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Autore: Pierrot    17/12/2009    10 recensioni
« Non è così facile, Mello » mormora, a mo' di scusa.
Non è facile, no, proprio per niente.
« Non è così facile, Mello! - gli fa il verso l'altro, acido - per quanto ancora hai intenzione di rifletterci su? È solo una fotografia di fine anno, Matt, solo una cazzo di fotografia! »
Storia classificatasi prima, a pari merito, al contest "La Semplificazione - II edizione" indetto da Only_Me.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Old Photograph
Nick Autore: Pierrot
Titolo: Old Photograph -everything but colors-
Fandom: Death Note
Personaggi: Matt, Mello, Near
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Disclaimer: Non ci guadagno nulla da questa fanfic, nè possiedo alcun personaggio (ma se vi sembro Obata-sensei, vi voglio tanto bene!)
Note dell'autrice: questa fanfic si è aggiudicata il primo posto al contest "La Semplificazione - II edizione" indetto da Only_Me. Complimenti a tutti i partecipanti, in particolar modo alla podista classificatasi prima a pari merito, RedEagle86. In fondo, posto il risultato scritto dalla giudicia *-*
*rotola euforica a destra e a sinistra, sbatte la testa contro uno spigolo e si calma*

Dedicata alla Bibs.
Perchè lei è la promessa sposa di Mello, così gli può fregare la cioccolata e scappare.
Perchè lei è il mio Giudice Assolutamente Crudele e Imparziale, abbreviato in GACeI.
Perchè non c'è un perchè. Lei è la Bibs, e tanto basta a dedicarle questa fanfiction.


Old Photograph
- e v e r y t h i n g  but colors-
__________________________________________________


« Allora, Matt? »

La domanda cade nel vuoto.
Il ragazzo continua a fissare il letto, come se non avesse sentito nulla.

« Matt, vuoi darti una mossa? »

Volta piano la testa, come un condannato che distoglie lo sguardo dalla forca per posarlo sui suoi carnefici.
Eccoli.
I due aguzzini, i due torturatori.
Mello, appoggiato in modo arrogante allo stipite, e Near, seminascosto nell'ombra del corridoio.

Lo stanno aspettando, lo rivela l'impazienza che anima gli occhi di Mihael.
Sbuffa, storce la bocca, incrocia le braccia, picchietta l'indice in modo spazientito.
Fra un po' si stancherà del tutto, e lo trascinerà fuori così com'è, maglia o senza maglia.
È pronto a giurarci su.

« Non è così facile, Mello » mormora, a mo' di scusa.

Non è facile, no, proprio per niente.

« Non è così facile, Mello! - gli fa il verso l'altro, acido - per quanto ancora hai intenzione di rifletterci su? È solo una fotografia di fine anno, Matt, solo una cazzo di fotografia! Non mi sembra sia così difficile scegliere qual-...»
« Sai, Matt...-  lo interrompe distaccato Near, come se fino ad allora si fosse parlato d'altro -...dovresti sbrigarti. In fondo, è solo una foto. »

Il biondo si offende, si acciglia, si volta con uno scatto secco.

« È quello che gli ho appena detto io! Se devi interrompere, almeno fallo dicendo qualcosa di nuovo ribatte indignato.

Il piccolo si limita a fissarlo, inespressivo; per l'altro questa è una dichiarazione di guerra in piena regola.
Matt sospira, volta la testa rassegnato.
Le urla stridule di Mello e le pacate risposte di Near sembrano così lontane, mentre fissa i due completi sul letto.

Uno bianco e uno nero.

Nella foto sarà solo di contorno, lo sa, piazzato strategicamente in mezzo a quei due.
Quando i due bambini prodigio si detestano, allora ecco che i genitori fanno intervenire il fratellino più buono, quello che, seppur intelligente, a fianco dei fratelli sembra un po' stupido.
Watari lo infilerà con studiata noncuranza in mezzo a loro, tanto per calmare le acque.
Matt sa che sarà così.
Ma sa anche di stringere tra le sue mani una grazia -un tormento- che raramente è concesso ai mediocri come lui.
Decisione.
Sarà lui a decidere da che parte far pendere la bilancia.

