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Autore: the angelus    17/12/2009    4 recensioni
una ragazza riscopre se stessa, l'amore verso la migliore amica..l'amore fa un male cane, e la gente aiuta questo a far cresciere questo dolore. fa male scoprirsi ad amare qualcuno che non può ricambiare..
questa è un piccolo sfogo scritto l'anno scorso, è una esperienza personale...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio farvi un pensierino in attesa del continuato delle mie ff..questa è una one-shot, l'ho scritta l'anno scorso verso questo periodo, è una cosa vissuta in prima persona, sofferta ve lo posso garantire...

Beh spero di meritare qualche commento.... =)  a presto gente =)

 

Anche se si è consci dell’ineluttabilità del fato, ci si può trovare impreparati, mai parole furono più vere ed io me ne resi conto molto presto!
In una società dove l’apparire conta più dell’essere, quanto male fa riuscire ad accettare se stessi per quello che si è? Rinnegare e rinnegarsi, aggrapparsi ad essere non se stessi, ma un qualcuno che viene accettato da tutti quelli che ti circondano, te compresa.
Il destino a volte beffardo, sembra divertirsi a metterti in situazione assurde, farti arrovellare, il problema sono quelle domande che nascono ma che poi difficilmente trovano risposta, o meglio non si vuol trovar risposta, anche se si trova lì a pochi centimetri da te.

