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Autore: Elos    17/12/2009    14 recensioni
[...] E' in effetti a letto: è confortante. Non è da solo nel letto, il che è meno confortante. Non si ricorda come, quando e con chi ci è arrivato, nel letto in questione, il che non è per nulla confortante. Ha passato tre anni a Oto con Orochimaru e Kabuto - Kabuto, bleah - e ci sono poche cose che possono inquietarlo, adesso, ma questa ci riesce.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Tre in uno'
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Postumi


La prima cosa di cui Sasuke si rende conto, senza nemmeno dover aprire gli occhi, è di avere un peso morto sullo stomaco.
La seconda cosa che realizza è che non si ricorda il momento preciso in cui si è infilato a letto. Perché deve essere a letto, ha un cuscino dietro la testa, qualcosa che sembra una coperta addosso e sta morendo di caldo. Detesta il caldo. Detesta anche il freddo - be', detesta anche il tiepido, se è per questo, il fresco, l'umido, l'asciutto - ma il caldo di più.
La terza cosa è che la testa gli sta scoppiando. C'è quel deficiente dell'amico del Nara, il ciccione, che gli saltella nel cranio e ad ogni balzo gli punta i piedi contro il cervello. Quella scheggia di Sasuke che è ancora quasi lucida è consapevole che Choji non c'entra niente e che è tutto dovuto all'alcool che lui, l'idiota e la psicopatica si sono scolati la notte prima, ma dare la colpa a Choji è comunque più facile, è un sollievo, e non vede perché fare la fatica di essere ragionevole.
Mugugna intensamente scocciato e comincia ad agitarsi.
Qualcosa come una specie di morsa di ferro gli si serra attorno allo stomaco, spezzandogli il fiato, e un'altra stretta appena più leggera - un gradino sotto l'immediata frantumazione dell'osso - gli afferra il braccio destro.
Sasuke spalanca gli occhi e si trova a fissare il soffitto buio della propria stanza. Dev'essere notte fonda. E' in effetti a letto: è confortante. Non è da solo nel letto, il che è meno confortante. Non si ricorda come, quando e con chi ci è arrivato, nel letto in questione, il che non è per nulla confortante. Ha passato tre anni a Oto con Orochimaru e Kabuto - Kabuto, bleah - e ci sono poche cose che possono inquietarlo, adesso, ma questa ci riesce.
Sii ragionevole. Si dice. Non c'è niente che può spaventarti. Peggio di come è andata finora non può andare. Per cui adesso abbassi la testa e guardi cosa - chi - hai sullo stomaco.
Socchiude di nuovo gli occhi e piega un pochino il collo. Poi un altro po'. Ancora un po'...
Anche nel buio la testa è disastrosamente rosa. Rosa pesca. Rosa maglietta da adolescente e rosa succo di frutta alla fragola. Impossibilmente rosa. Sakura dorme con la bocca socchiusa e sibila, nel sonno, serrandogli la pancia con un braccio: quando l'ha sentito muoversi ha stretto inconsciamente la presa, che adesso gli fa dannatamente male. Non sembrerebbe a vederla, ma quella cosina tutta curve sottili e gambe lunghe ha due braccia che spezzerebbero il cemento.
Sakura gli respira sulla pancia nuda, ed è una cosa che gli fa drizzare i capelli in testa e i peli sulle gambe, quella, come un brivido discontinuo che arriva oltre l'emicrania da sbornia e il torpore da sonno.
Sakura che non è del tutto vestita. Nel suo letto.
Poteva andare peggio, decide Sasuke dopo un attimo d'incertezza. Sakura. Insomma, poteva andare molto peggio. Adesso, non vorrebbe pensare una sciocchezza, così, e se la pensa è solo ed esclusivamente a causa della sbornia, però dev'essere una specie di - com'è che si chiama? - euforia, quella che gli monta nello stomaco.
Sakura. Si sente in colpa, tutto ad un tratto, e notevolmente crucciato, come se l'avessero defraudato di qualcosa, perché non è possibile che non si ricordi com'è stato essere lui e Sakura, che dopotutto sarebbe stata anche la prima volta e lui non poteva essere così ubriaco da non ricordarsene!
Lei gli si aggrappa quasi addosso, come volesse trattenerlo. E' una cosa che lei e Naruto fanno spesso ultimamente: la fanno da quando Sasuke è tornato, più o meno malvolentieri, a Konoha. E' un po' come se volessero ancorarlo. Stanno lì e, come niente fosse, si prendono un pezzo di lui, in genere un braccio o una spalla, e lo trattengono. A Sasuke dava fastidio al principio - quando aveva ricominciato ad interessarsi a qualcosa, ecco, ché prima non gliene era potuto importare di meno così come non gliene era importato niente di parlare, mangiare, bere, dormire, respirare... - ma adesso non più così tanto.
Sasuke disapprova il contatto fisico non immediatamente finalizzato a uno scontro, però Sakura e Naruto sono, non sa come spiegarlo, ma in un certo senso autorizzati. Nella sua testa hanno una specie di lasciapassare che giustifica parecchio di quel che gli fanno. Ovviamente, ucciderebbe rapidamente e dolorosamente il primo dei due che osasse affermare ad alta voce qualcosa di simile.
Allunga una mano con infinita cautela, quasi si trattasse di andarla a cacciare in un nido di serpi - il pensiero del nido e delle serpi lo riporta a Orochimaru e gli viene da mugugnare, di nuovo - e la appoggia con estrema delicatezza tra quei capelli rosa. Sono sottili. Sono morbidi, sono delicati. Sono piacevoli. Sembrano petali. Sono più lunghi di come li portava quand'era partito per Oto, ma più corti di come li aveva quand'erano entrati insieme nella squadra di Kakashi.
La stretta di Sakura minaccia seriamente di soffocarlo e deve fare qualcosa alla svelta per salvarsi, ma toglierle la mano dai capelli al momento gli sembra una specie di sacrilegio; così fa per alzare l'altro braccio.
E la persona che ci si è attaccata, a quel braccio, protesta brontolando nel sonno e si aggrappa con un po' d'energia in più, buttandogli nel sonno una mano oltre il torace e inchiodandolo lì dov'è in un miscuglio di panico e orrore.
C'è una testa bionda sulla sua spalla adesso e - oh, Dei, fate che non sia Ino - le spalle non sono decisamente quelle di Ino - non è possibile è un incubo non posso aver davvero - e Naruto si sistema più comodamente addosso a lui, mezzo schiacciato da una delle gambe di Sakura che si appoggia alle sue, e riprende pacificamente a russare piano.
Sasuke si chiede se nel covo di Orochimaru abbiano conservato una stanza per lui perché, sicuro quanto la morte, domattina se ne torna a Oto.