Se metterà la maglia bianca, allora la foto avrà la stessa luce eterea che emana Near.
Al centro di quella massa di orfani dotati, una stella fredda brillerà nel centro, antisettica e così bianca da dover distogliere lo sguardo.
E tutti sentiranno un brivido quando la guarderanno, quando i loro occhi incontreranno quella luce che di algido avrà tutto e che di puro non avrà nulla.
Incolore, inodore, inespressiva.
Senza emozioni.


-
«Mail, ma tu di chi sei amico? Di Mihael o di Nate?»
A quella domanda, a momenti gli scivola la playstation dalle mani, tanto è esasperato.
«Di entrambi!»
Come si fa a chiedere una cosa simile?


Se indosserà la maglia nera, allora la foto saprà di Mello.
Sarà una foto prepotente, sarà una foto dove una fiamma scura e capricciosa scorrerà ovunque sui visi di quegli alunni sorridenti.
L'attenzione sarà catalizzata da quella strana macchia opaca, come se una goccia d'inchiostro fosse caduta esattamente al centro della pellicola traslucida.
Sarà una foto ardente, ribelle, con un vago sentore di cioccolata fondente.
Sarà una foto viva.

L'altro ragazzino lo guarda, sospettoso.
«No, non è vero. Non puoi essere amico di tutti e due contemporaneamente.
O di uno o dell'altro, ma non di tutti e due!»


O.
Quella maledetta e assurda lettera, che Matt non ha mai capito.
O amore, o odio.
O tu, o io.
O nero, o bianco.

« Perché? »
L'altro lo guarda confuso, si imbarazza, come un alunno alla lavagna in difficoltà che cerca un aiuto che non gli verrà mai dato.
« N-non lo so. Non puoi e basta, ecco!
»
«E chi ha detto che non posso? »
A quel punto, il bambino considera che è meglio dileguarsi; la domanda aleggerà in quel corridoio per sempre, senza mai una risposta.

 

Perché?
Perché non può essere sia un po' bianco che un po' nero?
Non sa chi l'ha deciso, ma sa che questa regola non gli piace.
Eppure, nessuno si cura di ciò che pensa lui -chi penserebbe mai al mediocre dei tre?
L'eterno dimenticato, l'eterno in bilico.
Nate, Mihael e quel rossino...
Il Bianco, il Nero e il grigio...
Non solleva uno stendardo, non si schiera, non prende parte alla contesa, quindi a rigor di logica è un debole.
Non si mette a sbraitare se qualcosa non gli piace, e nemmeno aspetta di gustarsi la fredda vendetta.
Non è brillante a scuola, né si atteggia da ribelle per andare male.
Semplicemente, sta nel mezzo.
È davvero un crimine così imperdonabile, il suo?

Davvero è debole chi non innalza una bandiera?

I due continuano a litigare.
I vestiti restano ad aspettarlo sul letto.
Ha deciso.
Non sarà lo stemma di una crociata senza senso, né il vanto del vincitore.
Apre deciso il cassetto, butta fuori i vestiti alla rinfusa.
Dannato Mello e la sua mania del disordine.
Trovata.
Afferra l'indumento e se lo infila, tirando l'orlo inferiore per stirarselo bene sul petto.
Il biondo sgrana gli occhi.
« E quella cosa significa?
» esclama orripilato.
« Si direbbe una maglia, sei stupido?
» risponde Near, monocorde.
« D'accordo micro stronzetto, è giunta ora che tu e la tua testa vi salutiate!
» sbraita adirato l'altro, cercando di afferrarlo per il bavero della giacchetta immacolata.
Matt soffoca una risata.
Non sa se lo faccia apposta o meno, a non capire le domande retoriche, ma Nate sa essere un vero crollo di nervi per Mihael.
Impassibile, dall'alto delle braccia di Mello, il piccolo guarda Mail con occhio fiscale:
« Non puoi andare vestito così- dice con fare semplice -è la regola. Watari si arrabbierà.
»
Seppur non chiamato in causa, Mello si sente in dovere di ribattere:
« Bah, ma chiudi la fogna. Devi sempre ciarlare del regolamento di quel vecchio?
»
Il rosso gli è grato per aver preso le sue difese; ogni tanto - solo ogni tanto - si concede di essere magnanimo con lui, giusto quel briciolo di considerazione che meriterebbe un cane.
Probabilmente lo ha fatto per andare a tutti i costi contro Near, così preciso in ogni cosa, ma non gli importa, davvero.
Fa un cenno di insofferenza, poi varca la porta, sgusciando abilmente fra i due litiganti.
« Io vado, ci staranno aspettando tutti, ormai
» annuncia.
I due lo seguono, mettendo una temporanea fine al loro battibecco.
« Aspetta Mail, non puoi indos-...
» gli ricorda Near, in un ultimo tentativo di far attenere il compagno al protocollo.
«Taci, nano! 
»
È la frase del biondo a rimbalzare fra le pareti del corridoio, conquistandosi l'ultima parola; poi, il discorso dei tre viene smorzato dal rumore di un pesante portone che si chiude dietro di loro.

