Una
cometa di cartone
Danzo
nuotandoti nell'aria intorno
in nebbia ritorno e mi trasformo
Vago. Tu
chiamami “cometa”
dolce, fattissimo poeta
(Marlene
Kuntz)
Era
Natale. Fottuto mondo cane, lui odiava quella festa.
Probabilmente,
mentre stava seduto su una panchina a poetare sul freddo inverno, dentro le case
le famiglie ridevano allegre, tutte unite tra loro. Lui, invece, era
lontano.
Fu
nell’istante in cui imprecava contro Babbo Natale che, fulminea, passò lei:
teneva in mano una cometa di cartone, malfatta, di un colore spento; eppure era
felicissima. Brillava nel suo sorriso, rivolto a nessuno.
Lui
ne acchiappò l’espressione, tramutandola in parole. Poi, raggomitolatosi sulla
panchina, incominciò a sonnecchiare, sognando che, un giorno, avrebbe avuto una
bella casa – e sarebbe stato uno della famiglia e l’albero sarebbe stato
sormontato da una cometa, una cometa di cartone giallo.
*
Un
barbone poeta, una donna e una cometa. Okay, posso gettarmi in mare, alleluia,
questo è il mio regalo di Natale, punto e basta xD. Fottuto mondo cane!
**
La
drabble partecipa all’iniziativa Christmas Countdown del CoS.
Auguri.