- Sakura... - Azzarda Naruto, prudentemente. - ... non ti è sembrato strano Sasuke, stamattina? -
- Più strano del solito, intendi? -
Cinque anni prima Sasuke avrebbe potuto andare in giro per le strade di Konoha balzellando nudo con un sottoteiera lavorato all'uncinetto al posto del coprifronte e Sakura avrebbe detto semplicemente che era adorabile e che sicuramente sapeva cosa stava facendo. Cinque anni di dolore, fughe, abbandoni, altro dolore, morti, dolore atroce, ostilità, hanno fatto scivolare un poco Sasuke giù dal piedistallo. Lo ama un po' di più e lo venera un po' di meno: e questo si chiama crescere, pensa Sakura ogni tanto.
Seduto su una delle sedie dell'ospedale, Naruto sbircia nella tazza che ha di fronte, piena di una brodaglia dall'aspetto assai poco invitante che, gli è stato assicurato, fa miracoli per l'emicrania post-sbornia.
- Già. Sarà stato per il mal di testa? -
Sasuke ha tentato una specie di fuga, poco dopo l'alba, sgusciando via dal groviglio del letto, alzandosi di soppiatto e vestendosi mentre loro due dormivano ancora: Sakura l'ha sorpreso - e placcato - mentre si preparava una borsa che assomigliava parecchio a quella che si era portato dietro ad Oto e ritorno.
Era sembrato piuttosto rosso - Sasuke! - e vagamente scosso, e lei avrebbe anche potuto pensare che dipendesse esclusivamente dall'emicrania se non fosse stato per il suo sguardo che, be', si posava su tutto tranne che sugli altri due. Sakura non è un genio come a detta di tutti è Sasuke, proprio no, forse non è altrettanto brillante e forse non è altrettanto acuta, però è sufficientemente intuitiva da aver capito a colpo d'occhio cosa la situazione - loro tre e il letto - poteva essere sembrata ad uno che la notte prima era svenuto sulla porta di casa sua, semplicemente troppo ubriaco per riuscire ad arrivare oltre la soglia.
Sakura si gira verso Naruto, che la guarda ad occhi sgranati, l'espressione un po' intorpidita e un po' dolorante, e continua a giocherellare distrattamente con la zuccheriera che tiene tra le mani.
Avrebbe potuto confortarlo, a Sasuke. Avrebbe potuto dirgli che poteva star tranquillo, che non era successo, candidamente parlando, niente, che Naruto era stato tanto sbronzo da vomitare sulle scale e che lei, dopo averli messi a letto, non ce l'aveva fatta neanche a strisciare al piano di sotto in cerca del divano. Avrebbe potuto farlo, certo.
Però non l'ha fatto.
Reprime il ghignetto che le affiora spontaneo alle labbra e sorride angelica al compagno di squadra, versandogli un cucchiaio di zucchero nella tisana per blandirlo e convincerlo a trangugiarla:
- Sicuro, Naruto. - Replica dolce. - E' la sbornia. Postumi di sbornia. -




Elos scrive:
Oh, well, almeno non fa piangere! xD
Salice scrive:
è già qualcosa per il tuoi standard!

... e questo spiega molte cose.

E' una what if...? in quanto presuppone che Sasuke sia allegramente tornato a Konoha (sì, qui stiamo tutti pronti con gli striscioni in attesa).

Un grazie a Salice, come sempre, per essersi nominata - oltre che recensore ufficiale delle mie storie sempre, comunque e ovunque, anche se le ha già lette, rilette e corrette tutte - mia betareader di fiducia. Me ti adora, Sal, sappilo.

Un grazie a chi legge e a chi commenta.


  
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