 ●  ●  ●


Quell'anno, la fotografia della Wammy's House fu la più particolare di tutte.
Nella fila di mezzo, a destra, un bambino così bianco e così piccolo da sembrare un fascio di gelida luce infiltratosi per sbaglio nell'apparecchio fotografico.
A sinistra, una macchia d'inchiostro nera e rabbiosa, che in realtà era un ragazzo dallo sguardo ancora offeso e combattivo sotto la frangetta, la bocca corrucciata in una smorfia.
E al centro, un ragazzo dall'espressione accomodante, nascosta da due grandi occhialoni da aviatore e dai capelli ribelli che gli ricadevano disordinati sulla fronte.
Indossava una maglia diversa da tutti gli altri.
A righe.
Perché il bianco e il nero, per quanto si avvicinino, non si potranno mai mescolare, potranno solo cercare di convivere.

Forse, ci vuole più coraggio di quanto sembri, a esistere nel mezzo.
Loro non hanno idea di cosa significhi lottare affinché la tua mente non venga assorbita da quella di qualcuno che risplende -o oscura- più di te.
Vivere senza dispute, senza cacciarsi nei guai, sarebbe un bel modo di vivere.
Matt la pensa così.
Debole o forte?
Bianco o nero?
Non gli importa.
Vuole solo una sigaretta.



[end]







-si ringrazia pralinedetective per avermi fatto usare la sua versione di Word *w* 'azie, sommaH!-




Old Photograph -everything but colors-, di Pierrot:
- Originalità: 9.5/10;
- Grammatica: 10/10;
- Forma: 9/10;
- Caratterizzazione personaggi: 9/10;
- Attinenza al tema: 9.5/10;
- Gradimento personale: 5/5;
Totale: 52/55.

Commento: punto primo, amo la tua storia; davvero, non sto scherzando. Oltre al fatto che adoro i personaggi che hai deciso di utilizzare, mi è piaciuto moltissimo il tuo modo di ‘analizzare’ il bianco e il nero, dal punto di vista del ‘grigio’ che non ha ancora deciso da che parte stare e che forse non si deciderà mai (anche se la storia originale dice un’altra cosa..). In più, è una storia scorrevole, fluida, che si legge davvero volentieri; la frase finale, oltretutto è assolutamente bellissima. Si vede che sono entusiasta della tua storia? La grammatica è impeccabile, nella forma hai un punteggio un po’ basso perché tra le virgolette del discorso diretto e la parola successiva (o precedente) hai messo uno spazio. Per il resto, è perfetta anche quella. L’originalità è un altro punto forte perché, nonostante alla Wammy’s House non si facessero fotografie per l’”annuario”, la tua idea era davvero azzeccata, anche se i personaggi scelti sono usati ed abusati. Complimentissimi a te, sono davvero contenta che questa bellissima storia abbia partecipato a uno dei miei contest :) (e visto che non ti è andato male, come primo contest ;D)

The One Hundred Prompt Project 

prompt: 95 - scelte


  
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