcosa tra le mani di Gau aveva attirato la sua attenzione: delicatamete, si era chinato su di lui sfilandogli via dalle dita una fotografia. Il cuore nel suo petto aveva sussultato quando aveva riconosciuto quella foto: c'era lui, sorridente e abbracciato a Gau. Era stata scattata qualche mese prima, poco dopo essersi conosciuti, durante una breve vacanza di un paio di giorni che i due si erano concessi. Solo allora, Raiko aveva capito. Capito cos'erano quei gemiti sommessi che aveva sentito provenire dalla sua stanza. Capito cos'erano quei singhiozzi disperati. In fretta, aveva rimesso la foto tra le sue mani, ed era tornato in camera con il cuore che gli batteva furiosamente e una gran confusione in testa. Non era mai riuscito ad ammetterlo neppure a se stesso, ma all'inizio, quando gli aveva salvato la vita in quel giorno di neve, e l'aveva riportato a casa, dato da mangiare e riscaldato come si farebbe con un cucciolo infreddolito, Raiko sapeva che quel ragazzo gli sarebbe stato riconoscente per tutta la vita, ed era esattamete quello di cui aveva bisogno in quel momento. Qualcuno che lo adorasse, che lo considerasse la persona piu speciale al mondo e fosse disposto a fare qualsiasi cosa per lui. Aveva visto giusto: da quel giorno, Gau era stato al suo completo servizio, e obbediva prontamente a qulaunque ordine lui gli impartisse. All'inizio, la cosa lo divertiva:era divertente vedere quanto impegno mettesse anche nella piu piccola cosa che faceva per lui, nonostante la sua imbranataggine che lo portava, molto spesso, a combinare piu disastri che cose utili. Ma solo qualche tempo dopo, si era accorto che quel ragazzino maldestro era l'unico, che dopo anni, riusciva a farlo sorridere. Così tanto, che talvolta gli sembrava di tornare un ragazzo spensierato e senza alcun problema al mondo. E non solo. Si era anche accorto che Gau era il primo, unico vero amico che avesse mai avuto in vita sua.
"La persona piu importante che ho" aveva pensato.
Sconvolto dal suo stesso pensiero, si era tormentato ne letto senza più riuscire a prendere sonno fino al suono della sveglia. E ora, Gau era di fronte a lui, e non sapeva come comportarsi, cosa fare...di una sola cosa era certo: non sarebbe riuscito a continuare a far finta di niente tanto a lungo.
"Allora signore, non si siede?" La voce allegra di Gau lo distrasse dai suoi pensieri.
"S-si scusa"balbettò.
Si sedette, mentre Gau gli gli versava del the nella tazza.
"Ha dormito bene signore?" gli domandò poi, mettendo dentro due cucchiaini di zucchero.
"Si grazie" rispose Raiko e tu?" aggiunse, aspettandosi una reazione da parte del ragazzo. Ma questa reazione non arrivò. Senza scompossi, Gau si sedette al suo posto per bere anche lui il suo the e annuì.
"Benissimo" rispose sorridendo.
D'un tratto, Raiko perse la pazienza.
"Perche mi stai mentendo Gau??" Battè un pugno sul tavolo, rovesciando sul tavolo la tazza di the e facendo sobbalzare il ragazzo di fronte a lui.
"Signore, cosa sta dicendo..?"azzardò lui, ma Raiko lo interruppe subito.
"Sai benissimo di cosa sto parlando! Ti ho sentito piangere tutte queste ultime notti...e stamattina poco prima dell alba sono venuto nella tua stanza..e ho visto la foto"
Il volto solitamente allegro di Gau si contrasse in un espressione di paura. Avvertì ogni muscolo del suo corpo tremare e chiuse gli occhi sentendo la vergogna impadronirsi di lui.
"Posso spiegarle tutto" sussurrò.
Una parte di lui, avrebbe voluto raccontargli tutta la verità: avrebbe voluto dirgli di come si fosse innamorato di lui sin dal primo momento in cui l'aveva visto, in quel giorno d'inverno in cui gli aveva porto la mano in mezzo a quella strada, quando non aveva piu niente da perdere e nessun posto dove andare. Raiko l'aveva raccolto come fosse un gattino abbandonato e si era preso cura di lui, l'aveva accolto nella sua casa e offerto una nuova vita con i Kairoshu... Ma l'altra parte di lui, sapeva che non poteva dirgli tutto questo. Era certo che per lui non fosse altro che un servo, un misero aiutante che gli lucidava la katana, gli preparava da magiare e sistemava le varie scartoffie...era la cosa piu classica del mondo: il servo che si innamorava del suo padrone, ma allora perche ci era cascato??come aveva pouto essere cosi stupido?? Gau maledisse se stesso per cio che provava per il samurai sai capelli rosa davanti a lui.
Poi, riapri gli occhi e lentamente inizio la sua versione dei fatti.
"Ultimamente..mi manca molto mia madre.." farfugliò " ieri sera mi sentivo particolarmente solo e..ho preso quella foto per farmi compagnia. Tutto qui" concluse, sperando che Raiko l'avrebbe bevuta.
Raiko sospirò. Cercò di contenere la rabbia che sentì montare dentro: lo considerava davvero il suo migliore amico, a lui aveva raccontato tutto, anche il piu grande segreto che si fosse mai portato dentro, allora perche Gau non era altrettanto sincero con lui?
Strinse forte i pugni e si alzò da tavola.
"Io vado dal capo, sarò di ritorno per l'ora di pranzo. Pulisci tutto" ordinò secco, indicando il tavolo e il pavimento ancora bagnati dal the che si era rovesciato. Poi gli voltò le spallle e uscì dalla cucina.
Gau sospirò. Inizio a pulire il pavimento, sollevato da aver avuto il buon senso di non dirgli la verità.
La sua ultima frase non era stata che un ulteriore dimostrazione: per Raiko, lui era solo un povero servo.

   
 
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