Tutto iniziò quell’ultimo dell’anno, quando per gioco e con l’aiuto dell’alcool arrivò quel bacio, semplice, puro e casto, ma pur sempre un bacio…
Eccomi qui ora con mille domande in testa, mille dubbi e un amaro in bocca, un gusto quasi ferroso ad incorniciare la mia situazione. Iniziamo dal principio, avevo da poco cambiato gruppo d’amici, e ti avevo portata con me, perché non volevo lasciarti sola in un gruppo di persona che non meritano la tua presenza, ma non solo, io ti volevo con me...sempre.
Mi ricordo ancora quando ti avevo detto: - Ehi Lucia, ti porto fuori con della gente troppo simpatica, e ti faccio vedere un ragazzo che mi piace un casino!!-
Quella sera al locale mi stavo divertendo fino a quando non mi accorsi che quel ragazzo era diviso in due, tra me e te. Subito si creò un sentimento d’invidia, di competizione, dio come sbagliavo, non era competizione! Sta di fatto che riuscii ad avere le labbra di quel ragazzo, ma non mi interessava altro, la mia gara credevo di averla vinta, e avevo chiarito con il mio amico che tutto era un gioco.
Arrivò presto inverno, una innocente uscita in montagna…ecco un altro angelo, un altro ragazzo dal viso angelico e dal corpo stupendo, mi invaghii di lui. A pranzo in quello stupido ristorante però successe qualcosa, all’inizio non ci feci caso, ti ricordai quel 31 dicembre dell’anno prima, tu avevi bevuto un po’ troppo, dopo aver dato un bacio innocente a Teo, ti avvicinasti a me, e mi desti quel bacio. Me lo ricordo perfettamente, una strana sensazione al momento, una esplosione nel mio cuore, cavolo che sensazione infinita, ma l’alcool annebbia i ricordi anche se non in tutti, quel bacio non venne cancellato dalla mia testa, ma dalla tua si. Ricordo ancora perfettamente quel momento, il tuo sguardo così seducente, mi avevi spinta al muro e baciata, le tue mani sui miei capelli, le mie mani sui tuoi fianchi, forse non troppo innocente, ma fu una cosa immensa.
A pranzo ti ricordai tutto e tu nulla, il vuoto nella tua testa, come vorrei saper leggere nella tua testa, leggere e comprendere i tuoi pensieri, leggere e capire, ma forse dovrei prima capire me stessa.
Io riuscivo ad ottenere i ragazzi che volevo, era un gioco o forse un passatempo, non mi davano ciò che cercavo, l'emozione si nascondeva nella cattura della mia preda, ma ormai avevo perso quella voglia di giocare, quella voglia di vincere, non c’è più soddisfazione nello strappare un bacio, uno stupido bacio, il tuo però sapeva di infinito, perché non ti ricordi quel bacio?
Arrivò natale, e assieme ai nostri amici avevamo affittato una stanza di un locale molto alla moda, avevamo ordinato delle bottiglie di un ottimo spumante, ed ecco il brindisi. Una decina di calici alzati al cielo, per brindare, per ringraziare e per sperare in un’altra annata come questa, anzi migliore, era bastato uno sguardo, ti avevo guardata e qualcosa si è mosso, pensavo di essere immune a ciò che tutti chiamano amore, ma mi sbagliavo, come ti desideravo!!questa volta non era un gioco, e tu a tua insaputa sapevi giocare molto bene, qualsiasi cosa facessi mi mandava fuori di testa, come poteva essere? Io ballavo e tu ballavi con me, un sinuoso movimento, un gioco che sembrava quasi erotico, ma era semplicemente un gioco, o forse no? Poche ore dopo ci raggiunse quel ragazzo, l’angelo caduto dal cielo, e per un attimo mi dimenticai di te, ma quando vidi Gabriele avvicinarsi a te per prenderti la mano, mi bloccai, gelosia? Diamine non poteva essere, io ero ciò che tutti i ragazzi desideravano ma pochi ottenevano, cosa avevi di tanto speciale? Vedere quello stronzo prender la tua mano, vederti un passo più lontana a me, mi squarciò il cuore, come un fulmine che colpisce un albero e lo lascia bruciato e a pezzi. Iniziai ad odiare Gabriele, lui poteva, lui aveva il diritto di prenderti per mano e dichiarare il suo amore. Il mio era amore? Si doveva esserlo, bruciavo di invidia e gelosia, bruciavo di odio verso quel ragazzo e bruciavo dal desiderio di averti. Vidi la tua attenzione spostarsi da me a lui, ti stava allontanando da me, io ti volevo, ma lui forse aveva capito qualcosa.
Arrivò ancora un altro 31 dicembre era passato un anno da quel bacio, ma viveva ancora nel profondo della mia anima. All’inizio ero euforica, la fine di un anno, si aprivano le porte di una nuova avventura, una nuova storia stava per esser scritta, iniziai a dar spettacolo, come sempre del resto, mentre tu eri distratta a guardare lui e solo lui, poi qualcosa cambiò tutta la gente si era trasferita in un’altra stanza mentre tu e e Stefano eravate rimasti lì con me mentre mi preparavo a cantare qualcosa. Non so per quale assurda ragione, cantai la tua canzone preferita, tu stavi per uscire per quella sigaretta che tanto odio, ma ti er fermata e mi avevi guardata, sorridendo ti lanciai quell’occhiata, ma la ritirai subito, troppo ardita, troppo assurda la situazione, tu Lucia, la mia migliore amica, una ragazza per di più!
Finita la canzone accesi il mio portatile e mi misi in un angolo a riflettere, mi ero esclusa dagli altri, non volevo dar altro spettacolo anche perché ero turbata da mille sensazioni e domande, avevo paura, si io avevo paura che altri leggessero queste domande nei miei occhi.
Accesi appunto il portatile che porto sempre con me, il mio diario, la mia vita, ed iniziai a guardare le foto. Solo allora notai un particolare che mi era sfuggito le altre diecimila volte che le avevo guardate, nelle foto siamo sempre vicine, inseparabili, ero legata a te, inesorabilmente legata e incatenata a te..
Tutti ora erano nell’altra stanza, io ero rimasta da sola come volevo, da sola con i miei pensieri, mi isolai completamente, quando sentii la tua voce che mi disse: - che c’è?- io ti risposi banalmente: - nulla…sono solo stanca- Mi avevi costretto ad alzare lo sguardo, diamine come facevi a capire sempre cosa avevo? Ed ecco di nuovo la paura cogliermi, se tu fossi stata in grado di leggere nei miei pensieri avresti scoperto troppe cose, cose strane e che forse ci avrebbero allontanate.
Tu prendesti il portatile, che dalle mie gambe finì sul tavolo, io ti guardai dubbiosa, mentre tu mi stavi dando ancora le spalle – Ehi lo sai che a me non puoi mentire- solo allora riuscii a vedere la tua faccia. – tu non sei una ragazza che si isola, per restare sola con i propri pensieri devi avere buone ragioni.-
Io ti risposi che andava tutto bene, tu un po’ seccata e dopo avermi lanciato uno sguardo che non ammetteva repliche, ma soprattutto deluso prendesti la porta con quella sigaretta in mano. Lo sai che non voglio vederti fumare! Mi alzai e ti segui, ti raggiunsi, ma la mia presenza passò inosservata, ti sentii tremare, ti presi le spalle, i tuoi occhi, mi stavo perdendo nel tuo sguardo, poi la tua voce mi riportò alla realtà, ti presi la sigaretta e la gettai a terra e tu come risposta mi diedi quello schiaffo che brucia ancora, non risposi, e tornai dentro mi gettai sul divano e mi addormentai. Al mio risveglio saranno state le 3 di notte, tu eri seduta al mio fianco e Gabriele ti stringeva forte, le vostre mani erano intrecciate, ringrazio ancora il fatto che la luce fosse stata poca, perché i miei occhi mi tradirono, non riuscii a controllarmi,una lacrima solitaria solcò il mio viso. Quando i nostri occhi si incrociarono li vidi sorridere, mi diedi un pizzicotto dicendo:- buongiorno bell’addormentata.-.
Non capii mai esattamente come sei passata dallo schiaffo al pizzicotto, non ti chiesi mai il perché di quello schiaffo, ma qualcosa mi diceva che non volò per il fatto della sigaretta a terra.
Gabriele ti stringeva forte, ti accarezzava, e fu lì che non riuscii più a controllarmi, mi alzai di scatto, presi le chiavi della macchina, l’accesi, non sapevo il perché di tutto ciò, e di certo quel cd nello stereo non aiutava, I NEED YOU AND A I LOVE YOU BABY.
Ma che cosa mi succedeva?? Eppure era tutto così chiaro, maledetto quel bacio, maledetta la tua memoria e l’alcool.!!!
Inserii la retro marcia, mi voltai per far manovra ma in quel mentre la portiera si aprì, e c'eri tu, tu e quel un movimento veloce, avevi tolto le chiavi. Il motore spento, il silenzio attorno solo il tuo: -che diavolo hai?? Che ti prende??-
Ricordo ancora la mia stupida risposta: - lo ami?-
Ecco, mi ero tradita, i miei occhi erano in lacrime, ma lo sguardo fermo,ti vidi appoggiare le chiavi sul sedile,ti vidi aprire lo sportello, ti vidi uscire e da dietro quel finestrino fissarmi, forse odiarmi, , ti vidi andartene.

Oggi, il mio cellulare non suona più il tuo nome, lui ti ha portato via da me, lui e le sue stupide idee ti hanno allontanata da me, non riesco a dirti che sei stupida, io lo sono stata di più, ora, dopo giorni e giorni, mesi e mesi ed anni...il tuo ricordo brucia come all'ora, cerco sempre il tuo nome ovunque, ma tu te ne sei andata da me. Eppure, eppure sapevo che qualcosa c'era, doveva esserci, i nostri abbracci e i nostri momenti passati assieme, diamine quanto ti volevo.

Ti amo e soffro, il mio cuore urla ancora il tuo nome, perchè te ne sei andata Lucia?

   
 
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